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Autore: manga    26/08/2014    20 recensioni
Questa è una storia ambientata nel mondo di Naruto, ma completamente diversa da quella che conosciamo anche se i personaggi sono gli stessi. Alcuni di loro, per ovvi motivi, avranno una personalità un po' diversa ... dico solo un po', perché cercherò di non allontanarmi troppo dai loro personaggi originali .... che dire ancora, se volete sapere cosa ha ideato la mia mente contorta, seguitemi in questa nuova avventura ....
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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In quella settimana, l’intero villaggio si preparava ad accogliere ed ad ospitare il Kazekage e il Raikage, allestendo ed addobbando ogni via ed angolo di Konoha. Persino gli Omega erano entusiasti, nonostante la loro antipatia verso i ninja, poiché nutrivano per i due Governatori  lo stesso rispetto e stima  che provavano nei confronti dell’Hokage.
Era un evento unico e straordinario, in quanto le grandi autorità non si incontravano mai in una delle capitali, ma sempre in una piccola radura ai confini dei loro Regni per discutere unicamente di questioni politiche e non, per assistere ad un semplice evento come l’esame Genin.

Solo Sakura era immune all’euforia del villaggio e più passavano i giorni, più cresceva in lei l’agitazione. Non solo avrebbe dovuto sostenere l’esame davanti alle famiglie ninja più illustri di Konoha, ma anche alle massime autorità dei tre Regni.
Nonostante i suoi sforzi, non era all’altezza di combattere insieme ai suoi compagni e il suo unico compito all’interno del team, era quello di esporre dettagliatamente un piano d’attacco e coprire loro le spalle in caso di pericolo. Avrebbe sicuramente passato l’esame, ma solo grazie a Sasuke e a Naruto. L’unico aspetto positivo era che i suoi compagni ascoltavano sempre, con la massima attenzione, le sue indicazioni senza mai contraddirla.

Il pomeriggio prima del gran giorno, le campane del villaggio iniziarono a suonare:

“Ma che sta succedendo?” chiese sorpreso Naruto arrestando la corsa verso un ninja fantoccio.

“Razza di una baka che non sei altro, le campane stanno annunciando l’arrivo del Kazekage e del Raikage!” rispose l’Uchiha infastidito per essere stato interrotto durante l’ allenamento.

“Non importa offendere, sai? La mia era una semplice domanda e non ho pensato che….”

“Appunto, è questo il tuo problema, tu non pensi mai!” fulminandolo con lo sguardo.

“Basta voi due! E’ mai possibile che ogni occasione è buona per litigare?” intervenne Kakashi scuotendo il capo rassegnato.

“Scusa!” risposero all’unisono.

“Ok, per questa volta lascerò perdere ma vi sarei grato se imparaste a controllare la vostra impulsività… sono stanco di sentirvi sempre discutere, porta solo ad inutili distrazioni… sei d’accordo con me, Sakura?” voltandosi verso la rosa e trovandola immobile con lo sguardo fisso verso il suono delle campane.

Intuendo lo stato d’animo dell’allieva si avvicinò:

“Sei agitata per l’arrivo dei nostri ospiti? Anche se domani assisteranno all’esame, tu dovrai far finta che non ci siano, liberando la mente da ogni pensiero o preoccupazione. Se seguirai il mio consiglio, farai una splendida prova!” battendole le mani sulle spalle per rassicurarla ed incoraggiarla.

“Se lo dici tu!” abbassando timidamente il capo.

“Certo, siete un trio formidabile e non lo dico solo perché sono il vostro maestro, ma perché è la verità. Se domani scenderete in campo impegnandovi come avete fatto in quest’ultimo periodo, supererete l’esame brillantemente!” alzando il pollice in segno di trionfo.

“Sicuro, dopotutto io e il teme apparteniamo ai Clan più forti del Regno del Fuoco!” disse orgoglioso Naruto.

“Vedi che sei il solito baka!” lo richiamò Sasuke, indicando con lo sguardo la rosa che stringeva i pugni tremanti.

“Ops! Scusami Sakura-chan non intendevo devo dire che tu non sei …. si insomma …. “ strofinandosi nervosamente la sua zazzera bionda cercando di giustificarsi.

“Non importa Naruto! In fondo è la verità, io non appartengo a nessun Clan e non valgo niente …. sono solo una mezzosangue!” stringendo talmente forte i pugni da conficcare le unghie nella pelle.

“Cos’ hai detto?” chiese arrabbiato il Jonin voltandola verso di lui e guardandola seriamente negli occhi, tanto da farla spaventare.

“Sakura, non voglio mai più sentirti pronunciare quella parola. E’ vero, hai qualche problema ad usare il chakra, ma pensa a quanti progressi hai fatto e quanti ne farai ancora, devi solo avere pazienza. Con il tempo imparerai a combattere mentre i tuoi compagni impareranno ad essere meno impulsivi e più riflessivi ….. non è l’appartenenza ad un Clan più o meno potente a farne un bravo ninja, ma la costanza e la perseveranza nel continuare a migliorarsi ogni giorno, ti è chiaro il concetto?” fissandola intensamente.

“S-si!” rispose flebile la rosa.

“Molto bene! ….. Credo che siate un po’ troppo sottopressione per l’esame di domani, quindi ho deciso di sospendere gli allenamenti. Voglio che andiate a divertirvi, avete bisogno di distrarvi e questa sera andrete a letto presto. Domattina vi voglio puntuali, per le nove in punto, davanti all’arena dell’accademia, intesi?” indicandogli l’uscita del campo.

Nessuno dei ragazzi osò replicare la decisione di Kakashi.

Fuori dai cancelli:

“Sakura-chan?....” richiamando l’attenzione della compagna: “….. ti andrebbe di venire con me e il teme in piazza a festeggiare l’arrivo dei Governatori? Sicuramente ci saranno anche gli altri ragazzi e sia Ten Ten che Temari  hanno promesso di presentarci il Raikage ed il Kazekage!”

“Preferisco andare a casa, non mi piace stare in mezzo alla confusione …. ci vediamo domani!” disse senza guardarli in faccia, incamminandosi verso il quartiere Omega.

“Dobe, non ti sei ancora stancato di invitarla e ricevere sempre un rifiuto?” chiese scocciato Sasuke mettendosi le mani in tasca.

“No, perché sono convinto che a forza di insistere un giorno accetterà! Adesso andiamo, raggiungiamo gli altri!” rispose semplicemente avviandosi verso la piazza.


