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Autore: Mad_Dragon    29/08/2014    6 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Per tre giorni e tre notti la terra tremò. Le montagne franarono, i mari si ritirarono e enormi onde si abbatterono sulle coste di Kanto e sui suoi arcipelaghi. All'alba del quarto giorno, dove qualche giorno prima il mare si era ritirato, spuntò un 'enorme montagna sottomarina. Dopo poche ore anche il fondale si alzò circondando la montagna. Era nata una nuova isola.
Diversi spedizioni vennero mandate ad ispezionare l'isola. La più importante di tutte, capitanata dalla professoressa Green, scoprì l'origine di quella montagna: uno scontro tra due pokémon di leggendaria potenza, Lugia e Kyogre, ha creato questa montagna e generato i terremoti che avevano straziato la regione di Kanto. L'isola venne chiamata Novisola e la montagna è tuttora conosciuta come Monte dello Scontro."
Spero di avervi incuriosito ;)
- Migliorati capitoli da 1 a 4, rivista l'impaginazione -
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, N, Nuovo personaggio, Red, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo due
- Pallet Town-

L'ascensore correva veloce e silenzioso. La ragazza che mi aveva aiutato si era lasciata andare contro la parete dell'ascensore. Le chiesi se fosse tutto a posto e lei mi rispose di sì.
"Sono solo un po' stanca" aggiunse poi.
"Non ci siamo ancora presentati. Io sono Tomas Oak, ma puoi chiamarmi semplicemente Tom" dissi porgendole la mano.
"Io sono Layla Ketchum, molto piacere" rispose la ragazza.
Durante la lotta non avevo avuto molto tempo per guardarla attentamente. Mi accorsi solo in quel momento che Layla era poco più alta di me. I suoi capelli erano di un colore molto particolare, si avvicinavano molto al nero ma anche il blu. Portava una felpa senza maniche rossa, una maglietta dello stesso colore e dei pantaloni che le arrivavano ai polpacci.
"Comunque, mi vuoi dire perché quel tizio ti stava inseguendo?" chiese Layla distogliendo così la mia attenzione dal suo abbigliamento.

"Sinceramente, non lo so: ho notato delle strane barche che si stavano avvicinando alla nave, così ho deciso di dare un'occhiata. Una donna mi ha notato e i mi ha sguinzagliato contro quel tizio" dissi cercando di essere il più sincero possibile. Era la prima volta che parlavo con Layla, ma qualcosa mi diceva che potevo fidarmi di lei. Non sapevo alcunché di quella ragazza, ma solo il fatto che mi aveva aiutato senza sapere il mio nome denotava il suo grande altruismo.
L'ascensore ci aveva portati a destinazione: la porta si aprì e davanti a noi si palesò il corridoio che portava alla sala del timone. Percorremmo il corridoio in un silenzio a dir poco religioso, preceduti dai nostri pokémon, i quali giocavano e scherzavano come se si conoscessero da una vita. Aprimmo la porta ed entrammo nella sala. Fummo accolti da un ufficiale, il quale ci chiese perché fossimo giunti fin lì.
"Vogliamo parlare col capitano: è successo un fatto di assoluta gravità, e noi siamo qui per riferirglielo" disse Layla con il tono di chi è abituato a parlare con persone più adulte.
"Il Capitano è pieno di preoccupazioni e non ha tempo per ascoltare le storielle di bambini desiderosi di attenzione" disse l'ufficiale senza scomporsi.
 "Come si permette," dissi io intromettendomi nella conversazione, " la nave è stata abbordata da dei tizi in maschera, sono - anzi siamo- stati coinvolti in una lotta qualche piano più sotto e lei ci dice che il capitano non può ascoltarci!"
"Senti ragazzino, non rivolgerti a me con quel tono..."
"Lei non mi sta ascoltando!"
"Tom, calmati, così complichi solo la situazione" disse Layla.
"Riferirò quello che mi avete detto ai miei superiori, ma non posso garantirvi niente"
"La ringrazio infinitamente per averci dedicato parte del suo tempo;" disse Layla tappandomi la bocca con una mano, e poi aggiunse:" dite al capitano che siamo disponibilissimi a depositare  la nostra testimonianza"
L'ufficiale ci congedò e ci invitò ad uscire. Accostammo la porta ma riuscimmo comunque a sentire le loro risate di scherno. "Adesso torno lì dentro e li convinco, con o senza la forza. Venus, sei con me?"
"Bulba!" disse il mio compagno annuendo con il capo.
"Allora, andiamo!" dissi.
