Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: pikychan    27/08/2014    0 recensioni
Questa fanfiction comincia da Lucinda.
Ora ha tredici anni e anche quest'anno parteciperà al Gran Festival.
Poco prima della finale però conoscerà una ragazza che sembra conoscere Ash. Questa decide di ripartire per trovarlo.
Preoccupata per le sorti della ragazza ne parla con la sua amica Zoey.
...
"...Non ti piacerebbe rivedere Ash?"
...
Le consiglia di ripartire con questa ragazza, ma Lucinda è confusa.
Che cosa farà alla fine?
{Pearlshipping and Elettricshpping}
[AshxLucinda and CamillaxLem]
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Lucinda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alla ricerca di Ash

 

Il Gran Festival era giunto al termine.

La finale era stata una lotta molto dura. Alla fine dei cinque minuti tutti e due gli sfidanti erano risultati in parità. Avevano dovuto concedergli un altro minuto. In tutta la storia delle Gare Pokèmon non era mai successo, il pubblico e i giurati erano rimasti senza fiato. Alla fine per pochi millimetri la vittoria era andata a una ragazza dai capelli blu e gli occhi azzurri. Quando lo annunciarono rimase a bocca completamente spalancata e occhi sgranati. Le sembrava di vivere in un sogno. Si aspettava che la sveglia suonasse all'improvviso, quasi assordendola.

Invece non fu così...

«...e i vincitori di quest'anno del Gran Festival sono Lucinda e Piplup!»

Sullo schermo erano apparsi lei e il suo inseparabile primo Pokèmon. Voleva pizzicarsi. Ma non ci riusciva, era paralizzata, non riusciva a muoversi. Il Pokèmon pinguino allora le saltò in braccio e con aria felice cominciò ad esultare. Non ci volle molto perchè anche la ragazza sorridesse soddisfatta. Il ragazzo che si era battuto con lei le si avvicinò, si strinsero la mano e le disse che era stata davvero brava. Lucinda lo ringraziò e gli disse che anche lui era stato bravo. «Se il tempo non fosse finito è molto probabile che mi avresti battuta». Gli disse proprio così, sempre sorridendo.

Una volta al centro Pokèmon la chiamò sua madre. Si congratulò anche lei, l'avrebbe abbracciata se fosse stata lì.

La figlia non diede più freno alle sue lacrime, la sua gioia era troppa. Finalmente ce l'aveva fatta. Il sogno di tutta una vita. Supercoordinatrice...

«Smettila subito di piangere!»

Olga la rimproverò e lei da figlia ubbidiente quale era smise subito. Non era la prima volta che sua madre usava quella frase. Tre anni prima quando Lucinda aveva perso alla sua prima gara a Giubilopoli aveva pianto una volta chiamata la madre. Questa volta le cose però erano diverse, era riuscita a vincere. Ormai era una Supercoordinatrice. Aveva raggiunto il suo obbiettivo. La sua più grande ambizione...

 

Lucinda era appoggiata con le braccia al corrimano della nave. Se avesse voluto avrebbe potuto osservare il cielo. Azzurro limpido. Senza neanche una nuvola. Avrebbe dovuto solo alzare lo sguardo. Invece, sembrava preferire la vista del mare che si agitava con i movimenti della nave. Aveva un'espressione seria e pensierosa. Aveva talmente tanti pensieri per la testa che neanche lei sapeva più quali erano.

Sentì dei passi alle sue spalle, ma non si voltò. Rimase immobile. Sapeva benissimo di chi si trattava.

“Lucinda eccoti! Mi hai piantata proprio in asso, eh?”

Camilla. E chi altri? L'aveva promesso a Zoey. Se avesse vinto avrebbe accompagnato sua cugina nel suo folle viaggio alla ricerca di Ash.

Anche se non la vedeva ricordava perfettamente come era vestita. Short azzurri molto corti, t-shirt gialla che lasciava intravedere un poco la pancia, con tre stelle sulla stessa linea, marcate solo da un contorno arancione, una felpa azzurra e una visiera arancio con il bordino rosso e una strana scritta in inglese bianca.

Lucinda non disse niente. Continuò a guardare l'acqua come se niente fosse.

Camilla le si avvicinò appoggiandosi alla stessa ringhiera. Il suo sguardo si fece più mogio. Come se fosse preoccupata.

“Lucinda, cosa ti prende? Come mai fai così?”

“Ah, no! Non ti preoccupare non ho niente! Non c'è nulla di cui preoccuparsi! Nullaaaa...!” disse raddrizzandosi e cominciando ad agitarsi.

