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Autore: cozallineed    28/08/2014    1 recensioni
Lo guardai negli occhi, in segno di sfida, pur sapendo che non sarei riuscita a sostenere il suo sguardo a lungo. I suoi occhi erano profondi e allo stesso tempo impenetrabili. Chiunque guardasse una meraviglia del genere rischiava di rimanere intrappolato per sempre dentro quel turbine di mistero e bellezza.
Rimasi incantata a guardare quegli occhi tremendamente belli, fino a quando mi accorsi che tra le sue labbra si faceva strada un sorrisino sempre più impertinente. Distolsi immediatamente lo sguardo imbarazzata.
Lui lo sapeva. Sapeva ciò che era in grado di provocare con i suoi occhi, il suo sorriso, i suoi modi di fare, i suoi modi di sfiorare. E sfruttava questa capacità a suo piacimento. E tutti ci cascavano. Ma io no, non ci sarei cascata. Mai. Lo promisi a me stessa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mi svegliai nel mio bel lettino dopo ben due ore di sonno. Il massimo riposo che ero riuscita ad ottenere.
Tutto per quel bacio-non bacio che mi aveva dato Noah.
Lo ringraziai mentalmente sarcastica, mentre mi rigiravo tra le lenzuola.
Il giorno prima si era mostrato dapprima dispettoso durante il litigio, poi premuroso verso il primo pomeriggio e poi…dolce e incredibilmente passionale la sera.
Senza saperlo, aveva realizzato uno dei miei sogni più grandi: sentirlo cantare da vicino, guardare le sue mani mentre si muovevano sul piano, ascoltare la sua musica trasformarsi in sentimenti.
Certo, al concerto lo avevo sentito cantare, ma con quarantamila persone intorno. Era diverso.
Quel momento era stato così dolce, così intimo, così…nostro. E di nessun altro.
E poi c’era stato quel bacio.
Dovevo ammettere almeno a me stessa che mi aveva fatto provare qualcosa.
Il Noah gentile, carino, dolce e premuroso era la mia trappola. Una trappola da cui mi era impossibile scappare. Una trappola che mi attirava piacevolmente a lui.
Per questo mi ero appoggiata sul suo petto quando eravamo sul divano a coccolare Whiskey, per questo ero arrossita al suo complimento e sicuramente per questo mi ero fatta quasi-baciare..
Oh Noah, perché non sei soltanto uno stupido stronzo insensibile che si fa scrivere le canzoni da un topo? Perché, oltre che bello e dannatamente sexy, devi anche essere dolce, simpatico, divertente, protettivo e tenero?
E la cosa più strana era che fra mezz’ora avrei dovuto vedermi con Nicholas e non stavo minimamente pensando a lui.
No, Cassandra, non puoi prenderti una cotta per il tuo cantante preferito, cioè…è un cantante…è abituato a sedurre le donne, in qualsiasi modo, con qualsiasi atteggiamento.
Eppure sentivo di sbagliare quando facevo pensieri del genere. Sentivo davvero che quel Noah era quello vero. O forse lo speravo soltanto?
Mi alzai e andai a farmi una doccia gelata.
In tutta quella notte non avevo smesso un attimo di farmi domande.
E se mi avesse davvero baciata? Chissà come sarebbe stato… E se lo avessi respinto? Se invece non lo avessi fatto? Ma quanto erano belli i suoi occhi quella sera?
Improvvisamente non riuscivo più a ricordare il colore degli occhi di Nicholas..
‘E se gli dessi buca?’ pensai tra me e me mentre uscivo dalla doccia e mi vestivo. Mi diedi un pizzicotto. Ma che pensavo? Che c’entrava il povero Nicholas sui miei complessi interiori? Era stato molto gentile, e poi mi avrebbe fatto bene uscire con un amico. E poi, anche se fossi rimasta a casa, che avrei concluso? Volevo rimandare il momento in cui ci saremmo visti e sicuramente imbarazzati al più tardi possibile.
Mi asciugai i capelli, cercando di dar loro un po’ di volume, ma loro, dispettosi più che mai, cadevano sulle mie spalle rigorosamente lisci.
