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Autore: RaffaLella    20/09/2008    2 recensioni
Una nuova avventura, un nuovo mistero...tutto questo e ancora di più in questa storia che vedrà Harry affrontare il suo più grande incubo, Voldemort e l'ultima agghiacciante verità sul suo mondo
Genere: Dark, Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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CAP16 Ciao a tutti... è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, spero comunque di ritrovarvi tutti. Non avevo molta voglia nè tanta ispirazione nel proseguire questa soria... soprattutto perchè ho sempre detto che qualsiasi racconto si scrive da solo, ebbene questa storia non lo faceva più!!! Poi l'ho riletta, ho cominciato il sedicesimo capitolo e... pensavo peggio, ma è stato facile! Spero che il capitolo vi piaccia
Prima di lasciarvi al capitolo, vorrei ringraziare Marco per avermi aiutato a rendere la storia più scorrevole ed essere stato capace di vedere ciò che a me era sfuggito

Grazie a tutti per la pazienza e buona lettura.
Lella80



CAP16
Il castello di Oneiros

Quella notte Harry fissava il bianco soffitto della sua stanza come se da esso potessero scaturire tutte le risposte alle sue domande.
Era molto stanco: le lezioni, le riunioni, le liti e il pensiero che da lì a poche ore avrebbe incontrato la Maia, non gli concedevano quel rilassamento necessario per l’agognato riposo. Quella splendida donna, in tutto il suo rifulgere, gli avrebbe rivelato la natura dei suoi sogni e avrebbe finalmente dato risposte all’unico quesito che offuscava la sua mente:

Sono davvero solo sogni?

Non aveva desiderio di domandare cosa sarebbe stato della sua vita e del mondo magico…
Non aveva desiderio di scoprire quale sarebbe stata la strategia migliore per sconfiggere Voldemort…
Non aveva desiderio di scoprire dove fosse l’occhio di Udjat e se Bellatrix Lastrange l’avesse recuperato per il suo oscuro padrone… 
Il suo unico desiderio era solo scoprire se ciò che vedeva era frutto o meno della sua fervida attività onirica o, come ormai sospettava da mesi, non fossero altri che ricordi di un altro Harry.
Già… perché non potevano essere sogni, non lo erano mai stati.

Lui lo sapeva… lo aveva sempre saputo…

Troppo vividi!!! Troppo reali!!
Erano ricordi… non suoi… ma ricordi!!! Ci aveva riflettuto per settimane, per mesi e alla fine era giunto all’unica conclusione possibile: doveva esistere una realtà differente da quella che aveva conosciuto, una realtà alternativa in cui i suoi genitori non erano morti, in cui Voldemort non esisteva, in cui non esisteva la magia. L’unica cosa che sembravano avere in comune i due mondi era l’occhio di Udjat. Forse era stato l’antico talismano ad aprire un varco spazio temporale tra i due mondi, ma tutto questo non aveva importanza… se aveva i ricordi di quel Harry probabilmente poteva anche entrare nel suo mondo e riabbracciare i suoi genitori, per il momento era questa l’unica cosa importante!!
Quando la luce fece timidamente capolino nella sua stanza si sentì stranamente eccitato e contento. Saltò giù dal letto come se carboni ardenti pulsassero tra le lenzuola e quando Ron si svegliò era già in piedi da un pezzo. Immobile sul suo letto fissava un invisibile punto non ben identificato tra lo stipite della porta e l’armadio.

“Sei caduto giù dal letto?” domandò Ron strofinandosi teatralmente gli occhi.

“Riflettevo” fu la sua laconica risposta

“Su cosa?” replicò il giovane Grifondoro sedendosi.

“Su questi strani sogni” aveva pronunciato quest’ultima parola con un’innaturale lentezza.

“Hai di nuovo fatto qualche strano sogno?”

“No… è molto tempo ormai che non faccio più quei sogni. L’ultima volta Io e mio padre stavamo litigando e sono uscito sbattendo la porta”

“Questo tuo modo di raccontare” lo apostrofò Ron mentre si infilava un pantalone di velluto cachi “comincia a darmi i brividi”

“Non dirlo a me!!” replicò l’amico tenendosi la testa tra le mani “Sono stanco, Ron; ma so che questa sera Kalindra mi rivelerà la verità… anche se… “

“Anche se?”

“Io credo di saperla”

“E… ? “ lo incitò Ron avvicinandosi

“Preferisco prima ascoltare quanto mi dirà”

Ron non insistette oltre, aveva chiaramente notato la risolutezza di Harry e sapeva che qualsiasi insistenza sarebbe stata inutile e poi, di lì a poche ore la verità sarebbe stata rivelata a tutti.
La giornata trascorse rapida tra lezioni di Pozioni e di Trasfigurazione; Harry non riusciva a mantenere l’attenzione su nulla e le lezioni gli sembrarono lunghe e tediose. Anche la cena gli era sembrata troppo lunga.

