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Autore: Hermione Weasley    14/01/2005    11 recensioni
I capelli sporchi di sangue, gli stavano appiccicati sulla fronte madida di sudore, quella bocca che tante volte l'aveva insultata durante la scuola, era semichiusa in un ghigno di dolore e sofferenza, quelle mani sempre ben curate, erano tagliate e livide. I gelidi occhi grigi, nascosti dietro le palpebre tremanti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao!!!!!!!

Scusate per il ritardo, ma ho avuto da fare, scuola ecc ecc. ^^

Allora bando alle ciance!

Questo capitolo è dedicato a Cho89, anche se non credo di averlo scritto così come avrebbe voluto lei, ma comunque questo è per te!

Buona Lettura!

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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


8


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I've got more than I need

When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams




-Allora, allora, allora, che ci fa il grande Harry Potter tra noi?- La voce di Lucius era fredda e tagliente, aveva appena tirato fuori la bacchetta e la cosa non annunciava niente di buono.


Harry lanciò una fugace occhiata a Draco che però non lo stava guardando.

Strano come una cosa all'apparenza normalissima ti possa annullare le difese fino a renderti invulnerabile.

Attualmente era questo l'effetto che Lucius faceva a Draco.

Il ragazzo se ne stava fermo davanti al padre, con la testa china e le braccia tese lungo il corpo, come in una sorta di tacito inchino.


Harry non sapeva davvero che fare, i Dissennatori si stavano avvicinando, erano praticamente circondati, stavolta non sarebbe stata facile cavarsela....se se la fossero cavata.


-Come ci si sente ad essere dalla parte dei buoni, eh Draco?- Lucius si stava rivolgendo al figlio con un ghigno tutt'altro che benevolo sulla faccia.

Draco non rispose, rimase immobile.

-Ti ho fatto una domanda Draco- riprese tranquillo il padre.

Ma il ragazzo non aveva nessuna intenzione di parlare o muoversi.

-Esigo una risposta, vile bastardo-

-La smetta!-


Harry si era messo nel mezzo, non sapeva il perchè ma l'aveva fatto, dopotutto Draco l'aveva aiutato per tutta la missione, anzi aveva fatto tutto lui, praticamente. Ma adesso quella mossa non gli sembrò più tanto brillante.

Lucius si voltò astioso verso di lui.


-Sta' zitto sfregiato- rispose a denti stretti -Allora, Draco- disse tornando a rivolgersi al figlio -vuoi rispondere?-

-Ho detto basta- la voce di Harry era più ferma e convincente.


Fece un bel respiro, se la stava sfacciatamente cercando.

Lucius fece una specie di mezzo sorrisetto, per poi puntargli la bacchetta addosso senza pensarci sopra nemmeno un attimo.


-Stupeficio!-

Harry cadde a terra, ma si rialzò quasi subito. Un profondo taglio gli si era aperto sul braccio. Il sangue macchiò l'erba e non esitava a smettere di scendere.

-Stai al tuo posto, Potter- riprese Lucius.


Cominciò a battersi la bacchetta sulla mano destra, con noncuranza.

-Sei stato una delusione, una emerita delusione. Non pensavo che mio figlio sarebbe diventato quel pappamolla che sei. Non sei degno di far parte dei Malfoy, sei solo uno schifoso traditore e adesso ti faccio vedere io quale trattamento riserviamo ai traditori, noi Mangiamorte.-


Draco alzò un attimo la testa verso il padre, ma la riabbassò quasi subito. Una strana e malinconica espressione gli era apparsa sul viso, Harry la notò.


Lucius si allontanò di due passi dal figlio, gli puntò addosso la bacchetta, con uno strano sorriso sulle labbra.

Harry non poteva credere che un padre potesse uccidere il figlio. Non pensava che al mondo esistessero persone così meschine e senza cuore. E lui che si lamentava di Zio Vernon!

