Maybe
I can feel you all
around
in the silence I hear
the sound
of your footsteps on the
ground
and my heart slows down
(Invisible, JB)
E’ il dieci gennaio e l’anno nuovo è
appena iniziato eppure, a sentire Chris, sembra passata una vita. Cam e Sam litigano come una vecchia coppia sposata da
alcune settimane, Marcus l’ha trascinata altre due volte al Mary’s
Hospital per la clown terapia, ha dato due esami ed ha visto Nick almeno
quattro volte da quando hanno deciso di essere amici – sono stati due volte al
Jolly insieme a Linda e Joe, una mattina lui le ha
dato un passaggio all’università e un pomeriggio lei ha aiutato Frankie con gli
esercizi di francese -. Anche Linda
sempre un po’ più felice, le piace che gli abbia dato finalmente un’opportunità.
Lei ultimamente ha un’espressione triste, è stranamente silenziosa e una sera Chris
l’ha sentita piangere nel bagno vicino alla sua stanza.
“Che vuoi?” le ha detto quando è uscita
di li, poco dopo.
Chris si è guardata intorno e ha alzato
le spalle. “Volevo sapere se ti andava di guardare un film”.
“Adesso no” l’ha liquidata Linda e lei ha
annuito. Le ha lasciato un bacio proprio dove il mascara era più colato e l’ha
stretta qualche secondo in più e lei deve aver capito perché una mezzora dopo è
salita su in soffitta, ha aperto piano la porta e si è infilata nel letto
affianco a sua sorella. Con gli occhi fissi sul pc, Chris le ha passato un
braccio attorno alle spalle e Linda si è stretta un po’ di più a lei.
“Lin, che hai?”
“E’ da una vita che non dormiamo più
insieme”
“Vediamo un horror?”
“Assolutamente no! Da’ qua”, si è messa
seduta e ha cercato qualcosa con Clooney, perché insomma. Chris l’ha osservata
e ha sorriso impercettibilmente al buio.
E’ il dieci dicembre, quindi, e l’anno
nuovo è appena cominciato. Chris porta fuori la spazzatura sotto il pallido
sole del primo pomeriggio, mentre una musica leggera, un melodia triste,
riempie l’aria. Una voce dolce, familiare, l’accompagna, ma è troppo bella e
troppo vicina per essere in radio o in tv. Chris attraversa e si sporge nella
direzione di quella canzone e Nick continua a suonare con gli occhi chiusi e le
labbra che si aprono appena per sussurrare qualcosa. Allora si fa più vicina e
più rapita - perché non se l’aspettava mica -, tanto da non rendersi conto che
Nick si è accorto di lei.
“Gli autografi dopo” le dice, poi
appoggia la chitarra di lato e alza lo sguardo su di lei, sorridendo piano.
“Scusa, non volevo disturbati. Ho sentito
qualcuno cantare e, di solito qui non canta nessuno perciò… è una bella
canzone” dice, in evidente difficoltà.
“Grazie”, il suo sorriso è un po’ una
smorfia ora.
“Non mi sapevo che suonassi”.
Lui si stringe nelle spalle, “ultimamente
non lo so più”.
Chris tentenna, poi decide di fare qualche
passo verso di lui, tanto ormai l’ha vista. “Cosa?”
“Cosa so fare e cosa no. Come se, tutto
quello che ho fatto fin ora avesse perso il suo valore e fossi in un vicolo
cieco. E’ difficile abituarsi ai muri quando vivi in libertà”, disegna un
cerchio immaginario per aria, con la punta delle dita e poi batte le mani sulle
ginocchia.
Chris annuisce, pensierosa. Poi “allora
te lo dico io”, allarga le braccia e la mani, con i palmi verso il cielo.
“Cosa?”
“Che non sei poi cosi male!”
Lui sorride e scuote la testa, i riccioli
castani rimbalzano ovunque emanando un odore di shampoo alle mandorle.
“Perché suoni qui fuori, comunque? Non
hai freddo?” e di riflesso Nick si stringe nella felpa pesante che ha addosso.
“Un po’, ma Joe
ha detto, testuali parole, strimpella ancora in questa stanza e vedi che fine
fa quella chitarra, in sala da pranzo i miei stanno lavorando…” alza le spalle
e sospira, sconsolato.
Il fatto è che Nick, a Chris, fa uno
strano effetto e prima che se ne renda conto gli sta già dicendo: “posso
mostrarti un posto in cui suonare in pace” e poi si morde le labbra.
“Davvero?” Nick si illumina.
Annuisce, “insomma, adesso farà ancora
freddo però quando il gelo sarà finito è perfetto” dice, sorridendo, mentre ci
pensa.
“Oh, devi proprio mostrarmelo, allora”.
Chris sposta il peso da un piede
all’altro.
“domani!” “domani?”, dicono in sincrono.
Nick sorride e Chris stringe i pugni tanto forte che le fanno male le dita.
Annuisce ancora, indietreggiando.
“Devo andare, adesso”
“Certo, ciao Chris” le dice lui, la voce
terribilmente morbida che risuona nel vialetto.