“Sei strana... oh beh! Non importa! In che città credi che sarà Ash a quest'ora?” domandò tornando sorridente.

“Aspetta a far certe domande, non sappiamo neanche se è in questa regione” le ricorda l'ormai amica.

“Era solo per parlare, ho il vago presentimento di aver fatto centro... a te Ash piace?”

“Però...! Salti da uno Starly a un Bidoof...!” emise Lucinda presa alla sprovvista dalla domanda decisamente troppo diretta. Non l'aveva neanche recepita tanto bene.

“Allora Lucinda? Ti piace? Ti piace? Dimmi la verità!” incalzò con decisamente troppo entusiasmo.

La ragazza blu indietreggiò con le mani incollate al corrimano per non rischiar di cadere in mare o forse lo usò solo come appoggio per non rischiare che le gambe cedeserò, dal momento che stava cominciando un po' a tremare.

“Dipende cosa intendi per ti piace... se intendi per carattere... simpatia...” cominciò a farfugliare con il solo scopo di disperdere le sorti del discorso. La sua espressione era sorridente, ma non di quei sorrisi caldi e solari, tutt'altro, era un sorriso forzato e nervoso. Di chi non sa che pesci pigliare.

A quel punto Camilla non riuscì più a darsi un contegno. La sua bocca si arricciò in un sorriso e dopo pochi secondi iniziò a ridere senza freni.

“Eh?” emise stupita, non capiva perchè all'improvviso la ragazza di fronte a lei si fosse messa a ridere così su due piedi.

“Lucinda, sei proprio buffa, si vede che non mi conosci, tutti sanno che quando faccio una domanda non faccio mai troppo sul serio”

“Sarei buffa?” non era per niente contenta di quel termine e forse si sentiva anche un po' presa in giro.

“Non fare quella faccia, essere buffa non è un male, vuol dire che sei molto simpatica!”

“Davvero?”

“E io, Lucinda, ti sto simpatica?! Tu mi stai simpaticissima!”

“C-che domanda diretta...!” anche questa volta era riuscita a spiazzarla, forse quella ragazza era anche un po' troppo sfacciata.

“...Ho capito... non ti sono simpatica, dal tronde le persone invadenti come me non piacciono molto alla gente...” cambiò totalmente espressione e si voltò abbassando il capo.

“Ma no, ecco io...!” cercò di spiegarsi agitata.

La ragazza mora si rivoltò con un sorrisone stampato in faccia.

“Ci sei cascata, eh, Lucinda?”

“Oh, ma insomma! Comincio ad averne abbastanza dei tuoi sbalzi d'umore!” il tono della ragazza si fece più duro, era evidente la sua irritazione. Le sarebbe passata. Non si arrabbiava mai a tempo prolungato.

I signori passeggeri sono pregati di scendere, siamo arrivati a destinazione”

 

Le due erano scese dalla nave e ora si trovavano in un piccolo paesino verdeggiante. Le case erano pochissime, forse quanto le persone per strada. Non sapevano neanche dove si trovavano. Dovevano trovare Ash certo, ma dove lo avrebbero cercato? E se non si fosse nemmeno trovato in quella regione? Partire così era stato da incoscienti, avrebbe dovuto rifiutarsi.

Kalos. Era il nome della regione dove si trovavano. Camilla era quasi sicura che Ash fosse lì. Tuttavia Lucinda non ci credeva tanto, quando aveva detto a sua madre che partiva e per quale motivo lei non aveva fatto una piega. Aveva solo sorriso.

«Sapevo che un giorno sarebbe successo»

Le aveva detto così. L'aveva fatta restare di sasso. Tuttavia non era sicura di aver capito bene le parole della madre. Pensava che si riferisse al fatto che i figli prima o poi si staccano dai propri genitori per vivere nuove avventure, ma era già partita in passato e una volta anche per una regione lontana...

“Dove ci troviamo?” chiese Lucinda dopo essersi guardata in torno per un po'.

“Aspetta, fammi controllare...” l'altra iniziò ad aprire una cartina. Era decisamente grande. Non riusciva neanche a tenerla in mano per metà. E non aveva finito.

La blu allora con aria stranita tornò a guardarsi un po' intorno nella speranza di avvistare qualche cartello.

“Ah, siamo a Borgo Bozzolo” sentenziò alla fine soddisfatta.

“Borgo Bozzeto...” corresse Lucinda stranita ancora di più.

