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Autore: darken_raichu    26/08/2014    3 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Spettria, Phantom City, 16/06/4783, circa le 17
A metà della mattina, il Gruppo ebbe il primo spiacevole incontro. Ormai il buio era diventato forte, e a dominare era la luce dei bizzarri lampioni a forma di Lampent a bordo strada. “Un favore per i visitatori” li aveva definiti Eelektross. All’improvviso, mentre camminavano, erano comparsi due pokémon.
I Duskull li avevano fissati, poi avevano parlato «Consegnateci le borse. Altrimenti…» ma non riuscirono a finire la frase. In uno svolazzo di Terrorpanni, il Fulmine di Eelektross e la Scarica di Raichu stesero gli avversari, che crollarono a terra. Senza parlare, il Gruppo riprese a camminare. Trush e Trubbish rimasero un attimo interdetti, fissarono le due guardie e i due pokémon a terra, poi ripresero il passo.
A mezzogiorno fecero una pausa.
Seduto all’ombra di un albero (o quanto meno nel punto in cui credeva avrebbe dovuto trovarsi l’ombra) Emolga colse senza volerlo una conversazione tra Trush e Trubbish.
«Ne è sicuro?» Emolga non riusciva a capire chi dei due stesse parlando. Aveva notato che avevano lo stesso, identico tono di voce.
«Ti ho detto di darmi del tu.»
«Scusi signore. Voglio dire, scusa.»
«Lascia perdere. D’altronde non saresti il mio migliore amico se non fossi così.»
«Grazie. In ogni caso, crede che sia giusto avvertire lui?»
«Quantomeno avvisarlo. Il re è fuori discussione, ma quantomeno Lamp mi ascolterà.»
Poi abbassarono troppo la voce, e Emolga non trovò opportuno origliare, anche se si ripromise di parlare al capitano della conversazione. Per un momento si chiese se fosse il caso di riferirla anche ad Eelektross, ma poi si rese conto che, nonostante tutto, faticava ancora a fidarsi del pokémon. Forse era colpa delle storie che si sentivano su di lui nell’S.T. e in tutta Eelectronvolt, ma continuava ad avere una vaga inquietudine quando parlava con il pokémon.
Ripresero la marcia e finalmente, a metà pomeriggio, arrivarono a Phantom City.
La città era bizzarra. Le case avevano un’aria spettrale, degna di un racconto dell’orrore. La luce dei lampioni Lampent era vaga, ma sufficiente ad illuminare le strade.
Al centro della città sorgeva il castello, Poltergeist Home. Il Gruppo si fermò davanti al palazzo.
«Ci separeremo qui. Flaaf, Minus, Plus Draak» disse usando i nomi falsi che avevano scelto per Flaaffy, Minun, Plusle e Dragalge «Voi proteggerete Trush e Trubbish fino al nostro ritorno.»
«E voi dove andrete?» domandò Trubbish.
«Abbiamo intenzione di svolgere alcune faccende. Non si preoccupi, arriveremo presto.»
«Capisco. Beh, dato che la scorta mi pare sufficiente, non trovo da obiettare.» E Trush, Trubbish e i quattro si allontanarono.
Il resto del gruppo si mosse verso il palazzo. Poltergeist Home era alto, circondato da grandi pinnacoli neri. Sembrava che l’oscurità fosse emanata da quelle stesse torri. Quando vi si avvicinò, Raichu capì il perché: Le torri erano coperte di Neropietre.
I 7 si avvicinarono all’ingresso e chiesero dove si potesse richiedere l’ingresso. Spiegarono a uno scettico Drifloon che si trattava di un autentica emergenza, e questi entrò nel palazzo chiedendo loro di attendere. Poco dopo uscì «Siete fortunati. Il re si trova a palazzo fino a domani, poi tornerà a Black Hole City, la capitale di Oscuria. Detto ciò, dovrete parlare prima con il Generale Gengar.»
Li accompagnò nell’atrio, dove aspettava il Generale. Il pokémon li fissò con i penetranti occhi rossi. Poi parlò, con una voce straordinariamente profonda, che sembrava uscire dalla più buia delle caverne «Drifloon mi ha riferito che ritenete che si tratti di un’emergenza. Posso sapere cosa vi spinge a pensare ciò?»