“Harry, sei tra noi?” una voce distante lo ridestò dal suo torpore.

“Scusa?”

“Ron ti ha chiesto se gli passi del pudding” replicò Hermione seccata.

“Sì, certo” rispose il giovane mago allungando il braccio destro in cerca del grosso piatto da portata che era proprio di fronte a lui. “Ecco” aggiunse porgendo la pietanza all’amico.

“Grazie, amico” ringrazio il giovane mago afferrando il piatto “Sei un po’ distratto, oggi”

“Non riesco a smettere di pensare a Kalindra”

“Se non fosse un sogno… comincerei ad essere gelosa” replicò Hermione acida “anche se forse dovrei cominciare ad esserlo visto che non fai altro che decantare la sua bellezza”

“Hermione, non credi di esagerare?” sottolineò Ginny fissandola.

“Hai ragione. Scusa Harry è che sono molto preoccupata”

“Non sto mica andando ad affrontare Voldemort” la schernì il ragazzo afferrandole delicatamente la mano. Il solo contatto sembrò rassicurare la ragazza.

“Sì, ma se la Maia ti mostrasse ciò che si nasconde dietro i cancelli che custodisce e se tu non fossi sufficientemente forte potresti confondere la realtà con la fantasia e rimanere prigioniero del Mondo di Oneiros. Per sempre”

Le stesse parole di Piton… ma lei e il professore di Pozioni avevano gli stessi gusti in fatto di lettura?

Harry la fissò sgomento, poi istintivamente posò lo sguardo su Ron.
“Non guardare me, amico… Io non le ho detto nulla” si giustificò repentino il ragazzo.

“Hermione, non confonderò la realtà con la fantasia e non resterò prigioniero di quel mondo” la rassicurò il giovane Grifondoro.

“Non ne sarei così sicura… sei ancora molto confuso e il tuo desiderio di rivedere i tuoi genitori potrebbe essere un problema”

“Il desiderio di rivedere i miei genitori non è mai stato un problema e non lo diventerà ora” si giustificò Harry contrariato.

“Promettimi solo che se ti sentirai smarrito e se avrai dei dubbi non ti lascerai guidare dall’istinto, ma cercherai la vera via” supplicò con il volto serio.

Harry la fissava basito… certo, Hermione aveva ragione: desiderava rivedere i suoi genitori, ma aveva ben chiaro quale fosse la sua realtà e la realtà alternativa dell’altro Harry. Non si sarebbe confuso. In quei lunghi mesi aveva imparato a conoscere la vita e la mente dell’Harry non-mago. Avevano avuto esperienze molto simili, ma erano due persone completamente diverse. Lui sapeva benissimo chi era. L’altro Harry era un adolescente arrabbiato con la vita… con i suoi genitori … con suo padre. Certo anche Lui era un adolescente arrabbiato con la vita… ma Lui aveva tutte le ragioni, infondo “la vita” non era stata molto generosa nei suoi riguardi. Non solo gli aveva sottratto i genitori quando era ancora piccolo, ma aveva anche tracciato un destino di morte innanzi a Lui, un destino che lo avrebbe condotto ad uccidere o ad essere ucciso dal più grande mago Oscuro di tutti i tempi.
Lui era il prescelto!
Lui sapeva benissimo chi era !!!

“Non preoccuparti, Hermione. Non smarrirò la via. Non dimenticherò chi sono”

Hermione lo guardò raggiante ed in quel momento il suo cuore pensò che se anche si fosse smarrito il sorriso della donna che amava gli avrebbe illuminato la strada verso casa.



*

“Mi raccomando Harry” la voce del preside era rassicurante e calda come sempre “Non lasciarti ingannare dalle sue parole”

“Sì, signore” annuì il giovane mago ingollando lentamente un’intera pinta di Pozione Acchiappasogni

“E ricorda, Potter” aggiunse un’irritabile voce melliflua “il Viandante dei Sogni è l’unico che può controllare i propri sogni”

“Sì, signore” replicò nuovamente Harry

Si distese sul durissimo e scomodissimo letto che Piton aveva fatto apparire nella stanza del preside e si rannicchiò cullato dalla voce del Preside e dalla falsa e ossequiosa litania del professore di Pozioni.


Una lunga strada buia si dipanava rapida davanti ai suoi occhi… rapida… sempre più rapida!! La velocità era tale che ne vedeva a mala pena i contorni.

