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Autore: egypta    20/09/2008    2 recensioni
[...]Improvvisamente però, senza alcun preavviso, la mia vita ebbe una svolta che neanche nei miei sogni più rosei avrei potuto immaginare: venni a conoscenza di un segreto celato all’umanità da millenni, venni a contatto con un mondo del tutto diverso da quello che avevo visto finora, e tutto questo, solo perché conobbi quelle persone, anzi creature che tutto il mondo teme tanto: i vampiri....
Ed è proprio tra costoro che conobbi lui, e mene innamorai, anche se sapevo che era lo sbaglio più grande che potessi mai fare in vita mia...
Spoiler Breaking Dawn!!!
Okay, questa è la mia prima fanfiction su Twilight... La storia è narrata da un nuovo personaggio, nonché personaggio principale della Fic, Daphne. Avverto che c’è spoiler di Breakin Dawn... Infatti qui Bella ed Edward hanno due figli,la femmina (che gia si conosce e che non dico il nome), ed un altro, un ragazzo, che poi scoprirete chi è più in la... Bhe, mi pare di aver detto tutto, quindi vi lascio alla storia, spero vi piaccia e di ricevere tanti commenti... Coomentateeeeeeeee^-^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Eilà gente^^
Come va?? A me tutto bene... Però se Ottobre nn arriva in fretta me impazzisce U.U
Non vedo l'ora che esca BD e anche MS così la sera mi rigusterò di nuovo l'amore di eddi e Bella>\\<
Bhe, per la storia ringrazio le mie recensitrici, questo capitolo do dedico a tutte voi, sia quelle dell' Edward And Bella italian forum, sia a quelle di EFP, Thaaaaaaaaaaanks^-^
Uhuh sono riuscita a fare l'immagine per il capitolo... Me felice^_^ Ma bando alle ciance... RecensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeexD






Capitolo quattro: Renesme Cullen




Con passo svelto arrivai all’entrata della scuola, e aperte le porte entrai.
Mi diressi verso quella che doveva essere la segreteria, mi affacciai verso il balcone e vidi tre scrivanie, con cui in una dei quali, era seduta una donna minuta, biondiccia con spessi occhiali tondi e una maglietta verde. Leggeva un libro molto spesso, sembrava parecchio presa dalla lettura.
Visto che non accennava a notarmi, cercai di regolare la voce e parlare:
<< Mi scusi >>, dissi timidamente.
Lei sembrò ridestarsi dalla lettura, poi alzando il capo verso di me, mi sorrise.
<< Posso esserti utile? >>, mi chiese, gentilmente.
<< Sono Daphne Spers >>, la informai, vidi i suoi occhi illuminarsi per un secondo.
<< Certo >>, disse. Con le mani rovistò in una pila di documenti e alla fine ne tirò fuori uno. << Qui c’è il tuo orario, e anche la pianta della scuola >>, mise i fogli sopra il balcone e meli fece vedere. Mi indicò sulla pianta le aule delle varie lezioni, e il percorso più veloce per arrivarci, poi mi diede un modulo da fare firmare ad ognuno dei miei professori e da riportare in segreteria a fine giornata.
Mi sorrise e mi augurò di trovarmi bene, qui a Forks, qui in questo mare di muffa verde.
Io gli sorrisi di rimando, poi mi incamminai verso le porte d’ingresso, ma mi bloccai subito.
Saranno ancora la fuori?
Sbirciai al di fuori attraverso i vetri trasparenti delle porte, ma non riuscì a vederli per colpa degli alunni che poco a poco arrivavano e riempivano ogni spazio vuoto del parcheggio.
Cercai di calmare il mio cuore impazzito e con un lungo e profondo sospiro, mi avventurai in cerca della mia macchina. Ma la cosa che cercavo di visualizzare maggiormente, erano loro.
Ma abbandonai subito l’idea.
Camminavo, o meglio correvo, con passi lunghi e veloci, senza distogliere lo sguardo dai miei piedi, pregando con tutta me stessa di non inciampare in qualche buca e spiaccicarmi per terra sull’asfalto bagnato.
L’aria fresca e umida mi accarezzava il viso e faceva svolazzare i miei capelli sopra le spalle, facendomeli sbattere contro la schiena.
Arrivai al mio Maggiolone tutta tremante; e non era di certo per il freddo.
Quello era l’ultimo dei miei problemi.
Cercai le chiavi nelle tasche del cappotto e quando le trovai, mi fiondai velocemente in macchina e accesi il condizionatore a tutto spiano.
Dopo un po’, riuscii a calmare me e il mio cuore impazzito, e, alla meglio, riuscì anche a riscaldarmi.
Consapevole di non poter rimanere tutto il giorno dentro la mia cara macchina, feci per la milionesima volta un altro sospiro, e preso zaino e piantina, uscì dall’confortevole abitacolo rimpiangendo l’aria calda del mio Maggiolone.
Mi guardai intorno e mi accorsi che piano piano il parcheggio andava riempiendosi.
Diedi un occhiata all’orologio che portavo al polso sinistro: le 7:50.
Mancavano ancora dieci minuti all’inizio delle lezioni.
