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Autore: Anaslover    28/08/2014    2 recensioni
Austin. Almeno avevo ancora lui. Un'altra di quelle poche persone su cui sapevo di poter contare. Avevo sempre capito tutto e non mi ero mai opposta alle decisioni di Trey, in fin dei conti lui era il capo. Capo di cosa non lo sapevo, sapevo solo che per fare qualsiasi cosa chiedevano a lui. Come biasimarli. Capitano della squadra di football, rappresentante degli studenti, faceva girare la testa a tutte le ragazze. Dovevo considerarmi fortunata ad averlo tutto per me. Peccato che tutto per me lui non lo era mai stato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I corridoi della scuola brulicavano di gente in fermento. L'orologio nell'atrio segnava le ventitré in punto. Chi l'avrebbe mai detto che tutti quei ragazzi sarebbero stati contenti di trovarsi in quell'edificio più delle dovute ore di lezione. Ma nonostante tutto quel movimento, ogni cosa mi sembrava statica. Tutti si mostravano felici, e sicuramente la maggior parte di loro lo era, ma quante persone, proprio come me, in quel momento si sentivano vuote? Eppure, apparentemente, a me non mancava nulla. Ero cinta in un meraviglioso vestito azzurro, i miei capelli acconciati alla perfezione, un ragazzo, anzi, il ragazzo per eccellenza al mio fianco. Le ragazze avevano un motivo per invidiarmi, ma se solo avessi potuto, avrei detto loro che era tutta una trappola. La mia vita poteva sembrare perfetta ma non lo era affatto.
E pensare che io, a quel ballo, avevo insistito per non andarci. Al che mia madre mi aveva caricata in macchina e portata a comprare il vestito, poche settimane prima.
"Molto probabilmente diventerai reginetta, Summer. - aveva detto - Non mancherai, a costo di essere trascinata lì dalla sottoscritta."
Ne avevo già due di quelle corone, sulla mensola della mia camera, risalenti ai due anni precedenti. A cosa mi serviva una terza? Se avessi potuto, mi sarei ritirata dalla candidatura.
Avevo passato molto tempo a fissarle nell'ultimo periodo. La prima volta che mi avevano posato la corona sulla testa, ero al settimo cielo. Uscivo con Trey da poco più di tre mesi. Lui era già stato re l'anno prima. Il che significava che quell'anno sarebbe stato il quarto di fila per lui - perché non c'erano dubbi che avrebbe vinto. A quei tempi, si, potevo dire che la mia vita era perfetta, per il semplice fatto che ero quella che tutte sarebbero volute essere. È stupido come ragionamento, ma in fin dei conti, a scuola, non ci si può aspettare altro. C'è l'ape regina e ci sono le operaie.
La seconda volta che ero stata incoronata regina avevo capito che i miei compagni mi votavano perché ero la conseguenza di Trey. Ma questa consapevolezza ancora non la avevo. Quindi andava bene così. La mia vita era ancora perfetta in quel momento, fidanzato perfetto, amici perfetti, reputazione e condotta perfette.
E la terza volta, sarei crollata sotto il peso di quella piccola e insignificante coroncina, che tra l'altro era solo il simbolo di una ridicola convenzione sociale: c'è chi comanda e chi non vale nulla. E io non volevo più essere quella importante, non dopo aver scoperto che comportava il totale annullamento di me stessa. A quel punto, la mia vita di perfetto non aveva più nulla, Janice non c'era più, Trey non era la persona che credevo e Austin, beh, per lui avevo solo paura. In quel momento vedevo solo l'oblio, mi sembrava di essere in caduta libera e non volevo trascinarlo giù con me.
Tutti i ragazzi defluivano in palestra, da dove proveniva la musica sommessa. La sala era interamente addobbata ed era piuttosto di buon gusto. Certo, il tema "Magia sulla neve" non era il massimo dell'originalità, ma non potevo lamentarmi, visto che mi ero tirata fuori dai preparativi.
"Summer? Ci sei?"
"Si, Diane, perdonami. Stavo ammirando le decorazioni." mi giustificai.
"Davvero ti piacciono? Ne sono felice! Sai ci sei mancata nel comitato organizzativo." mi disse la ragazza.
"Mi sarebbe piaciuto aiutarti, ma, sai, tra le prove, i compiti, non ne sono proprio stata in grado."
Diane non sembrava affatto convinta della mia spiegazione, ma a lei interessava crederci quanto a me interessava che ci credesse. Per niente.
Mi misi a vagare per la stanza alla ricerca di Trey, di Austin o di qualche faccia conosciuta. Non mi andava di essere lì, ma tanto valeva intrattenersi o la serata mi sarebbe sembrata infinita. C'era qualcosa nell'atmosfera di quella sala, in tutto quel bianco, che mi piaceva, mi sembrava quasi familiare.