“Harry, tuo padre è solo preoccupato per te” lo redarguì una voce femminile.

Si voltò. Era Hermione. Il suo volto era tirato e visibilmente preoccupato. Riportò lo sguardo sulla strada.
“Forse avrebbe dovuto preoccuparsi per me quando glielo chiedevo, non ora. Ora non ho più bisogno di nessuno; me la cavo benissimo da solo”

“Davvero?”

“Cosa vorresti dire?” replicò irritato
Tutta quella rabbia… tutto quell’odio. Non aveva mai provato sensazioni così forti.

“Siamo su una strada buia e tu stai correndo come un pazzo... guarda" disse indicando la strada davanti a loro " non si distingue nemmeno quella maledetissima linea tratteggiata... sembra continua" ansimò nervosa "A quanto stiamo andando?” il suo tono era ritornato calmo ed il suo respiro regolare, ma nella sua voce c’era una crescente nota di terrore “E sono spaventata; Harry. E poi… sei ubriaco… di nuovo

“Io ti spavento?” la sua voce era lenta e carezzevole “Tesoro, almeno sono ancora capace di farti provare qualche emozione. Sei sempre così fredda con me!!!”

“Harry, non mi sembra il momento di discutere di queste faccende… ora!!! Sei ubriaco, lascia che guidi Io” supplicò la ragazza mentre si aggrappava tenacemente alla maniglia della portiera pregando che non accadesse niente.

Ubriaco?

“Hermione ha ragione. Potrei guidare Io” aggiunse una voce timorosa, proveniente dalle sue spalle.

Chi c’era in macchina? Lui conosceva quella voce?

Si voltò.
“GUARDA LA STRADA!!!” tuonò Hermione

Era… Neville!!

“Io non-sono -ubriaco e sto guardando la strada. E poi non andiamo tanto veloce… ” replicò calmo “E tu Neville dovresti solo ringraziarmi per esserti amico. Ti trascino alle feste come un cagnolino… tu sei un fallito e nessuno vuole esserti amico, nessuno tranne Io e Ron, ma lui fa solo quello che gli dico io… ”

Perché diceva quelle cose terribili a Neville?
Lui gli voleva bene!! Ma non riusciva a dominare l’ira che gli martellava dentro, sentiva solo desiderio di distruggere tutto ciò che di bello ancora c’era in Lui.
E poi... aveva la bocca impastata e la testa gli pulsava… forse Hermione aveva ragione, era troppo ubriaco!!

“Non ascoltarlo, Neville. E’ ubriaco e non è te che vuole ferire”

“NON SONO UBRIACO” urlò disperato schivando l’ennesima macchina

“Invece lo sei ed Io sono stanca di raccogliere i tuoi cocci. Harry, comportandoti così non ferisci solo tuo padre, ma tutti quelli che ti sono stati vicini in questi anni. Se continui così resterai solo... HARRY...RALLENTA" gridò Hermione disperata.

Il ragazzo era riuscito a schivare una macchina per il rotto della cuffia. Per qualche istante sembrò perdere il controllo della vettura, ma riprendendo nuovamente velocità, replicò:
“Te l’ho già detto, amore, Io-non-ho-bisogno-di-nessuno!! Nemmeno di te

Perché aveva detto quelle cose?
Lui non le pensava!
Lui amava Hermione!

“Io non ti amo più Hermione. Ci siamo divertiti, ma ora non mi diverto più. Io ho bisogno di una donna con cui scopare non di una madre… mi manca un padre non una madre!!!”

Come poteva trattare la donna che amava in quel modo?!
Si voltò per fissare il volto della donna che un tempo aveva amato e desiderato più di ogni altra cosa; della donna per cui aveva messo a repentaglio la sua amicizia con Ron; della donna a cui aveva donato il suo anello ed il suo cuore.

“Io non ti amo più da tanto tempo, Harry Potter” disse Lei fissando la strada.
Sentiva che non gli importava nulla… di nulla. Si sentiva vuoto e incapace di provare sentimenti, ma quelle parole, quella voce fredda gli stavano lacerando l’anima.
“Non è rimasto più nulla di quel ragazzino che amavamo tutti” aggiunse la ragazza fissandolo con un amaro sorriso.