Il settore Omega era deserto in quando tutti i civili erano accorsi ad accogliere l’arrivo dei  Governatori e per Sakura, non c’era nessun rischio e pericolo di incontrare i suoi ex amici ed essere costretta a subire le loro angherie.
Una volta entrata in casa, non si stupì di trovarla vuota dato che in quella settimana il padre rincasava sempre tardi.
Appoggiò lo zaino vicino alla porta d’ingresso e si diresse in cucina per iniziare a preparare la cena. Gli scaffali, come il frigo, erano mezzi vuoti, ma essendo abbastanza brava a cucinare, riusciva sempre a preparare piatti appetitosi ed invitanti. Le piaceva cucinare, la sua mente si concentrava solo sulla preparazione e sulla cottura dei cibi ed in quel momento aveva proprio bisogno di qualche distrazione per non pensare all’esame.
Cucinò per oltre due ore, preparando sia il pranzo che la cena per il giorno successivo e sperando, almeno per quella sera, che il padre rincasasse presto per poter cenare insieme a lui. Purtroppo però, le sue speranze furono vane.

Il signor Yukan rincasò verso mezzanotte trovando la figlia ad aspettarlo sul divano, intenta a studiare un libro di arti mediche.

“Sakura, cosa fai ancora sveglia a quest’ora? Domani è un giorno importante per te e faresti meglio ad andare a dormire!” guardandola dolcemente nonostante il volto pallido, provato dalla stanchezza.

“Ti stavo aspettando! Papà…. cos’hai? Non ti senti bene? Sei bianco come un lenzuolo!” chiese seriamente preoccupata.

“Niente bambina mia! Non devi preoccuparti è solo che sono molto stanco. Questi orari sono massacranti per un uomo anziano come me, ma per fortuna fra due giorni
sarà tutto finito! Stai tranquilla e vai a dormire!” le disse accarezzandole la guancia.

“Come vuoi, ma lascia che prima ti riscaldi la cena, è in frigo ci metto un attimo!” alzandosi dal divano e dirigendosi in cucina.

“Non importa, ho mangiato qualcosa al lavoro! Adesso andiamo a dormire!” incamminandosi verso le scale.

Sakura lo stava raggiungendo quando lo vide portarsi una mano al petto e perdere l’equilibrio.

“PAPA’!” urlò in preda al panico dirigendosi verso l’anziano genitore per sostenerlo.

“Papà cos’hai? Ti senti male?” gli chiese con il terrore stampato in faccia.

“N-no! Sono solo inciampato sui miei stessi piedi…. capita quando si è molto stanchi! Scusa, ti ho fatto preoccupare per niente!” rialzandosi a fatica.

“Non è vero, tu non stai bene… ti ho visto che hai messo una mano sul petto! Ti prego, dimmi se ti fa male da qualche parte!” continuò a chiedergli preoccupata.

“No, ti ho detto che sto bene, la mano sul petto deve essere stato un gesto involontario! Adesso basta con tutte queste domande, andiamo a dormire è già molto tardi e domattina devo alzarmi alle cinque!” iniziando a salire le scale.

Sakura osservò l’andatura incerta ed affaticata del padre. Si vedeva che non stava bene nonostante avesse negato e lo aveva fatto solo per non darle nessuna preoccupazione. Doveva obbligarlo a farsi visitare, non poteva permettere che trascurasse la sua salute.
Salì le scale ancora preoccupata ed entrò in camera. Si sdraiò sul letto sperando di addormentarsi presto ma il pensiero del padre e dell’esame continuarono a tormentarla per diverse ore fino a quando, esausta, si addormentò.

Il sonno agitato, tempestato da incubi, in cui falliva miserabilmente la prova per diventare Genin venendo derisa da tutti compreso Kakashi e il volto deluso del padre che si accasciava dolorante a terra, la fecero svegliare di soprassalto, grondante di sudore.
Andò a farsi una doccia, sperando che il getto dell’acqua calda potesse in un qualche modo alleviare l’agitazione per l’esame e scacciare dalla mente i ricordi degli incubi avuti, ma nemmeno questa riuscì a calmarla, tanto che il solo pensiero di mangiare qualcosa per colazione le fece venire la nausea.
Scese in cucina per bere un bicchiere d’acqua trovando sul tavolo un biglietto scritto dal padre. Lo prese tra le mani e iniziò a leggerlo:


Bambina mia, ti auguro buona fortuna per l’esame. Sai che non potrò essere lì con te ad incoraggiarti, ma sarò nel tuo cuore come tu nel mio. Stai attenta a non farti male e questa sera, quando mi renderai ancora più orgoglioso e fiero di te mostrandomi il coprifronte della Foglia, mi racconterai ogni dettaglio.
Ti voglio bene
Il tuo papà


Iniziò a piangere, commossa da quelle poche e semplici parole piene di affetto che avevano avuto il potere di alleviarle tutte le sue paure. Mise dentro la tasca della casacca il biglietto, come se fosse un amuleto portafortuna dal quale attingere la forza necessaria per affrontare la giornata impegnativa che l’attendeva. Suo padre credeva in lei e non poteva deluderlo per nessun motivo, avrebbe dimostrato di meritare il grado ninja per le sue doti e non solo perché compagna di squadra di due bravissimi cadetti.
Afferrò e addentò un pezzo di pane e si affrettò a raggiungere l’accademia.

Poco prima di uscire dal quartiere Omega sentì alle sue spalle una voce fin troppo famigliare: Alan.

“Di un po’ rifiuto della società… stai andando a sostenere l’esame?” chiese in tono canzonatorio.

Sakura annuì solo con il capo senza voltarsi, percependo chiaramente anche la presenza degli altri ragazzi. Rimase immobile aspettando di subire le solite percosse che avrebbe successivamente curato prima di raggiungere l’accademia.

“Inizio io, ho proprio voglia di sgranchirmi un po’!” disse malefico Saki.

“NO! Per questa volta non le faremo niente… tanto le prenderà di santa ragione durante l’esame. Una mezzosangue come lei non potrà mai competere contro dei veri ninja. Andiamo!” sogghignando divertito.

Sakura portò la mano sopra la tasca in cui aveva messo il biglietto del padre trovando subito la forza necessaria per ignorare la frase di Alan. Aveva un obiettivo da raggiungere e niente e nessuno l’avrebbe ostacolata.
Si incamminò nuovamente verso l’accademia con un mezzo sorriso deciso, stampato sul volto.

Appena giunse in prossimità dei cancelli, trovò tutti i ragazzi insieme ad altri cinque che non aveva mai visto.