Più velocemente che potè, Eelektross riassunse ciò che avevano scoperto durante il loro viaggio. Quando ebbe terminato, Gengar rimase spiazzato per un secondo, anche se si riscosse subito «Capisco. Quello che riferite è senz’ombra di dubbio un’emergenza. Come usppongo saprete, il re non può muovere gli eserciti senza il consenso della Coalizione.»
«Lo sappiamo, e infatti è lì che  ci stiamo dirigendo. Ma vorremmo parlare con il re, per cercare di convincerlo ad aiutarci davanti alla Coalizione.»
Gengar riflettè qualche secondo, poi annuì «Mi pare una buona idea. Seguitemi.»
I sette camminarono lungo un corridoio illuminato da candele e lampade simili ai lampioni che si trovavano fuori, lungo la strada. Alle pareti erano appese numerose spade di varia foggia e dimensioni. Fu però solo quando iniziò a scorgere qualche movimento che Raichu comprese cosa lo rendeva così inquieto nel percorrere il corridoio. Diede un colpetto a Emolga, e gli indicò ciò che aveva notato. Quando lo capì, Emolga trasalì. Quelli che sembravano oggetti inanimati erano in realtà decine di Litwick, Lampent, Honedge, Doublade e Aegislash. Gli occhi dei pokémon immobili li seguirono finchè non entrarono in una grande sala e si chiusero la porta alle spalle. La stanza ospitava un trono, e sopra di esso si trovavano una decina di grandi candelabri. Quello centrale si staccò e scese verso Gengar, che si inchinò, imitato dal Gruppo. Re Chandelure li fissò, poi parlò. La sua voce crepitava, come una fiamma «Cosa succede Gengar? Hai detto che c’era un’emergenza, sono loro?»
«Quando gliel’ha detto?» sussurrò Emolga.
«I pokémon spettro hanno molti poteri particolari. Passano attraverso le pareti, sono dotati di telepatia, e alcuni sono in grado di possedere oggetti e pokémon.» rispose Raichu, sussurrando.
Per un po’ Gengar e Chandelure si fissarono in silenzio, poi la fiamma di Chandelure sembrò esplodere, per calmarsi nuovamente. Si volse verso il Gruppo e parlò «Dovete essere molto coraggiosi per aver compiuto imprese simili. Mentre parlavate, Gengar vi ha letto nel pensiero per assicurarsi che steste dicendo il vero, ed era così. Sento che è mio dovere portare davanti alla Coalizione il caso, dato che è la più grande emergenza nella storia di Pokémos. Tuttavia, prima di metterlo in esame aspetterò che ci raggiungiate a Oscuria. Siete troppi per usare il punto di teletrasporto, quindi suppongo andrete a piedi. Un peccato, ma dovremo aspettare solo qualche giorno, durante i quali mi preparerò per aumentare le chance di successo. Purtroppo, conosco almeno due pokémon che saranno contrari. Non ci resta che puntare sugli altri tre.»
«Chi saranno a suo parere?» Chiese Eelektross.
«Drapion, il re di Velenia, non ha mai fatto nulla che non fosse un suo tornaconto. Quindi non conterei molto su di lui. Quanto a Machamp, quello ha i muscoli al posto del cervello, e non credo proprio che l’idea gli andrà a genio. Rimane odiosamente convinto che i pugni possano risolvere ogni cosa. A uqesto punto devo provare a convincere gli altri.»
«La ringrazio maestà.» disse Raichu.
«Di cosa? Devo proteggere il mio paese, e lo farò costi quel che costi.»
Senza che il re avesse parlato, Gengar guidò il Gruppo verso l’uscita.
«Il re è troppo positivo. Temo che anche Alakazam di Espia non sarà dalla vostra parte. Rimane convinto che l’esercito sia una mera formalità da mantenere, e che tutti siano abbastanza intelligenti da capire che non è con la guerra che aumenta il potere.»
«Possiamo solo sperare che tu ti stia sbagliando.» rispose Eelektross.
  
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