Ma non aveva molto tempo per pensare, doveva agire e subito. Dopotutto lui aveva dalla sua parte la Profezia, giusto?

Sarebbe morto solo in uno scontro contro Voldemort stesso, che aveva da perdere?


-Crucio!- Malfoy senior scandì le parole con estrema cura, pregustando già la scena che gli si sarebbe parata davanti tra non molto.

Un fiotto di luce rossa scaturì dalla bacchetta, ma non fu Draco ad essere colpito.

Harry si era messo nel mezzo. Un'altra volta.

E adesso ne stava subendo le conseguenze, si dimenava per terra, in preda ad un dolore lancinante. Gli occhiali gli caddero e una lente si ruppe.


Fu come se Draco si fosse risvegliato da uno stato di trance. Alzò gli occhi verso il padre, e tirò fuori la bacchetta.


-Che hai intenzione di fare?- chiese Lucius più divertito che altro.

-Farò quello che tu hai fatto a lui- rispose Draco a denti stretti.

-Oooh! Ora si che ho paura. Potrai fuggire quanto vorrai Draco. Per quanto mi disgusti ammetterlo sei un Malfoy, sei un bastardo, un viscido bastardo, sei uguale a me, e più vorrai dimostrare che non è vero e più ti renderai conto che lo è-


Il vento cominciò a soffiare. I Dissennatori si stavano avvicinando, ma con un gesto della mano Lucius fece loro segno di aspettare ancora.

Draco si guardò intorno, non c'era alcun modo per tornare a Hogwarts. L'unica via di fuga era Smaterializzarsi, era da poco che aveva ottenuto la licenza e non era molto pratico, ma poteva farcela....doveva farcela.


Il corpo di Harry giaceva ai suoi piedi privo di sensi.

Posò lo sguardo sopra il padre che gli sorrideva strafottente. Lo divertiva vedere le persone in trappola, ancora di più se quelle persone erano suo figlio traditore e il grande Harry Potter.


-Ti sbagli- disse Draco acquattandosi sul prato. Afferrò Harry per un braccio. -Io non sono come te-


L'ultima cosa che vide prima di smaterializzarsi furono solo i Dissennatori che gli venivano addosso.


*


Draco riaprì gli occhi.

Era al centro di Hogsmeade, in mezzo alla strada principale.

Non poteva smaterializzarsi a Hogwarts, era impossibile riuscirci.


Lasciò il corpo di Harry disteso a terra. Nelle vicinanze non si vedeva anima viva, il villaggio sembrava deserto.

Si alzò in piedi, guardandosi attorno.

Se solo ci fosse stato qualcuno avrebbe potuto chiedere aiuto per portare Harry al castello, ma evidentemente avrebbe dovuto cavarsela da solo.

Tirò fuori la bacchetta.

Doveva far levitare Harry sino alla scuola.

Gli puntò contro la bacchetta e...


Ma non ebbe il tempo di dire niente.

Qualcuno lo aveva appena afferato per le braccia, facendogli cadere la bacchetta di mano.

Un'altra persona lo spinse a terra. Cadde vicino a Harry, mentre uno dei due che lo avevano colpito gli legavano le mani dietro la schiena.


-Ehi ma che fate?- chiese furioso tentando di vedere chi l'avesse aggredito.

-Sta' zitto Malfoy.-


Un omone gli si era appena piazzato davanti. Draco non ebbe problemi a riconoscerlo.


-Parker?- chiese il ragazzo.

Alfred Parkar Junior era il comandante del corpo Auror del Ministero, alloggiava al castello come tutti gli altri della sua squadra.

-Proprio io.- rispose l'uomo facendo apparire una barella e distendoci Harry sopra. -Pessima mossa-


Draco lo guardò interrogativo mentre, l'altro Auror che lo teneva da dietro cominciò a strattonarlo verso la strada che conduceva al castello.

