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Autore: Demon Heart    30/08/2014    1 recensioni
STORIA REVISIONATA E CORRETTA
Una mattinata come tutte le altre, per il nostro amato Kariya; anche se, a quanto pare, il suo datore di lavoro ha in serbo per lui qualcosa di veramente speciale
E, a quanto pare, è nata una nuova coppia nel fandom
*Tratto dal testo*
-Ma se hai paura di perdere, fai bene a non accettare- aggiunse fintamente preoccupato.
Lo sfortunato cameriere sussultò appena -Accetto- disse senza pensarci due volte, odiava quando l'amico lo stuzzicava. Odiava la sensazione di essere preso di mira, ma amava che fosse proprio il suo senpai ad averlo preso di mira.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kariya Masaki, Saryuu Evan - Saru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'orgoglio non ha niente di proprio; altro non è che il nome dato all'anima che divora sé stessa. Quando questa sconcertante perversione dell'amore ha dato il suo frutto, essa porta ormai un altro nome, più ricco di senso, sostanziale: odio.
Cit. Georges Bernanos



Correva per le strade della città, evitando i passanti e scusandosi senza fermarsi.

Aveva il fiatone, ma non gli importava; non aveva proprio voglia di sorbirsi una ramanzina dal suo capo. Il suo orgoglio gli impediva anche solo di fermarsi a riprendere fiato. Non voleva assolutamente dare anche un singolo pretesto a quel damerino.

Continuava imprudente mentre spintonava l'ennesimo passante, il quale non gradì molto la cosa, dandogli del maleducato.

Midorikawa, quella mattina era uscito prima e "l'altro adulto responsabile" non lo aveva svegliato...

Come poteva?! Hiroto stava ancora dormendo!

Frenò di colpo davanti al locale dove lavorava, entrò, raggiungendo in fretta il camerino adibito a "camera degli impiegati". Finalmente aveva raggiunto la sua meta.

Si lanciò su una sedia per poter riprendere fiato. Dopo essersi ripreso si rialzò, cominciando a cambiare abiti, per poi indossare la divisa.

Sospirò mordendosi un labbro, eppure non gli sarebbe dispiaciuto che il suo amato Evan si prendesse del tempo per la ramanzina. In fondo, il piccolo kouhai avrebbe avuto un pretesto per stare col maggiore.

-Sei in ritardo oggi?- chiese Saryu, il giovane proprietario della gelateria.

Sussultò sentendo la sua voce; allora era vero. Parli del diavolo e spuntano le corna. Anche se in questo caso, parlare non è proprio corretto.

-Non ho sentito la sveglia, Hiroto non mi ha svegliato e Midorikawa non era a casa...- Kariya sospirò stremato, mentre l'altro scoppiò a ridere.

Il cuore dello sfortunato dipendente perse un battito. La risata dell'amico era la cosa più bella che avesse mai sentito, se non meravigliosa.

Si riscosse imbarazzato. Non poteva aver davvero pensato a quelle cose da femminuccia!

-Non pensarci dai- sogghignò, osservando il suo dipendente preferito. -Neh, Saki-chan; che ne dici di fare una scommessa?-

Masaki notò il ghigno perverso che era appena comparso sul volto del compagno, arrossì appena boccheggiando.

Non lo rassicurava per niente ed il ghigno malizioso di Evan non migliorava le cose.

-Cosa hai in mente?!- chiese sgranando gli occhi e squadrando l'albino da capo a piedi.

Al suo ghigno, si aggiunse del sadismo.

-Nulla di che- rispose avvicinandosi, mentre il blu aveva appena finito di vestirsi -Una semplice scommessa- con fare teatrale guardò Kariya dispiaciuto -Ma se hai paura di perdere, fai bene a non accettare- aggiunse fintamente preoccupato.

Lo sfortunato cameriere sussultò appena -Accetto- disse senza pensarci due volte, odiava quando l'amico lo stuzzicava. Odiava la sensazione di essere preso di mira, ma amava che fosse proprio il suo senpai ad averlo preso di mira.

Saryu ghignò, come fosse sicuro di avere la vittoria in pugno -Bene, oggi starò a servire i tavoli, visto che manca Aki, una delle cameriere-

Masaki lo osservò con attenzione, era sicuro tramasse qualcosa -E allora?-

-Beh, chi riesce a servire il maggior numero di clienti, vince- rispose raggiante l'altro.

-E cosa c'è in palio? Sentiamo- ghignò divertito il minore; amava le sfide, soprattutto vincerle.

-Il vincitore chiederà all'altro tre cose a cui non potrà tirarsi indietro- uno strano sorrisino malizioso si dipinse sul suo viso mentre l'altro lo guardò preoccupato.

