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Autore: perwinkle    28/08/2014    0 recensioni
"Se non ora quando. Se non ora, quando? Mi rimbombò nella mente. L'avevo sentito dire da qualcuno in qualche film, sicuro. Non erano parole mie. Ma mi facevano provare quel brivido, la sensazione di tenere il destino nelle mie mani"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La mattina dopo controllai le mie gambe, sdraiata sul letto. Il livido che avevo sulla gamba destra era abbastanza grosso. Chissà che lividi erano venuti a lui.

Mi misi un vestitino bianco, mi piaceva come i miei capelli arancioni vi risaltassero.

Scesi a fare colazione con un caffè latte e due biscotti, mi lavai i denti ed uscii.

Andai nella pasticceria vicino a casa mia e ordinai una decina di pastine.

Perché tutte queste pastine Ambra, festeggiate qualcosa?”

No, no, sono per un mio amico”

Ah, certo, un tuo “amico” capisco... e com'è?”

Affamato”

Pagai ed uscii senza aggiungere altro. La pasticcera mi conosceva e non era la prima volta che stroncavo i suoi interrogatori sul nascere. Conservai i miei dolci in frigo fino al pomeriggio quando uscii in bici verso la fabbrica e le misi nel cestino. Quando arrivai, lui era già lì. Scavalcai e lo raggiunsi.

Ti piacciono le pastine?”

Dipende, quali hai?

Scoprii che gli piacevano tutte e ne finì sei o sette.

Grazie mille, sei sempre così gentile?”

Non sempre, non con tutti. Quindi ritieniti fortunato”

Ridemmo insieme. Poi a lui, tutto ad un tratto, sembrò venire un'idea.

Beh, tu mi hai portato le pastine quindi voglio sdebitarmi. Muoviti!”Si alzò di scatto, scavalcò e montò in bici. Io lasciai lì la mia bici e salii dietro la sua. Mi portò al fiume, in un punto un po' nascosto, su un'ansa. Buttò giù la bici ed iniziò ad aumentare il passo costeggiando l'argine ed attaccandosi con le mani ai rami sporgenti per non cadere. Continuammo così per un po' e e pensai che mi sarei sporcata di sicuro il vestito. Poi Emilio si bloccò e mi indicò una figura nera, non la vedevo bene, c'era lui davanti. Lo misi a fuoco ed era un copertone di una ruota di un trattore, lì se ne trovavano, c'erano solo campi nei dintorni.

L'ho rubato a mio nonno”

Cosa vuoi fare?”

Non hai caldo?”

Si levò la maglia e le scarpe, prese la ruota e la spinse in acqua. Ci si buttò dentro e mi incitò a seguirlo. Maledissi il fatto di aver indossato un vestito. Lo levai e levai pure le scarpe. Avevo un reggiseno rosa chiaro con il pizzo regalatomi dalla mamma mentre le mutandine erano bianche. Emilio non fece una piega e continuò ad incitarmi a buttarmi. Mi levai le scarpe e sentii i sassi sotto i piedi, viscidi, coperti di quelle piccole alghtte, quelle che ricoprono anche i fondali dei fiumi. Era fresca l'acqua. Presi la rincorsa e mi gettai sul copertone con lui. Mi guardò e rise. Navigammo un po', lui ci spingeva spostando l'acqua con le braccia.

Non ti sembra che si conosciamo da chissà quanto? Nel senso, ho sempre avuto bisogno di tempo per avvicinarmi alle persone. Ma io e te ci siamo conosciuti ieri e guardaci ora!”

Smise di remare per rispondermi.

Hai ragione”

Non proseguimmo quella conversazione, ci tagliò la strada una famiglia di papere ed interrompemmo bruscamente il discorso. Però era vero. Sentivo di non aver bisogno di così tanto tempo per conoscere Emilio. Era lì, era esattamente quello che mi mostrava. Non mi era servito così tanto tempo perché non avevo avuto bisogno di scavare a fondo per trovare il vero Emilio. Il vero Emilio stava lì, era lì per me come era lì per tutti, per la fabbrica, per le papere e per se stesso. Non ho mai più conosciuto nessuno di così sincero.

Le mie mani sono vecchie, Ambra”

Pure le mie”

Ci riavvicinammo alla riva dove avevamo lasciato i nostri vestiti. Erano le quattro in punto e un raggio di sole batteva esattamente su di noi. Ci sedemmo sui sassi aspettando di asciugarci. Iniziammo a parlare di musica. Beh, iniziò lui, di colpo.

Ok, canzone preferita”

Ma di adesso?”

Boh, insomma, sì, circa”

È una domanda difficile, dammi un attimo. Va bene, dell'anno scorso: Baker Street”

Oh perfetto, se avessi detto qualche canzone stupida ti avrei lasciata qui. Baker Street, fantastica”

Dimmi la tua”

Knockin' on heaven's door. Ero in 5° elementare e mia madre mi vanne a prendere un giorno a scuola, di solito tornavo a piedi da solo. Mi potò a bere una cioccolata calda con panna, era dicembre ricordo. È stata la cioccolata migliore della mia vita. Poi mi diede i soldi per il juke box e io scelsi Knockin', non so perché. E da lì è la mia preferita. Mi sa di cioccolata con panna”

Gli sorrisi.

Posso chiederti una cosa? Se vuoi puoi non rispondere...”

Vai”

Tua mamma...”

Andò via cinque anni fa con un uomo, mi salutò nella notte svegliandomi. Mi disse che sarebbe tornata, le serviva solo un po' di tempo. Alla fine si era semplicemente innamorata di quell'uomo, me lo ricordo, moro e alto. Amore, solo quello”

Non l'hai più vista?”

No”

Ah”

Guardai i suoi capelli ancora umidi luccicare al sole.

E non vorresti ritrovarla?”

Sì, certo. Ci ha inviato una cartolina, due anni fa, da Firenze. Ma non posso, no”

Ma sì che puoi. Se vuoi cercarla devi farlo, se non ora, quando?”

Se non ora quando. Se non ora, quando? Mi rimbombò nella mente. L'avevo sentito dire da qualcuno in qualche film, sicuro. Non erano parole mie. Ma mi facevano sentire come un brivido, la sensazione di tenere il mio destino nelle mie mani.

Emilio mi guardò a lungo restando zitto. Poi rispose.

Sì, se non ora, quando?”

   
 
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