 “L’occhio di Udjat ha ucciso quel ragazzino” sentenziò pensieroso, prima di chiudere gli occhi


Quando li riaprì si ritrovò al bivio tra le due strade bianche e polverose che si allontanavano dal Luz. Era stremato da tutto quel rancore. Era consapevole che Lui non avrebbe mai rivolto quelle parole a Hermione e a Neville. Lui amava Hermione e stimava Neville, erano suoi amici da sempre e non avrebbe mai fatto o detto nulla per ferirli. Ma era ancora pieno della rabbia che gli aveva vomitato addosso. Ora… però, quel incubo era finito.
Lui sapeva chi era!!!
Non poteva soffermarsi su quanto erano i ricordi dell’altro Harry, doveva andare avanti; doveva nuovamente parlare con Kalindra.
Aveva già percorso quella strada… imboccò quella sulla sinistra dove si stendeva una lunga strada bianca che serpeggiava attraverso immensi prati, chiusi ai lati da boschi di alte conifere. Larghe foglie dorate pendevano dalle secolari conifere poste ai lati del viale, foglie che riflettevano la luce argentea della luna. Sapeva che doveva avanzare, doveva trovare quella donna, doveva trovare le risposte e finalmente rivide… i due cancelli. Alzò lo sguardo ed innanzi alle due mastodontiche porte sedeva una donna dai lunghi capelli color indaco e dalle sinuose forme. Quella splendida figura femminile lo fissava con intensi occhi turchesi.
Sembrava stesse aspettando le sue parole; parole che Harry non riusciva a pronunciare. La sua mente sembrava vagare nel nulla, dinnanzi a tanta sensuale bellezza..

“Io posso esaudire ogni tuo desiderio, Viandante” disse la donna con voce voluttuosa.

“Qualsiasi desiderio?“ domandò Harry smanioso.
Tutto il suo essere era in piena tempesta ormonale.

La donna si avvicinò. Il suo profumo di rosa e gelsomino era inebriante.
“Qualsiasi” ripete la Ninfa avvinghiandosi al giovane mago.

Era così soffice.
La strinse a se, cosicchè i loro corpi potessero aderire completamente.

“Io so cosa desideri, Viandante” proseguì languidamente, appoggiando la sua bocca su quella dischiusa di Harry. Quelle labbra morbide e calde emanavano un odore che mai aveva sentito nel suo mondo. Non riusciva a resistere a tanta pulsione. Quella donna era come una sirena capace di attirare con la sua bellezza e il suo canto gli ignari marinai, portandoli ad un dolce naufragio. E anch’egli voleva naufragare nei suoi splendidi occhi colore del mare; la desiderava come mai aveva desiderato altra donna e ormai succube del suo potere, avvicinò il suo volto a quello di Lei. Accarezzò le sue labbra prima con un dito e infine la baciò.

E poi tutto divenne ineluttabile… le loro mani e le loro lingue andarono rapide alla scoperta di nuovi piaceri. Lei era perfetta: la sua pelle era vellutata e liscia come una succosa pesca ed emanava un intenso odore di vaniglia. I suoi setosi capelli, che ricadevano morbidi sui seni, profumavano di gelsomini. I suoi occhi risplendevano come stelle e le sue labbra erano rossi petali strappati ad una rosa. Era perfetta… l’opera di un Dio. I suoi sensi sembravano acuirsi minuto dopo minuto. Non solo sentiva il gemito del vento che accarezzava i loro corpi, ma poteva chiaramente percepire lo sfrigolio delle foglie che si sminuzzavano sotto il loro peso. E mentre si muoveva ritmicamente dentro di Lei desiderò di perdersi in quel mondo al confine tra sogno e realtà in cui quella donna regnava sovrana.

Nulla aveva più importanza … quei ricordi non suoi, Voldemort, la magia, suo padre… nulla aveva più importanza.

Poi quella voce…

“Non è rimasto più nulla di quel ragazzino che amavamo tutti”
Il sorriso amaro di Hermione.
Era forse nel suo destino dare dolore alla donna che amava?

“Perché ti sei fermato?” domandò la donna carezzando il volto sudato del ragazzo.

“Non posso… non è questa la ragione per cui sono qui”

“Ma è ciò che desideri”

“Desidero molte cose Kalindra” si distaccò dal corpo nudo della donna, ormai libero dal suo incanto, e si sedette serrando le gambe tra le braccia “Io amo Hermione e amo questo mondo”

“In questo modo Viandante hai scelto di percorrere la via” disse la giovane donna ancora distesa sull’erba.
La sua voce sembrava essere diventata fredda e distante. Quanta differenza rispetto a quella calda e seducente di pochi istanti prima.

