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Autore: Gamblut    30/08/2014    1 recensioni
LA RAGAZZA GHIACCIO. Fredda. Impassibile. Con il cuore congelato. Cosa le sarà successo per farla diventare così "gelida"? Qualcuno riuscirà a sciogliere questo ghiaccio che le avvolge il cuore? Beh.. Forse. Un ragazzo misterioso, che non si fa notare, SOLO... MISTERIOSO COME L'ARIA.
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"Lei lo osserva, lo guarda. Non sa nemmeno per quale motivo, non lo comprende. Sa solo che quel ragazzo la incuriosisce, ma non capisce nemmeno perché."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ghiaccio e Aria, un amore, un'avventura straordinaria.


Capitolo 6

“ DIIIIINNNN!!!!”
Le lezioni sono finite ma Stephen è ancora scosso da quello che è successo poche ora fa a mensa. Non ha più rivisto Alaska da quel momento, poiché hanno avuto tutte le lezione diverse. Sta per dirigersi verso casa ma proprio nella scorciatoia che pensa di conoscere solo lui, un ragazzo lo segue e poi lo ferma.
-Ciao. Come ti chiami? – chiede quello.
-Piacere, Stephen Wilson.- risponde, un po’ intimorito da quel gigante di un metro e novanta.
-Risposta errata. Io ti chiamerei “coglione”. Anzi, “vigliacco.” – dice quello incominciando a guardarlo male. Quest’ultimo non capisce cos’ha fatto e perché qualcuno dovrebbe chiamarlo in quel modo.
- E tu, invece, chi saresti? –chiede Stephen.
-Non ti importa, piccoletto. – dice l’altro.
-Vorrei sapere chi sei per conoscere almeno chi picchierò fra qualche secondo.- risponde sorridendo Stephen. Nonostante sia basso, ha delle braccia molto muscolose.
-Dovrebbe essere al contrario, per quello che hai fatto. –
-E sentiamo, cosa è successo? – chiede Stephen.
- Non fare il finto tonto, seriamente, mi fai schifo. –
-Veramente non lo so. Vediamo.. spiegamelo tu che ti senti chi sa chi ma sei solo un bulletto di strada. –
- Un bulletto di strada?! Io?! Ehi, merda strisciante, sei tu nel torto! Non ti rendi conto di quello che hai fatto? L’ho sentita piangere.... l’hai fatta piangere.... ti rendi conto?! Ti rendi conto di quanto schifo mi fai?! Tu hai fatto piangere.. LEI! – dice urlando il ragazzo.
- Piangere?  Ma stai scherzando? Io non ho fatto piangere nessuno! E soprattutto non farei mai piangere una ragazza. –
Quello, ormai tutto furioso, non riesce più ad ascoltare le fesserie di Stephen e incomincia a metterlo al muro prendendolo dal collo, quasi stritolandolo.
-Una ragazza?! Una ragazza?! Ma non capisci? Tu hai fatto piangere “Al-ice” “La ragazza di ghiaccio” Come te lo devo spiegare? Tu hai fatto piangere la ragazza gelida, che non ha mai provato emozioni.... tu non sei degno di lei! Ho visto quello che è successo a mensa e mi fai schifo! Tu hai fatto piangere..  ALASKA WANE! Non ti senti male? Non ti senti il cuore che si spezza in mille pezzi? Non ti fai schifo? Sei solo un coglione vigliacco e dopo che hai il cuore spezzato, adesso io ti romperò le ossa! Tu meriti una punizione! – grida il ragazzo tenendo sempre per il collo Stephen. Inizia dandogli un pugno al centro della pancia e Stephen fa un gemito. Poi seguono calci, pugni, schiaffi... ma quello non sente niente. Non prova dolore,  capisce solo che fa schifo. Pensa che non merita nemmeno di vivere e che l’altro ha ragione, quindi non lo ferma nemmeno.