“E ora dove si va?”

“Hai tu la mappa, no?”

“Ah, già! Questa!” lo disse con entusiasmo alzandola al cielo. Non la teneva stretta saldamente perchè un colpo di vento se la portò via. Lei se ne accorse subito e la rincorse chiamandola come un Furfru ignorando i richiami dell'altra ragazza.

Il tempo stava cambiando. Dal cielo cadevano piccole, microscopiche, gocce d'acqua. In cielo stava per cominciare a piangere. Proprio come aveva fatto Lucinda il giorno prima, ma a differenza delle sue lacrime calde quelle sarebbero state fredde. E il vento non sarebbe stato tiepido e paonazzo come le sue guance, ma freddo e scuro.

“Ci mancava solo la pioggia!” corse via come un fulmine sperando di ripararsi.

 

Dopo poco tornò Camilla. Era bagnata dalla testa ai piedi.

“Non l'ho trovata, mi dispiace...” disse mortificata. Era piegata in due per il freddo ed aveva un'espressione tristissima.

“Camilla! Vieni sotto la tettoia sei bagnata fradicia!” la tirò a se senza alcuna premura, ma era solo perchè era veramente e sinceramente preoccupata.

La ragazza si tolse la cuffia e la mise sulla testa della ragazza con un'azione secca ma decisa “Tieni! Mettiti la mia cuffia!” poi fu la volta della sciarpa “E anche la mia sciarpa!” gliela mise attorno al collo senza esitare.

“Lucinda...!” l'amica aveva gli occhi languidi. Come se dovesse scoppiare a piangere dalla commozione.

“Ah, no...! Scusa non volevo essere così scortese!” le stava sistemando la sciarpa rosa, ma si fermò e tolse le mani quando vide l'amica mora. Aveva frainteso e ora pensava che fosse stato il suo comportamento troppo apprensivo a far quasi scoppiare a piangere Camilla.

“No, Lucinda, è che nessuno si è mai preoccupato così tanto per me...!”

“Va bene, va bene, calmati, non c'è nulla di cui preoccuparsi, proprio nulla...!” cercò di calmarla. Le sorrise e le mostrò i palmi delle mani. Forse era anche piuttosto imbarazzata.

Ormai la pioggia stava diminuendo. Il cielo si stava rischiarendo. Una donna dai capelli corti e mori si avvicinò a loro.

“Ragazze, ma cosa ci fate qui sotto? Dovreste tornare a casa con questo tempo”

La donna era chiaramente preoccupata per le due. Avrà avuto poco più di trent'anni. I suoi occhi erano azzurri, erano quasi dello stesso colore del cielo in quel momento.

“Ah, no ecco vede, noi non veniamo da qui, io vengo da Duefoglie a Sinnoh e lei da Pallet nella regione di Kanto” rispose con un sorriso un po' imbarazzato. Non era il massimo da dire. Chi sa cos'avrebbe pensato. Due ragazze provenienti da due regioni lontane tra loro e a loro volta anche dalla stessa Kalos. Se almeno fossero state tutte e due di Sinnoh... però magari avrebbe pensato che fossero amiche di penna.

“Capisco, siete in viaggio... e il vostro viaggio vi ha portate lontane da casa, eh?”

Camilla sgranò gli occhi mentre l'altra fece l'ennesimo sorriso imbarazzato.

“Sì esatto...” mentì. Non era esattamente la verità ma era troppo complicato da spiegare, quindi andava bene così.

“Allora venite a casa mia, almeno finché non finisce di piovere”

Lucinda però non sapeva se fidarsi. Negli ultimi tre anni era diventata un po' troppo diffidente, lo riconosceva, ma non credeva fosse un male.

“Lei è una signora gentilissima!” esclamò Camilla sorridendo.

“Sì, grazie, è gentile...” emise l'altra. Non era ancora convinta totalmente.

 

Una volta che furono a casa della signora la ragazza mora si buttò sul divano con aria euforica gridando qualcosa come Yuppi! o Urrà!

La casa era abbastanza modesta. Un camino, un televisore... le scale che portavano a un piano superiore. La ragazza blu era quasi convinta che quelle scale portassero alla camera di qualcuno. Un figlio o magari una figlia. Questo pensiero a essere sinceri un po' la terrorizzava. L'idea che potesse scendere qualcuno da un momento all'altro non le piaceva per niente.

