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Autore: Silversa    26/08/2014    3 recensioni
E l'osservai, una stella che cadeva in quel cielo scuro. L'osservai e chiusi gli occhi.
Voglio baciarlo.
Due parole, quindici lettere, un'emozione che volevo sperimentare.
Anche lui lo notò. E mi sorrise.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALL OF THE STARS






La storia descritta in questa fanfiction é di pura fantasia.
Il titolo della storia é preso dalla canzone di Ed Sheeran, proposta per il film "colpa delle stelle".
Calum e Luke sono i protagonisti ASSOLUTI, si parlerà di loro e della loro amicizia che verrà coltivata ogni giorno, e la loro cake é trattata come Romance.









Capitolo 6








La frase iniziale di quella settimana era stata: "com'é il tempo fuori?".
Mi ero appena seduto sulla sedia accanto al letto, dopo che Liz era andata via per prendere Jack e Ben.

Non potevo dire di stare bene, perché non era così, faceva male sapere che la persona che amavo, la mia parte mancante, fosse distesa su un letto, attaccata a delle macchine e temendo da un momento all'altro che lui potesse chiudere i suoi bellissimi occhi blu per sempre. E non si trattava del per sempre delle favole, no, quella era una dura realtà, dove ti convinci a continuare a testa alta e in nome del tuo amore, ma io non ero così, e non lo sono nemmeno adesso, quindi per quale assurdo motivo dovevo convincermi di stare bene, un giorno? Con che coraggio mi potevano dire questo, le persone?
Avere il cuore spezzato é la parte peggiore della vita, mi aveva detto Luke, un giorno. E mi ritrovai in quelle parole, perché lui  vedeva come stavo, ma non diceva niente, sapeva le parole non sarebbero bastate, parlare non avrebbe cancellato la sua malattia.
E, per un solo istante, la mia mente fece scorrere i pensieri riguardanti il giorno in cui io sarei rimasto solo. Cosa ne sarebbe rimasto di me? Cosa avrei fatto? E soprattutto come avrei potuto?
Tutto sfumò nel momento in cui venni richiamato da Luke, e, quando alzai gli occhi per portarli al suo viso, nel quale si celava un sorriso, mi sentii al sicuro.
"A che pensi?" Domandò, prendendomi la mano. A quel contatto rabbrividii, come se fosse la prima volta, e lo scrutai: in quelle due settimane era dimagrito, il viso era ossuto e stanco, ma la forza di sorridere l'aveva ancora.
" A niente" mormorai. Non mi credette, lo capii dalle piccole righe che si formarono sulla sua fronte, e sorrisi, perché lo conoscevo troppo bene.
Restammo in silenzio per un tempo infinito, ascoltando il rumore dei nostri cuori e in sottofondo quello dei passi dei dottori che entravano nelle stanze degli altri pazienti.
"Ho pensato al futuro" disse improvvisamente.
"Al futuro?" Il mio fu un sussurro.
"Al tuo" si corresse, continuando, mentre io deglutivo, lui credeva di non fare parte del mio futuro "mi hai sempre detto che ami scrivere" Era l'unico a saperlo, l'avevo custodito come un segreto che non avevo mai confessato nemmeno a mia madre "Hai già buttato giù qualcosa?" Domandò, riferendosi ad alcuni versi scritti.
Ci pensai su: "No, non l'ho mai fatto" ed era vero. Fino ad allora i miei pensieri li avevo espressamente aperti nella mia testa, non sotto forma di cartaceo.
"Se vuoi ti posso dare una mano...vorrei tanto leggere qualcosa di tuo, prima di passare a miglior vita" disse, ironizzando.
Strinsi la sua mano più forte: "Non é divertente, Luke" lo ammonii.
"Parlavo sul serio. Posso aiutarti" mi guardò, esattamente nello stesso modo in cui io guardavo lui "Non guardarmi così.." Borbottò, a bassa voce, con una nota carica di urgenza. Lo guardai storto, non capendo le sue parole, e continuò: "non abbiamo mai avuto un vero appuntamento, Cal...e...non siamo andati al cinema insieme, e non ti ho nemmeno..."
"Offerto un gelato?" Ridacchiai "Luke a me va bene"
"Te ne avrei offerto due, sai bene che odio i cliché" disse "però...Dio, se ci fosse stato un modo per averti completamente mio..."
"Luke" lo fermai "io sono completamente tuo, Luke" anche se sapevo a cosa si riferisse, ma volevo che lui si sentisse tranquillo, che a me non importava, io stavo con lui perché mi sentivo bene "Mi hai avuto sempre, e non posso non essere contento per i momenti che abbiamo passato insieme" dissi d'un fiato "e per fortuna quella stella cadente é stata d'aiuto, altrimenti non avrei saputo come rivelarti il mio amore"
"Dio, Cal..." Abbassò lo sguardo, ed io fui colto da un lampo di genio:
"Che ne dici di: ho visto una stella cadente e ho pensato a te " sussurrai.
Alzò subito il volto e: "mi piace" disse "la tua prima frase da scrittore"
Annuii: "e tu hai avuto la fortuna di ascoltarla dalla mie labbra" gli feci un'occhiolino.
"Cal. Vieni qui" mi disse.
Mi avvicinai a lui, e afferrò il mio volto tra le mani per dare vita ad un lungo bacio che mi fece tremare.
Era diverso. Quasi come se avesse paura di qualcosa, ma ricambiai perché volevo fargli capire che c'ero. C'ero sempre.
Non ci preoccupammo della porta che si aprì, continuando a scambiarci quelle effusioni, fino a quando mi sentii osservato e mi staccai di poco per girarmi e notare Liz, Ben e Jack che ci guardavano stupiti.
Mi alzai dal volto di Luke: "Liz..eh..noi.."
Non diede tempo alle spiegazioni, iniziando a dire euforica: "lo sapevo! L'ho sempre saputo!" Si avvicinò a Luke: "figlio mio..." Lo abbracciò, mentre Luke sorrideva imbarazzato. Mi rivolse poi un'occhiata.
"Ti va di andare a prendermi dell'acqua? Muoio di sete" annuii, ma, prima che potessi fare anche solo un passo, afferrò la mia mano e mi riportò sulle sue labbra, per poi sussurrare un: "ti amo anche io".
Mi alzai dal suo volto, e frastornato mi recai a prendergli ciò che mi aveva chiesto.