Poi, voltai lo sguardo alla mia destra: loro non erano più soli.
Insieme a quei due ragazzi di prima, ora c’erano altre sei persone, altrettanto bellissime.
Erano tre ragazze e tre ragazzi: il primo dei ragazzi era grosso, muscoloso, con capelli neri e ricci.
Il secondo era più alto e magro, ma anch’egli muscoloso, la chioma dei capelli era leonina, biondo miele.
Il terzo sembrava meno robusto degli altri, con i capelli rossicci e spettinati. Teneva un braccio intorno alla vita di una delle tre ragazze.
Lei era magra e più bassa dei ragazzi, e castana.
Tra le altre due ragazze una era bassina, sembrava un folletto, con capelli neri corti e arruffati. L’altra era alta bionda e bellissima, sembrava una modella, ma anche il fascino degli altri non era da meno.
Erano tutti diversi, apparte che i due ragazzi di prima assomigliavano molto al ragazzo rossiccio e alla ragazza castana.
Avevano solo una cosa in comune: tutti e otto erano molto pallidi. La loro pelle sembrava marmorea, e sotto gli occhi, chi più chi meno, avevano delle occhiaie violacee. Ma rimanevano pursempre bellissimi.
Non mi sentivo niente in loro confronto. Ero solo una ragazzina, normalissima, che aveva avuto la possibilità di incontrare quegli angeli, di incontrare lui: quel angelo dagli occhi verdi.
Sospirai sconsolata.
Nel frattempo, loro stavano parlando. Il rossiccio e quello grosso, ridevano come matti e si davano dei finti pugni selle spalle. Le ragazze li guardavano e scuotevano sconsolate la testa.
Anche lui ora rideva, e anche di gusto, guardando quella scena.
Sorridendo gli si illuminava il viso, era davvero bellissimo.
Lentamente voltò la testa verso di me, incatenando i suoi occhi con i miei, sorridendomi leggermente.
Io restituì il sorriso come meglio potevo. Ero ancora troppo imbambolata per poter avere il controllo completo del mio corpo.
Poi lo divi distogliere lo sguardo da me, per andare a posarlo da un'altra parte, precisamente accanto a me. Il suo sorriso si spense, lasciando posto ad un espressione seria e molto, moltissimo profonda. Era come si stesse concentrando in qualcosa.
<< Ciao >>, disse una voce alla mia sinistra.
Mi voltai presa alla sprovvista e di scatto verso il mio interlocutore: era un ragazzo alto, abbastanza magro e smilzo con i capelli biondicci tutti spettinati.
<< Ciao >>, risposi io non con senza imbarazzo. Il primo ragazzo che mi rivolgeva la parola da quando ero lì.
<< Tu devi essere la nuova arrivata giusto? >>, oh ma bene, le voci girano in fretta a quanto pare...
<< Be’, si. Mi chiamo Daphne, Daphne Spers >>
<< Piacere di conoscerti Daphne, io sono Jerry Newton . Magari ci rincontreremo durante le lezioni... Piuttosto: dove sei diretta ora? >>. Sembrava anche fin troppo interessato per i miei gusti.
Guardai i fogli che mi erano stati dati: alla prima ora avevo Educazione Civica.
<< Ehm.. Educazione Civica, edificio 6 >>, esordì, cercando di non essere impacciata.
I suoi occhi si illuminarono: << Be’, che coincidenza, anche io sto andando proprio li... Vieni con me, così ti accompagno >>, più che una richiesta sembrava un ordine, però decisi di approfittarne, per cercare di non perdermi nei corridoi della scuola di quella piccola città.
<< Okay grazie mille >>, gli sorrisi per ringraziarlo.
Poco dopo entrammo dentro. Lanciai un ultimo sguardo al gruppetto di quei ragazzi tanto belli come angeli. Anche loro erano in cammino per arrivare alle rispettive classi.
Notai che lui non mi staccava gli occhi di dosso.
La sua espressione era illeggibile, quasi si sforzasse a fare qualcosa... Non riuscivo a capirlo.
Prima di entrare in classe, vidi con la coda dell’occhio la ragazza coi lunghi capelli ramati dire qualcosa a quel ragazzo dagli occhi verdi: c’era qualcosa che la preoccupava. La vidi voltarsi verso di me e fare un passo dalla mia parte, ma fu richiamata da quello coi capelli rossi, quindi si voltò e andò verso di lui. Io mi affrettai a entrare in classe, seguita da Jerry, quindi non vidi il finale.
Entrata, tutti volsero la loro attenzione verso di me, cosa che a me mandava in iperventilazione... Non avevo mai sopportato l’idea di essere al centro dell’attenzione.
Jerry si sedette infondo alla classe, vicino ad una ragazza con lunghi capelli mossi e neri, e un paio di bellissimi occhi blu, che poi mi si presenterà come Rachelle Ameley. Era molto simpatica, sembrava una brava ragazza.
Io invece mi andai a sedere nell’unico banco vuoto, proprio accanto a quello di Jerry e Rachelle.
Non sapevo se era occupato, quindi era solo provvisorio.
