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Autore: M o o n    29/08/2014    3 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una luce esiste per tutti

5. Di scelte non proprio brillanti e nuovi branchi.
 

Passai una mano fra i miei capelli biondi, steso sul mio letto con il viso rivolto verso il soffitto.
Mi passavano per la mente tanti pensieri, pensieri che non mi credevo capace di formulare.
Non so bene cosa mi stesse succedendo, ma da più di un mese sentivo di voler cambiare. Sentivo di non voler più essere “lo spaventapasseri”.
Non mi era mai importata l’impressione che davo agli altri, quindi non capivo perché tutto ad un tratto volevo contare qualcosa.
Dopo un’altra manciata di minuti passata a fissare confuso il soffitto, decisi di prendere il cellulare e mandare un messaggio ad un mio vecchio compagno.
 
A: Jonathan Collins 22.34
Hey, Jonathan, sono Octavian. Ho considerato l’offerta.

 
Conoscevo Johnatan dalle elementari.
Non avevamo assolutamente nulla in comune, certo. Lui era amato e rispettato, mentre io ero… io ero me, emarginato.
Nonostante tutto, però, siamo sempre andati d’accordo, bene o male.
Mi aveva offerto aiuto per diventare come lui, ma io non avevo risposto subito.
Forse è stata quella proposta a far partire tutta quella catena di pensieri.
Da: Jonathan Collins 22.36
Fantastico! Sapevo che ti saresti messo sulla retta via ;)
 
A: Jonathan Collins 22.36
Non ti ho detto se l’ho considerata negativamente o positivamente.
 
Da: Jonathan Collins 22.37
Mi hai scritto di averci pensato. È chiaramente positiva la tua considerazione, amico.
Ci vediamo domani davanti a scuola alle 6.30
 
A: Jonathan Collins 22.38
6.30? È un po’ presto, perché?
 
Da: Jonathan Collins 22.38
Amico, vieni e basta, non farti molti problemi!
 
A: Jonathan Collins 22.39
D’accordo, “amico”.

 
Avrei voluto non farlo, credetemi, ma non riuscivo a fermarmi ormai.
Dovevo avvisare Katrina e poi avrei chiuso gli occhi, per bearmi nel mondo dei sogni.
 
A: Katrina 22.41
Katrina, domani mattina vado a scuola più presto del solito. Ci vediamo in classe. Buona notte.

 
Lasciai il telefono e spensi la lampada sul mio comodino dopo aver messo la sveglia alle 5.30, chiudendo gli occhi e addormentandomi con la consapevolezza che da domani tutto sarebbe cambiato.
 
♠ ♠ ♠
 
Una volta suonata la sveglia la buttai a terra come di consueto e mi alzai, passandomi una mano sul viso.
Mi piegai per riprendere la sveglia e la posai sul comodino. Come faceva ad essere ancora intera, dopo tutte quelle cadute?
Presi il telefono e trovai due messaggi.
Uno era di Katrina e l’altro di Jonathan.
Quello di Katrina mi chiedeva spiegazioni e mi augurava comunque la buona notte, mentre quello di Jonathan mi ricordava di vederci davanti al cancello.
Pensava avessi l’amnesia o cosa?
Sbuffai e iniziai a vestirmi, con gli occhi che minacciavano di chiudersi a causa del sonno che non mi aveva ancora abbandonato.
Mentre mi vestivo guardavo lo scorrere dei minuti sull’orologio e mi chiedevo se stessi facendo la scelta giusta.
Massì, idiota! Stai solo facendo nuove amicizie.
Questo era il mio mantra per convincermi di aver compiuto la scelta giusta.
Funzionava a metà.
Mi ero tranquillizzato, un po’, ma una parte di me continuava a urlarmi di tornare a letto e avvisare Katrina che saremmo andati a scuola insieme come sempre.
Soffocai quella parte odiosa con quella più sicura e, guardandomi allo specchio, stabilii di essere pronto a cominciare tutto da capo.
Presi il cappotto e lo zaino e uscii di casa.
Passo dopo passo sentivo lo stomaco stringersi e rivoltarsi.
Cos’era? Ansia?
No, non era ansia. Non ero preoccupato.
Forse era rimorso, ma per cosa? Insomma, la vita che stavo conducendo al momento faceva abbastanza pena, quindi…
Scossi la testa.
Basta, basta pensare.
 