“Ciao Sakura-chan, ti stavamo aspettando!” salutandola con il braccio alzato e il solito sorriso a trentadue denti.

“Toh… finalmente fronte spaziosa si è degnata ad arrivare!” disse sarcastica la Yamanaka, facendo intendere che provava ancora rancore nei confronti della rosa.

“Nessuno ti ha detto di aspettarmi… Ino-pig!” rispondendole a tono.

“Adesso basta voi due, piuttosto… Sakura, ti presento i miei fratelli, lui è Kankuro ...” indicando un ragazzo con il volto dipinto da due righe orizzontali viola all’altezza degli occhi e una verticale sotto il mento dello stesso colore: “ ... mentre lui è Gaara, il futuro Kazekage!” appoggiando la mano sulla spalla di un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi contornati di nero  ed un ideogramma tatuato sulla parte sinistra della fronte.

“Temari, smettila di presentarmi come futuro Kazekage, lo sai che non lo sopporto!” disse contrariato, riprendendo la sorella.

“Credi di riuscire a scappare dal tuo futuro? Ti ricordo che il tatuaggio sulla fronte significa Ai, amore…  amore per il Regno dell’Aria… e solo ai futuri eredi del nostro Regno viene tatuato quell’ideogramma che svanirà una volta rivestito il titolo di Kazekage!” rispose seccata la bionda.

“Lasciamo perdere!” sospirò rassegnato Gaara portandosi una mano sulla fronte.

“M-molto p-piacere!” disse imbarazzata la rosa, non immaginandosi di conoscere i figli del Governatore di Suna.

“Sakura, questo invece è mio cugino Kidomaru, nipote del Raikage!” intervenne Ten Ten indicando un ragazzo dallo sguardo fiero e sicuro di sé con i capelli castani raccolti da una coda.

“E così tu saresti la civile che ha ereditato il chakra dai suoi avi? Sai… credo che tu sia l’unica persona dell’intero Pianeta ad avere queste caratteristiche, per non parlare di quello strano colore di capelli e da quegli occhi verde smeraldo!” guardandola divertito.

“Kidomaru?! Smettila di parlarle in questo modo, così la metti in imbarazzo!” lo rimproverò Ten Ten.

“Ho solo fatto una constatazione, non era certo mia intenzione metterla in imbarazzo! Comunque... se permetti cugina… vorrei finire io la presentazione!” guardando divertito la rosa che aveva abbassato lo sguardo tristemente.

“Loro sono i miei compagni di squadra, Tayuya …” indicando una ragazza dai capelli lunghi ramati: “…. mentre lui è Jirobo e come potrai notare dalla sua stazza, gli piace molto mangiare!...” battendo un debole pugno sul torace di un ragazzo molto alto e robusto: “….. il nostro team è considerato uno dei più forti del nostro Regno e a soli quindici anni siamo diventati Jonin. Mio nonno, il Raikage, ci ha chiesto di fargli da scorta per accompagnarlo qui a Konoha ad assistere all’esame di Ten Ten!” vantandosi per l’onore ricevuto.

“Siete diventati Jonin un anno prima del previsto, i miei complimenti, ma credo sia arrivato il momento di entrare, l’esame inizia fra pochi minuti e siamo ancora qua fuori …. che seccatura!” disse Shikamaru sperando di interrompere quella presentazione abbastanza fastidiosa ed umiliante per Sakura, che continuava a tenere il capo chino.

“Aspetta!” Kidomaru sbarrò la strada al Nara e guardando dritto negli occhi Sasuke: “Esatto, siamo diventati Jonin un anno prima…. questo dimostra quanto siamo forti…. un po’ come il grande Itachi Uchiha!” sapendo di colpirlo nel  suo punto debole…. l’orgoglio.

“Appunto, l’hai detto tu stesso…. il grande Itachi Uchiha…. diventato anbu a soli tredici anni!” umiliandolo e dirigendosi all’interno dell’accademia seguito da tutti gli altri ragazzi che a stento, cercavano di trattenere le risate.

“Giuro che me la pagherai per questo affronto… Sasuke!” ringhiò pieno di rabbia Kidomaru.

“Non credo proprio e comunque… ben ti sta!... Sakura vieni, dobbiamo andare!” prendendola sotto braccio e lasciando il cugino incollerito per lo smacco ricevuto.

“Ehi Sakura-chan?...” la chiamò Naruto avvicinandosi a lei: “… Non dar peso alle parole di quello, è solo un pallone gonfiato!” cercando di rassicurarla.

“E’ vero, mio cugino si è sempre vantato per la sua forza ed è peggiorato dopo che mio nonno gli ha chiesto di fargli da scorta!” rispose sconsolata Ten Ten.

“A proposito…. perché il Raikage ha voluto una scorta per venire a Konoha? Il Kazekage è venuto da solo, accompagnato semplicemente dai suoi figli!” domandò incuriosito Kiba.

“Non lo so, mi sono posta anch’io la stessa domanda e quando ho chiesto spiegazioni al nonno mi ha risposto semplicemente che non aveva voglia di viaggiare da solo e ha chiesto al team di mio cugino di accompagnarlo, investendoli del titolo di scorta personale del Raikage, ma così facendo ha solo aumentato la vanità di Kidomaru!” rispose seccata la castana.

“Tze… è solo un esaltato! Muoviamoci e vedete di rimanere concentrati per l’esame!” guardando la compagna ancora provata per le parole del cugino di Ten Ten.

Sakura continuava a camminare in silenzio con la mano in tasca e stringendo fra le dita il biglietto del padre, cercando di calmarsi e di riacquistare la giusta concentrazione per affrontare la prova finale, ignorando completamente i discorsi dei suoi compagni.

Giunti davanti all’arena, posta nel lato Nord dell’accademia, incontrarono i loro maestri: Kakashi, il Capitano Yamato ed Asuma.

“Eccovi finalmente! Avanti sbrigatevi ad entrare, tutti e tre i Governatori, insieme ai vostri padri, sono già arrivati!” disse il Capitano.

“Davvero? Oh che emozione!” Ino iniziò a saltellare con le braccia tese verso l’alto.

“Risparmia queste energie per dopo, ne avrai bisogno!” Asuma la richiamò quasi infastidito dall’euforia dell’allieva.

“Non preoccuparti, non mi stanco per così poco… IO!” lanciando uno sguardo fulmineo a Sakura.

Il messaggio era arrivato forte e chiaro alla rosa, ma questa volta cercò di ignorare quelle parole taglienti dirigendosi a testa alta verso l’entrata dell’arena, compiacendo sia Naruto che Sasuke.

