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Autore: yizu    28/08/2014    0 recensioni
Non avevo mai sofferto per amore. A scuola avevo voti ragionevoli. Di amici ne avevo abbastanza, e anche se mi tradivano io rimanevo impassibile. Mia madre è presente poco e niente, ma non do peso a questo. Non avevo mai pianto. Non avevo mai avuto fobie. Non mi ero mai ammalata. Eppure, papà mi lasciò a mamma, scappando dalla realtà e senza rendersi conto che io, semplice bambina, quel giorno, smisi di avere emozioni negative
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dopo le mie 5 ore, tra cui quella di arte con Debrah, me ne tornai a casa insieme ad Armin, invitato da mia madre il giorno prima a pranzo. << Ancora non ci credo che tu l' abbia convinta a darti il suo numero di telefono e a farla venire a casa tua sabato sera >> disse toccandosi la fronte come se controllasse di avere la febbre. << L' ho fatto invece, ed è solo l' inizio. >> Gli feci l' occhiolino mentre lui sorrideva guardando il marciapiede. << Dimmi di più su questo Castiel. >> dissi guardando in lontananza la mia casa. << Fa il quarto anno, come me, diciamo che è uno che fa incantare facilmente, ma non voglio che tu abbia a che fare con lui... Finiresti per metterti nei guai anche solo parlandoci. >> disse serio, posando una mano su una delle tasche del suo zaino estraendone la PSP. << Qual è il problema se lo faccio? >> << Tu non sei così crudele da far male a qualcuno, tanto meno da prendere in giro tanta gente. E Castiel ti spezzerebbe il cuore alla fine... e poi non è questa la Elena che conosco. >> << Tutti abbiamo una parte buia. >> << Ma è come se tu non l' avessi mai avuta, e vederti in questo stato di cattiveria pura è strano. >> disse cercando di avvicinarsi, io non opposi resistenza. << So che sto sbagliando, ma voglio solo aiutarti... per favore, lasciami fare. >> dissi con occhi da cucciola. << Ti odio stronza >> disse riferendosi ai miei occhi da cucciola che ogni volta riuscivano a persuaderlo. << Anche io ti voglio bene >> dissi abbracciandolo, mentre lui ricambiava dolcemente. Erano passate due ore ormai che Armin continuava a giocare alla PSP, mentre io me ne stavo allungata sul suo stomaco a giocare con il telefono. Quando mi accorsi dell' ennesimo scatto d' ira di Armin sghignazzai. << Rinunciaci >> dissi togliendo il videogioco dalle sue mani per poi giocare anche con quello. << Posso riuscirci, lo giuro. >> disse come un bambino che cercava di convincere la mamma che avrebbe subito iniziato a fare i compiti, nonostante ci fosse Dragon Ball in tv. << Hai mai parlato con Debrah? >> me ne uscii dopo che anche il gioco aveva iniziato a scocciarmi. << No, diciamo che l' ho conosciuta attraverso Castiel. Ma quando ho detto a Castiel di essermene innamorato, nonostante non la conoscessi, ho litigato con lui. >> disse buttando il cellulare sul letto. Lo guardai sconcertata. << Tu e Castiel eravate amici? >> << Sì, perchè? >> disse attratto dal giochino che avevo appena perso per guardarlo. << Se le cose stanno così, è tutto più semplice. >> dissi ammiccando, mentre lui fingeva di non aver sentito perchè non gli teneva di farmi ulteriori domande. << Ehi Deb! >> dissi aprendo la porta ad appunto Debrah. La settimana era volata, e il weekend si era presentato come al solito piovoso. Quindi cosa c'era di meglio che stare con una miss perfettina, a vedere film deprimenti, e mangiare schifezze che ti fanno ingrassare mille chili al minuto? Nulla, infatti. << Ciao El. >> Mi sorrise lei leggermente. In quella settimana ci eravamo sentite poco e niente poichè entrambe impegnate con la scuola, ma comunque molti parlavano di lei a scuola e mi ero fatta una mezza idea sul suo carattere. La feci entrare mentre mamma la accoglieva con la tipica sceneggiatura di una madre quando incontra una nuova amica di sua figlia. << Mamma, noi andiamo in camera mia >> dissi strattonando per un braccio Debrah che in modo perplesso non obiettò e mi seguì. Quando entrammo le mostrai la mia stanza, e 10 minuti dopo eravamo già pronte con i pacchetti di haribo e patatine giganti. Al contrario di quanto pensavo, aveva portato " un weekend da bamboccioni ". Ovvero il miglior film comico che avessi mai visto. Aveva buoni gusti la ragazza. A metà film controllai l' orologio, mentre le battute di Adam Sendler facevano morire dalle risate Debrah. Proprio come programmato, 5 minuti dopo sentimmo bussare alla porta della mia stanza, e feci cenno alla mora di aprire al posto mio. << Ehi! >> disse notando il "piccolo" casino fatto da noi, per poi concentrarsi sugli occhi di Debrah che lo scrutavano curiosi. << Armin, che ci fai qui? >> domandai bloccando il film e raggiungendolo maliziosa. Tutto andava liscio come l' olio. << Ero venuto a riportarti la tua giacca, l' hai dimenticata in classe. >> disse fingendo indifferenza nei confronti di Debrah, e porgendomi la giacca che avevo lasciato a lui apposta. << Debrah, lui è Armin. Armin, lei è Debrah >> dissi notando l' imbarazzo di quest' ultima. Armin si avvicinò a lei sicuro porgendole la mano che lei strinse nervosa. << Non mordo, tranquilla >> Risero leggermente entrambi, mentre io guardavo addolcita la situazione. << Io vado allora, è stato un piacere conoscerti Debrah, ci vediamo domani El. >> Se ne andò con gli occhi che gli brillavano mentre io cercavo di trattenere le risate salutandolo. Quando il film finì ci misimo a parlare un pò di tutto, finchè non toccammo l' argomento ragazzi, come da me sperato. << Allora moretta, passiamo alle domande serie. Come stai messa in amore? >> Risi, mentre lei arrossiva dall' imbarazzo. << Sono fidanzata da poco con un ragazzo che si chiama Castiel, non so se lo conosci. >> disse con il nervoso addosso. << Ne ho sentito parlare. >> ammiccai. << Tu invece? >> Sospirai leggermente, per rendere più drammatico ciò che volevo dire. << Mi piace Armin da 4 anni. Ma lui è il mio migliore amico e non prova nulla per me, se non amicizia. >> dissi fingendo di starci male, mentre vedevo comparire sul viso di Debrah un sorriso. Segno che, il mio piano, stava funzionando alla grande.
   
 
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