 Stavo per riaprire la porta, quando Layla mi bloccò serrandomi in una morsa dolorosa la spalla. Sembrava gracile, ma in realtà era molto forzuta. "Cosa credi di fare?" chiese la ragazza.
"Vado lì e parlo col capitano, e senza che quei deficienti me lo impediscano"
"Non ti conviene: ti faranno sbarcare alla prima isola che trovano"
"Impossibile! Devono ascoltarmi"
 "Sono dei semplici marinai, sono stupidi come dei Tauros imbufaliti... l'unica cosa da fare è denunciare alla polizia il tizio che ti ha aggredito. Loro sì che agiscono"
"Ma la prossima isola è distante tre giorni di viaggio, e poi non abbiamo prove!"
"Già!" disse Layla sconsolata. Aveva tenuto testa all'ufficiale, ma la mancanza di prove era un ostacolo insuperabile anche per lei. "Senti..." dissi, "Non è un problema che ti riguarda. In un modo o nell'altro ne verrò fuori"
"Ha ragione; anche tu  non dovresti preoccupartene. E ora andiamo in piscina a goderci i nostri biglietti!" disse Layla con rinnovata allegria.
Lanciai un grido di consenso e fui imitato sia da Venus che dal Piplup di Layla. Ci dirigemmo verso l'ascensore e digitammo il pulsante del ponte della piscina.
***
Nel frattempo, molte miglia più a est
I tre gommoni erano approdati sulle spiagge dell'Isola Materna, una piccola isola ai confini del Settipelago e della regione di Kanto, da poco più di mezz'ora e i componenti dell'equipaggio si erano prodigati per trasportare il prezioso carico che avevano trafugato dalla stiva della nave. La donna al comando dell'operazione dette l'ordine di partire verso la base situata a pochi chilometri più a nord, nell'entroterra dell'isola.
Il convoglio arrivò dopo poco più di dieci minuti di viaggio e la capitana diede l'ordine di portare tutto nell'inventario. Poi, a passo deciso, si diresse verso una stanza situata al piano superiore. Bussò e aprì la porta, entrando così in una stanza riccamente decorata con poltrone in pelle e una grossa scrivania di mogano posizionata sul lato opposto della porta.
"Sono venuta a fare rapporto, signore!" disse la donna mentre chiudeva la porta.
"Com'è andata la missione, capitano Olga?" chiese una voce profonda proveniente da un angolo della stanza.
"È stata un successo a trecentocinquantanove gradi, signore"
"Suvvia, mia cara, non essere così formale. Piuttosto, spiegami perché cosa è andato storto..."
 "Un ragazzino, signore, ci ha scoperti. Ho mandato una recluta ad occuparsene, ma è stato sconfitto e..."
"E?"
"Non sappiamo se l'equipaggio della nave sia stato avvisato. La nostra operazione potrebbe esser stata scoperta"
"Abbiamo quello che stavamo cercando, il resto non conta"
"Ma... Quel ragazzino potrebbe darci ancora problemi!"
"Adesso inizia a preparare il trasferimento del bottino nella struttura di Pewter City, al resto ci penserò io"
"Come desidera, Luogotenente Proton!" disse Olga mentre faceva il saluto militare.
La donna lasciò la stanza e Proton si versò un bicchiere di vino. "Ti troverò, piccolo curioso, e ti distruggerò. A meno che tu non te ne stia al tuo posto" disse il Luogotenente prima di sorseggiare il contenuto del suo bicchiere.
***
Mi sporsi per vedere il profilo di Pallet Town farsi sempre più vicino. Era passata una settimana dal mia prima lotta pokémon, e tre giorni dopo Layla aveva abbandonato la nave quando avevamo fatto scalo a Terzisola. Non mi diede nessuna spiegazione, mi disse solo che ci saremmo rincontrati di sicuro in futuro, forse anche prima di quello che pensavamo. Era la prima amica che mi ero fatto dopo moltissimo tempo, così le chiesi di registrarla nel pokénav, in modo tale da poterci sentire più spesso. Ora stavo lì, con il numero di Layla segnato sullo schermo, indeciso se chiamarla o no. Alla fine decisi di non farlo e mi spostai verso lo specchio. Posso dirvi che in quella settimana di viaggio ero cambiato: avevo guadagnato un paio di centimetri, arrivando così alla tanto agognata soglia del metro e sessanta. Presi il mio cappello blu, la felpa nera e mi vestii. Fissai alla cintura la Poké Ball di Bulbasaur, misi in spalla lo zaino ed uscii dal mio alloggio.