“Allora vi salutiamo qua e buona fortuna a tutti!” dissero all’unisono Kankuro e Gaara.

I ragazzi vennero condotti dai propri insegnanti verso la parte interna dell’arena, facendoli accomodare in una grande stanza con delle semplici panchine appoggiate contro le pareti.

“Ecco, voi rimarrete qui, fino a quando i vostri team non verranno chiamati per iniziare l’esame!” disse semplicemente Yamato.

“Un attimo, ci spiegate bene come funziona? L’unica cosa che sappiamo è che la prova sarà a squadre, ma siamo solo in tre e un team è composto da quattro membri!” chiese confusa Temari.

“Hai ragione, è meglio spiegarvi bene come funzionerà!….” rispose Asuma accendendosi una sigaretta: “… Due team si affronteranno fra di loro, mentre l’altro dovrà combattere con una squadra di team fantocci. Dato che il team3 è composto da un membro in più rispetto agli altri, sarà facoltà degli avversari decidere se accettare o meno l’aiuto di un fantoccio per gareggiare alla pari!”

“Che assurdità, siamo qui per diventare Genin, non abbiamo paura di combattere contro un team di quattro persone!” rispose contrariato il Nara.

“Ben detto, la stessa cosa vale anche per noi!” aggiunse Naruto.

“Immaginavamo questa risposta…” guardando gli altri due maestri: “… ma era giusto informarvi di questa possibilità, comunque… verranno estratti a sorte due team, uno dal Kazekage e l’altro dal Raikage, dopodiché un incarico entrerà a chiamare le squadre. L’esclusa dall’estrazione invece, dovrà rimanere qua dentro in attesa che il primo esame si concluda. Capito bene?” spegnendo la sigaretta dentro un vaso di fiori secchi.

“Dovremo aspettare molto tempo?” chiese impaziente Neji.


TOC TOC


“Direi di no!” rispose il Capitano Yamato aprendo la porta.

“Il sorteggio si è concluso… i team attesi sono i numeri 3 e 5!” esclamò un ninja incaricato ad informare ed accompagnare i ragazzi insieme ai loro maestri.

“Che iella! Ci tocca aspettare!”  Sasuke incrociò le braccia scocciato.

“Buona fortuna ragazzi!” Naruto alzò il pollice in alto.

“Grazie! Ci vediamo dopo e tu Sasuke, non sprecare troppe energie, non vorrei che ti stancassi troppo!” disse ridendo la Yamanaka guardando sempre la rosa.

“Taci!” fu l’unica risposta dell’Uchiha, fulminandola con lo sguardo.

“Uffa! Kakashi quanto dovremo aspettare?” chiese Naruto appena gli altri due team lasciarono la stanza.

“Dipende tutto da come combatteranno i vostri amici, ma da quello che so, dovrebbe durare massimo un’ora! Vi consiglio di rimanere concentrati o…. ” indicando con lo sguardo la rosa che se ne stava seduta in un angolo con il capo abbassato intenta a torturarsi le unghie delle mani: “…. distrarvi in qualche modo!” avvicinandosi all’allieva.

“Sakura, così facendo rischi di spezzarle, non so se Sasuke abbia portato la lima per le unghie!” disse il Jonin iniziando a ridere.

“Kakashi, questo è un colpo basso!” l’Uchiha si alzò di scatto guardando arrabbiato il maestro per avergli ricordato la punizione subita da Madara.

“Hai ragione, ti chiedo scusa, ma mi è venuto spontaneo vedendo Sakura torturarsi le unghie in preda all’agitazione!” incrociando gli occhi smeraldo della ragazza.

“S-scusate!” disse la rosa portandosi le mani dietro alla schiena.

“Non devi scusarti, è normale essere agitati… anche i tuoi compagni lo sono, solo che sono troppo orgogliosi per ammetterlo!....” proibendogli con lo sguardo di contraddirlo dato che stava cercando di rassicurarla: “…. Dicono che quando una persona è molto tesa, abbia bisogno di un bel massaggio rilassante, loro sono molto bravi, potresti chiedergli di …..”

“Scordatelo!” urlarono all’unisono tutti e tre, scoppiando poi a ridere.

La tensione accumulata da Sakura iniziò a scemare grazie alle continue battute divertenti di Kakashi e dai continui battibecchi di Sasuke e di Naruto, fino a quando non sentirono il fischio di una sirena.

“Cos’è?” chiese Naruto.

“Il segnale che l’esame dei vostri compagni è terminato, ora tocca a voi! Forza andiamo!” disse il Jonin facendo cenno di uscire.

Il team 7 entrò nell’arena vedendo negli spalti gli alti ragazzi che indossavano orgogliosamente i loro coprifronte, segno che erano diventati tutti dei Genin.

“Ce l’hanno fatta!” disse semplicemente la rosa.

“Non avevo dubbi, come non ho dubbi che voi indosserete i coprifronte della Foglia. L’esame serve solo per attestare le vostre doti combattive e la collaborazione all’interno del team, la forza non è strettamente necessaria!” facendole l’occhiolino.

“Ecco il team7, l’ultimo per la selezione al grado di Genin!” la voce dell’Hokage echeggiò all’interno dell’arena.

“Essendo l’ultimo rimasto, dovranno affrontare un team composto da ninja fantocci. In questa prova verrà valutata la loro preparazione fisica aggiunta alla collaborazione di squadra. Ora attiverò l’arte magica creando come scenario un bosco, nel quale potrete attingere aiuti e ripari dalla vegetazione circostante… vi è tutto chiaro, team7?” chiese l’Hokage dalla sua postazione d’onore, sulla gradinata, seduta accanto ai due Governatori e da Fugaku, suo braccio destro.

“Si!” risposero convinti Naruto e Sasuke, mentre Sakura guardava con soggezione il volto del Kazekage, rosso come Gaara , lo sguardo serio di Kankuro e gli occhi verdi di Temari, seduto accanto ad un uomo anziano dai capelli bianchi con la barba e i baffi lunghi come i capelli.

“Un momento!” un’altra voce sovrastò quella dell’Hokage, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

“Kidomaru! Come osi interrompere l’Hokage?” lo riprese infastidito il Raikage per il comportamento sconsiderato.

“Scusa nonno e scusi anche lei Hokage, non era mia intenzione mancarle di rispetto, ma non trovo corretto lo svolgimento di questa prova. Il team7 dovrebbe combattere contro un team in carne ed ossa e non contro dei ninja fantocci usati solo durante gli allenamenti!” rispose convinto per la sua affermazione.