Uscii fuori, percorrendo il retro degli spalti del campo di football. Era risaputo che Trey si recava lì con le sue "conquiste". Mentre camminavo, pensai seriamente di essere malata. Quale ragazza va in cerca del suo ragazzo, consapevole che potrebbe trovarlo con un'altra? Quale ragazza lo fa, se non una che non è sana di mente? Si, forse ero pazza, ma non mi importava più di tanto. Il mio equilibrio mentale negli ultimi mesi era stato talmente messo alla prova, che non mi interessava minimamente negarmi la verità. Infatti lui era lì, ma non con una qualsiasi, bensì con Debby.
"Forse questo è sbagliato." diceva lei. Mi sembrava strano il suo interesse, Trey era tutto ciò che aveva sempre desiderato.
"Da quando ti interessa di Summer?" chiese lui.
"Non è che mi importa di lei... non mi sta neanche simpatica. - ora il tutto mi sembrava più veritiero - È una cattiveria, però. E nessuno lo merita."
Mi sorpresi quasi delle sue parole. Se lo riteneva sbagliato, però, nessuno la obbligava.
"Senti, io voglio bene a Summer, - esordì Trey, modo carino per cominciare, ci sarebbe stato un "ma" però - ma non è più quello di cui ho bisogno."
Pensai seriamente di mettermi a ridere a quel punto. Di cosa aveva bisogno lui? Di una schiavetta, forse. Di qualcuno disposto a stare alle sue regole. Ma io lo facevo. Cosa c'era che non andava, allora?
"In questo momento è troppo fragile, ma glielo dirò." concluse.
Ecco il problema. Ero troppo fragile. Buono a sapersi, almeno avevo la certezza di essere l'unica artefice dei tradimenti di Trey. Non ero abbastanza, ancora una volta. Ma non sarebbe andata così, non di nuovo.
Ecco cosa c'era di familiare nell'atmosfera invernale della sala della festa. La neve. Io ero come la neve. Io ero la neve. E forse lo avevo sempre saputo. Solo che la neve ha bisogno del freddo per esistere. E in tutti quegli anni io avevo creduto che il mio freddo fosse Trey. Invece no, Trey era il mio sole, lui mi scioglieva, faceva si che io non esistessi.
Tutto vedono nel sole una cosa bella, quando in realtà è solo qualcosa di estremamente pericoloso. Se sei la neve, come me, ti scioglie. Se invece sei anche tu una sorta di palla di fuoco o roba del genere, lui brucerà sempre più di te. In entrambi i casi, se ti avvicini troppo smetti di esistere... ecco cosa mi era successo, mi ero avvicinata troppo al sole.
"Sai, Trey, ne sono a conoscenza da un po' di tempo."
"Summer." Debby si spostò freneticamente da lui.
Sui loro volti c'era compassione ma questo non glielo avrei permesso. Avrei dimostrato a tutti e due che non dovevano ritenermi come un cucciolo ferito.
"Non è come sembra, lascia che ti spieghi." tentò lui, avvicinandosi. Tipica frase da film.
"Non mi toccare, Trey." la mia voce suonò abbastanza ferma che non ci fu bisogno di allontanarmi, si fermò sul posto all'istante.
"Non è stata così dura, in fin dei conti. Non come quando vi ho visto alla festa a casa tua. Suppongo che fossi preparata, questa volta."
"Ascoltami, Summer. Non trarre conclusioni affrettate."
Mi lasciai andare ad una fragorosa risata. I loro sguardi erano perplessi. Dovevo sembrare davvero pazza. Ma stavo affrontando Trey per la prima volta ed ero viva. Se dare l'impressione di essere pazzi comportava il sentirsi vivi, non mi importava. Mi piaceva. Io sapevo di non essere malata e questo mi bastava.
"Non ho voglia di dilungarmi qui con voi. Sono stata la tua ombra per anni, non ho fatto altro se non assecondarti. - mi avvicinai a Trey, guardandolo dritto negli occhi - E mi faccio pena. Come ho fatto a non capire che per te non ero diversa? Lo sapevo, che mi tradivi, ma non ho mai voluto crederci. Pensavo di poterti cambiare. Che stupida, eh. Poco male, ho avuto una lezione."
"Io ti voglio bene."
Era sincero.
"Anche io te ne voglio. Moltissimo. Ma tu non mi ami, non lo so il perché, ma è da tanto tempo che non mi ami più. E io non ti amo perché quello che sentivo nei tuoi confronti era tutt'altro che amore. Era bisogno. Senza di te non mi sentivo completa. Ma ho capito che lo sono, e non mi servi tu per riconoscerlo."
Mi spostai di fronte a Debby.
"Adesso mi odierai." constatò.
Ma odiarla sarebbe stato troppo facile.
"No, non ti odio. E non ti auguri neanche che lui ti tratti come ha trattato me. Non ho nulla contro di te. Lo so come ci si sente, quando ti dice che nessuna al mondo è come te, che lo rendi felice."
Lei scoccò un'occhiata alle mie spalle, confermandomi che quello che avevo detto era vero.
"Non giocare col fuoco però, rischi di bruciarti." conclusi, allontanandomi da loro.
