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Autore: catnip_everlark    28/08/2014    0 recensioni
Bailey è una ribelle del Distretto 13 che è stata mandata a salvare Peeta nell'arena dei 75esimi Hunger Games, ma vengono entrambi scoperti e catturati. Ma Bailey ha un grande segreto. Da qui inizia un'intensa amicizia che sopravvive al depistaggio e alle torture. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Io e Peeta ci appiattiamo contro la parete cercando di farci più caldo in questa fredda giornata. Ci stiamo per appisolare sopra l'altro quando delle urla strappano il silenzio creato in quelle ore di solitudine.

- È Johanna - sussurra Peeta al mio orecchio. Annuisco. La vedo cadere a terra nella cella di fianco a quella mia e di Peeta mentre urla ogni tipo di parolaccia contro la guardia che l'ha lasciata così. Io e Peeta ci separiamo di botto mettendoci agli angoli della cella. Sentiamo la chiave girare nella serratura della porta e un Pacificatore la richiude dopo essere entrato. Ha i capelli neri rasati, un po' di barba e un ghigno malefico stampato in faccia. Prima guarda me, poi Peeta. Si avvicina a me brandendo la frusta.

- E tu quindi saresti la famosa ribelle giusto? - sibila al mio orecchio. Sento il passo pesante di Peeta alle mie spalle ma di nascosto gli faccio segno di allontanarsi. - Vediamo se sei tanto ribelle da riuscire a sopravvivere dopo questi giorni di torture gratuite.. Levati la maglietta.

Non me la levo. Voglio conservare il mio briciolo di dignità che mi rimane. Resto immobile sul mio posto.

- Ti ho detto di levarti la maglia. - ripete scandendo ogni parola. Dopo minuti di silenzio, me la leva di dosso con un gesto veloce.

- Beh, volevo aspettare per le torture più forti, ma non mi dai altra scelta. - Lo sento allontanarsi. Ma capisco quasi subito cosa sta facendo. Sta cambiando arma. Lo sento salire le scale. Peeta si avvicina.

- Bailey, Bailey! - mi scuote - Non ti faranno niente, è solo un modo per intimorirti..

- Peeta.. Se mi.. Fanno qualcosa, tu non ti avvicinare, Dio solo sa con cosa ti potrebbero picchiare..

Il rumore dei passi della guardia ci fanno tornare ai nostri posti iniziali.

- Allora, ribelle, - dice sottolineando il nomignolo - sei pronta? - come al solito non rispondo.

- Lo prendo per un sì. - ride. Sento la frusta sollevarsi, mi preparo al colpo, ma non arriva nulla. I muscoli della schiena che avevo contratto senza accorgermene si rilassano. Peeta aveva ragione, ci vogliono solo intimidire. Ma quando credo che tutto sia passato, la frusta si abbatte sulla mia schiena, facendo conficcare i mille chiodini nella pelle. Gemo dal dolore. Non voglio dargli la soddisfazione di sentirmi gridare aiuto né di chiedergli pietà. Alla seconda frustata devo mettere le mani a terra per tenermi nella posizione in cui ero prima: inginocchiata con il volto verso la parete opposta alla porta della cella. La frusta si scaglia contro di me altre una, due, tre, nove, dieci volte, finchè non cado di lato. Continua a infilzarmi quei chiodini e in un attimo di lucidità ripenso al fatto che potrebbe avermi rovinato alcuni organi vitali. Sento Peeta singhiozzare e Johanna urlare insulti alla guardia, ma il mio aggressore non sembra voler lasciarmi stare. Perchè non mi uccidi? Penso tra me e me Sarebbe tutto più facile, io soffrirei meno e tu avresti più tempo libero. Ma non posso lasciarmi morire. Devo salvare Peeta. Lo devo portare nel 13. Mi dà un calcio alla schiena, facendomela inarcare in avanti e facendomi urlare. Urlo per far uscire tutto il dolore trattenuto fino ad ora, urlo perchè non ce la faccio più. Le lacrime mi appannano la vista, e non vedo la guardia avvicinarsi se non quando la ho ad un palmo dal naso.

- Hai capito perchè non devi ostacolarmi? - mi tira i capelli facendomi gemere e urlare di nuovo - Questo vale per tutti e tre, ragazzini. La vostra cara ribelle è ridotta un po' male, ma potrei anche ucciderla. - sospira - Ma mi hanno dato l'ordine di tenerla in vita.

Chi? Chi sarebbe così subdolo da volermi tenere in vita per torturarmi? Non capisco come si possa fare una cosa del genere ad un essere umano. Ma poi capisco. Snow. Prima di andarsene, l'uomo mi tira un calcio sulle gambe. Mi appallottolo su me stessa, e quando sento la serratura e i passi su per le scale comincio a strisciare verso l'angolo della cella poi comincio a piangere. Peeta si avvicina, mi abbraccia e mi dondola mentre io continuo a singhiozzare. Johanna allunga una mano dalle sbarre e mi accarezza le gambe. Da quanto ho capito, lei non è un tipo del genere, ma non credo che vedere una persona torturata in questo modo possa lasciare qualcuno indifferente.

- Come si chiama? - sussurra Johanna a Peeta.

- Bailey. È una ribelle, ha provato a salvarmi e a levarmi il localizzatore, ma ci hanno scoperti.

Peeta mi accarezza, mi abbraccia e mi sussurra parole carine. Mi rimette la maglia, prova con la sua e con un paracadute degli sponsor di Johanna a levarmi il sangue che cola dalle punture delle borchie della frusta. Il mio corpo è ancora scosso dalle frustate, mi sembra di sentire ancora addosso le dita dell'uomo che mi tira i capelli e che mi tira calci sulla schiena. Ma non posso arrendermi. Devo pensare a Peeta.

SPAZIO AUTRICE
Salve ragazzi! So che sono in ritardo, mi scuso tanto, ma vi lascio con questo capitolo dove Bailey è torturata, questa volta fisicamente, ma nei prossimi caoitoli scoprirete che anche psicologicamente.. Se volete cercarmi, su twitter sono @vickmignini! Un bacio, spero in una vostra recensione!
catnip_everlark
   
 
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