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Autore: Beatlesvoice    27/08/2014    4 recensioni
"Diventeremo più grandi di Elvis!" disse John con tono entusiastico.
Paul scoppiò in una grossa risata.
"John, ti stai comportando proprio come fanno i sognatori"
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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George li portò al bancone, dove Stu e Pete stavano parlando con un ragazzo mai visto prima.
Era alto, molto più alto dei due ragazzi ed era vestito con giacca e pantaloni di pelle.
Aveva capelli biondissimi e occhi di un azzurro simile al ghiaccio.
Stava bevendo un bicchiere di gin tenendo il gomito appoggiato al bancone.
Quando arrivarono da lui George li presentò "Eccoci. Loro sono John e Paul, i leader del nostro gruppo"
Si strinsero la mano e il ragazzo si presentò. 
"Piacere, sono Hans Bhöm."
Aveva un forte accento tedesco.
"Hans è qui a Liverpool per una vacanza, lui viene da Amburgo!" Disse Pete guardando Paul e John con gli occhi spalancati dall'eccitazione.
"Infatti è proprio di questo che stavamo parlando. I vostri amici mi hanno chiesto qualcosa di Amburgo, città perfetta per le band esordienti come voi" 
"E con questo?" Chiese John con fare altezzoso, come suo solito.
“E con questo" rispose Stuart lanciando una sguardo gelido all'amico "questo gentile ragazzo ci ha invitato a passare del tempo ad Amburgo e nei suoi locali, a suonare ovviamente."
 "Se accettiamo abbiamo alloggio e lavoro assicurati" aggiunse Pete cercando di convincere John.
"Sarebbe molto utile per voi, e anche molto divertente" disse il ragazzo strizzando l'occhio a Paul.
Pete, Stu e George avevano un'espressione di eccitazione stampata sui loro volti.
"Cosa ne sai tu di cosa può essere divertente per noi?" chiese John.
Hans si avvicinó al ragazzo, con uno sguardo fiero e malizioso 
"Non dirmi che non ti diverte avere sesso e rock 'n' roll...?"
Mandò giù l'ultimo sorso di gin e se ne andò via, attirando a se gli sguardi dei  cinque ragazzi.
Stuart lanciò a John uno sguardo fulminante.
"Cristo santo John! Perché fai sempre così? Perché devi sempre rovinare tutto con la tua aria da stronzo altezzoso? Era una grande opportunità per noi che ora tu probabilmente ci hai fatto perdere!"
Questa volta Stu aveva ragione e anche gli altri lo appoggiarono.
John guardò Paul, il suo parere sull'argomento era l'unico che contava per il ragazzo.
Paul lo guardò e storse la bocca e John capì che anche Paul era d'accordo con gli altri, riuscivano a comunicare semplicemente guardandosi loro due.
Allora John, sbuffando e alzando gli occhi al cielo, si diresse verso Hans, che stava uscendo dal locale, e lo fermò.
"Ehm... Scusami per prima. È un po' il mio carattere, sai... Ma in realtà sono, siamo molto interessati alla cosa."
Hans lo guardò qualche secondo, prese una sigaretta dal suo pacchetto e l'accese portandola velocemente alla bocca. "Bene, allora facciamo così. Tu e i tuoi amici potete venire dove alloggio ora. Così almeno ne possiamo parlare tranquillamente. Chiamali e andiamo."
John annuì e andò a chiamare i ragazzi che senza farsi pregare lo seguirono.
Uscirono tutti dal locale e seguirono Hans che si dirigeva verso il centro della città.
~~
Entrarono nella stanza in cui alloggiava il ragazzo dopo che lui accese la luce.
Non era male, era una piccola stanzetta dipinta di cremisi con un letto matrimoniale al centro e due poltrone agli angoli.
"Sedetevi pure ragazzi"
Si sistemarono sulle poltrone e sul letto, mentre John rimase in piedi appoggiandosi al lato della piccola finestra che dava su una piccola vietta del centro di Liverpool.
Quando tutti si furono accomodati Hans iniziò a esporre i dati più importanti.
" Allora, vi ho sentiti suonare di recente. Siete davvero bravi ragazzi, sareste perfetti per l'Indra, uno dei più famosi locali di Amburgo. La paga è molto buona, e vi permetterebbe di vivere piuttosto discretamente".
"Quant'è?" Chiese John.
"Ehm, precisamente ora non lo so... Ma non vi preoccupate, l'alloggio vi sarà fornito dal club. Avete qualcosa da dire o da chiedere?"
John e Paul si guardavano, sembrava tutto chiaro. Di sicuro sarebbe stata una bella esperienza e una buona occasione per il gruppo.
Nessuno disse niente. 
"Cosa ne dite?" Chiese Hans cercando di incalzare i ragazzi.