Sta di fatto che Lucinda non ne voleva sapere di avanzare, anche solo di poco, dalla porta. Come se volesse scappare da un momento all'altro. Malediva quella pioggia che sembrava volersi fare beffa di lei. Era arrivata da poco più di una mezz'ora e odiava già Kalos. Dal profondo del cuore.

“Entra pure, non stare sulla porta”

“Ah, mi scusi...” disse presa alla sprovvista avanzando di poco.

“Scusarti? Non ce n'è bisogno, non hai fatto niente” le sorrise mentre andò ai fornelli della piccola cucina.

Alla vista di quel sorriso lo sguardo di Lucinda si rilassò completamente. Era lo sguardo di una donna che aveva cresciuto dei figli e che sapeva come trattarli. Con durezza quando serviva ma anche con dolcezza. Una persona del genere non poteva essere cattiva.

“Volete che vi prepari qualcosa?”

“Non si disturbi” intimò la ragazza blu.

“Si mangia!” sbucò dal divano l'altra. L'amica la guardo come a volerla fulminare.

La signora preparò della frittata con i funghi e la divise tra le due ragazze.

“Allora buon appetito!” esclamò la mora con in mano coltello e forchetta. Dopo di che si fiondò sulla frittata.

“La tua amica ha appetito, tu non mangi?” chiese invece a Lucinda che non aveva neanche accennato a mangiare.

“Non ho molta fame, la ringrazio”

“Capisco... ah, ora che ci penso non vi ho ancora chiesto come vi chiamate” sgranò gli occhi portandosi un dito sul mento.

“Io mi chiamo Lucinda”

“Igno ignvece sogno Camilgnla!” rispose l'altra a bocca piena.

“Uhm... Lucinda e Camilla, siete proprio due ragazze carine e poi avete dei bellissimi nomi”

“La ringrazio!” dissero insieme, anche se Camilla dato che era ancora a bocca piena in realtà disse qualcosa come Lgna ringnrazio!

“E sua figlia invece come si chiama? Anche lei è molto carina!” chiese una volta mandato giù il boccone. Mostrò una foto di una ragazza, che sembrava avere la loro età, con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri come il cielo quando è al massimo della sua chiarezza.

“Dove hai trovato quella foto?!” si all'armò l'amica sconcertata e stupita. Però non fece troppe domande perchè anche a lei interessava sapere il nome.

“Si chiama Serena, ve la farei conoscere, ma ora non è qui, è partita pochi giorni fa”

“Quindi anche lei è un'aspirante allenatrice?” osservò la ragazza dagli occhi blu.

“Non proprio, in realtà credo che sia partita solo per incontrare un ragazzo” si portò una mano sulla guancia, parlare di una cosa del genere non era esattamente il suo sogno.

Lucinda sgranò gli occhi e restò come paralizzata. Partire per un ragazzo? Quale ragazzo meritava di venire inseguito per tutta la regione?

“La capiamo bene, vero Lucinda?” Camilla, sempre sorridente, prese per le spalle l'amica blu che realizzò all'istante di non essere nelle condizioni di criticare nessuno. Anche lei stava rincorrendo, anche se alla cieca, un ragazzo. Certo, per motivazioni diverse di quelle di questa Serena, ma in pratica lo stava facendo.

“La ringraziamo di tutto, ma adesso è meglio che andiamo” Lucinda si alzò prima che la donna potesse dire qualcosa.

La signora disse che non dovevano ringraziarla. Lo aveva fatto con piacere. Disse loro che le avrebbe accompagnate alla porta.

Mentre lei le guidava le due ragazze erano più indietro.

“Pst! Lucinda...?!” le sussurrò Camilla.

“Che cosa c'è?” le chiese lei altrettanto piano.

“Mi spieghi come mai c'era una foto di Ash da piccolo in mezzo alle fessure del divano?” mostrò la foto che aveva recuperato.

“Questo è Ash?”

“Certo che è lui, lo conosco fin da piccola ricordi? Lo so riconoscere”

In un attimo il viso di Lucinda divenne pallidissimo. Ecco quello strano senso di terrore che aveva provato fin dall'inizio. Svelato. Si fermò di botto, senza pre avviso tanto che anche la sua amica si fermò guardandola confusa.

La donna che camminava davanti a loro si fermò percependo di non essere seguita. Si voltò.

“Va tutto bene?”

La ragazza blu era ancora pallidissima, tremava un po' e i suoi occhi guardavano basso.

“Lucinda stai bene? Sei pallida forse ti sta venendo la febbre”

“S-sto bene... d-dovrei solo usare il bagno...”

