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Autore: perwinkle    29/08/2014    0 recensioni
Ma erano vive quelle balene? erano vive o morte? Perché non posso saperlo, erano morte? dai lo so che erano morte, lo so, erano morte?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BALENE (qualcuna, forse, ancora viva?)

Stavo camminando su una strettissima passerella, larga nemmeno 2m, di legno tarlato, forse marcio. Non c'erano protezioni e sarei potuta cadere di sotto da un momento all'altro. Camminavo quindi molto lentamente, con le braccia lungo il corpo, e intanto mi guardavo intorno. C'era una strana nebbia e tutto era grigio. non riuscivo a vedere oltre 2-3m da me. Forse c'era anche della vegetazione sul lato sinistro della passerella ma anch'essa era grigiastra e si confondeva nella nebbia. Non osavo guardare giù ma la curiosità di ciò che stava sotto la passerella mi stava consumando. Abbassai, quindi, lentamente, lo sguardo. C'era acqua. Ma era talmente torbida, giallognola, che stentavo a credere che fosse davvero liquida, sembrava più che altro gelatina. Aveva il colore del latte annacquato mischiato a quello di un fiume marroncino, in piena a causa dei troppi temporali.

A questo punto iniziai a rendermi conto che qualcosa, nell'acqua si stava muovendo. Osservai meglio. Erano balene. Migliaia di balene, una distesa di balene, infinita, balene, balene, balene. Erano ammassate, l'una sull'altra, qualcuna a pancia in su, immobile. Certo, per la maggior parte erano morte. Ma ce n'era qualcuna che ancora rotolava sopra le altre, cercava di farsi spazio, poi sembrava arrendersi, soffocata dalle sue compagne, morte, che le toglievano lo spazio vitale. Quindi qualcuna di viva c'era! Vidi, davanti a me, sulla passerella, altre persone.

“Sono vive, sono vive!” gridai. Ma loro mi dissero di no, erano tutte morte, non c'era nulla da fare.

“Sbrigati ragazzina, vai avanti! Sono morte, su, dai, muoviti!”

Dovetti annuire e proseguire mentre un senso di nausea cresceva dentro di me, nel mio stomaco, nel mio cuore.



Solo un paio di spiegazioni, per far capire il senso di questa... di questa "cosa":

L'ho scritta appena sveglia, verso le 7.00 di mattina, raccontando tale e quale il sogno che avevo appena fatto. Quando poi ho raccontato il sogno alla dottoressa è rimasta impressionata dalla chiarezza con cui me lo ricordavo e poi mi ha dato una spiegazione abbastanza plausibile (per quanto gli psicologi possano farlo, ovvio). Da quando l'ho fatto, e soprattutto da quando ne ho ricevuto la spiegazione, questo sogno mi tormenta, ne rivedo le scene e ci ripenso troppo spesso, tanto spesso da scriverlo anche qui. 

   
 
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