E, forse é il destino che voleva questo, forse era stato proprio Luke a non volere che lo vedessi in quel modo, non lo so, ma il mio cuore stava ancora metabolizzanti quelle parole, e i miei occhi erano ciechi per accorgersi dei medici che correvano verso la sua stanza. Questo é il brutto. Ci credi, credi in una seconda possibilità, perché le parole fottono. Nonostante siano vere e dette con il cuore, le parole mandano in tilt il cervello e lo annebbiano di stronzate che noi crediamo vere, quando in realtà é tutto falso. Noi viviamo nella falsità più assurda, nel dolore.
Ed io non pensavo, sentivo solo il mio cuore espellere felicità da tutti i pori, che, quando arrivai nella stanza, vidi tutti i dottori che cercavano di salvare il ragazzo che poco prima mi aveva rivelato il suo amore, una madre che piangeva disperata e due fratelli che l'abbracciavano e reprimevano le lacrime. Vidi il bicchiere che tenevo tra le mani scivolare via, così come il mio cuore, non appena mi resi conto che non c'era niente da fare.
E non sapevo qual era stata la causa, se Luke avesse sentito tutto il dolore risucchiare al suo interno, non lo sapevo.
Non sapevo nemmeno come avevo fatto a rimanere in piedi, al centro della stanza, paralizzato, mentre la verità fuoriusciva indissolubile come mai: lui non c'era più.
E nemmeno io.









OCCHI A ME




Non so cosa dire per questo capitolo, davvero.
L'ho scritto tutto ieri notte, dopo aver visto i vma, perché avevo le lacrime agli occhi per l'esibizione dei ragazzi e mi hanno davvero fatto piangere, sono stati GRANDISSIMI, ECCEZIONALI e io sono così fiera di loro, davvero.
Sono felice di averli conosciuti e di far parte di questa famiglia, che é stupenda.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto (più o meno) e sappiate che non volevo farlo in quel modo, io credo nell'happy ending, ma ho voluto cambiarlo un po', non certo per demoralizzare gli animi, sia chiaro.
É questione di punti di vista...

Il prossimo sarà l'epilogo, e poi la storia sarà finita...
MA!
(Si, c'è un ma)
Sto scrivendo un'altra fanfiction cake (si, lo so, non posso farci niente con questi due) che si intitola 'who si my Daughter' se volete potete farci un salto :)

Come sempre, aspetto delle opinioni...
Alla prossima!


- Silver
  
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