“Lo so, ma non ci sono team contro cui farli combattere, ma non preoccuparti, i ninja fantocci verranno potenziati per rendere l’esame equo ed imparziale nella valutazione a grado Genin!” cercò di rassicurarlo Tsunade.

“Non dubito questo, ma preferirei un vero combattimento… se vuole, io e il mio team potremo offrirci e combattere contro di loro!” propose con un sorriso malefico.

“Cosa? Ma sei impazzito? Voi siete dei Jonin mentre loro non sono ancora dei Genin, come ti salta in mente di proporre un’assurdità del genere?” gli urlò contro il Raikage.

“Nonno, sta calmo! Non dico delle assurdità, sappiamo benissimo che paragonati a noi sono dei dilettanti…” guardando con la coda dell’occhio Sasuke completamente infastidito, seguito da Naruto: “… ma stiamo parlando dei membri del Clan Uchiha e del Clan Namikaze la cui forza combattiva è conosciuta anche nel nostro Regno e se sono dei degni eredi, non avranno nessuna difficoltà ad affrontarci… ovviamente noi limiteremo la nostra forza!” voltandosi e guardando intensamente Sasuke.

Kidomaru voleva vendicarsi per l’affronto subito e quella era l’occasione giusta per farlo.

“Non credo sia una buona idea, nonostante i buoni propositi!” intervenne pacato Fugaku.

“Esatto! Non ti accorderò questo permesso!” rispose il Raikage cercando di controllare l’ira provocata dal nipote.

“Cos’è, avete paura che potremo fargli male?” continuando a provocare, con la speranza di raggiungere il suo obiettivo.

“Cosa? Come ti permetti?” Fugaku si alzò di scatto guardandolo minacciosamente.

“BASTA!...” urlò Sasuke: “…. Se ci tieni proprio a combattere, io sono pronto! Non ho paura di un pallone gonfiato come te!” serrando i pugni dalla rabbia.

“La stessa cosa vale per me! Nonna, dacci il permesso di affrontare il team di Kidomaru!” chiese con determinazione Naruto.

“Fermi! Ma siete impazziti? Non potete decidere solo voi senza interpellare anche Sakura!” Kakashi si mise davanti ai suoi allievi sperando di farli ragionare. Kidomaru aveva fatto leva sull’orgoglio e il temperamento dei due ragazzi, ma la rosa non sarebbe mai riuscita a sostenere quel tipo di prova.

Naruto e Sasuke abbassarono lo sguardo cercando di soffocare il loro desiderio di dare una bella lezione a Kidomaru e Sakura tirò un enorme sospiro di sollievo per il pericolo scampato.

Tsunade guardò soddisfatta il nipote del Raikage:

“Mi dispiace, ma non posso dare questo permesso!”

“E’ per via della ragazza? Ten Ten mi ha informato delle sue carenze, se è questo il problema di base possiamo combattere solo io e Jirobo mentre Tayuya potrebbe intervenire solo in caso di assoluta necessità. In questo modo il combattimento sarebbe… diciamo così… ad armi pari… tre contro due! Che ne dite!” voltandosi verso Naruto e Sasuke, sapendo di ottenere il loro appoggio.

“Tre contro due? Così facendo non ci sarebbero problemi con Sakura!” pensarono entrambi i due ragazzi.

“Accettiamo!” dissero all’unisono facendo comparire un sorriso malefico sulle labbra di Kidomaru.

“D’accordo, tre contro due!” disse Fugaku acconsentendo alla richiesta del figlio e del nipote, sperando che potessero dare una bella lezione all’insolenza del nipote del Raikage.

“Perfetto! Jirobo vieni con me al centro dell’arena, mentre tu Tayuya ti limiterai ad assistere al nostro combattimento, non credo che ci sarà bisogno del tuo aiuto!” iniziando a scendere la gradinata.

“Come vuoi Fugaku…. Kakashi, Capitano Yamato, Asuma… venite subito da me!” ordinò l’Hokage.

Kakashi si diresse verso la gradinata ma non prima di aver lanciato uno sguardo di rimprovero verso i due ragazzi.

“Sakura, non preoccuparti! A quei due ci pensiamo io e il teme!” disse Naruto tenendo lo sguardo fisso verso il team del Regno dell’Acqua che si apprestava a raggiungere il centro dell’arena.

“Questo è anche il mio di esame, non posso lasciare che combattiate solo voi!” cercò di replicare la rosa.

“Sta zitta! Non sei in grado di fronteggiarli!” le rispose bruscamente Sasuke.

“No, voglio fare anch’io la mia parte!” continuando ad imporre la propria presenza all’interno del team.

“Davvero? E cosa pensi di fare?” voltandosi appena.

“Quello che ho sempre fatto, studiare le mosse del nemico e ideare un piano d’attacco!” rispose con fermezza.

“Ah si? Svegliati!... Qui si fa sul serio, non stiamo per affrontare dei fantocci durante un allenamento! I nostri avversari sono dei Jonin e dubito fortemente che limiteranno la loro forza! Credi forse che ci diranno quali sono i loro punti deboli o le loro strategie?” le chiese infastidito guardandola dritto negli occhi.

“No! Lo so benissimo, ma credo che dovremo comportarci come durante gli allenamenti e ….”

“Smettila! Oltre che noiosa sei pure insopportabile!” urlandole contro.

“Mi dispiace Sakura-chan, ma questa volta il teme ha ragione!”
Anche Naruto era d’accordo con il moro e alla rosa non restò altro che mettersi in disparte cercando di trattenere le lacrime dal duro colpo ricevuto. Era stata messa in disparte come se non appartenesse al loro team e cosa peggiore, Sasuke aveva ricominciato a trattarla con freddezza, arrivando addirittura ad affibbiarle un altro nomignolo poco gentile: insopportabile.

Kakashi ritornò con il viso contrariato e li chiamò a raccolta:

“Nonostante non sia per niente favorevole a questo incontro devo sottostare alla decisione dell’Hokage …. prendete….” consegnando a ciascuno di loro una serie di kunai: “… questi sono le uniche armi materiali ammesse, le lame sono innocue ad eccezione delle punte per una lunghezza massima di un centimetro, così, se doveste venire colpiti, le feriti saranno lievi e non mortali. L’esame durerà massimo quaranta minuti ….”

“Cosa? Ma così non vale?” cercò di replicare Naruto.