“Quale via?” domandò il mago

“Quella per cui sei giunto qui. Avevi due scelte, Harry Potter. Conoscere i piaceri del mondo o accettare il peso delle sue sofferenze. Se ti fossi lasciato andare fino in fondo, se insieme avessimo raggiunto l’orgasmo della carne saresti ritornato a Lei ed al mondo che oggi ti appartiene, ma tu hai scelto di percorrere la via verso il castello di Oneiros. Egli ti rivelerà la verità che tanto desideri conoscere, ma che ti condurrà a scegliere fra la tua vita e la vita di molti altri”

“Non capisco cosa vuoi dire” protestò Harry confuso.

“Lo capirai!!” la giovane donna si alzò ed indicando la strada davanti a sé aggiunse “Viandante dei Sogni, percorri il lastricato d’argento che divide la via degli alberi. Alla fine di esso troverai un castello e nel Dedalo della Spada troverai il Signore di questo mondo. Egli ti rivelerà il tuo destino e ti chiederà di oltrepassare Keras od Elephas per ritornare nel tuo mondo”

“Pensavo che fosse sufficiente svegliarsi per ritornare alla mia realtà?”

“Tu sei un Viandante dei Sogni, Harry Potter. E’ questo il mondo che ti appartiene e questa la tua realtà ora”

“Quindi sono prigioniero di questo mondo?”

“I Viandanti dei Sogni possono attraversare Keras ed Elephas. Potresti farlo ora, i cancelli sono davanti a te… e se sei fortunato potresti ritornare nel mondo che ritieni tuo”

Harry la fissava basito e poi volgendo lo sguardo sui cancelli in un soffio di voce recitò:
“Attraverso il cancello di colore nero si accede a tutti i sogni veritieri e profetici, mentre attraverso il cancello di colore bianco si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori. Non dovrebbe essere così difficile scegliere la via”

“Se è ciò che ritieni giusto non sarò Io a fermare il tuo passo. Attraversa pure il cancello che desideri” ribatté la Maia accondiscendente “ma il mio consiglio è di incontrare il Dio, solo Lui può indicare la via giusta da percorrere. Oltre ad essere un Viandante e ad avere il potere di attraversare il mondo dei sogni tu sei anche un Pontifex; e solo i Pontifex, fin dalla notte dei tempi, possono fungere da tramite tra gli uomini e i loro Dei”

“Va bene, se questo è il consiglio della Maia; attraverserò il lastricato e giungerò da Oneiros“ replicò il giovane mago con glaciale distacco.

Raccolse gli abiti che erano sparsi sull’erba e quando alzò lo sguardo, Kalindra era scomparsa. Ora non aveva altra scelta che proseguire lungo la via argentea che gli aveva indicato la custode dei cancelli. Cominciò a seguire il sentiero, inoltrandosi in una specie di parco. Tutto sembrava immutabile. Sentiva un vento fresco accarezzargli la pelle, ma le cime degli alberi erano immoti e la brezza era muta ad orecchio umano. Giunse ad un sentiero. Siepi perfette ne segnavano i limiti esterni e dietro di essi grandi e secolari alberi si curvavano, assumendo la forma di un tetto ad arco tra foglie e rami. Nonostante la terra fosse ricoperta di foglie, il camminare lungo questo viale non produceva alcun rumore, gli sembrava di camminare ad un millimetro dalla superficie. L'aria era calda ed accogliente ed un senso di pace e serenità invase improvviso il suo cuore. Una dorata nebbiolina fluttuava leggera lungo il percorso alberato. Sentiva i sensi confondersi e la vista appannarsi. Aveva il corpo completamente intorpidito e le gambe erano diventate due pesanti tronchi… ma doveva andare avanti, non poteva fermarsi!
Aveva sonno… avrebbe voluto chiudere gli occhi e sdraiarsi, ma una voce nella sua mente gli ricordava continuamente di restare sveglio e di avanzare.
Quando ormai i suoi sensi erano appannati, i suoi occhi scorsero una luce dorata. Cercò di schiarirsi la vista in ogni modo e poi lo vide. Era proprio dinanzi a lui: un enorme e dorato castello e lui si trovava proprio davanti all’immenso portone d’ingresso.

Entrò.

Non c’era nessuno all’interno del maniero, ma sentiva voci, rumore di passi, tintinnare di piatti e di bicchieri, il rintocco di una pendola… ed, ancora,odore di cibo e profumo di persone. Dovevano esserci molte persone in quel posto, c’era un’intensa vita in quelle stanze, ma lui non riusciva a scorgere nessuno… solo alloggiamenti vuoti. Cominciò a salire scale, ad aprire porte ed armadi, ad attraversare sale e saloni finemente arredati. Provò ad inseguire quelle voci, ma ogni qual volta sentiva di averle raggiunte esse si allontanavano. In un’occasione gli era persino sembrato che qualcuno lo avesse sfiorato.