 Pallet Town, conosciuta anche come Biancavilla per il bianco acceso delle sue case o come Villaggio dei Campioni per aver dato i natali ad innumerevoli campioni, trai quali Red, Blue, Ash, Gary Oak ( mio zio e attuale capo del laboratorio presente nel villaggio) e molti altri... Nonostante la schiera di innumerevoli personaggi di spicco partoriti da questo villaggio, Pallet Town non aveva risentito di grandi cambiamenti nel corso degli anni: poche case erano sorte, la riserva naturale dietro al laboratorio era stata ingrandita di qualche centinaio di ettari, inglobando una piccola insenatura ed una collina sorta nei paraggi della città dopo il Grande Terremoto. Le uniche attrazioni della città erano il laboratorio Pokémon e la casa di Red, la quale sorgeva all'incirca al centro del villaggio. Decisi, appena sbarcato, di visitare il Laboratorio dello zio, visto che ero stato informato da mio padre dell'assenza di Red, in modo tale da ottenere il Pokédex e partire subito alla volta di Kanto.
Arrivai davanti alla porta del Laboratorio e provai a bussare, ma venni anticipato dallo zio Gary, il quale mi aprì la porta e mi invitò ad entrare con un caloroso sorriso.
"Ciao zio, come stai?" chiesi mentre entravo.
"Benissimo. Sei cresciuto tantissimo dall'ultima volta che ci siamo visti!" replicò mio zio.
Mi condusse in un'enorme stanza che capii essere quella più importante. Al centro di essa c'era un enorme computer che regolava la vita di Pokémon sparsi per tutta la tenuta. Il resto delle pareti era ricoperto da scaffali contenenti moltissime Balls, strumenti di cui ignoravo l'utilizzo e registri pieni di fogli e appunti.  Sulla scrivania, posizionata vicino all'entrata, c'era una teca contenente due Pokédex. Lo zio si avvicinò alla teca e l'aprì utilizzando  una piccola chiave, prese uno di quei piccoli computer e me lo porse.
"Non devo spiegarti cos'è, vero?" chiese lo zio.
"No, mi hanno già fatto diversi discorsi sull'importanza di quell'oggetto" risposi.
"Lasciami dire una cosa sola: un tempo, solo poche persone ricevevano il Pokédex, poiché esso veniva considerato un peso non facile da sopportare. Anche oggi non sottovalutiamo la cosa, per questo ti sei dovuto sottoporre a quel test"
"E se avessi fallito?"
"Non potevi fallire... Ti avremmo consegnato lo stesso il Pokédex, ma una versione meno avanzata"
"Tu e chi?"
"Io!" rispose una voce proveniente dal giardino. Una porta si aprì ed entrò una donna poco più bassa di mio zio, dai capelli color del grano. Portava una salopette marrone, sotto di essa una maglietta blu; una collana semplice le circondava il collo. Al polso portava un braccialetto con una piccola perla; portava un capello calato sugli occhi e masticava un lungo filo d'erba.
"Yellow, finalmente ti sei decisa ad onorarci della tua presenza!" esclamò sarcastico mio zio.
"Gary, risparmiati il sarcasmo. Sappiamo entrambi che sei stato tu a implorarmi di aiutarti a gestire la riserva!" rispose la donna bionda, poi si rivolse a me:" Tu dovresti essere Tom. Ma guardati, sei cresciuto tantissimo!"
"Lei mi conosce...?" chiesi mentre ispezionavo la figura di Yellow in cerca di qualcosa di famigliare.
"Certo, che stupida! Sono passati almeno quattro anni dall'ultima volta che ti ho visto. Sei qui per il Pokédex?"
"Sì, mi è appena stato consegnato"
"Adesso, se non ti dispiace, vorrei continuare la mia spiegazione così brutalmente interrotta" disse mio zio con il tono delle persone stufe di aspettare.
Yellow lo esortò a continuare e Gary mi spiegò le funzioni che erano state aggiunte all'apparecchio: ora si potevano conoscere il livello di crescita del Pokémon, le sue statistiche e il livello di apprendimento delle mosse, escluse ovviamente quelle apprendibili tramite MT, MN e Tutor specializzati.
"Adesso è il mio turno, sempre se tu lo voglia Gary" disse Yellow.
"Certo, continua pure" rispose in modo accondiscendente lo zio.
"Altre spiegazioni?!"chiesi. Ero intrappolato lì dentro da quasi mezz'ora e avevo le tasche piene di quelle spiegazioni. Mi sembrava di esser tornato sui banchi di scuola.