Ma visto che non arrivava nessuno decisi di sistemarmi meglio. Così, con un grosso sospirone, appoggiai lo zaino a terra, e fu proprio in quel momento che sentì la sedia accanto a me spostarsi, voltai immediatamente lo sguardo alla mia destra ela persona che mi presentò, era l’ultima che avrei immaginato di incontrare: la ragazza dagli occhi verdi e dai capelli ramati che prima era uscita dalla Porsche insieme a lui.
Ora che la guardavo bene, i suoi occhi non erano proprio verdi: era un verde mischiato con l’ocra, però rimanevano sempre bellissimi.
<< Ciao >>, mi sorrise. La sua voce era melodiosa, davvero bellissima, degna di un angelo... Non ci credevo che si stesse rivolgendo proprio a me!
<< Ciao >>, risposi io timida. Mi metteva in soggezione il suo sguardo.
Poi mi ricordai del banco: << Oh, scusami se mi sono seduta al tuo posto ma- >>, non riuscì a finire la frase che lei stava gia parlando, intendendo quello che volevo dire: << No, non ti preoccupare. Puoi rimanere qui intanto io sono sola non ho nessuno come compagno di banco >>, mi sorrise. Parlò ad una velocità che quasi non la capivo.
<< Oh, grazie >>, le sorrisi anche io di rimando.
<< Comunque, io mi chiamo Daphne Spers, mi sono trasferita qui da poco >>, tanto per attaccare discorso andava bene tutto. Avevo il bisogno di parlare con lei.
<< Piacere di conoscerti Daphne, io sono Renesme Cullen, ma puoi chiamarmi anche Nessie, come vuoi >>. Un nome strano, molto strano il suo... Mi chiedevo però dove avevo gia sentito quel cognome, Cullen... Poi mi ricordai: << Per caso sei imparentata con il Dottor Cullen, il medico dell’ospedale di Forks? >>.
Lei rise. << Be’ si, lui è mio padre >>. Cercò di soffocare una risata, il modo in cui aveva detto “ Mio padre” era strano, quasi ironico.
Poi l’arrivo del professore fece riordinare la classe e io e Renesme ci voltammo verso il professore, smettendo di parlare.
Mi ricordai del modulo da firmare. Frugai tra i fogli che mi erano stati dati, e preso quello che mi interessava, andai dal professore che dopo essermi presentata a lui e firmato il modulo, non si preoccupò nemmeno di annunciarmi alla classe.
Saremo andati molto ma molto d’accordo io e lui.
Mi restituì il foglio e io ritornai al mio posto sotto gli sguardi curiosi dei miei compagni. Ora ero molto a disagio.
Così, anche la prima ora finì, e io mi apprestai a riordinare le mie cose per la lezione successiva, ma una voce mi chiamò: << Dove vai ora? >>. Io mi girai verso la mia compagna e dopo aver scrutato per bene l’orario delle lezioni, gli dissi: << Mmh, Storia >>, annunciai contenta. Quella era una delle materie in cui andavo meglio, e anche la mia preferita.
La sua risposta mi spiazzò in pieno: << Uh uh, allora conoscerai anche il mio fratellino! >>, era visibilmente emozionata, sul suo volto venne fuori un sorriso che partiva da tempia a tempia.
Io invece ero letteralmente immobilizzata: chi di quei ragazzi era suo fratello? Forse era l’angelo dagli occhi verdi?
<< Ehm, scusa chi è tuo fratello? >>, chiesi io timorosa, avevo paura della sua risposta.
<< Eheh. È quel ragazzo biondo con gli occhi verdi che stamani hai visto uscire dalla Porsche insieme a me! >>. Oddio.
Nel momento la risposta più geniale che mi venne fu: << Ah >>.
<< Eddai! Non fare quella faccia! È un tipo a posto, ti piacerà, vedrai! >>.
Oh – Mio – Dio! Calma, calma respira... Respira, piano, sorridi, rirespira calma...Okay, ci sono...No, no che non ci sono! Okay, è tutto sotto controllo...Respira, piano, così, brava Daph... Continua a respirare... Continua.., queste erano le uniche cose che la mia mente ripeteva, senza sosta.
Il solo pensiero di rivederlo faceva nascere in me nuove sensazioni che mai prima d’ora avevo provato. Dei piccoli brividi mi attraversarono la schiena, rimbombando in tutto il corpo, mi si gelò il sangue nelle vene e tremai impercettibilmente.
<< Coraggio. Andiamo! >>, disse la mia nuova amica tutta eccitata.
Feci in tempo a salutare Jerry e Rachelle che gia mi aveva presa per mano e mi aveva trascinata fuori dall’aula trainandomi dietro di lei come un sacco di patate.
Arrivammo davanti ad una porta, aperta, vedevo il professore che riordinava dei fogli sulla cattedra e intanto i ragazzi viaggiavano avanti e indietro per l’aula aspettando il richiamo del prof per ricomporsi e andare seduti.
<< Be’, ora ti lascio. Questa è l’aula di storia... Divertiti >>, mi fece un sorriso a trentadue denti e sparì a passo di danza verso la sua classe.
Io feci un respiro profondo e entrai.
  
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