“Forse è un castello infestato da fantasmi?” pensò ad alta voce

Decise di continuare a cercare e di provare ad arrivare nella sala del trono… se il Dio dei Sogni era il sovrano di quel posto probabilmente lo avrebbe trovato seduto su un trono.
“Sempre che ci sia qualcuno in questo posto” aggiunse sfiduciato.

Era un vero labirinto. Quello doveva essere il Dedalo della Spada era lì che si trovava il Signore del mondo dei sogni… così gli aveva detto la Maia.
Dopo ore di cammino giunse in uno smisurato salone. La sala era rettangolare e alla fine di essa era disposto, su una pedana circolare, un enorme trono dorato in cui vi erano incastonate migliaia di pietre verdi.
Ma il trono era vuoto, proprio come la sala. Sentiva un intenso vociare e della musica come se si stesse svolgendo, proprio intorno a Lui, un’animata festa da ballo, eppure non vedeva alcun re e alcuna regina, ne tanto meno allegre dame e aitanti cavalieri, ma solo rumori immersi nel vuoto.

“DOVE SIETE TUTTI?” urlò disperato “DOVE MI TROVO?”

A quel grido seguì il silenzio. Non poteva vederli, ma a quanto pareva loro riuscivano a sentirlo proprio come Lui sentiva Loro.
“DOVE SIETE? CHI SIETE?”

Nuovamente il silenzio, anche se questa volta gli sembrava di udire il fruscio di voci che parlottavano tra loro.
Perché non rispondevano?
Si voltò intorno confuso.
Cosa doveva fare?
Un attimo… se potevano sentirlo forse anche Oneiros poteva sentirlo.
“ONEIROS” gridò supplichevole “SONO GIUNTO IN QUESTO POSTO PER POTERTI PARLARE. TI PREGO MOSTRATI”

Nulla. La sua preghiera sembrava essere inascoltata. Forse non doveva supplicare forse doveva sfidarlo.
“UN DIO POTENTE COME TE NON DOVREBBE NASCONDERSI”

Ancora nessuna risposta.
“MI TEMI COSI’ TANTO?!?”

Le divinità non temono gli uomini” replicò una voce nella sua testa.

“ALLORA PERCHE’ TI NASCONDI?”

Non sono Io a nascondermi, sei tu a farlo

“IO NON MI NASCONDO AFFATTO, SONO QUI AL CENTRO DELLA SALA. SENTO DELLE VOCI, MA NON RIESCO A VEDERVI”

Viviamo su due dimensioni diverse. I Viandanti dei Sogni possono passare da una dimensione all’altra; se riuscissi a farlo potresti vedere gli abitanti del castello. Ma credo che mi mostrerò a te senza che tu debba saltare nella nostra dimensione… “

Mentre nella sua testa giungevano le parole del Dio, innanzi a Lui si mostrò un ragazzo molto giovane, doveva avere dodici o tredici anni. Aveva capelli ed occhi neri come la notte, ma in essi luccicava la luce dei desideri. La sua pelle era bianca e liscia come l’alabastro e dietro le sue spalle si spiegavano candide ali… sembrava un angelo.

“… richiederebbe un tempo ed un potere che in questo momento non ti sono concessi”

Era dunque Lui il Dio che stava cercando… colui che gli avrebbe indicato la via?

“Chi sei?” domandò Harry incerto

Il ragazzo sorrise
“Dovrei essere Io a porti questa domanda giovane Pontifex”

Giovane? Ma se era più piccolo di Lui!!  

“Io sono Morfeo o Oneiros, se è così che preferisci. Sono il Signore del Sogno. Figlio di Ipno e della Notte”

“Ipno?”

“Sei al quanto ignorante per essere un Pontifex”

Ignorante? Quel moccioso gli aveva dato dell’ignorante? 

“Ipno è il Dio del sonno e il fratello gemello di Tànato, dio della morte. Ma non credo che tu abbia attraversato la via del Sogno solo per parlare della mia famiglia? Chi sei giovane Pontifex?”

“Tu sei un Dio… dovresti sapere chi sono e perché sono qui”

“Perché?” domandò il ragazzo con sguardo sincero.

“Forse perché solitamente un Dio sa tutto?” ribattè perplesso

“Perché dovrei sapere tutto di te? Non credi sia alquanto presuntuoso da parte tua ritenere una cosa del genere?”
Ma era davvero un Dio?

Il ragazzino gli voltò le spalle e si diresse verso la pedana dove era disposto il trono. Harry pensava che stesse per sedersi sul simbolo del suo potere invece si sedette sugli scalini ai piedi del soglio regale. E lo fissò in attesa di qualcosa…
“Io sono Harry Potter e sono un mago”

“So chi sei, Harry Potter e conosco il tuo potere”

Ma se aveva detto…
“Scusa non avevi detto che non mi conoscevi?” ribatte stizzito.