I cinque si scambiarono sguardi di consenso, anche se in alcuni occhi si celava un velo di dubbio.
"io ci sto" disse John, "Anche io" aggiunse Paul, seguito da Pete e Stuart, non si sentì però la risposta di George, che era intento a mangiare un pacchetto di noccioline.
"George?" Paul cercó di richiamare l'attenzione del più piccolo "hm..si si va bene".
"Verremo in questi giorni a confermare, la ringraziamo" disse galantemente Paul 
"Grazie a voi" rispose Hans, sempre con un velo di malizia nel tono di voce.
~~
I ragazzi uscirono dall'hotel, ormai era davvero tardi. Si diedero appuntamento per l'indomani e si separarono. John e Paul ovviamente tornarono a casa insieme.
Tutto attorno a loro c'era un gran silenzio, si sentiva solo il rumore dei tacchetti dei loro stivali che battevano sull'asfalto  rovinato della stradina che stavano percorrendo.
Nonostante la meravigliosa serata, qualcosa turbava ancora la mente di Paul: cosa aveva John quella mattina?
"John, posso chiederti una cosa?" Finalmente si ruppe quell'insolito silenzio tra loro due.
"Certo Paul, dimmi pure"
"Sai John, questa mattina ti ho visto particolarmente turbato. Ho cercato di capire cosa avessi, ma questa volta non ci sono riuscito. E visto che non ne avevi ancora parlato con me beh... Ho pensato che potesse essere qualcosa di grave"
I due si guardarono a lungo; nonostante non potesse vedere bene il viso di Paul a causa della scarsa illuminazione, John sapeva perfettamente che espressione aveva. I suoi occhi grandi color nocciola avevano preso quella piega che Paul gli faceva assumere solo quando qualcosa lo preoccupava veramente. 
"Oh... Paul non ti preoccupare, non è niente. Non mi è successo nulla di grave, stai tranquillo."
Il più piccolo storse la bocca, non ancora del tutto convinto.
"E allora se non è niente di grave perché non me ne parli?"
John non sapeva più cosa rispondere; di certo non poteva continuare così, ma nemmeno rivelare il vero motivo che lo turbava in modo così evidente. 
"Non te ne parlo perché è una cosa di davvero poca importanza Paul, davvero."
John ci aveva provato, ma il più piccolo non si arrese.
"John lo voglio sapere. Lo devo sapere! Sono o non sono il tuo migliore amico?"
John non vide altra soluzione all'infuori del dire la verità a Paul, ma doveva trovare le parole giuste.
"Vedi Paul... Ehm ecco io... Io credo di essere interessato a qualcuno."
"E questa la chiami cosa da poco? E perché dovresti nascondermi una cosa così?"
"Beh... Perché è un sentimento particolare... Un sentimento che può sembrare sbagliato, ma per me è il più giusto che esista"
Ormai si era spinto troppo il la, non poteva tornare indietro.
Si avvicinò al più piccolo, lo guardò dritto negli occhi e si fermò. 
Un brivido percorse la schiena di Paul è un'idea gli balenò nella mente. Forse quello strano sentimento era per lui. Forse John stava per dichiararsi. Forse finalmente quel momento soggetto di tanti suoi sogni stava per arrivare. Forse...
"Paul, ora non prendermi per pazzo, non prendermi per malato o per depravato o qualsiasi cosa. Ti conosco ormai da anni e da subito ho capito che tra noi c'era qualcosa di grande, di molto grande. Non ho subito saputo come definirla, questa cosa tra noi, ma ora lo so. Paul io..."
John non terminò la frase, non ce n'era bisogno, i suoi occhi comunicarono tutto a Paul.
Il più piccolo gli prese la mano, sempre guardandolo dritto negli occhi. Lo attirò  a se portandolo tanto vicino al suo volto da poter sentire il suo respiro sulla pelle. Dopo qualche attimo di incertezza le labbra di John si incontrarono con quelle di Paul, creando un bacio pieno d'amore e di significato.
Quando si staccarono si guardarono per qualche secondo, poi un sorriso pieno di dolcezza comparve sui volti di entrambi. 
Continuarono la loro passeggiata verso casa mano nella mano, in silenzio. 
Nulla avrebbe potuto rovinare un momento così perfetto. 
Quando arrivarono a casa di John si salutarono con un altro piccolo e veloce bacio. 
Quella notte andarono a dormire entrambi con il sorriso sulle labbra e un peso in meno sul cuore








Nota dell'autrice: 
salve a tutti!
Allora, quante cose in questo capitolo! L'incontro con Hans, la proposta di andare ad Amburgo, il bacio mclennon... Spero vi sia piaciuto! 
Come sempre ringrazio nowheregirl62 per la collaborazione.
Il prossimo appuntamento sarà sabato con il capitolo 5 
Un bacio. 
Beatlesvoice 
  
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