-Ma....- tentò di dire Draco, prima che Parker non lo zittisse.

-Avevo detto a Silente di non fidarsi di te. Eri solo una spia-


Draco scosse la testa.

-Spera solo che Potter sopravviva, non so che cosa tu gli abbia fatto, ma ti posso solo dire che sei davvero un bastardo- continuò l'uomo non volendo sentire ragioni.

-Stupida testa vuota non sono stato io!- rispose furioso Draco.

-Ah no? Allora chi è stato?- chiese Alfred voltandosi verso di lui e incrociando le braccia.

-E' stato....- ma non una parola uscì dalle sue labbra.


*


Guardò un'altra volta l'orologio che aveva al polso. Erano le 10 del mattino e Hermione era piuttosto preoccupata.


Tra non molto Continuava a ripetersi.


E purtroppo l'esito della missione di Harry e Draco non era la sola cosa che la preoccupavano.

Affatto...


Cercò di scacciare qualsiasi pensiero nefasto dalla testa, e non era facile.

Chiuse gli occhi e prese aria.

Decise di scendere in Sala Grande, magari per mettere qualcosa sotto i denti.

Uscì dalla camera da letto, e scese le scale fino alla Sala Comune e poi attraverso il buco del Ritratto. Ben presto arrivò davanti alla Sala Grande, era deserta.

Stava per entrare ma proprio in quell'istante, il portone di Ingresso si spalancò.

Una barella levitava a mezz'aria ma Hermione non riusciva a distinguere chi ci fosse sopra.

Lo sguardo le cadde su due enormi figure che trascinavano un ragazzo. Draco.


Hermione sgranò gli occhi, quei due non sembravano molto ben disposti verso Malfoy.


-Ehi ma che fate?- chiese andando loro incontro.

-Mi scusi signorina Granger, ma Potter ha bisogno di cure subito- rispose secco Parker.

-Cure? Che significa?-


Lanciò un'occhiata bieca a Draco, ma lui stava volutamente evitando il suo sguardo.

Incrociò le braccia in attesa di una risposta.


-Malfoy ha ferito Harry, signorina-


Fu come se qualcuno le avesse appena lanciato una secchiata di acqua ghiaccia.

Come poteva essere successa una cosa del genere?

Non aveva senso, ci doveva essere un errore.


-Che cosa?-

-Mi scusi ma devo portarlo in Infermeria-


Tutt'altro che gentilmente, Parker spostò Hermione, e scomparì per le scale in direzione dell'Infermeria.

Ma il gesto poco carino, non la sfiorò nemmeno.

Il suo sguardo era fisso su Draco.


-Tu- disse puntandogli l'indice addosso.

-Signorina Granger, devo portarlo via, per favore...-


Ma Hermione fece finta di nulla.

-Io mio fidavo di te- continuò lei imperterrita. - Io ti ho mandato con lui, io ho creduto in te, pensavo che potessi....- si interruppe un attimo -Ma sei come loro, Draco. Credevo di potermi fidare e invece...Ma come hai potuto?-


Fu in quel momento che Draco la guardò negli occhi.

Hermione era troppo furiosa per pensare.

Non notò quella punta di malinconia nei suoi occhi, nè il vacillare delle sue labbra, nè l'insicurezza dipinta sul suo volto.

Non lo fece, ma avrebbe dovuto.


*


Rimase un attimo impietrita a guardare l'Auror che portava via Draco.

Non sapeva che fare, le sembrava tutto un brutto sogno, un orribile sogno.

Come aveva fatto ad essere così ingenua?

Come aveva potuto credere che un Malfoy potesse cambiare?

Come?


Continuava a farsi domande inutil.

E poi si ricordò.


-Harry- si disse.

Subito cominciò a correre verso l'Infermeria.

E mentre percorreva i corridoi che la separavano dal suo migliore amico, si rese conto di Ginny. Lei non c'era con Draco, nessuno aveva nominiato una Weasley.