Ma prima di essere abbastanza lontana, mi voltai di nuovo per rivolgermi a Debby.
"Prendi la mia corona. Io non ne ho bisogno."
Non pensai neanche di rientrare in palestra, sapevo già dove dovevo andare.
Arrivai dopo una ventina di minuti al parco dove giocavo con Janice quando eravamo piccole. L'ultima volta che ero andata lì era stato dopo il suo funerale. C'era qualcosa di magico in quel posto. Da piccole ci giocavamo, quando eravamo un po' più grandi ci andavamo per non farci trovare, da adolescenti era diventato il luogo per le nostre confidenze. Era come se lei fosse con me. La sentivo vicina.
"Avresti dovuto vedermi. - iniziai - Saresti stata fiera di me. È stato tutto più difficile da quando te ne sei andata, ma finalmente mi sembra che le cose si stiano aggiustando."
Mi sforzai di non piangere. A Janice non piaceva quando piangevo. Quella che piangeva di più tra noi, era lei in ogni caso.
"Ci manchi. Io e Austin ti pensiamo sempre. Niente è più lo stesso. Comunque sei una di noi e ti vogliamo bene come a nessun altro, questo non dimenticarlo mai."
"Sono certo che lei lo sappia."
Strizzai gli occhi per distinguere la figura davanti a me nel buio, anche se sapevo già chi era.
"Sei bellissima." mi disse lui.
Mi riavviai una ciocca di capelli dietro le spalle, certa che fossero scomposti. Apprezzavo comunque il complimento.
"Tu sei bellissimo."
E lo era davvero. Non ero abituata a vedere Austin vestito in quella maniera, ed era innegabilmente mozzafiato. I suoi jeans e le sue scarpe da ginnastica non mancavano, ma rendevano il suo look più personale. La camicia e la giacca erano quanto fosse necessario per ricreare l'eleganza richiesta da un tipo di evento come un semplice ballo della scuola.
Sulla sua testa era posizionata una corono che mi era piuttosto familiare.
"Sei tu il re?" domandai, stupita.
"Sono sorpreso almeno quanto te. Neanche il preside sembrava crederci quando ha letto la busta. E per il quarto anno di fila, il re del ballo è... Mahone? Austin Mahone." risi al suo tentativo di riprodurre la voce del preside.
"Sei un pessimo imitatore. - constatai - Immagino la faccia di Trey."
"Non sembrava granché dispiaciuto in realtà."
Trovavo difficile crederlo, per Trey era importante diventare re.
"E la reginetta?"
"Beh, la nostra reginetta non c'era, e la seconda in graduatoria era Debby. - mi spiegò - Non ci crederai mai, ma non ha voluto accettare. E visto che non c'era una terza candidata, non ho la mia regina."
"Mi dispiace."
"Anche a me. Cos'è un re senza una regina? - tirò fuori la corona dalla sua giacca - Forse dovresti accettare. Le altre ragazze pagherebbero oro per averla."
"Per quanto mi riguarda, possono averla anche gratis." sentenziai.
"Ma i ragazzi hanno scelto te. - disse, posizionandola sulla mia testa - Fallo per loro. Fallo per me. Non pensare a quello che comporta."
Forse avrei dovuto accettare. Non era quello che pensavo dopotutto. Austin era stato eletto re e questo cambiava le carte in tavola. Se fosse stato Trey, avremmo dovuto fingere di essere la coppia felice che non eravamo. Se prima non eravamo felici, ora non eravamo più neanche una coppia.
"Oh, quasi dimenticavo! Ho scordato il mazzo di fiori a scuola, accontentati di questi." si chinò raccogliendo qualche fiorellino dal prato, per poi posizionarli tra i miei capelli e la corona, così da non farli cadere.
"Credo che tu ora mi debba un ballo."
Austin mi prese una mano e posizionai l'altra sulla sua spalla.
"Trey mi ha detto quello che è successo. Sono fiero di te."
"Anche io sono fiera di me. Sai, Austin, ho capito tante cose in questo periodo. Io non voglio più essere quella che non sono per qualcun altro. Da oggi cambieranno molte cose, cambierà la mia vita."
"E io ci sono, nella tua nuova vita?"
"Non sarebbe tale senza di te."





ANGOLO AUTRICE
Ok, è da mesi che non aggiorno e mi scuso per questo. Questo è l'ultimo capitolo della storia, ma penso che scriverò un'epilogo nei prossimi giorni. Mi piangeva il cuore a lasciare tutto così in sospeso, ma sapete bene che non ero più soddisfatta di questa storia, il fatto di non ricevere neanche un commento mi ha indotto a pensare che non fosse bella. Ma, in fin dei conti, a me è piaciuto scriverla e in particolare sono soddisfatta di quest'ultimo capitolo. Non avrei voluto che finisse così presto, ma pazienza.
Ad ogni modo, ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia perché mi avete reso davvero felice. E se avete voglia di lasciare una recensione, meglio tardi che mai!
Un bacio a tutti,
Anaslover
  
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