“Taci e non interrompermi, non ho ancora finito! Tsunade ha ordinato a me e ai miei due colleghi di intervenire qualora lo scontro diventasse troppo pericoloso….” appoggiando una mano sulla testa di Sakura cercando di tranquillizzarla, notando l’espressione triste dipinta sul viso: “…. quindi non vi preoccupate, non permetterò che quei due ragazzi vi facciano del male! L’unico consiglio che vi do e quello di comportarvi come durante i nostri allenamenti… collaborate fra di voi! Buona fortuna!” e senza più guardarli, raggiunse Asuma e il Capitano Yamato posti in un angolo dell’arena.

“Mettiti in disparte, è meglio!” ordinò Sasuke alla compagna, ignorando volutamente l’ultima disposizione del maestro e incamminandosi verso il centro, seguito dal biondo.

Sakura ubbidì silenziosamente, mortificata per non essere stata considerata un elemento utile all’interno del team nemmeno per le sue doti intuitive. Avrebbe voluto aiutare i suoi compagni, non tanto per se stessa, ma per suo padre che aveva fiducia in lei. Con che coraggio gli avrebbe mostrato il coprifronte della Foglia se nemmeno aveva dato prova di sé? Lo avrebbe sicuramente deluso …..

“Bene, bene! E ora a noi due, Uchiha!” disse minacciosamente Kidomaru ritrovandosi Sasuke di fronte.

“Puoi contarci, non ho paura di te!” gli rispose a tono.

“Iniziate!” ordinò Tsunade componendo una serie di sigilli e capovolgendo un’enorme clessidra tarata a quaranta minuti.

Il terreno sabbioso sotto i piedi dei giovani ninja si trasformò in un manto erboso e le gradinate assunsero la forma di giganteschi alberi.

I tre maestri davano le spalle ad una parete rocciosa, l’unica del paesaggio illusorio.

“Ehi, come mai Sakura non raggiunge i suoi compagni?” chiese sorpreso Asuma.

“E’ quello che mi sto chiedendo anch’io!” rispose perplesso Kakashi.

I quattro ragazzi si misero in posizione d’attacco studiandosi a vicenda. Tayuya se ne stava in disparte appoggiata ad un tronco d’albero, sogghignando beffardamente e guardando la schiena della rosa davanti a lei, ferma ed immobile con il capo chino e i pugni tremanti.

“Patetica!” disse fra sé e sé la rossa.

Kidomaru balzò in alto pronto a scagliare un calcio volante a Sasuke, il quale lo parò con estrema facilità scagliandosi a sua volta verso l’avversario ed iniziando uno scontro potentissimo senza esclusioni di colpi, stessa cosa per Naruto e Jirobo.
Sakura si limitò ad osservare il combattimento da semplice spettatrice, sperando, nonostante tutto, che i suoi compagni non si lasciassero sconfiggere. Dopo quasi dieci minuti, la rosa sbarrò gli occhi intuendo le intenzioni dei nemici che combattevano con un sorriso malefico stampato in viso mentre paravano i colpi dei compagni e sferrando attacchi privi di potenza. La loro strategia era semplice, indebolire l’avversario per poi attaccarlo e dargli il colpo di grazia.

“Cambiate metodo, così state facendo il loro gioco!” urlando e sperando di venire ascoltata.

“Sta zitta!” cercò di risponderle Sasuke, provato dalla fatica.

“Invece dovresti ascoltarla…. ORA JIROBO!” ordinò Kidomaru e prendendo alla sprovvista l’Uchiha, lo colpì in pieno stomaco scaraventandolo a diversi metri di distanza, seguito subito dopo da Naruto.

I due giovani cercano di rialzarsi a fatica, ma vennero nuovamente colpiti da una serie di colpi volanti, rimanendo a terra quasi privi di forze.

“M-male-di-zione!” imprecò Naruto pulendosi un rivolo di sangue all’altezza del labbro inferiore.

Kidomaru iniziò a ridere con le braccia strette ai fianchi:

“Allora, ne avete avuto abbastanza o dobbiamo continuare?”

“Non credere di avermi battuto così facilmente!” rispose Sasuke con tutto l’orgoglio in corpo, rialzandosi a fatica.

“L’hai voluto tu!” iniziando a comporre una serie di sigilli, facendo apparire altre quattro braccia sul suo corpo, per un totale di otto arti.

“Ma che accidenti è?” chiese stupefatto Sasuke.

“Questa è la tecnica del ragno e nessuno è mai uscito indenne dal mio attacco, tu compreso!” tessendo una ragnatela e lanciandola contro l’Uchiha che riuscì a schivarla in tempo.

“Non credere di scapparmi, moccioso!” lanciando i suoi kunai e centrandolo in pieno.

Le lame si conficcarono nel petto e la maglia di Sasuke si macchiò del suo stesso sangue. Si accasciò a terra dolorante e Kidomaru ne approfittò, intrappolandolo nella sua ragnatala e iniziando a risucchiargli il chakra.

“Maledetto, lascialo stare!” urlò Naruto cercando di correre in aiuto di Sasuke.

“Se vuoi ti aiuto io a raggiungere il tuo amichetto!” Jirobo gli sbarrò la strada e afferrandolo per il collo gli diede un pugno potentissimo in faccia scaraventandolo a fianco dell’Uchiha entrambi, privi di sensi.


“Adesso basta, dobbiamo intervenire!” disse Yamato.

“No! Aspetta!” fermandolo per un braccio.

“Aspettare cosa Kakashi, non vedi come li hanno ridotti? Non erano questi gli accordi!” intervenne seriamente Asuma.

“Non percepite niente?” ignorando i suoi colleghi e osservando l’allieva.


Sakura se ne stava immobile e tremava vedendo i suoi compagni malconci, ma non per paura, ma per rabbia. Non sopportava di vederli soccombere in quel modo, voleva e doveva fare qualcosa per loro.
Senza rendersene conto e guidata da uno strano impulso, si lanciò all’attacco concentrando un’enorme quantità di chakra sul pugno serrato, colpendo in pieno petto Jirobo e scaraventandolo addosso a Kidomaru, spezzando le sue ragnatele.
Corse verso i suoi compagni per accertarsi delle loro condizioni. Erano quasi privi di chakra e le ferite di Sasuke continuavano a sanguinare. Avevano bisogno di cure e lei era l’unica a potergliele dare, ma il rischio delle conseguenze future era molto alto …..

“Ma cos’è successo?” chiese dolorante Kidomaru cercando di rialzarsi mentre Jirobo continuava a rimanere sdraiato in terra.

Sakura doveva decidere alla svelta, non aveva tempo da perdere, da sola non sarebbe mai riuscita a fronteggiarli ….. stese le mani verso il petto di Sasuke e sprigionò il chakra curativo non curandosi delle conseguenze per la decisione presa.