Fu come se un ernome macigno le si fosse posato sul petto.

E se non l'avevano trovata?

Se non avevano fatto in tempo?

Aveva una tremenda voglia di piangere.

E Harry? Come stava Harry?

Perchè doveva essere tutto così difficile e complicato?


Aumentò il passo, cominciò a piangere.

Rapidamente si asciugò le guance con le mani che le tremavano.

Svoltò l'angolo e si ritrovò davanti all'Infermeria, le porte erano sbarrate. Delle urla provenivano da dentro, Hermione non riusciva a distinguere di chi fossero.

E poi lo notò. Ron stava in piedi appoggiato alla porta di legno massiccio, le braccia conserte, gli occhi semichiusi, come a voler cercare un attimo di pace in tutta quella confusione.

Gli si mise davanti.


-Fammi passare- disse tentando di frenare le lacrime.


Ron aprì gli occhi piuttosto stupito.


-No, Herm- rispose serio.

-Fammi passare- ripetè lei, ricominciando a piangere.

-Meglio di no-

-Ti prego Ron, fammi passare-


Adesso Hermione piangeva senza ritegno, come se il peso di tutti quei giorni fosse venuto fuori all'improvviso.

Ron scosse la testa, attirandola a se e circondandola con le braccia.


-E' colpa mia- singhiozzò stringendolo.

-Non è vero- le rispose lui.


Se solo non si fosse sentito in dovere di mantenere la calma avrebbe pianto anche lui. Stava facendo uno sforzo enorme per non lasciarsi andare, ma non poteva abbandonare Hermione, non così.


-E' stato quel bastardo- mormorò lei più a se che a altri. -Io gli ho dato fiducia, è colpa mia-

-No- rispose secco il ragazzo.


La spinse un po' indietro e poi cominciò a frugarsi nelle tasche. Tirò fuori una pergamena unta e consunta, ingiallita e vecchia.


-La Mappa del Malandrino?- chiese Hermione leggeremente stupita.

-Io lo vado a cercare-

-Chi?-

-Malfoy- rispose Ron. Si piegò un attimo e afferrò un fagotto che stava appoggiato allo stipite della porta.

-Ma...-

-Parker mi ha detto che non potevo parlarci, a quanto pare il Ministro in persona sta arrivando per interrogarlo. Ma non voglio e non posso aspettare. Da quel che ho capito l'hanno rinchiuso nelle segrete, dovrebbero trovarsi da qualche parte nei pressi dei Sotterranei. Con il Mantello dell'Invisibilità nessuno mi potrà vedere, devo solo stare attento a Moody, mi vedrebbe lo stesso-


Hermione lo fissò un attimo prima di parlare.

-Vengo con te-

-Non se ne parla-

-Posso decidere per me stessa, una volta tanto?-


Ron non ebbe di che ribattere, afferrò il mantello arrotolato e la Mappa.


-Andiamo- disse.

Hermione lo seguì per i corridoi, giunsero nuovamente nella Sala d'Ingresso.

Ron trascinò la ragazza in un angolo e comprì entrambi con il mantello, dopo aver "azionato" la Mappa del Malandrino.


Attualmente la targhetta con scritto "Draco Malfoy" levitava poco lontanto dai Sotterranei di Serpeverde.

Senza una parola cominciarono a camminare in quella direzione.

Il Mantello era piuttosto piccolo e Ron troppo alto. Furono quindi costretti ad avanzare appiccicati l'uno all'altra.

Fu solo allora che un brivido percorse la schiena di Hermione.


Si era completamente dimenticata degli avvenimenti di quella mattina.

Non doveva pensarci.

Cercò di concentrarsi su Draco e su quanto avrebbe voluto spaccargli la faccia in quel momento.


Svoltarono per la terza volta, l'aria si faceva sempre più umida, le pareti sempre più nere e i corridoi sempre più bui.

