Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Giulia_Dragon    28/08/2014    2 recensioni
Eclipse non ha più niente. Non è più un angelo ma non è nemmeno un demone. È un angelo caduto dalle ali nere screziate di quel poco di bianco che gli resta. Il suo destino si lega a quello di Alice. Un'assassina. Per lei Eclipse è disposto a tutto anche a rinunciare a sé stesso
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Capitolo 5: Il gusto amaro della vendetta e il cuore di luce

Vampiri. Eclipse ne sentiva l'odore e l'aura.
Il ragazzo scattò velocemente fuori dall'appartamento
in cui viveva da qualche mese con Rosalie.
Iniziò a correre con tutta la velocità che gli permettevano
le sue gambe. Non si accorse che Rosalie lo stava
seguendo.
Eclipse si diresse a passo sicuro verso San Babila, sapeva
per certo che Seneca era lì e molto probabilmente non
era solo. I suoi sensi appannati di angelo lo stavano
avvertendo della presenza di demoni e altre creature
della notte, ma ad Eclipse non importava.
Il vecchio bar era situato poco lontano dal centro
del quartiere. Il ragazzo sentì un brivido lungo
la schiena. L'odore del sangue gli stuzziacava
l'olfatto e lo irritava. Sfondò la porta con un
poderoso calcio.
-Seneca! Dove sei maledetto?- urlò Eclipse con
tutto l'odio che aveva in corpo. Non ricevette
risposta. Sgusciando come un gatto Rosalie
si nascose dietro ad un divano rotto. Vedeva
la schiena di Eclipse contrarsi nervoso.
-Benvenuto nella mia dimora Axel- disse
una voce di uomo. Il ragazzo ebbe un fremito
di rabbia riconoscendola. Dal fondo della
sala comparve un uomo dai capelli neri
come il petrolio, occhi rossi come il sangue,
pelle diafana. Vestiva uno smoking nero.
-Dannato!- rugg in quel momento il giovane
angelo mentre fulminava l'assassino della
sua famiglia. -Insomma è così che si accoglie
qualcuno che non vedi da tempo?- domandò
sadico il vampiro sorridendo.
-Sappi che non mi sei mancato per niente.-
sibilò Eclipse tra i denti.
-So già perchè sei qui  Axel, vuoi vendetta vero?
Beh perchè non mi uccidi sono solo-
-Non è vero, sento che non sei l'unica saguisuga
qui!- affermò l'angelo. Avvertiva altre due
presenze. Una era... Rosalie!
Il ragazzo urlò -Rosalie! Vattene da qui è pericoloso!-
La giovane sbucò dal suo nascondiglio e fece per
scappare, ma un altro vampiro comparve dal nulla.
-Ciao Kurai, ti unisci alla festa?- domandò Seneca.
L'altro non rispose si limitò a immobilizzare la ragazza.
Eclipse cercò di evocare il fuoco angelico per colpire
Kurai, ma Seneca lo atterrò alle spalle.
-Hai visto morire la tua famiglia, vedrai morire anche
la ragazza!- gli sussurrò all'orecchio il vampiro.
Il giovane angelo tentò di divincolarsi.
Kurai accostò le labbra al collo di Rosalie, mordendola.
Il corpo della giovane si contrasse di colpo. Gli occhi
da viola divennero rossi, mentre Eclipse lanciava un
urlo di dolore. -D'ora in avanti tu sarai la mia Esca,
non avrai altra ragione di vita se non servirmi, ucciderai
a comando.- sfiorò il viso della giovane che non si mosse
di una virgola. I suoi occhi erano freddi e distaccati, mentre
una strana luce dorata le usciva dal petto e scompariva
nel nulla. -Sarai un'assassina e il tuo nome sarà Alice-
con quelle parole il vampiro scomparve portandosi
dietro Alice. Eclipse sentì la rabbia montargli dentro.
Si libererò di Seneca facendolo sbattere contro il muro.
Si alzò in piedi fissando il suo nemico. Gli occhi bruciavano
nell'oscurità della stanza, la mandibola era contratta e
lasciava scoperti i denti bianchi, una strana luce argentea
incoriniciò i suoi capelli mentre alle sue spalle si allargano
due ombre. Due ombre nere screziate di bianco. Due ali.
Seneca rise notando il cambiamento radicale del giovane.
Quella ragazza doveva essere molto importante per lui.
Eclipse spiccò il volo e colpì Seneca in pieno volto.
Il vampiro indietreggiò colpito da tanta forza. Non
ebbe il tempo di contraccare che il giovane evocò
una fiammata altissima che ridusse il vampiro in
un cumulo di cenere. Eclipse cadde in ginocchio.
Si guardò le mani, non erano sporche di sangue
ma sentiva come se lo fossero. Le ali si ritirarono
in fretta, mentre fredde lacrime gli scendevano
lungo il viso contratto dal nervoso e dal pentimento.
-Pietà mio Signore! Pietà!- urlò Eclipse nella sua
preghiera disperata. Piangeva.
Di colpo si alzò. Non era piangendo che avrebbe
risolto le cose. Doveva ritrovare Rosalie o meglio
Alice. Doveva spezzare le sue catene e forse sarebbe
riuscito a liberarsi delle proprie. La vendetta aveva
un sapore amaro.

 
  
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