“Oh, è al piano di sopra”

Il piano di sopra... no, ne aveva abbastanza, voleva solo uscire da quella casa, trovare Ash e portarlo a Sinnoh con se. Là sarebbe stata tranquilla. È soprattutto lontano da Kalos.

“Se vuoi ti posso accompagnare”

“N-no, ci posso andare da sola...”

“L'accompagno io, non vorrei cadesse dalle scale con questa carnagione rassicurante” l'amica invece sembrava perfino divertita dalla cosa.

Salirono le scale. Si ritrovarono davanti a una porta decorata con dei cuoricini rosa.

“Allora? Guarda che l'ho capito sai? Vuoi arrivare alla camera di Serena per scoprire che cosa c'è sotto”

“S-sei fuori strada! Io voglio andarmene, non sapevo che il bagno fosse di sopra! In quale casa il bagno è di sopra!? Qui a Kalos niente a senso!”

Camilla ride, l'amica era proprio esplosa.

“Sempre più divertente!”

“Smettila, non è divertente!”

Aveva il terrore di aprire quella porta. Cosa ci avrebbe trovato? Cosa? Il solo pensiero la spaventava. Era curiosa sì, ma al tempo stesso troppo terrorizzata. Decise di mettere da parte i suoi timori. Di metterli da parte uno per uno. Mise la mano sulla maniglia, ma cominciò a tremare senza alcun risultato. Allora la mora decise di darle un'aiutino. Posò la mano su quella della ragazza e spinse in giù la maniglia.

A questo punto la porta si aprì quasi da sola. La stanza era nella norma. Forse troppo rosa persino per Lucinda che lo adorava. Le stava venendo una caria. Sentiva caldo alla guancia destra. Ma tutto sommato le piaceva lo stile di Serena. Era molto carino.

“D'accordo, l'abbiamo vista ora andiamo” disse con aria orgogliosa. Era felice di non aver trovato nulla di particolarmente strano. Anche se aveva piuttosto fretta di andar via. Per paura di trovare qualcosa che le avrebbe fatto cambiare idea. Si voltò per andarsene, ma Camilla la trattene.

“Eh no, non siamo neanche entrate!” la trascinò all'interno.

“M-ma non possiamo! È maleducazione entrare nella camera di altri senza autorizzazione!” cercava di fare resistenza. Di mantenere i piedi inchiodati a terra. Era tutto inutile. Camilla non desisteva, non la ascoltava neanche.

La sua voce gridava non possiamo, il suo cuore gridava non voglio.

A un certo punto l'amica mora smise di tirare sgranando gli occhi e fermandosi ad ammirare una parete. Il suo sguardo era come scioccato. Lucinda che stava tirando dalla parte opposta quando Camilla mollò la presa si ritrovò per terra.

“Ahi! Ma che ti è preso?” la ragazza spuntò massaggiandosi la testa, ma quando vide il muro la sua espressione si fece come quella dell'amica.

Ecco. Ora ne aveva la conferma. La sua paura più grande dell'ultima mezz'ora.

Sul prezzo di muro vi erano un sacco di foto di Ash sistemate a cuore. Il cuore era enorme, ripieno anch'esso di fotografie. Ma dove se le era procurate? Era normale una cosa del genere?

La ragazza blu aveva capito subito che non poteva essere semplice amore, era una cosa scioccante. Se appendi al muro le foto del tuo idolo ha senso, ma in genere le foto della persona amata le tieni in un quadretto. Su un comodino. E ce ne tieni una. La sua più bella. Magari con te e lui insieme... non che lei ne fosse esperta!

Diventò di nuovo pallida e non ebbe il coraggio di rialzarsi in piedi.

“Non è giusto! Perchè non c'ho pensato io!?” si lamentò la mora. Commento completamente fuori luogo.

“Guarda che non è una cosa sana!” la rimproverò l'altra tornando per un attimo alla realtà.

Stolker. In genere è questo il nome. Come quelle ragazze degli anime, soprattutto, horror che le fanno venire i brividi solo a pensarci. Avrebbe dovuto trovare Ash solo per assicurarsi che stesse bene. Di solito gli stolker non fanno mai del male alla persona che amano ma alle persone che gli vogliono bene. In questo senso era sollevata. Aspetta...! Sollevata un corno era terrorizzata! Super terrorizzata! Iper terrorizzata!

Chiuse gli occhi e simulò un mancamento, sperava fosse solo un brutto sogno.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: pikychan