L’altro gli dà un ultimo pugno facendolo arrivare a terra, e gli urla:
-Tu... non sei degno di lei! Io ti do un consiglio... se continui ancora a vederla o a dirle anche un minimo “ciao”... ti giuro che io ti ammazzo! Queste botte non saranno niente! E non la farò nemmeno venire al tuo funerale! Mi fai schifo....e ti ricordo che non la devi vedere mai più! MAI. MAI. Sai che vuol dire la parola mai? Mai. E comunque, se ti può ancora interessare, sono Jackson Lewis. Piacere di conoscerti. – e finisce il discorso dandogli un ultimo calcio, quel ragazzo alto con gli occhi azzurri scuri, i capelli biondi naturali brizzolati e il viso scolpito, quel ragazzo... che ha appena finito di picchiare Stephen, e quest’ultimo lo sta lasciando andare e mentre il suo corpo giace a terra,  mentre continua a pensare.
“Io... veramente sono riuscito a far piangere la ragazza gelida?! Un sempliciotto come me.. le ha rubato il cuore?! No, probabilmente avrà pianto per quella mia reazione, non le piaccio minimamente, questo è sicuro. Voleva solo un amico e io sono stato così cattivo da non considerarla nemmeno. Potevo.. potevo fare qualcosa, ma l’ho ferita. Per questo non devo avere altre persone accanto, soprattutto quelle cui tengo veramente! Finisco sempre per farle del male, sono uno stupido e come ha detto quello strano tipo di nome Jackson faccio schifo. Non devo vedere più Alaska, sia per la mia salute fisica ma soprattutto perché io ci tengo a lei, e non voglio farle del mare. Devo proteggere la sua felicità e allontanarla dalla mia ferocia. DEVO TRONCARE QUESTA NOSTRA STRANA AMICIZIA.”
Grazie al cielo, uno vede a Stephen e lo porta in infermeria. “Qui c’è un’infermeria? Assurdo! E quella che volta che sono dovuto andare fino all’ospedale con Alaska.. che bello quel giorno, proprio in quello ci siamo conosciuti. Basta, Stephen, non pensarci!” dice a se stesso il ragazzo come quando nei cartoni animati si crea una nuvola di pensiero e lui cerca di cacciarla via. Arriva nella saletta e quella persona che l’ha accompagnato fugge subito al paino di sotto dove ha un corso pomeridiano. Lui rimane nel lettino e non riesce completamente a muoversi e deve per forza rimanere lì, fin quando non arriverà qualcuno che lo soccorre. Non riesce nemmeno ad allungare la mano per prendere gli antidolorifici che sono nell’armadietto accanto. Quindi, rimane sdraiato e sente l’odore strano che c’è. È peggio di quello della casa del signor Wilson, dove, dopo un anno, si è abituato. Medicinali, disinfettanti, pillole scadute e tant’altro hanno odori strani i quali fanno parte dell’aria... e anche lui..  beh, perché lui è l’ARIA.
 
