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Autore: yukino_lang08    19/09/2008    1 recensioni
[King of Fighters] stavolta Iori Yagami non avrà come avversario Kyo Kusanagi, ma...
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ice loves fire 2

CAP2: LA LIVE HOUSE

Arrivò a casa della zia di Miyuki trafelata e col fiato corto.

Suonò il campanello e vide la padrona di casa, ovvero la zia di Miyuki, aprirle la porta e donarle un sorriso: era una giapponese nella media ma con una dolcissima espressione.

Ogni volta che Jun vedeva quel sorriso ed entrava in quella casa si sentiva in pace con se stessa e a suo agio.

Era una casa come tante eppure emanava un’aura e la faceva sentire a casa, più del suo appartamento e della tenuta della sua famiglia.

Ancora una volta il senso di vuoto fece sentire il suo eco nel cuore della giovane donna.

“Jun-chan!” esordì la donna interrompendo i pensieri di Jun “Come stai?”

“Bene, grazie sono qui per vedere Miyuki” disse con un inchino.

“Via, cara, non devi essere così formale!”

“Mi dispiace. Ma la mia educazione m’impone un certo tipo di comportamento” spiegò la ragazza con un certo zelo.

“Beh, se non ne puoi fare a meno... comunque Miyuki è in camera sua, entra pure cara”

“Grazie...”

Entrata nell’abitazione Jun si sentì avvolta dall’atmosfera che vi regnava: una calma dolce che fungeva da intervallo tra una sfuriata e una chiamata per la cena, una calma unica e apprezzata dagli abitanti dell’abitazione e la castana cercò d’inspirarne il più possibile.

Nonostante in quel luogo ci fosse stata tante volte, ogni volta era come la prima e quando se ne andava sembra fosse l’ultima volta che avrebbe visto quella casa.

Salì le scale e si trovò davanti alla porta della camera dell’amica e, quando vi entrò, l’idillio sparì: un caos di vestiti sparsi ovunque, armadi e cassetti aperti si parò davanti ai suoi occhi.

“Alla faccia della tranquillità” pensò tra sé e sé.

“Jun, sei tu?” chiese una voce da un armadio.

“Sì, piccola, sono io. Allora trovato nulla?”

“Finalmente sì!” esultò la ragazza con tanto di gridolino.

Uscì da dentro l’armadio: aveva una camicetta bianca annodata sotto al seno, una minigonna a pieghe nera con delle sottili catene attaccate ai passanti ornate di perle finte.

“Ma dico come sei uscita di casa? Sembra che tu debba andare a un galà!” rimproverò la bionda.

Jun aveva una camicia bianca a mezze maniche con la zip al posto dei bottoni e dei pantaloni a sigaretta di un tessuto lucido e nero.

“E-ecco i-io” balbettò l’altra in cerca di una giustificazione.

“Lascia stare” sospirò sconsolata “Vieni vedo se ho qualcosa per te”

“S-sì” poté solo dire la castana.

Dopo tanto frugare (e dopo aver messo in disordine più di quanto gia non fosse) alla fine Miyuki trovò ciò che le sembrava più appropriato per l’amica: una gonna jeans finta militare che arrivava al ginocchio.

“La camicia la puoi tenere ma quei pantaloni devi toglierteli subito! Urtano il mio senso estetico su ciò che riguarda l’abbigliamento!”

“Ehi, non insultare il mio modo di vestire! Siete voi americani che vi vestite troppo casual!” l’accusò Jun.

Miyuki si rabbuiò

“Scusa tanto se metà del mio sangue è occidentale!” sbottò la biondina.

Jun comprese il proprio errore e abbracciò l’amica.

“Scusami tu, cara. Non volevo offenderti”

“Ti perdono se mi prometti che stasera provi a rimorchiare qualcuno”

“MIYUKI! Lo sai come la penso!” s’imbarazzò la castana.

“Dai lasciati più andare! E poi non è detto che stasera non incontrerai l’uomo della tua vita!”

La giovane con i capelli castano sbuffò: ”Sei impossibile”

“Lo so. Se no non sarei io” sorrise di rimando l’altra.

E risero.

“Forza dobbiamo sbrigarci” disse infine la bionda.

“D’accordò” annuì Jun.

Dopo un lungo arrivarono all’ingresso.

“Eccoci arrivate!” esclamò gioiosa Miyuki.

“Bene allora entriamo” convenne l’altra ragazza.

Scesero le scale e si ritrovarono in un’ampia sala scura illuminata qua e là da luci color verde acqua (Le locations di KoF maximum impact sono belle e quella descritta è una di queste! ^^ NdS).

C’era abbastanza gente in sala e continuava ad arrivare.

“Miyu-chan chi si esibisce stasera?” chiese Jun vedendo così tanta gente.

“Sono gli …..” rispose la bionda.

“Ah, ho capito. Ne ho sentito parlare, sono abbastanza famosi”

“Già. E dicono che il loro cantante abbia una bellissima voce così come il corpo e il viso” informò la bionda maliziosa.