Alcune torce illuminavano a intermittenza il percorso.

L'atmosfera era spettrale.

Scesero delle scale che conducevano a un altro corridoio.

Si bloccarono un attimo per controllare la direzione.


-Guarda- mormorò Ron.

Stava indicando due targhette che si stavano velocemente avvicinando al punto in cui si trovavano.


-Tonks e Shackelbolt- sentenziò Hermione. -Vengono da ovest-

-Ma che dici! Questo è est!-

-Scherzi? Vengono da sinistra-

-Ti dico che è destra, Hermione.-

-Da' qua- disse sbuffando e strappandogli la Mappa di mano.


La osservò un attimo.

-Ehi Ron, ma ci deve essere un errore qui dice che sono praticamente a pochi passi da noi e...-


Ma non fece in tempo a finire la frase. Ron le aveva messo una mano sulla bocca e l'aveva letteralmente schiacciata contro il muro.

Il cervello di Hermione si ritrovò velocemente a pensare.

Stare sotto il Mantello con Ron era una cosa, essere premuta tra lui e il muro è un'altra.


-......ha detto così-

-Sul serio?-


La voce di Tonks interruppe i suoi pensieri.

Lei e Shacklebolt si stavano avviando verso le scale dalle quali lei e Ron erano arrivati.

Scomparvero in pochi secondi.

Quando se ne furono andati spostò lo sguardo verso il ragazzo.

Lui la stava fissando, sembrava in trance.


-Ron...- tentò di dire lei da sotto la mano del ragazzo.

-S..scusa- si riprese lui lasciandola andare.


Hermione tentò di non fare caso a nulla, ricominciò a camminare, quando svoltarono l'angolo si ritrovarono in un corridoio più ampio dei precedenti.

Le pareti erano costellate di celle, più o meno grandi, spesse inferriate arrugginite le sbarravano.

Quello era il luogo dei sogni di Gazza.

Più di una volta aveva asserito di voler appendere gli studenti negligenti per i pollici.

Erano tutte vuote.


Ron le diede un pizzicotto sulla spalla e indicò un punto proprio davanti a loro.

Una cella più grande capeggiava in fondo al corridoio.

Hermione diede un 'altra fugace occhiata alla Mappa e non ebbe più dubbi.

Era lì.

Controllando che non ci fosse nessuno nei paraggi, uscì da sotto il Mantello, tirò fuori la bacchetta e si avviò rapida verso le sbarre di quella cella.


-Alohomora- disse. In un attimo fu dentro, Ron la seguiva guardingo, per essere certo che nessuno li avesse notati.

Il che era molto difficile visto che non c'era anima viva.

O quasi.


Hermione sentiva la rabbia montargli dentro, ma quando vide in che stato si trovava Draco, perse un po' di quella sicurezza che era convinta di avere.


Era lì, sguardo chino a terra.

Il torso scoperto, le braccia tese e pallide sulla pietra fredda.

Due pesanti bracciali di ferro gli tenevano i polsi fermi al muro, le gambe tese sembravano non riuscire a reggere il peso del corpo intero.

Al cigolare della porta, Draco alzò gli occhi verso i suoi due visitatori- Fece una smorfia.


-Che ci fate qui?- chiese acido, mentre del sangue gli colava dal labbro spaccato.

-Tu- disse Ron piazzondoglisi davanti. -Brutto figlio di puttana!-

-Che paroloni Weasley- rispose Draco con un sorriso sfacciato.


Ron alzò un pugno, aveva voglia di fargli uscire gli occhi dalle orbite.


-No!- Hermione gli aveva fermato il braccio. -E' incatenato Ron, non potrebbe difendersi-


Immediatamente abbassò la mano, Hermione aveva ragione.


-Se Harry muore- sussurrò Ron a denti stretti. -Io ucciderò te-


Draco lo guardò fisso negli occhi. Quella malinconia che aveva poco prima tornò a rabbuiare il suo volto.

