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Autore: isabelle88    25/08/2014    1 recensioni
-Chi sei?- chiese Clint.
-Non ti interessa.-
-Invece mi interesserebbe sapere chi mi sta per uccidere.-
-Non ho detto che ti ucciderò di certo.-
-La cosa mi rassicura molto.-
-Bene. Chiamami Natalia.-
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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DISCLAIMER: I personaggi menzionati, come Natasha Romanoff e Clint Barton, non sono di mia proprietà, ma della Marvel e delle menti geniali che li hanno creati.


Paesino sperduto in Russia, 31 Dicembre 1999

 

La neve aveva inizato a cadere, lenta e bellissima, adagiandosi sui campi e sul davanzale della finsestrella della rimessa per auto da cui Clint stava guardando.

Dormiva lì da quelli che ormai erano giorni, alla ricerca di una spia russa che, in settimane e settimane di missione, non era neanche riuscito a vedere.

Riusciva a monitorare i suoi spostamenti grazie alle pochissime tracce che si lasciava alle spalle, capiva più o meno che cosa facesse, ma vederla, mai. Sapeva che era una donna dalle poche informazioni trovate sul suo conto, ma non sapeva niente nè dell'aspetto nè della sua vita.

Quella missione era proprio una merda.

Rimpiangeva di essere l'agente più bravo dello SHIELD, perchè se fosse stato anche solo un pochino più scarso avrebbero mandato qualcun altro a cercare l'ombra di una donna, e lui sarebbe stato al caldo sul suo divano sgualcito, e non a congelare in Russia.

Guardò l'orologio. 23.57.

Tra tre minuti sarebbe cambiato millennio. Sono quelle cose che ti capitano una volta nella vita, quelle cose che poi raccontreai ai nipoti, dirai loro come hai festeggiato ,omettendo i dettagli più piccanti, ti ricorderai dei vecchi amici, della ragazza mai più rivista che hai baciato allo scoccare della mezzanotte.

E invece no, lui non avrebbe avuto niente da raccontare -sempre che avesse avuto dei nipoti, cosa che riteneva assai improbabile-.

Avrebbe passato la mezzanotte in quel cazzo di garage, solo come un cane, con una bottiglia di whisy comprata in una specie di alimentari in mezzo al nulla.

Mentre Clint rifletteva sulla sua penosa situazione, qualcosa sfrecciò attraverso il campo innevato che stava osservando.

Prese la faretra e se la buttò sulle spalle, incoccando una freccia. Tirò un calcio alla malandata porta del garage e uscì di corsa, seguendo le impronte dell'ombra, che ormai andavano dissolvendosi nella neve fresca.

Riuscì a seguirle a fatica fino a un capannone di fianco a una graziosa casetta, una delle poche del villaggio. Le luci erano spente, ma lui vedeva benissimo anche così. Si arrampicò sopra un cassone di whisy -era ovunque, in Russia- sul lato del capannone, e spiò dalla finsestrella.

Sembrava deserto.

Eppure era sicuro che ci fosse qualcuno.

Non era detto che fosse la donna del mistero, anche perchè dal poco che era riuscito a vedere erano impronte grosse, più adatte a un uomo, ma d'altronde lui non aveva di meglio da fare che seguirle.

Entrò dalla porta secondaria.

Sentì un mormorio sommesso, e seguì l'origine delle voci.

Erano due ragazzi.

Due ragazzi, seduti in cima a un cassone, che si facevano una canna.

-MA VAFFANCULO!- urlò Clint, vedendoli.

I ragazzi lo videro, così come videro l'arco con la freccia incoccata, e scapparono via in un batter d'occhio.

Incazzato, sbattè l'arco per terra. Non aveva voglia di rischiare il congelamento tornando al garage, per cui decise che avrebbe passato lì la notte. Trovò un telo che copriva alcune casse, ci si avvolse e si addormentò.

 

* * *

 

Qualcosa di freddo -ma d'altronde, lì era fredda pure la cioccolata calda- si posò sulla gola di Clint, facendolo svegliare.

Aprì gli occhi di scatto.