“Va bene.. addio Aria. -
-Aria? Ma con chi stai parlando?-
-Beh, perché tu non ti fai notare e sei semplice come l’aria ma complesso e cioè...- “
 
A ripensarci, lui incomincia a ridere.
“Che ricordi! Ma come si fanno a inventare nomignoli del genere! Quella ragazza è proprio stupida! Però.. è anche originale. Intelligente. Stupenda... Bellissima... Simpatica...”
-Smettila!- urla Stephen, parlando con se stesso. Per fortuna nessuno lo sente.
Cerca di non pensare alla ragazza, di immaginarsi altro, di ricordare qualcosa.. ma niente. Il volto di Alaska è nei suoi pensieri, come lo screensaver del cellulare. La sua voce.. è la suoneria della sua vita. “Che mi sta succedendo?! Perché.. sono felice, ma allo stesso tempo debole... e il cuore mi fa male?  È questo l’amore? Questo... significa INNAMORARSI?”


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3 ore prima.

-È solo uno stupido! – esclama Alaska e scappa. Corre  verso il bagno e entra in quello laterale, per essere meno notata. Si siede sulla tazza mentre abbraccia le gambe che sono vicine al petto e cerca di accucciarsi e non pensare a quello che è successo prima, ma non ci riesce proprio.
“Cosa sto facendo? Perché rimango qui come una stupida a nascondermi? Da chi? Da lui? Da lei? Che se ne vadano a quel paese! Questa è la realtà: sono io quella stupida. Non dovevo fare quella reazione, tanto a lui.. non gliene importa niente. Io sono io e lui è lui. Sono una sciocca.. perché ci penso ancora? Perché penso ancora alla sua strana faccia quando prima era rosso mentre io mi presentavo a quella ragazza e dicevo di non chiamarmi Alaska e poi.. quando quella odiosa creatura ha detto quelle cose... Ah, che rabbia! Non lo so, non lo so! Provo sia rabbia che felicità e allo stesso tempo anche dolore! Sono felice che qualcuno abbia pensato che io sia la fidanzata di Stephen... è veramente così?!” incomincia a tenersi la testa con la mani.
Che mi sta succedendo?! Perché.. sono felice, ma allo stesso tempo debole... e il cuore mi fa male?  È questo l’amore? Questo... significa INNAMORARSI? Non ce la facci più! È tutta colpa sua se sto così male e sono arrabbiata! Perché è così stupido? Perché fa finta di non capire? Perché... mi piace così tanto?!” pensa incominciando a piangere, le sue prime vere lacrime. Non quelle provocate dalla mamma che l’ha rimproverata per aver rotto quell’oggetto prezioso, non quelle che ci sono state dopo una caduta o una ferita... ma le lacrime dell’amore. Queste goccioline cadono sole, una dopo l’altra. E questa sì... questa è la ragazza di ghiaccio. Quella ragazza gelida, impassibile.. è anche una ragazza normale, che riesce a provare emozioni, che sa piangere.
Due colpi alla porta.
-Occupato! – risponde Alaska, cercando di mascherare le lacrime.
- Alaska, sei tu! – dice la rossa che aveva prima bussato, però con un tone di voce normale, non quel suo solito acuto o troppo imbarazzato.
- Ti ho detto che non mi devi chiamare così! Comunque, che vuoi? – chiede Alaska asciugando le lacrime con un po’ di carta igienica.
- Volevo sapere come stai.. dopo quello che è successo...-
- Come mai parli così? – chiede incuriosita Alaska da dietro la porta.
-Ah, niente... dai esci dal bagno!- esclama la ragazza rossa usando di nuovo il suo tone di voce acuto. L’altra capisce subito che c’è qualcosa di strano.
- Entra nel bagno. – le ordina la bionda.
- Ma io non ho questi interessi...-
-Entra!-
- Ma cosa vorresti fare? Io.. preferisco i maschi!- dice sempre quella con la sua voce acuta.
- Entra subito in questo cesso!!! – urla Alaska, mentre le altre ragazze che sono dall’altra parte della porta sono già scappate, tranne la rossa che entra nel wc.
- Tu che gioco fai? – chiede senza minimi termini Alaska all’altra.
- Che intendi? A me come giochi piace Monopoli e ci gioco sempre con il mio fratellino più piccolo... – risponde quella tenendosi gli occhiali e usando sempre quel tono di voce.
-Smettila di parlare così! Che cosa vorresti fare? – chiede Alaska.
- Quindi.. dovrei parlare così? – dice usando un tono di voce normale, come quello che sta utilizzando prima.
- Perché sei venuta qui? –
-Ah.. scusami! Hai gli occhi rossi... hai pianto? Mi dispiace tantissimo! Non pensavo che lui potesse...-
-Smettila di mostrarmi la tua pietà! Non la voglio! Io ti odio! Che cosa vuoi? Perché devi rovinarmi la vita?! – urla Alaska.
- Ma io non ho fatto proprio niente..- dice mostrandosi “imbarazzata” la rossa.
- Smettila, ho capito che sei finta. Cosa vuoi? – chiede la bionda.
-Alleluia! Mi ero annoiata troppo a mentire!- esclama la rossa sistemandosi meglio i capelli e togliendosi sia l’apparecchio che gli occhiali. In fondo, è proprio una bella ragazza.
- Cosa ci fai qui? – chiede sempre quella.
- Beh.. ho visto quel povero ragazzo solo e senza che io facessi niente lui si è innamorato immediatamente di me! Non vedi come mi sta accanto? Si vede benissimo che tu sei gelosa.. ah piccolina, quanto mi dispiace per te! Ormai lui è pazzo di me e ti odia.. non puoi farci niente! – dice quella rossa facendo una risata malefica.
- Ma tu... chi sei? – chiede la ragazza con la voce quasi con un sussurro mostrando però i suoi occhi gelidi che stanno divento infuocati.
- IL TUO PEGGIOR INCUBO. -

 
 
 
 
 
 
~ Spazio a me! ~
Ehy! Povero Stephen... ma scusate, quel ragazzo ha ragione u.u e invece.. cosa ne pensate di questa rossa? Ancora non si è scoperta la sua vera identità, ma vedremo quel che succederà! Spero che vi sia piaiuta l'ultima frase ahah... che mistero! Questo capitolo è più "intenso" e spero che vi sia piaciuto e, se volete mostrare elogi, consigli o anche critiche, recensite! Comunque, spero di aggiornare al più presto, notte! <3
  
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