♠ ♠ ♠
 
Quando arrivai al luogo dell’incontro notai che non c’era solo Jonathan ad aspettarmi.
Insieme a lui c’erano tre ragazzi di cui ignoravo completamente l’esistenza e tre ragazze che, ahimè, conoscevo abbastanza bene.
Drew Tanaka e le sue barbie di scorta Teresa Thorn e Alissa Mercury.
Fantastico, pensai, sono nel club con le oche.
«Octavian!» mi salutò Jonathan con un sorriso. «Allora, ti presento Will Solace» indicò un ragazzo dai capelli biondi, la carnagione abbronzata nonostante fossimo quasi in inverno, e gli occhi azzurri. «Ashton Fitzgerald» un ragazzo con i capelli castani e gli occhi verdi. «E James Freeman» un ragazzo con i capelli verdi scuro, ovviamente tinti, e occhi castani. «Amici miei, ecco Octavian, la nostra nuova recluta» disse mettendo un braccio intorno alle mie spalle. Trattenni l’impulso di togliermi e rispondere acidamente. Non era un buon modo di iniziare una relazione.
«Ora le ragazze» ghignò Jonthan.
«Ci conosciamo già» disse acidamente Drew. «Spaventapasseri»
«Stronza» ricambiai il saluto, guardandomi in cagnesco con quell’oca.
«Wo-oh! Rinfoderate gli artigli, voi due» ci ammonì James, ridacchiando, poi si avvicinò all’orecchio di Jonathan per dire qualcosa che fece scaturire un sorriso malizioso e una risata a quest’ultimo.
«Be’, miei cari amici» esordì Jonathan, sfregandosi le mani. «Mi sembra il momento di iniziare il nostro amico alla vita nel branco»
Tutti sorrisero, in modo non molto rassicurante.
«Che si fa, Jo?» chiese Ashton, ghignando insieme a James. Drew continuava a guardarmi con odio, seguita da Teresa.
Solo Alissa e Will non sembravano molto interessati a questa conversazione che per me aveva qualche oscura ombra. Will mi guardò e scosse il capo, come a dire “Tu sei pazzo, fratello, ritirati.”
Non molto rassicurante nemmeno questo.
Alissa si strinse nelle spalle guardandomi, chiedendo scusa con lo sguardo, e poi guardò Drew che aveva preso a battere l’indice sulle labbra, pensando sicuramente al modo più imbarazzante e crudele per “indirizzarmi al branco”.
«Be’,» disse avvicinandosi a me con un sorriso malizioso. «Io un’idea ce l’avrei»
Guardandola nei suoi occhi lessi crudeltà pura.
Il cuore mi si bloccò in gola e strinsi i pugni, fino a conficcarmi le unghie nella carne.
Non sapevo che fare.
L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era: scusa.
 
 
 
Luna’s corner
 
Hey! Oh, dei! Ma quanto è passato? Un mese? o:
Vi chiedo perdono c.c
Avevo il blocco dello scrittore a causa del caldo torrido c.c
Si vede, infatti, eh? Un capitolo di cacca proprio eeeeewwwwwwwwww
Vi avviso, nella mia mente una voce annuncia che da qui inizia la distruzione dei feels degli Octrina shippers e ride sadicamente.
È la stessa voce che mi detta le parole da scrivere – che è stata addormentata per un mese gn – so... avvisati.
Potete capire da voi il perché, grazie a questo schifoso capitolo che è più di passaggio che altro.
Buh, niente altro da dire.
Mi dispiace ancora per l’attesa, e grazie della vostra pazienza.
Vi meritate un biscotto! *prende un pacco di biscotti al cioccolato e li lancia come coriandoli*
Alla prossima!
 
Luna

 
  
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