Due enormi occhi verdi lo stavano fissando. Avevano un che di inquietante, pensò Clint-

Poi si ricordò del coltello sulla sua gola.

"Okay. Rilassati. Sarà solo un ladro."

Guardò la persona a cui appartenevano gli occhi, per quanto riuscisse a vedere dalla sua visuale limitata.

Era una donna. Un volto pallido, incorniciato da una massa di lunghissimi capelli rossi, boccolosi e scompigliati. Delle dita lunghe e scheletriche tenevano il coltello premuto sulla sua gola.

-стоять на месте, или я тебя убью.-

-Io...io non parlo il russo.-

-Stai fermo o ti uccido.-

"Okay, forse non è solo una ladra."

La donna prese una pistola e gliela puntò al petto, mentre lo strattonava bruscamente per farlo alzare.

Clint si mise in piedi.

La guardò meglio.Indossava un normale giubbotto che aveva l'aria di non tenere caldo per niente e un paio di logori jeans, strappati in vari punti.Il corpo sotto i vestiti malandati era magrissimo, le gambe sottili come due stuzzicadenti, il seno praticamente invisibile.

Aveva l'aria di non mangiare da giorni, quasi settimane.

-Chi sei?- chiese lui.

-Non ti interessa.-

-Invece mi interesserebbe sapere chi mi sta per uccidere.-

-Non ho detto che ti ucciderò di certo.-

-La cosa mi rassicura molto.-

-Bene. Chiamami Natalia.-

Non avrebbe dovuto dire il suo nome, non lo diceva mai, in missione. Avrebbe potuto inventarsene un altro, lo faceva sempre. Eppure qualcosa l'aveva spinta a dire la verità. Dopotutto sarebbe morto nel giro di qualche ora. Non aveva importanza se sapeva il suo nome o no.

Lo condusse fuori, puntandogli la pistola tra le scapole.

Ormai era mattina, probabilmente verso le dieci, giudicò Clint, guardando il sole. Non che fosse molto bravo in queste cose, ma almeno ci provava.

Natalia gli tenne sempre la pistola contro. Era muscoloso, e probabilmente lei non avrebbe avuto alcuna speranza in un corpo a corpo, non in quelle condizioni.

Si faceva schifo da sola.

Aveva dei vestiti rubati, nessun soldo, non mangiava da giorni , tranne qualche panino rubato ogni tanto,non aveva niente. Solo una vecchia macchina, un cotello e una pistola, e se li avesse venduti i capi gliel'avrebbero fatta pagare cara. Lo fece sedere al posto del passeggero. Aprì lo sportellino dell'auto e ne tirò fuori una corda con cui gli legò i polsi.

Era brava a fare nodi.

-Se provi a scappare, sei morto.-

-Afferrato il concetto.-

Clint la osservò sedersi al volante e mettere in moto l'auto,

Guidava bene, eppure, osservandola meglio, si rese conto che probabilmente non aveva nemmeno l'età per guidare. Era poco più di una ragazzina. Quindici, sedici anni al massimo.

Però la mano non tremava minimamente mentre lo minacciava, mentre gli puntava il coltello alla gola o gli affondava la pistola tra le scapole, nè la voce dava segno di paura o altro. Nessuna emozione.

Era troppo sconvolto per pensare di scappare.

 

Angolo dell'autrice:

Okay, è la mia prima ffc, per cui siate clementi ;) Erano mesi che mi ronzava in testa l'idea di una Clintasha, o di qualcosa di simile, e finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa di decente :3 So che è un capitolo un po' cortino,è più una specie di prologo, prometto che gli altri saranno meglio! L'unica cosa di cui ho paura è che  i personaggi siano un po' OOC, non so... voi che ne dite? Non so assolutamente niente della Russia né del russo ( per la frase ringrazio Google Traduttore), per cui ho inventato tutto XD Grazie a tutti quelli che anche solo leggeranno la storia :* Ah, il titolo è tratto dalla canzone Demons degli  Imagine Dragons, una band che amo alla follia!

 

 

 

 

  
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