-E Ginny- asserì Hermione.

-La Weasley sta bene- disse Draco.

-Sul serio?- chiese stupita lei.

-No per finta- rispose ironico lui.

-Non mi fido- fece Ron astioso.

-Sei libero di fare quel che vuoi.-


Hermione tentò di guardarlo negli occhi, e stranamente aveva la netta sensazione che fosse sincero.


-Sei stato tu a colpire Harry?- gli chiese dopo un po' di silenzio.


Draco non rispose.

Rimase piuttosto stupita di quel comportamento.


-E allora...-

Ma fu interrotta bruscamente da Ron che la afferrò per un braccio e la trascinò in un angolo, appena in tempo, prima che Cornelius Caramell in persona entrasse nella stanza.

Non era solo, al suo fianco camminava un uomo enorme, con una specie di passamontagna di pelle sulla faccia.

Hermione si fece scivolare lungo il muro e si sedette a terra. Ron fece lo stesso.


-Allora Signor Malfoy...- cominciò Caramell togliendosi il pesante cappotto grigio che indossava. Fece apparire una poltrona e ci si sedette sopra. -E' stato lei ad attentare alla vita del signor Potter?-


Come era successo prima, Draco non rispose.

-Gradirei una risposta- disse il Ministro facendo cenno al bestione di avvicinarsi a Draco. -Altrimenti sarò costretto a utilizzare le maniere forti-


Hermione strinse le labbra.

Pregò perchè Draco rispondesse, ma fu tutto invano.

Caramell fece un cenno con la mano. L'omone fece apparire una specie di frusta nera.


-La prego signor Malfoy non mi faccia ricorrere a questi modi, così babbani-

Ma nessuna risposta arrivò dal ragazzo.

L'omone fece un passo verso di lui.

Hermione chiuse gli occhi.

Uno strano rumore invase l'aria poco dopo.

E quando riaprì li riaprì, una lunga striscia rossa e sanguinante si era aperta sul petto di Draco.


-Vorrei proporle un'altra domanda signor Malfoy- continuò Caramell -Dove si trova Colui Che Non Deve Essere Nominato?-


Draco alzò la testa.

-Io non le dirò nulla- tacque prima di sputare ai piedi del Ministro.


Caramell spalancò gli occhi indignato.

-Bob- disse rivolto all'omone -Questo ne vale cinque-


La bestia sorrise stupidamente. Hermione dubitò dell'esistenza di massa cerebrale nella sua testa.

Si avvicinò a Draco e cominciò a frustarlo di nuovo.

Hermione chiuse gli occhi mentre la presa della mano di Ron le si serrava sul braccio.


Uno....

Nessun segno di cedimento....

Due...un gemito e ancora sangue...

...Tre....


Hermione scattò in piedi, uscendo allo scoperto.


-BASTA!-

Si mise davanti a Draco, le mani sui fianchi, gli occhi fiammeggianti.

-Ma non si vergogna? E lei sarebbe il Ministro della Magia?-


Caramell sembrava sconvolto, non credeva di essere visto, chiaramente questo cambiava molto la sua posizione.


-Ma si rende conto? Ma come si permette? Adesso capisco perchè ci troviamo nella situazione attuale! Con gente incapace come lei non stento a credere che perderemo la guerra!-

-Signorina suvvia si calmi- borbottò Caramell ovviamenre a disagio. -Bob torna indietro dai-

Il bestione fece un paio di passi indietro, grattandosi il capo.


Caramell si alzò dalla poltrona in direzione di Hermione.

-Mi stia lontano. Sono disgustata-


Si voltò e con due colpi di bacchetta liberò Draco che gli cadde tra le braccia.

Se Ron non l'avesse sostenuta, sarebbe probabilmente caduta sotto il peso del corpo di Malfoy.


Lo sistemò a terra.

Aveva gli occhi semichiusi e il sangue che gli colava sugli addominali.