“Non ci sto capendo niente! Cos’era quel chakra potentissimo che ho avvertito in Sakura e cosa sta facendo all’Uchiha?” chiese sbigottito Yamato.

“Lo sta curando? Ma non è possibile… come fa una ragazzina così giovane a conoscere le arti curative? E chi glielo ha insegnato?” continuò a chiedere incredulo Asuma.

“Ne so quanto voi, ma aspettiamo prima di intervenire, voglio vedere se Sakura userà nuovamente il suo chakra verso i nemici!” disse Kakashi cercando di controllare il suo stupore e sperando di riuscire a capire che tipo di potere possedesse la rosa.


Anche gli spettatori osservarono increduli la scena:

“Tsunade, che sta facendo?” chiese preoccupato Fugaku.

“Lo sta curando!” non riuscendo a credere ai propri occhi, la semplicità con cui la rosa eseguiva le arti mediche.


Tayuya si staccò dall’albero correndo verso Sakura con l’intento di vendicare i suoi compagni. Le arrivò da dietro afferrando e tirandole i capelli talmente forte da farla urlare di dolore.
Per fortuna Sakura riuscì a completare il ciclo di cure, rimarginando le ferite del compagno ancora privo di sensi. Avrebbe voluto rigenerargli anche il chakra, ma la stretta ferrea di Tayuya, che le tirava i capelli, le impedirono di continuare nel suo intento. Cercò di liberarsi dalla presa, ma ogni sforzo risultò inutile,  aumentandole il dolore.

“Sei stata tu a scaraventarci via? La pagherai cara!” Kidomaru iniziò a correre verso la rosa, seguito da Jirobo.

Sakura era nei guai, doveva cercare di liberarsi….


“Kakashi!” urlò Yamato, venendo nuovamente trattenuto.


La rosa vide accanto a Sasuke un kunai, allungò con fatica la mano riuscendo a prenderlo… non aveva scelta.
Portò il kunai sotto la sua massa di capelli e aiutandosi con l’altro braccio, tranciò di netto la chioma rosa. I capelli tagliati caddero a terra insieme alla fascia omega e Tayuya, con il contraccolpo, perse l’equilibrio rischiando di cadere. Sakura si voltò guardandola con odio e balzando di scatto verso di lei, la colpì con un calcio potentissimo.


“Ahhhhh!” urlò Ino vedendo la rosa tranciare i suoi capelli: “Attenta, dietro di te!” continuando ad urlare per avvisarla del pericolo imminente.


Kidomaru e Jirobo si lanciarono contro di lei, Sakura riuscì a schivare il colpo del primo, ma non quello del secondo che la colpì in pieno volto. Sakura riuscì a rimanere in piedi e si lanciò all’attacco colpendo con tutta la sua forza i nemici davanti a lei. Combatteva senza tregua incassando i colpi violentissimi degli avversari, continuando a lasciare increduli tutti i presenti. Mostrava una forza straordinaria e l’aurea che emanava era potentissima.
Tayuya si rialzò e vedendo i compagni in difficoltà si lanciò in loro aiuto. Con un kunai iniziò a colpire il braccio sinistro della rosa provocandole numerose ferite ma Sakura continuava a combattere incurante del dolore.

“Brava Tayuya, continua così! Pensateci voi a questa smorfiosa, mentre io sistemerò una volta per tutti gli altri due!” disse Kidomaru dirigendosi verso i corpi svenuti di Naruto e di Sasuke componendo nuovamente i sigilli dei quattro arti e iniziando a tessere nuovamente la sua tela.

“Nooo!” urlò Sakura.

Afferrò Tayuya per i capelli e la lanciò contro Jirobo riuscendo così a liberarsi dai loro attacchi ma Kidomaru era troppo distante e non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo. Guidata sempre dallo stesso impulso, concentrò nuovamente il chakra nel pugno e colpì il suolo creando un sollevamento della terra, riuscendo a far balzare via il castano.
Corse ansante verso i compagni, esausta e ormai provata dalla stanchezza.
Non sarebbe riuscita a contrastare ancora il trio e gli unici a poterlo fare erano Naruto e Sasuke. Il moro era il più vicino, si concentrò e iniziò a rigenerargli il chakra. Dopo brevi istanti, Sasuke aprì gli occhi guardandosi attorno in cerca di spiegazioni ma Sakura si alzò dirigendosi verso Naruto per curare anche lui.

L’Uchiha si alzò in piedi completamente guarito e pieno di energie, il biondo lo raggiunse pochi istanti dopo, anche lui spaesato, non ricordando cosa fosse successo.

“Pensateci voi adesso!” disse Sakura completamente sfinita.

I due ragazzi si voltarono verso di lei, rimanendo pietrificati. Era piena di lividi in tutte le parti del corpo, la faccia gonfia, il braccio sinistro sanguinante, i vestiti strappati in alcune parti e i capelli tagliati malamente, lunghi sul davanti e corti dietro.

“Sakura-chan, cosa ti è successo?” chiese preoccupato Naruto.

“Chi ti ha ridotto così?” urlò pieno di rabbia Sasuke.

“Siamo stati noi, qualche problema?” rispose Kidomaru dirigendosi verso di loro seguito dai suoi compagni.

“La pagherete cara!” dissero all’unisono i due ragazzi.

“Dobe, sai quello che dobbiamo fare!”

“Si!” iniziando a creare una sfera energetica, il rasengan.

Sasuke attivò lo sharingan pronto per unire il suo chidori al colpo dell’amico, ma appena gli occhi  diventarono rossi, comparve un secondo tomoe, sviluppato in quel preciso momento, assetato dal desiderio di vendicare la compagna.
Iniziò a comporre i sigilli formando una sfera elettrica di una potenza straordinaria.


“Cosa? Ma allora ha sviluppato il secondo tomoe! Presto, dobbiamo intervenire altrimenti rischiamo grosso!” disse seriamente Kakashi percependo la forza straordinaria della sharingan.

Yamato evocò l’arte del legno cercando di rallentare Naruto e Sasuke nella formazione dei loro colpi, mentre Asuma e Kakashi li raggiunsero bloccandogli le braccia.

“Fermatevi immediatamente!” gli ordinarono.

“Ma!” cercò di obiettare l’Uzumaki.

“Niente ma, avete vinto se è questo che volete sentirvi dire! Quei tre non hanno scampo contro il chidori e il rasengan, così come noi presenti, se decideste di lanciare ancora le vostre sfere!” disse compiaciuto Kakashi.