“Infatti non ti conosco, ma conosco il tuo nome ed i tuoi sogni”

Quel ragazzino era veramente irritante.

“Erano secoli che un Pontifex non arrivava al mio cospetto. Sei molto potente Harry Potter per essere giunto fin qui attraverso il sentiero dei sogni e per essere riuscito a superare la serva di Mamu”

“La serva di Mamu? Intendi Kalindra?”

Sorrise nuovamente, ma questa volta sembrava un sorriso lascivo che poco s’intonava sul suo viso angelico.

“Kalindra… quale intima confidenza! Comunque sei davvero ignorante Harry Potter. Forse dovrò spiegarti un po’ di cose, prima di proseguire in questa sempre più interessante conversazione. Questo è il mio regno giovane Potter, al confine tra sogno e realtà. Solo i Viandanti dei Sogni possono raggiungerlo. I Viandanti dei Sogni sono quei sognatori coscienti di sognare. Ogni volta che un sognatore diventa cosciente dell'esistenza dell'Anima e del fatto che lui esiste contemporaneamente come Dormiente nel Corpus e come Doppio Onirico nell'Anima, il Dio Elementale a lui più consono, durante una semplice cerimonia detta Cerimonia del Nome, che ha luogo nella caverna dell'Ouroboros, gli consegna un oggetto, simbolo di potere onirico, e un nome archetipico che spesso rispecchia il carattere del sognatore. Da quel momento in poi il sognatore diventa un Viandante a tutti gli effetti”

“Io non sono stato sottoposto ad alcuna cerimonia” obiettò Harry, stanco di ascoltare tante inutili parole “Non mi sembra di averti detto che potevi interrompermi!” replicò la divinità seccamente “Come ti ho detto tu hai immensi poteri”

Il ragazzino aprì la mano e sul suo palmo Harry notò che vi era poggiato un anello… un drago che si mordeva la coda, con una grossa pietra verde al posto degli occhi.

“Questo è l’anello di mia madre, quello che mi ha dato zia Petunia”

“Questo è l’oggetto che ti ha concesso di attraversare il confine”

“Ma Io non l’ho più. L’ho donato a Hermione”

“Il simbolo onirico serve solo per mostrare la via che conduce al confine. Una volta raggiunto, il Viandante non ne ha più bisogno. Inoltre, nel tuo caso non è stata necessaria alcuna cerimonia perché il tuo potere trascende questo mondo”

“Ok… ho il potere di entrare nel tuo mondo e a cosa mi serve? Non certo a sconfiggere Voldemort”

“Sottovaluti questo mondo giovane Pontifex. In ogni modo,i Viandanti dei Sogni non solo attraversano il confine, ma hanno altre interessanti capacità: sono in grado di entrare nei sogni degli altri umani e alcuni hanno poteri precognitivi. Ma tu sei anche un Pontifex, e cioè hai l’onore di parlare con me”

“Quale onore!!” sbuffò Harry deluso

“Per il momento ignorerò il tuo sarcasmo… sono un Dio molto generoso. Mi pare che stessimo parlando di Mamu. Mamu è la dea babilonese dei sogni. Quella stupida contrasta i miei disegni per puro divertimento. Sono millenni, ormai, che Mamu non calca più questa mia terra, ma come sua rappresentante ha lasciato la Maia, una ragazza proveniente dal mondo della Veglia. Non credo che dovrò parlarti di Lei, scommetto che hai avuto modo di conoscerla molto intimamente. Si sente così sola da quando il mio servo, il Primo Guardiano, non è più al suo fianco. Come saprai sto cercando un valido sostituto”

“Lei mi ha detto che il Primo Guardiano non può essere scelto tra i Pontifex”

“Effettivamente sarebbe uno spreco utilizzare tanto potere come trastullo sessuale di una Ninfa, ma nel tuo caso potrei fare uno strappo alla regola”

Essere il giocattolo sessuale della Ninfa e il leccapiedi di quel moccioso arrogante sono proprio i miei sogni inconfessati" pensò fra sé , disgustato da quell'indegna ed insolente proposta, e poi replicò “No grazie. Non mi interessa”

“Peccato, mentre ti rotolavi con lei sul viale accanto alle porte sacre non sembravi tanto poco interessato”

Se non si toglieva quel risolino dalla faccia lo avrebbe preso a pugni.
“Non erano scene per ragazzini” lo schernì Harry

“Non lasciarti ingannare dal mio aspetto… Io sono qui da prima dell’avvento dell’uomo. E comunque, Potter, Io non ho mai lasciato una donna senza donarle il piacere che cercava”

“Pensavo che tu fossi in grado di aiutarmi, che potessi dare risposta alle mie domande, però alla luce di ciò che ho visto credo che il mio viaggio sia stato del tutto inutile. Kalindra dice che tu sei l’unico che possa indicarmi la via per ritornare nel mio mondo. Quindi perché non mi dici come fare?”

