La città dei morti

Un guerriero non poteva permettersi di avere paura, non poteva permettersi di avere punti deboli; doveva solo uccidere e sopravvivere.
“[…] Matt avrebbe voluto anche baciare quelle labbra che aveva il presentimento fossero talmente dolci da dare alla testa. […]
[…] Non sapeva più chi fosse, ma Evelyn lo guardava e rimase abbagliata da lui. Tutto in lui ispirava timore, violenza, morte certa; eppure lei lo trovava bellissimo. Era così vivo, talmente che le sarebbe bastato toccargli una mano per poter sciogliere il ghiaccio che c’era in lei. […]
[...] – Potrei benissimo ucciderti e tu me lo lasceresti fare, te ne rendi conto? –
– E che aspetti, allora? –
(...) – Non posso starti vicino. Non devo starti vicino. – Ross lo guardò con quegli occhi rossi e, questa volta, tutto ciò che gli trasmisero fu solo tristezza. Calum si sentì stringere il cuore perché aveva ragione, ma affrontare la realtà non gli era mai piaciuto. [...]
[…] – Va tutto bene, angelo. E’ tutto finito. – le diceva, come un mantra, mentre le accarezzava i capelli, le spalle, la schiena e così a ripetizione, per calmarla.
– Ci sono io con te ora, nessuno ti farà più del male. – e Lyn gli credette, perché lo sapeva. [...]”