-Tanto vinco io- rispose sicuro Kariya, uscendo dalla stanza e sorpassando il rivale.

-Non sai cosa ti aspetta Saki-chan- sussurrò al vento prima di raggiungerlo -Tempo fino alle 14 di oggi-

Il cameriere annuì, semplicemente, sghignazzando; avrebbe chiesto a Saru cose impossibili, quando avrebbe vinto.

Pian piano cominciarono ad entrare i clienti, e i due rivali facevano a gara per accaparrarsene più dell'altro, velocizzando le richieste.

L'ora prestabilita arrivò presto, e i due sfidanti stavano per confrontare i risultati.

-101 clienti, che mi dici? Sei riuscito a raggiungermi?- ghignò il piccoletto.

La sua faccina coccolosa attirava sempre ragazze che ordinavano qualsiasi cosa pur di parlargli.

Certo, era una sensazione che odiava, ma se c'era una sfida in corso a lui andava più che bene.

Saryu ghignò malizioso, mentre una delle cameriere simulò una caduta su Kariya, mentre lasciava cadere degli scontrini a terra che il furbello raccolse -Ops, hai perso Saki-chan- ridacchiò dopo aver fatto l'occhiolino alla ragazza, mentre si allontanava.

-Perchè scusa?- sbottò l'altro, un pò nervoso per la maid che gli era finita addosso.

-Ne ho 102, puoi contarli se vuoi- ghignò sadico.

Certo, aveva imbrogliato, facendosi passare alcuni scontrini dalle altre cameriere, ma non gli sarebbe mai più capitata un'altra occasione del genere.

Kariya sbiancò -Non ti credo- ribattè irrequieto, non poteva perdere; poi aveva servito più clienti.

-Conta gli scontrini- ghignò l'albino, porgendoglieli.

Quei piccoli fogliettini vennero contati un paio di volte, poi lanciati malamente in un cestino.

-Che devo fare? Parla- fece Masaki sbrigativo.

-Come prima cosa, seguimi, e poi ti dirò quello che devi fare- disse entrando nella stanza dove era nata la malsana idea.

Una volta dentro chiuse la porta a chiave, cosa che fece preoccupare non poco il piccolo.

-C-che hai in mente di fare?!- chiese ancor più attento.

-Come prima cosa dovrai vestirti da maid per tutto il resto della giornata e servire i clienti- disse malizioso.

-Assolutamente no!- ribattè rosso come un pomodoro maturo.

-Hai perso, non puoi tirarti indietro- ghignò avvicinandosi.

Il cuore di Masaki accelerò di colpo, era da un pò che aveva un debole per il suo superiore, ma tutto questo gli complicava solo la situazione.

-Come secondo...- Pian piano si fece sempre più vicino, ed il blu si ritrovò con le spalle al muro.

L'altro ridacchiò, e quando gli fu ad un palmo dal naso, lo bloccò alla parete, sorridendo malizioso -Come secondo- senza concludere, si avventò sulle labbra del ragazzino baciandolo a stampo.

Inizialmente intontito, Kariya rimase rigido per qualche istante, poi, non riuscì a controllarsi e rispose, approfondendo il bacio.

Aveva tenuto i suoi sentimenti nascosti per troppo tempo.

Quando si separarono cominciò a balbettare frasi sconnesse, evitando lo sguardo dell'altro che ghignò.

-Non sei bravo a fingere, lo sai?- sussurrò guardandolo negli occhi, assottigliando pensieroso i propri -Era da un pò che ti comportavi in modo strano...-

Masaki, non sapendo che rispondere, cominciò ad arrampicarsi sugli specchi -E-era solo una tua impressione- disse piccato. Il suo cuore era letteralmente saltato fuori dal petto, per scaraventarsi letteralmente tra le braccia del giovane che aveva di fronte.

Queste sue parole fecero sorridere il giovane dalla mente contorta -Mmmh, come vuoi~ -disse- Terzo, da ora in avanti sarai il mio ragazzo-

Il poveretto arrossì di botto a quella strana richiesta -Che vai dicendo?! Ti sei bevuto il cervello, razza di pervertito?!- sbottò.

-No. Mi hanno rubato il cuore- rispose baciandolo, stavolta con meno irruenza e più dolcezza.

Non riuscì a fare a meno di arrossire e, non appena sentì le labbra di Evan sulle proprie, lo abbracciò dolcemente, non riuscendo a trattenere una lacrima di gioia, solitaria.

[...]


Sorrise fintamente dolce, salutando altri due clienti, mentre dentro di sè pregava che quel momento passasse in fretta. -Arrivederci e tornate a trovarci- cercò di rendere più femminile la voce, addolcendola.

Non dovevano capire che era lui; guardò in direzione del maggiore, lanciandogli ogni genere di insulto

  
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