Dalle gradinate esplosero grida di esultazione per la vittoria del team7, persino il Raikage si alzò in piedi applaudendo. Suo nipote aveva avuto una bella lezione!

Fugaku era molto orgoglioso dei suoi ragazzi e lo stesso Tsunade.

I membri degli altri due team raggiunsero il centro dell’arena per congratularsi con i loro compagni per la straordinaria forza dimostrata.

Sakura, rimasta sola e ignorata da tutti, si alzò a fatica tenendosi il braccio dolorante e incamminandosi verso l’uscita. Voleva tornarsene a casa e rinchiudersi dentro per sempre. Nonostante il suo impegno non era riuscita a mettere fuori combattimento nemmeno un avversario, inoltre aveva violato una legge severissima utilizzando il chakra curativo senza nessuna abilitazione certificata.

“Sakura, i miei complimenti, sei stata bravissima! E’ meglio che raggiungi l’infermeria per farti medicare!” le disse Kakashi avvicinandosi a lei e sorridendole affettuosamente.

La rosa acconsentì solo con il capo e continuò il suo cammino mentre il Jonin la osservò attentamente dispiacendosi per non aver capito la natura del suo chakra.

“Sasuke, credo che tu abbia sviluppato il secondo tomoe! Non ho mai avvertito una forza così grande in te!” congratulandosi con lui.

“Dici sul serio Neji?” guardandolo sorpreso.

“Te lo dico subito, attiva lo sharingan!” Kiba si mise di fronte a lui per accertarsi dell’affermazione dello Hyuga.

Il moro ubbidì pieno d’orgoglio.

“Si non c’è dubbio, quelli sono due tomoe!” urlando di gioia.

“Dai avanti venite a prendervi il vostro coprifronte, ve lo meritate tutto!” dissero Ino e Temari prendendo i loro amici a braccetto.

Un leggero vento trasportò alcuni fili rosa, attirando l’attenzione dell’Uchiha che li prese fra le dita iniziando a guardarli attentamente.

“Quelli sono i capelli di Sakura, se li è tagliati per liberarsi della presa di Tayuya!” gli spiegò Ten Ten.

Sasuke si guardò attorno in cerca della compagna ma non riuscì a trovarla.

“Se cerchi Sakura, ti informo che l’ho mandata in infermeria, visto che era piuttosto malconcia e se fossi in voi, la ringrazierei per il suo intervento. E’ stata straordinaria!” gli comunicò soddisfatto Kakashi.

“E’ vero, ha sprigionato un’energia potentissima ma non sono riuscito a distinguere la natura del suo chakra!” osservò Shikamaru.

“Non è questo il momento per porsi delle domande, ora dobbiamo festeggiare la vostra promozione a Genin!” disse il Jonin cercando di sviare il giusto ragionamento del Nara.

“Aspettate!”

“Che vuoi ancora, cugino? Non ti sei ancora arreso?” chiese Ten Ten arrabbiata dal comportamento del trio.

“Ti sbagli, siamo qui per congratularci con Sasuke e Naruto….” poi, guardandoli negli occhi: “ …. siete dei ninja eccezionali, se non fosse stato per l’intervento tempestivo dei vostri maestri a quest’ora saremo sicuramente all’altro mondo. E’ stato un enorme piacere combattere contro di voi!” allungando la mano in segna di resa e di pace.

L’Uchiha e l’Uzumaki sorrisero appena stringendo ad una ad una le mani del trio del Regno dell’Acqua.


“Hokage, dovremo parlarle!” dissero il Kazekage e il Raikage.

“Certo, ma a che proposito?” chiese sorpresa.

“Di quella ragazzina dai capelli rosa!” risposero affiancati anche dai padri degli altri cadetti.

“Fugaku?” cercando aiuto e supporto dall’amico, il quale acconsentì con il capo.

“D’accordo, seguitemi!” incamminandosi verso il Palazzo.


“Voi andate, io vado ad accertarmi delle condizioni di Sakura!” disse Kakashi ai ragazzi che avevano deciso di andare a festeggiare tutti insieme da Ichikaru, per la felicità di Naruto pronto a gustarsi innumerevoli porzioni di ramen, il suo piatto preferito.

Kakashi arrivò davanti all’infermeria e bussò diverse volte, senza ottenere nessuna risposta.

“E’ permesso?” chiese entrando lentamente, trovandola vuota.

“Ma dov’è finita?” si chiese fra sé e sé.

“Aspetti, ho un messaggio per lei da parte dell’Hokage in persona!” gli urlò un ninja andandogli incontro.

“Un messaggio da parte dell’Hokage?” ripeté incredulo.

“Si, l’aspetta nel suo ufficio…. Immediatamente! Poi se mi permette, vorrei darle questo coprifronte, appartiene alla sua allieva ma non l’ha ritirato!” mostrandogli la fascia.

“Ho capito, gliela consegnerò io… sa per caso dov’è andata?” chiese preoccupato.

“Non saprei, ho visto solo che si dirigeva verso l’uscita dell’accademia!” rispose semplicemente il ninja.

“ E se n’è andata senza farsi curare?” iniziando a correre per raggiungere la rosa, ma una volta uscito dall’accademia, di Sakura non c’era nessuna traccia.

“Maledizione!” imprecò stringendo fortemente il coprifronte che teneva in mano.

“E’ meglio che vada dall’Hokage ad informarla delle condizioni di Sakura e intanto sentirò il motivo della sua convocazione!” scomparendo dietro una nuvola di fumo.


Sakura percorse le vie di Konoha ignorando gli sguardi dei passanti e continuando a pensare agli avvenimenti accaduti durante l’esame.
 Appena giunse a casa, salì le scale dirigendosi verso la sua camera da letto. Tirò fuori dalla tasca il biglietto, sgualcito, del padre e sapendo di averlo deluso, iniziò a piangere disperatamente.





Angolo dell’autrice:
Vi chiedo umilmente perdono per l’assenza dei miei aggiornamenti, ma purtroppo, nonostante abbia tutta la storia in testa, non riesco a scriverla. Per farmi perdonare, vorrei annunciare che nel prossimo capitolo verrà svelato il secondo segreto di Sakura e credo che molti di voi abbiano già capito di cosa si tratti ….
Vorrei anche ringraziare tutti quanti per continuare a seguirmi, gratificandomi con le vostre bellissime recensioni e segnando questa mia storia fra le seguite e le preferite.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante le mie modifiche …..
A presto un bacione grande grande
manga

  
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