-Sta' calmo Draco.- gli sussurrò.

Ron lo fissava sbigottito.


-Mi dispiace ragazzi-

Entrambi si voltarono verso il Ministro. -Ma se vengono a scoprire questa cosa al Ministero mi radiano dall'albo. Dovrò obliviarvi-

-Che cosa?- Ron sembrava furioso.

-Hai sentito bene, Weasley. Mi dispiace-


Alzò il braccio e...


-Cornelius- una voce calma e pacata irruppe nella stanza. -Abbassa la bacchetta per favore-

Silente era comparso davanti alla porta della segreta.

-Il senno non è mai stato una tua prerogativa, vero Cornelius?- il vecchio mago continuava a parlare con quella ferma detreminazione che aveva sempre avuto.

-Suvvia Albus, ormai al Ministero facciamo sempre così-

-Seguimi- disse in risposta il preside.

-Dove?- chiese impaurito il Ministro.

-Dove meriti e se opponi resistenza sarò io a dover ricorrere a seri provvedimenti-


Il silenzio calò nella stanza.

Fu il rumore della bacchetta di Caramell a infrangerlo.

L'aveva lasciata cadere.


-Andiamo Cornelius- disse Albus facendosi da parte in modo che potesse uscire dalla cella. -E anche lei, signor?-

-Bob- rispose con voce ebete il bestione.

-Signor Bob-


In pochi secondi sparirono tutti e tre.

Hermione rimase un attimo interdetta.

Draco sembrava privo di sensi.

Si allungò per prendere la bacchetta del Ministro.

Nell'allungarsi, la manica del golf le salì lungo il braccio scoprendo l'orologio.

Lo sguardo le cadde sulle lancette dorate.


-11 e un quarto?- Una pura espressione di panico si dipinse sulla sua faccia.

Senza dire un parola corse fuori dalla cella.

Inutili furono le grida di Ron che la chiamavano.

Corse a più non posso.

Le bruciavano i polmoni, non respirava più.

Arrivò alla Sala d'Ingresso.

Si fermò un attimo per riprendere fiato.

Un gruppetto di Auror si stava avviando in Sala Grande.


-Un attacco a Hogsmeade?- faceva uno.

-A quanto dicono....- sentenziò un altro

-Che cosa?- Hermione chiese sconvolta.


Ron era apparso al suo fianco.

-Attacco a che?- chiese mentre riprendeva fiato anche lui.

-A Hogsmeade. Madama Rosmerta ha detto che due Mangiamorte hanno ucciso quattro persone per strada.

A qaunto pare avevano un appuntamento con qualcuno del castello.-

-E questo qualcuno non si è presentato e i Mangiamorte se la sono rifatta con la folla- asserì un altro.

-Ma è assurdo!- esclamò Ron -Chi sarebbe così stupido da prendere appuntamento con dei Mangiamorte?-


Cadde il silenzio.

Hermione smise di respirare un'altra volta, tuttavia schiuse le labbra, doveva parlare.

-Sono stata io-

__________________________________________________________________

Allora?

Attendo commenti! ^^

Spero che vi via piaciuto!

Un grazie speciale va a chi ha recensito lo scorso chap:


Sanae

FallenStar

Cho89

Nightmare

super gaia

hermy91

Federiketta

Hilary14

Kagome13

Elly

maria_chan

Hermione Jane Granger

Phoebe80

pepy

Royal Japan 5

Blacky

chiara

Laila

Charlotte Doyle

Angelwings

hiromi91


Scusate se ho dimenticato qualcuno!

Comunque grazie sul serio!

Siete MITICI!!!!!


Un bacione e al prossimo chap!!!

HERMIONE WEASLEY


ps:Vorrei segnalare la carinissima storia di Federiketta You are in my mind every second of my life, sulla coppia Ron/Herm!!!

pps: Recensite!!!! ^^

  
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