“Miyuki!”

“Beh io con lui ci voglio provare, tentare non nuoce”

D’un tratto le luci si spensero e se ne accese una direttamente sopra al palco d’esibizione: stavano per cominciare.

“Che emozione!” esultò la nippoamericana.

La gente si accalcò verso il palcoscenico e così le due ragazze non videro il complesso.

La musica partì: cominciò la batteria, seguita da un basso elettrico e dalla chitarra, elettrica anch’essa.

Il pubblico cominciò a scaldarsi, a esultare a muoversi col ritmo della melodia.

E poi arrivò: una voce bassa, profonda e sexy cominciò a intonare parole.

Dapprima la voce aveva un tono basso, poi cominciò ad aumentare di volume fino a farsi sentire da tutti, grazie anche all’aiuto del microfono.

Jun fu impressionata: che voce meravigliosa era quella! Era calda ma dal tono calmo, velata di tristezza e profonda.

“Che voce stupenda!” pensò la castana.

A Jun vennero i brividi: quella voce risvegliava in lei qualcosa di sopito e di antico.

Il concerto durò molto e fu emozionante, tutti commentavano e molti cercavano di vedere se potevano ottenere un autografo o dare regali ai musicisti.

“Guarda quanta gente che cerca di vederli più da vicino!” commentò la bionda, mentre lei e l’amica cercavano di uscire, districandosi tra la massa.

Una volta fuori le due cercarono di riprendere aria.

“Ahhhh! Finalmente fuori!” sospirò felice Jun

“Dai non fare così! Ti è piaciuto il concerto, no?”

“Non hai tutti i torti…” le dette ragione la castana.

Nella sua testa risuonava ancora quella voce incantevole quando l’amica la congedò: “Beh…io vado. Tanto da qui sai tornare a casa, no? See ya…”

“Ciao…”.

Si avviò verso la stazione della metro che l’avrebbe riportata a casa.

Dopo un aver percorso neanche dieci metri che una voce disgustosa le arrivò da destra: “Ehi bellezza, ti va di divertititi con noi?”

La ragazza si voltò: ad aver parlato era un ragazzo sui venti con i capelli lunghi circondato dai suoi amici coetanei intenti a bere e fumare.

Lei continuò ad andare per la sua strada senza dar retta a quei tizi; ma il ragazzo che aveva parlato la bloccò per un braccio.

“Dai non fare la preziosa! Ci divertiremo insieme!” cercò di trattenerla.

In quel momento la castana perse le staffe: liberò il braccio e assestò un bel pugno nello stomaco di quel deficiente, che finì a terra dolorante.

I suoi compari accorsero ad aiutare l’amico.

“Stronza! Chi ti crede di essere?” minacciò uno di loro

E un altro partì all’attacco della giovane.

Con mossa fulminea lei contrattaccò con un calcio alle caviglie; poi i rimanenti attaccarono insieme, forti della loro superiorità numerica.

Lei non si scompose, solo si preoccupò del fatto che aveva uno svantaggio su quei teppistelli: non le era permesso usare le tecniche di famiglia in quanto non era impegnata in un combattimento serio e ciò limitava la sua capacità offensiva, anche se di poco.

In ogni caso riuscì a metterli due-tre K.O. e intanto si destreggiava con gli altri rimasti con abilità e senza sforzo.

D’un tratto uno di quelli stesi a terra si rialzò e, preso un tubo di ferro, colpì Jun alla testa.

“Ugh…” gemette per il dolore cadendo al suolo.

La vista cominciò ad annebbiarsele, mentre quei ragazzi si avvicinavano pericolosamente e subito si maledisse per non aver prestato la dovuta attenzione: proprio lei, che aveva fama di essere una ragazza precisa ordinata e coscienziosa, doveva pagare a caro prezzo la negligenza di una piccola svista.

”E tu chi cazzo sei?” sentì urlare da parte di uno dei suoi aggressori.

Non ci fu risposta, ma da quel che poteva vedere Jun tramite la sua poco attendibile vista di quel momento, la castana capì che chi si era frapposto tra lei e i suoi aggressori le stava dando di santa ragione a quelli.

L’ultima cosa che vide fu una luna in miniatura su di uno sfondo nero come la notte più tetra.

Sollevò la ragazza da terra e le fece poggiare il capo sul suo petto.

La giovane tra le sue braccia mugolò.

Sorrise con ironia: questo sì che era un incontro un po’ fuori dal normale!

Non sapeva che si preannunciavano eventi che lo avrebbero sconvolto, in tutto e per tutto.

Le follie di un’autrice: Ce l’ho fatta a scriverlo ‘sto capitolo! ^O^ Yuppi! Dovrò lavorare ancora su qualcosa ma spero vi piaccia.

Ps: non preoccupatevi per “Two ways to let the love enter in me", presto invierò il terzo ed ultimo capitolo! Spero che i primi due vi siano piaciuti! A prestoooooooooooo ^O^!

  
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