"Non ti preoccupare, ci vorranno al massimo cinque minuti" disse Yellow mentre estraeva una pen drive dalla tasca della salopette. "Hai con te il tuo Pokénav?" chiese poi.
"Sì, eccolo." Glielo porsi. Yellow armeggiò per qualche secondo con il mio apparecchio prima di trovare la porta usb. Infilò la pen drive nella porta usb, poi inserì un codice e mi disse che in un paio di minuti il download sarebbe stato completato. Una volta che il download finì, Yellow mi porse il Pokénav e mi spiegò che aveva installato un'app particolare.
"Che app?" chiesi. Dal tono della mia voce si poteva carpire la mia preoccupazione.
"Non preoccuparti: è un'app inventata da un gruppo di scienziati nell'ambito del progetto di ampliamento del Network Pokémon. Adesso potrai controllare lo stato dei pokémon che depositi nel Box o che lasci qui da noi senza connetterti da un computer. Potrai farlo anche dalle altre Regioni" mi spiegò la bionda.
"E cos'altro?" chiesi eccitato.
"Purtroppo, solo questo. Il team di sviluppo vorrebbe ampliare le funzioni, includendo anche la possibilità di dare strumenti ai Pokémon nel box, ma questo va al di là dei limiti di quegli apparecchi" disse mio zio intromettendosi nella conversazione.
"Ah" dissi, cercando di nascondere un moto di delusione.
Il silenzio cadde tra di noi, ma ci pensò Yellow a romperlo invitandoci a pranzare a casa sua. "Grazie... Vi raggiungerò tra una mezz'ora, adesso devo fare un'altra cosa" dissi mentre mi dirigevo verso l'uscita del Laboratorio.
***
Il cimitero di Pallet Town sorgeva su una scogliera circondata da alberi. Appena arrivai, notai che il cancello in ferro battuto era aperto. Non diedi peso alla cosa e mi diressi verso la parte del recinto dedicata alla mia famiglia. Una volta arrivato davanti alla tomba del mio bisnonno, morto qualche mese prima della mia nascita, vidi un'altra persona chinata sulla lapide. Mi avvicinai e riconobbi, seppur a fatica, mio cugino Sam. Sam, attirato dal rumore di passi, si voltò e mi sorrise. "Tom, da quanto tempo!" esclamò sorridente.
"Sam, che piaceri vederti!" risposi.
Sam era un ragazzo di diciassette anni, alto, con una muscolatura media. I capelli arancioni erano pettinati con una quantità assurda di gel ed erano raccolte in punte. Indossava una maglietta bianca con il disegno di un Vibrava, un paio di pantaloni rossi e delle scarpe bianche. Dall'ultima volta che l'avevo visto - si parla di quattro mesi prima- si era fatto crescere la barba, la quale ricopriva la mascella. Devo ammetterlo, ai tempi, lo invidiavo molto: era considerato molto bello ed era anche molto abile coi pokémon.
"Cosa ci fai qui?" chiese dopo essersi sciolto dall'abbraccio che mi aveva dato.
"Sono venuto a salutare il nonno, sto per partire"
"Che bello! Mi ricordo che alla tua età ero eccitatissimo. Punterai alla Lega?"
"Quella è l'idea... Tanto lo sai che il mio vero obiettivo non è diventare Campione"
"Certo che lo so. Ma ti do una ragione in più per impegnarti"
"Quale?"
"Quest'anno, la Federazione ha deciso che i primi quattro classificati avranno l'onore di sfidare i Superquattro e il vincitore del campionato sfiderà il Campione"
"Wow... Tu sei ancora Campione?"
"Non più, adesso ricopro la carica di Superquattro"
"Così, se vincessi, avrei la possibilità di sfidarti!"
"Certo. E io mi aspetto che tu vinca. Così potrò valutare di persona le tue abilità" disse sorridendomi, poi mi allungò la mano e mi chiese:" Allora, ci stai?"
"Certo!" esclamai stringedogli la mano.
Uscimmo insieme dal cimitero e ci dirigemmo verso la casa di Yellow e Red, pronti a gustare il pranzo preparato dalla donna coi capelli color dell'oro.