Qualcuno ha detto che la notte porta
consiglio. Chris si guarda allo specchio e viste le occhiaie direbbe che porta
rogne, altro che consiglio. La voce di Nick le ha tenuto compagnia nel buio di
camera sua e anche il con cuscino premuto sulla testa, era sempre li. Quella
canzone, lei ne ha sentito solo una strofa, ma mentre si spazzola i capelli e
lava i denti non fa che ripetersi random. Il problema è che lei non vuole
sentirsi cosi, non con Nicholas, non la vuole sentire quella cosa. Però ora
sono amici, no? Insomma, hanno deciso cosi, giusto? Stare con Nick non la salverà
da quella cosa, anzi, la porterà dritta nell’occhio del ciclone. Ma ha capito
che non si può conoscere Nick e tenerlo distante. Lui è uno che ti entra
sottopelle quando non te ne accorgi, non puoi decidere di metterlo da parte
perché lui c’è sempre. E’ maledettamente in tutte le cose. E poi forse potrebbe…
insomma, Linda l’ha fatto. Linda si è innamorata. Poi ha sofferto tanto, se lo
ricorda, è stato un periodo orribile. Eppure lei non ha smesso di sorridere e
guardarsi intorno. Nemmeno Cam, maledizione, Cam piange al telefono per l’ultimo che l’ha mollata e
salta su il mese dopo raggiante per un altro bacio. Insomma, è stupido quello
che ha fatto, perché comunque, aveva ragione Marcus, lei stava scappando da
Nick. Sta scappando da lui dal primo giorno in cui l’hai visto. Perché è
proprio allora che ha capito che lui è diverso, lui è esattamente cio che stava cercando, precisamente ciò che vorrebbe ma
che non può permettersi di perdere. Perché lei è un pugno chiuso, ma vuoto, e a
nessuno piace fare niente per niente. Sputa l’acqua nel lavandino e si asciuga
la bocca, da un’ultima occhiata allo specchio e sorride mesta al suo riflesso.
“Allora, sai cavalcare?” gli domanda,
entrando nella stalla.
Lui scuote la testa per negare e riccioli
bruni gli rimbalzano sul viso. “Non ho mai imparato”.
“Strano per uno del Texas” lo prende in
giro, in memoria di una vecchia conversazione.
“Puoi sempre insegnarmelo tu” risponde
lui con lo stesso tono.
“E’ quello che ho intenzione di fare,
adesso” gli sorride maliziosa e gli presenta Hale, il
suo cavallo marrone. Lo sella e gli spiega come montare su, mostrandoglielo.
Nick prende posto dietro di lei, non senza difficoltà, con le gambe che si
toccano e il suo torace a sfiorarle la schiena.
“Tieni le redini, cosi” gli mostra, lui
mette le mani accanto alle sue e ne imita la posizione, allungandosi
inevitabilmente verso di lei. E’ cosi vicino che la ragazza ne avverte il
respiro caldo sul collo, lasciato scoperto dalla treccia lunga che le pende
sulla spalla destra. I suoi occhi blu – non azzurri, proprio blu – scrutano rapidamente
il volto di Nick che incrocia il suo sguardo. “E adesso?”.
Lei sorride e da un scossone al cavallo. “Adesso si va”.
Nick è il primo a scendere. Allunga una
mano verso Christina, che scavalca con le gambe lunghe fasciate dai jeans
chiari il dorso del cavallo, la afferra e si cala giù. Assicura Hale al solito tronco e fa strada. Una stradina grigia e
polverosa attraversa il prato sotto gli alberi alti e conduce al laghetto. Nick
lo osserva estasiato. Un piccolo bacino azzurro riflette il colore del cielo e
di qualche nuvola bianca, uno specchio tra l’erba rada d’inverno. Su una riva
del lago sono sistemati alcuni massi tondeggianti e scuri, su cui Chris si
arrampica per poi sedersi. Allunga le gambe e chiude gli occhi, rivolgendosi al
sole. E a Nick. “Allora?”
Nick la affianca e si guarda ancora un po’
attorno. “E’ perfetta”.
“Non azzardarti a soffiarmi il posto,
Jonas”.
“Oh, no, pensavo che potremmo
condividerlo. Che ne dici se io prendo questa riva e tu l’altra?”, indicando la
sponda opposta occupata da un solitario tronco caduto. Chris ride e gli rifila
una gomitata giocosa. “Assolutamente no!”
“Ci ho provato” afferma lui, sconsolato. Poi
si volta a guardarla, “cosa fai quando vieni qui?”
“Leggo, studio” fa una smorfia “ma la
maggior parte delle volte mi distraggo” - Nick sorride – “d’estate io e Rose
facciamo il bagno”.
Lui annuisce. “Che ne dici di qualche
lezione di chitarra?”
Lei lo osserva, stupita. “Non puoi dire
sul serio. Sono terribile, davvero. L’artista della famiglia è Rose”.
“Ma io l’ho chiesto a te” ribatte lui. “Ho
un sacco di tempo e a quanto pare saremmo costretti a dividere la stessa sponda”,
continua sbuffando teatralmente.
“Dovrai armarti di tanta pazienza” lo
avverte.
“Si può fare”, le tende la mano per
concludere l’accordo. Chris sbuffa e scuote la testa, “e tu imparerai a
cavalcare” ribatte, stringendola.
No, non
sono morta!! Sono appena tornata dall’Olanda e sono un po’ di fretta perché
domani parto per il mare per un weekend e niente, non potevo più aspettare per
pubblicare questo capitolo e passare ai successivi dove finalmente succede
qualcosa di concreto e qualche nodo viene al pettine.
Come
sempre, mi farebbe piacere conoscere le vostre opinioni, quindi… se volete io
sono qua. Cioè non ci sono materialmente, ma voi scrivete che io rispondo il
prima possibile.
Un abbraccio e buone vacanze a chi ancora ne
ha!