Non volevo far colpo su Nicholas, quindi avevo indossato semplicemente un paio di jeans a sigaretta e una magliettina bianca con qualche fiore disegnato qua e là.
Prima di andare via, passai da camera di Noah. La porta era socchiusa. La aprii di poco.
Noah dormiva profondamente, con tutti quei ricci indomabili che gli ricadevano sulla fronte leggermente sudata. In faccia aveva un’espressione serena, quasi angelica. Dalla luce che penetrava dalla finestra riuscivo a vedere diversi quadretti con foto o premi per i suoi dischi e l’armadio, che una volta avrebbe dovuto essere bianco come il mio, era pieno di disegni colorati, che parevano rendere la stanza più viva e giovane.
Sorrisi chiudendo piano la porta e uscendo da casa.
Nicholas era già davanti al bar ad aspettarmi e, quando mi vide, mi venne incontro, stampandomi due grossi baci in guancia. Risi.
Soltanto la sua presenza mi metteva allegria.
Ci dirigemmo dentro al bar e facemmo colazione.
Ultimamente le giornate si erano un po’ scaldate e ne ero contenta, visto che quando ero arrivata pioveva.
“Allora, sei pronta per oggi? Cammineremo un sacco!”, esclamò ridendo.
“Ehi, io adoro camminare!”, risposi.
Lui mi sorrise gentilmente e bevve il suo cappuccino e, come era prevedibile, si sporcò tutto il labbro superiore di schiuma. Io ridendo presi dalla mia borsa un fazzoletto e…glielo porsi soltanto. Lui non era Noah.
Nicholas accettò il fazzoletto intuendo di essersi sporcato e si pulì.
Passare la mattinata con Nicholas si mostrò davvero un’ottima idea.
Mi fece visitare molti bei posti di Londra e mi costrinse a farmi delle foto in ogni luogo che visitavamo, così “avrei avuto un ricordo di quella giornata”.
Lo “sconosciuto” si era rivelato un ragazzo molto ironico, divertente e vivace. E non ci aveva provato con me neanche per un secondo.
“Cassandra, è quasi mezzogiorno, ti riaccompagno al bar?”, mi chiese lui.
“Si, grazie mille Nico!”, risposi guardandolo con gratitudine e prendendolo scherzosamente a braccetto.
Quando arrivammo al bar ci salutammo come se fossimo vecchi amici, con un caloroso abbraccio, e ci scambiammo il numero di telefono con la promessa di sentirci presto.
Mi incamminai verso casa. Sicuramente Noah era già sveglio.
Come mi sarei dovuta comportare? E lui come si sarebbe comportato?
Passai da un supermercato e comprai un po’ di roba.
Quando varcai la porta di casa lo trovai in cucina. Era completamente vestito. Che strano. La mattina lui girava sempre mezzo nudo per casa. Dovevo considerarlo un segno negativo?
“Buongiorno.”, dissi, avvicinandomi a lui, che mi dava la schiena. Si girò per scrutarmi. E lì il tempo si fermò. La luce del sole che penetrava dalla finestra gli illuminava il viso come quella mattina, solo che ora i suoi occhi erano aperti e con quella luce parevano ancora più meravigliosi. Mamma mia che caldo.
Si vedeva che era leggermente nervoso. Che fosse per la sera prima?
Che stupida che ero. Sicuramente lui aveva fatto quel gesto involontariamente e quando se ne era reso conto era scappato via per paura che io avessi frainteso, come in effetti avevo fatto, ma non nel senso negativo che intendeva lui.
“Non mi hai portato la colazione.”, disse, facendo una smorfia.
“Si, ma ti ho portato il pranzo. Basta mangiare schifezze.”, dissi, mostrandogli il sacchetto e poggiandolo sul tavolo.
Lui sorrise. “Le schifezze sono buone.”, affermò deciso.
“Ma fanno male. Se continui così diventerai obeso.”, gli risposi facendogli la linguaccia.
Lui si guardò la pancia. “Finora non è successo, non credi?”, mi chiese divertito.