***
Due ore dopo
Appena ebbi finito di pranzare, aiutai Yellow a mettere a posto la tavola, poi salutai e lasciai Biancavilla. Dopo un paio d'ore di marcia, mi ritrovai in uno spiazzo poco distante dal Bosco Smeraldo. Il bosco era costeggiato da un sentiero di sassi ben levigati e bianchi, disposti in modo tale che tra di loro non ci fosse troppo spazio. Ogni dieci metri si trovavano dei lampioni piuttosto strani: erano diversi da quelli di New Town, questi erano di ferro e si potevano intravedere degli stoppini simili a quelli delle cucine. D'un tratto mi ricordai che qualche anno prima, gli abitanti di Viridian City avevano convinto il sindaco a cambiare l'illuminazione della città, convertendo i lampioni elettrici in lampioni a gas evitando così di pesare troppo sulla centrale posizionata a nord di Cerulean City, l'unica rimasta in quella parte della Regione.
Decisi di usare quel percorso, ma prima consultai la mappa per vedere se portasse o meno a Smeraldopoli. Superati i primi quattro lampioni, udii uno strano rumore proveniente dall'interno del bosco. Spaventato e allo stesso tempo incuriosito, decisi di andare a vedere accompagnato da Venus, che feci uscire dalla Poké Ball. Arrivato alla sorgente del rumore, ne scoprii la causa: un Rhyhorn stava dando battaglia ad un gruppo di Pidgey, i quali cercavano di scappare spaventati dalla mole e dalla potenza del loro avversario.
"Un Rhyhorn?! Ma non vivevano dalle parti di Violapoli!" dissi stupito.
Fu il Pokédex, con la sua voce gracchiante, a spiegarmi che negli ultimi anni erano nate diverse colonie d Rhyhorn anche nei dintorni di Pallet Town e Viridian City.
D'un tratto mi accorsi che un Pidgey si era voltato per combattere l'aggressore invece di fuggire come gli altri. Incuriosito dal suo comportamento, decisi di aiutarlo distraendo il pokémon roccia. "Venus, bloccagli la zampa posteriore, poi cerca di fargli perdere l'equilibrio" sussurrai al mio Bulbasaur, il quale obbedì riuscendo nella prima parte del piano. Rhyhorn, con un colpo di reni, fece volar via Venus, il quale sbatté contro un albero. Il pokémon Uccellino iniziò a sbattere energicamente le ali, creando così una raffica di vento che non diede i risultati sperati: il pokémon di tipo roccia si voltò e caricò il povero Pidgey.
"Bulbasaur, slegati!" ordinai.
Venus ritirò la sua liana poi prese l'iniziativa e sparò contro il suo avversario dei semi cercando di imbrogliargli le zampe. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Venus attirò l'attenzione del Rhyhorn con Ruggito.
"Venus, aspetta che si avvicini poi scarta di lato!" ordinai.
Il Rhyhorn cadde nella nostra trappola e venne colpito dall'attacco combinato di Venus e del Pidgey selvatico. L'attacco, unito alla perdita di equilibrio causata dalla repentina frenata, bastò a far cadere su un fianco il pokémon simile ad un rinoceronte.
"Ok, basta così. Non infierite" dissi bloccando così anche il Pidgey.
Quest'ultimo, preso dalla battaglia,non si era accorto che il suo stormo era volto via approfittando del suo sacrificio. Guardava il cielo e emetteva quello che mi sembrava un richiamo, ma non ottenne risposta. Tentò più d'una volta ma i suoi tentativi andarono a vuoto. Sconsolato, iniziò a beccare il terreno.
"Senti... Ti andrebbe di viaggiare con me?" chiesi titubante. Non ero sicuro che il nostro aiuto nella lotta bastasse a convincerlo, ma tutti i miei dubbi  vennero fugati quando vidi lo sguardo pieno di gioia che mi rivolse. Presi una Poké Ball dallo zaino e la lanciai colpendolo ad un'ala.
La sfera oscillò tre volte e poi si chiuse rilasciando delle piccole scariche d'energia simili a scintille. Raccolsi la Ball e ritornai nel bosco in cerca del percorso che avevo abbandonato dieci minuti prima.

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Buon giorno fandom pokémon, come state?
Ed eccomi di ritorno dalle vacanze in mezzo alle montagne. Questo capitolo l'ho scritto in qualche giorno e, stranamente, è venuto più lungo del previsto. Evidentemente l'aria di montagna stimola l'ispirazione; ed è arrivato anche il famoso personaggio che parlerà di Ash e il loro rapporto, ve lo dico già da adesso, sarà un po' complicato per una scelta che vedrete più avanti.  Per chi se lo stesse chiedendo,ho annoverato Ash trai campioni perché, tecnicamente, è il Campione delle Isole Orange.  Ora vi lascio con la solita domanda: qual è il vostro pokémon preferito e perché? Un saluto,
Rovo

P.S. Ho cambiato delle cose con l'editor di EFP. Ditemi se l'impaginazione è migliorata o no.
  
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