VII)
Tralci,
cesoie, rovi, piume e spade
Laplace: Un
drago dici?
Kirakishou:
Nostro padre era appassionato di misticismo ed occulto, e Bahamut era una delle
creature che lo attiravano di più. Per questo si è impegnato tanto per creare
qualcosa che avesse i suoi stessi poteri.
Laplace: Hai
ragione, è tutto molto interessante.
Giuseppe:
Allora, che vuoi fare?
Laplace:
Aspetto che le nostre ospiti arrivino.
Dette queste
parole Giuseppe ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo per prendere al volo
Shinku, Suiseiseki e Kanaria, mentre Jun e Tomoe atterrarono sorreggendosi l’un
l’altra.
Laplace
approfittò del momento di distrazione per materializzare uno stocco e tentare un
affondo, ma il ragazzo contrattaccò calciando una pietra, la quale costrinse il
Giudice a lasciarsi scappare l’attimo.
Laplace:
Niente male davvero…
Giuseppe posò
a terra le bambole, pronto ad iniziare il combattimento.
Suiseiseki:
Atterraggio perfetto desu!
Giuseppe: Si
può sapere che ci fate qui?
Shinku:
Quelle che vuoi riportare in vita sono anche le nostre sorelle, non solo le tue!
Non puoi pretendere che rimaniamo ferme ad aspettare che tu faccia tutta la
fatica!
Giuseppe: Voi
non potete far niente! So che il Giudice del Gioco può fermarvi quando vuole,
sareste dei bersagli troppo facili! Ora rimanete lì e lasciatemi fare.
Il ragazzo
allungò il braccio destro di lato.
Giuseppe:
Bahamut!
All’istante
uno spadone si materializzò in mano al moro.
L’elsa della
lama raffigurava un dragone verde, al cui centro troneggiava una sfera rossa
dalle venature nere. La lama tinta di due colori, verso l’esterno nera, mentre
la parte interna era rossa.
Kirakishou:
Cosa diavolo…
Giuseppe: Si
dice che Bahamut abbia pianto una sola volta in tutta l’eternità, quando si
innamorò di una donna umana. L’avrebbe voluta rendere immortale e portarla con
se nel suo regno, ma quando cercò di chiederla in sposa il luogo dove viveva fu
attaccato e lei uccisa mentre il drago aiutava a difendere le mura. Quando vide
il corpo senza vita della sua amata si scatenò e distrusse con una sola fiammata
invasori e buona parte delle mura. Dopo questa prodezza pianse lacrime amare
accanto alla donna, lacrime che caddero proprio su questa spada, l’unica arma
capace di uccidere Bahamut con un solo colpo. Questa è l’eredità lasciatami da
Bahamut, e la userò per perseguire il mio scopo!
Laplace:
Davvero una bella storia…
Giuseppe:
Fatti avanti, sempre se hai ancora intenzione di
combattere.
Il coniglio
provò un secondo affondo, ma arrivato vicino all’avversario si spostò
rapidamente di lato per colpire. Giuseppe usò la sua arma come appoggio e la
frappose fra se e la lama dell’avversario, che si
frantumò.
Laplace:
Notevole… immagino debba impegnarmi di più.
Giuseppe:
Anche se sono solo una scaglia non sono da sottovalutare, dovresti
saperlo.
Laplace: Se
davvero non devo sottovalutarti… userò queste.
Il demone
mise in bella vista le Rose Mystiche sottratte alle due bambole, ma prima che
qualcuno potesse azzardarsi ad afferrarle le ingoiò.
Dai polsi
iniziarono a crescergli alcuni tralci, alle cui estremità pendevano una cesoia
per mano.
Laplace:
Anche tu faresti bene a non dare per scontato niente.
Laplace
attaccò ancora, costringendo Giuseppe a schivare i suoi
colpi.
Doveva
analizzare bene la situazione.
Il Giudice
usava due cesoie, quindi doveva avere gli occhi ben aperti e tenersi pronto per
evitare di esporsi agli attacchi. Inoltre i tralci che reggevano le cesoie erano
lunghi almeno mezzo metro, aumentando notevolmente il raggio d’azione dei
fendenti, i quali poi, vista la flessibilità delle piante, diventavano difficili
da prevedere.
Infatti,
mentre parava un assalto diretto di una delle due armi, l’altra si aprì,
tentando di troncargli un braccio. Riuscì ad evitare la mutilazione dando un
calcio al coniglio, ma la lama delle cesoie aveva strappato il guanto sinistro,
ferendogli lievemente la mano.
Giuseppe:
Dovevo immaginare una cosa simile… se è uno scontro a doppia lama che vuoi
allora l’avrai.
Il ragazzo
afferrò il pugnale con la sinistra, pronto ad un nuovo
assalto.
Qualcosa però
si intromise fra i due contendenti.
Dei rovi
iniziarono ad allungarsi verso il ragazzo per intrappolarlo in una gabbia di
spine.
Kirakishou:
Ti ho preso! Vediamo come te la cavi ora.
La bambola
non fece in tempo a finire la frase che delle piume nere caddero dal cielo,
facendo a pezzi i rovi.
Giuseppe: Che
ci fai anche tu qui?
La prima
Rozen librò al fianco del fratellino.
Suigintou:
Quindi eravate voi che stavate mettendo a soqquadro
l’N-Field.
Giuseppe:
Rimani indietro anche tu, qui me la vedo io.
Suigintou:
Pensi davvero che una come me prenda ordini da qualcuno? Combatto anch’io. E poi
due contro uno non è leale, no?
Laplace: Non
ti immischiare o sarò costretto a fermarti io.
Suigintou:
Non puoi fermarmi durante il Gioco, commetteresti uno sbaglio indegno per un
Giudice…
Laplace: Non
mi sembra che il Gioco sia in atto.
Suigintou: Se
combatto contro la settima per reclamare la sua Rosa Mistica il Gioco è
considerato aperto, e non puoi fermarmi o Kirakishou perderà a tavolino per via
di un intervento esterno non concesso.
Laplace: Sei
davvero scaltra.
Suigintou
fece apparire la sua spada.
Giuseppe:
Come mai vuoi aiutarmi?
Suigintou: Ho
un paio di cose da chiarire a tuo riguardo… soprattutto riguardo il regalino che
hai fatto a Megu.
Giuseppe:
Dopo questo combattimento immagino dovrò rispondere a qualche
domanda…
Suigintou:
Contaci, perché non ti lascerò scappare prima di aver avuto delle risposte. Tu
pensa al coniglio, io me la vedo con mia sorella.
Giuseppe:
Allora diamoci dentro!