Feci una smorfia. “Un giorno scoprirò qual è il tuo segreto!”, esclamai.
Ero decisamente sollevata che la conversazione avesse preso una piega scherzosa ed ero sollevata che evidentemente per Noah quel bacio-non bacio non era significato nulla. Almeno avrei potuto mettermi l’anima in pace e continuare ad essergli amica.
“Allora, mammina, che cosa mi cucini oggi?”, mi chiese ridendo.
Finsi di pensarci su. “Mmmmmh…non ti è dato saperlo. E tanto non lo capiresti lo stesso perché a cucinare sei una schiappa!”, esclamai ridendo.
Lui si finse offeso. “Che cosa hai detto? Prova a ripeterlo, piccola peste!”, esclamò.
“A. Cucinare. Sei. Una. Schiappa!”, scandii cercando di non ridere.
“Stronza! Adesso ti faccio vedere io!”, disse, prendendo un mestolo di legno e cominciando a rincorrermi per la casa.
Io correvo ridendo come una matta e lui non era da meno.
Presi al volo Whiskey che sonnecchiava tranquillo sul divano, mi fermai e me lo parai davanti.
“Fermati, sono armata!”, esclamai, mostrandogli Whiskey.
Lui rise e velocemente mi prese Whiskey dalle mani, rimettendolo al suo posto, e mi circondò inaspettatamente la schiena con un braccio attirandomi a sé.
“Adesso ti dò una bella lezione, signorina, così impari a offendere i più grandi.”
Ma io ormai non lo ascoltavo più. I miei pensieri andavano dal suo respiro affannato come il mio per la corsa che profumava di menta, alla sua mano che mi accarezzava piano la schiena e ai suoi occhi che continuavano a sbirciare le mie labbra.
E io sbirciavo le sue. Erano così belle, piene e delicate.
Lui mi strinse di più a sé, costringendomi ad appoggiare le mani sul suo petto per evitare di perdere l’equilibrio. Ringraziai il cielo che non fosse a petto nudo.
“B-be’?”, balbettai. “Non vuoi più farmela pagare?”, gli domandai, tenendo lo sguardo sulle mie mani.
Lui con la mano libera mi alzò il mento con il mestolo per costringermi a guardarlo negli occhi.
“Sto pensando al modo più sgradevole in cui posso farlo.”, mi rispose ridacchiando.
Be’, caro Noah, non definirei questa posizione proprio ‘sgradevole’, sai…
 Lui si avvicinò ancora di più al mio viso, piantando più a fondo gli occhi nei miei e…mi diede un leggero colpetto al sedere col mestolo.
Dopodiché si allontanò andando verso la cucina gridando: “Per stavolta ti risparmio!”
Lo inseguii arrabbiata per la cucina, sicura che stesse gongolando per il fatto che avevo balbettato per via della sua vicinanza e che sicuramente avevo di nuovo frainteso la situazione.
“Sei proprio…”, cominciai a dire, senza sapere bene come proseguire.
“Dillo.”, mi ordinò con tono di sfida.
Sei proprio bellissimo.
Ma non glielo avrei detto neanche sotto tortura.
“…uno stronzo.”, dissi invece.
Lui aprì la bocca per ribattere, ma ad un tratto suonò il campanello.
Andai ad aprire seguito da Noah.
“Salve a tutti! Ho interrotto qualcosa? Ho una fame!”





Salve ragazze! Scusate se il capitolo vi sembra corto, ma come vi ho detto sono molto impegnata per via del matrimonio di mia cugina, e non mi andava di lasciarvi senza capitolo per più di una settimana quindi....tah dah! Allora? Cosa ne pensate del capitolo? Finalmente Cassandra comincia a provare qualcosa in più di un'innocente amicizia, siete contente? E che ne pensate di Nicholas? E della misteriosa persona che ha bussato alla porta? Chi sarà? XD
Volevo ringraziare ancora chi mi recensisce e chi segue la mia storia o la mette tra le preferite! Siete sempre di più! Vi adoro *-*
Alla prossima!

 
   
 
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