Sorrideva ancora… ma dietro quel sorriso c’era qualcosa di strano.
“Solo Io posso indicarti la via per tornare al tuo mondo? Non è così difficile: attraverso il cancello di colore nero si accede a tutti i sogni veritieri e profetici, mentre attraverso il cancello di colore bianco si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori” aveva pronunciato quelle parole come un bambino, un bambino dispettoso che recita una poesia di Natale.

“Se non c’era alcun inganno in quelle parole, perché la Maia aveva voluto che giungesse da Oneiros… da un Dio inutile e arrogante?” pensò confuso

“Semplicemente perché Lei è molto più intelligente di te!!”

“Puoi leggere nel pensiero?” domandò perplesso

Umani…” replicò sarcastico “le divinità non leggono nel pensiero, sono i vostri pensieri che arrivano alle nostre orecchie”

“Quindi mi hai preso in giro fino ad ora?”

“Mi piace sollazzarmi con voi piccoli esseri umani… siete così semplici”

“Allora cosa ne diresti di dirmi cosa sta succedendo?”

“Nulla… in questo mondo non succede mai nulla di interessante”

“Non nel tuo mondo idiota, ma nel mio”

“Rivolgersi così ad un Dio… posso essere molto vendicativo se voglio” il suo volto aveva assunto un poco rassicurante cipiglio.

Forse non era una grande idea schernire così un Dio, anche se aveva le fattezze di un ragazzino.
“Mi scusi sua divinità," cominciò con tono vagamente beffardo "ma ho fatto un lungo viaggio per avere delle risposte e credo che tu possa essere l’unico a darmele”

“Ora va molto meglio, giovane Pontifex. Poni la tua domanda”

Questo era veramente troppo… erano ore che formulava sempre la stessa domanda…
Ma è un Dio ritardato? Sarà per questo che non è cresciuto” pensò seccato e divertito dallo stesso tempo

“Non sono ritardato Potter, solo che ho già risposto alla tua domanda di prima: non sta succedendo assolutamente nulla né in questo, né in altri mondi”

“Allora perché faccio quegli strani sogni? Perché riesco a vedere ciò che accade nell’altra realtà? Come mai sono entrato in contatto con la realtà alternativa di un altro Harry?”

“Belle parole, ma assolutamente impossibili. I viandanti non possono attraversare differenti realtà, ma solo entrare nei sogni di altri sognatori”

“Forse sono riuscito ad entrare nel sogno di un sognatore appartenente ad un’altra realtà”

“Impossibile Potter. In effetti esistono realtà alternative come dici, ma solo un Dio può attraversarle e nonostante i tuoi immensi poteri di Pontifex non sei ancora diventato un Dio”

“Quindi?”

“Lo hai detto… sono solo sogni

Harry lo fissava ed in quel momento un dubbio balenò rapido nella sua mente, ma prima ancora di riuscire a formularlo…

“Esattamente” confermò Oneiros raggiante “Ecco perché Lei non ti ha lasciato attraversare i cancelli”

“Perché il sogno potrebbe essere sia questo mondo che l’altro” disse con voce tremante.

“Ti ripeto... ache se odio ripetermi... sei un Pontifex molto potente”

“Tu sai qual è la verità?” domandò Harry in uno stato catatonico.

“Anche tu la conosci… quindi va e attraversa il cancello che desideri”


Promettimi solo che se ti sentirai smarrito, se avrai dei dubbi non ti lascerai guidare dall’istinto, ma cercherai la vera via
Ma quale era la vera via?
Lui chi era veramente?




NdA: spero che tanta attesa sia valsa la pena. Anche questa volta ho cambiato titolo all'ultimo momento... il prossimo si intitolerà "la via"... e vedremo quale strada Harry deciderà di imboccare per ritornare nel suo mondo!!!
Ci approssimiamo alla fine della storia... spero di riuscire a svilupparla e a concluderla in tre capitoli... e spero che il finale possa essere di vostro gradimento. Infondo la parte più bella dei libri è spesso il finale...

Per ora vi lascio con la promessa di postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti.
Tanti bacini
Lella80

EFP
  
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