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Autore: Born to smile    30/08/2014    1 recensioni
Summer Lawrence ha tutto dalla vita. Ville, vestiti, piscine. Le manca solo la cosa che più desidera.
A Zayn Malik non manca nulla. Ragazze, droga, divertimento. Però sente spesso un vuoto nel petto.
La bellezza dell’innocenza si nasconde dietro un sorriso malizioso. Lei l’ha persa, lui non l’ha mai avuta.
Cos’è l’amore in un mondo così gelido? Vittoria? Guerra?
Per loro è solo un salto nel vuoto.
Segreti, sbagli. Sesso, divertimento. Amore.
Una lotta contro se stessi, dalla quale non si esce vivi. Per lo meno non del tutto.
Insieme? Fino all’ultimo respiro.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=B9H_4OxDcMA
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“Guardare il mondo da un piedistallo è sempre piacevole. Puoi avere tutto ciò che desideri: macchine, piscine, vestiti. Il problema è quando non ci bastano più, quando il cuore smette di battere e non ci scorre più sangue nelle vene. Ma se incontri una persona che ti salva, che ti fa sentire viva, non fartela scappare piccola Sammy. Non rifiutare l’amore.”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1.The Untouchables.
 
Il tuo rossetto macchia il lobo frontale
Della parte sinistra del mio cervello
Sapevo che non ti avrei dimenticato
E così sono andato avanti ed ho lasciato che mi sbalordissi.
Train. Hey Soul Sister.
 
 
Londra, 29 settembre.
 

- Summer alza il culo, è tardi.
La voce dolce e soave della sua migliore amica le entrò nei timpani, facendola sobbalzare.
Si rigirò nel letto infastidita. Odiava essere svegliata, soprattutto in quel modo rozzo e indelicato.
- Hai la delicatezza di un rinoceronte in calore, vaffanculo! - rispose acida coprendosi la testa col cuscino, ma d'altronde alle sette di mattina, cosa potevano mai aspettarsi?

- Ecco che parla Miss finezza, alzati invece di fare l’idiota.
La voce di Beverly uscì dal bagno, seguita dalla risata tranquilla di Candys.
La ragazza sbuffò e si alzò. Si affacciò alla porta del bagno e trovò le amiche davanti allo specchio, intente a sistemarsi il trucco.
Osservò quella stronza che poco prima le aveva urlato di svegliarsi. La guardò furente mentre si passava una mano tra i capelli ondulati e le rivolgeva uno sguardo divertito con quei suoi occhioni marroni.
- Fanculo. - ripeté, guardando male l’amica per poi intimargli di uscire.

La mora uscì dal bagno, seguita a ruota dalla biondina, anche se Candys non era una vera e propria bionda, i suoi capelli potevano essere definiti o marrone chiaro o biondo scuro, ognuno li chiamava come voleva.
- Ti voglio bene anche io. - disse Beverly mandando un bacio all’amica, prima di varcare la porta.

- Noi andiamo a scuola. - urlò Summer.
Non aspettò nemmeno la risposta di sua madre, non le interessava, chiuse il grande portone della villa e attraversò insieme alle amiche il viale che portava alla strada.
Non aveva nemmeno salutato sua madre, che tra poche ore sarebbe partita per un convegno a Birmingham.
Il loro rapporto era instabile. Diciamo che la loro famiglia in generale era instabile, sempre a patto che si potesse definire famiglia.
Marie Johns, sua madre, si era fatta accalappiare dalla splendida vita che Matthew Lawrence, diciotto anni orsono, le aveva promesso.
In mezzo agli sfarsi e ai lussi, Marie era rimasta incinta e Matthew l’aveva abbandonata al suo destino rendendogli però ciò che gli aveva promesso.
Soldi, case, piscine, e intanto la piccola Summer cresceva con un padre che sempre meno spesso gli faceva una telefonata e che magari aveva anche un’altra famiglia dall’altra parte del mondo.
Summer cercò di non pensare a sua madre, le metteva troppa rabbia.
Le tre camminavano sicure per le vie dei quartieri più ricchi di Londra, dove loro vivevano.
Erano quel genere di ragazze che non avevano bisogno di presentazione. Tutti sapevano chi erano. Stavano con la gente giusta, frequentavano la scuola giusta, facevano le cose giuste, che poi tanto giuste non erano.
Nessuno si sarebbe mai permesso di mettersi contro di loro, e nessuno le conosceva realmente, a parte quei pochi amici di cui si circondavano, spudoratamente uguali a loro.
Le chiamavano inviolabili, solo alcuni avevano il privilegio di stragli accanto.
Erano semplici giocattoli della società e dei genitori che non conoscevano niente della loro vera vita.
Vivevano tra droga, sesso e alcol, non erano più ragazzini da tempo, gli abitanti della “Londra ricca”, come la chiamavano in giro.
Lì o imparavi a crescere, o venivi messo sotto dai più forti.
Lì non interessava a nessuno conoscerti, se tuo padre non aveva abbastanza soldi nel conto in banca.
Dopo che eri passato di lì, non tornavi più indietro.
- Avete sentito di Melanie? Sembra che durante una festa le abbiamo bruciato i capelli e che adesso indossi una parrucca. - disse Candys, mostrando il telefono alle amiche.

- Sempre meglio dei suoi soliti capelli. - ridacchio la bionda, scuotendo la testa.

Summer Victoria Lawrence, slanciata, capelli biondi, occhi oceano, sedici anni appena compiuti, era sempre stata definita “intraprendente e intelligente”, perché lo era davvero.
Intraprendente, soprattutto.
Era quel genere di ragazza che non si faceva scrupoli.
Fumava, beveva e aveva un ragazzo. Inutile dire che non era il primo con cui si era “spinta un po’ più in là”. Lì dovevi sbrigarti a crescere.
Sempre stata la prima della classe, quella che noti subito anche in mezzo a centinaia di persone.
Lei era semplicemente lei. Quando pronunciavi il suo nome non c’era altro da aggiungere.

- Magari se li è bruciata sola per liberarsene. - osservò Beverly, continuando a ridere con le amiche.

Beverly Emma Valentine, mora, alta, occhioni nocciola, compagna di culla di Summer.
Una ragazza molto simile all’amica, ma nello stesso tempo perennemente diversa.
Se Summer diceva bianco, Beverly pensava nero e viceversa. Forse era perché erano simili e diverse al punto giusto che erano amiche da così tanto tempo.
Beverly era quel genere di ragazza che non ci pensava due volte quando doveva prendere una decisione, giusta o sbagliata che sia.
Non aveva mai avuto un ragazzo, solo qualche “avventura”.
Credeva nella libertà, o almeno così diceva.
 
- Andiamo poverina, non siate così cattive. - le ammonì scherzosamente Candys, senza però smettere di ridacchiare.

Candys Kirsten Mainwaring, capelli tra il biondo e il moro, occhi verdi, sedici anni, come le sue amiche.
Un cognome così importante, non poteva che essere portato da una persona importante.
La sua famiglia discendeva direttamente da quella reale, ma Candys non ne aveva mai fatto un vanto.
Era arrivata a Londra da Drover otto anni prima, e aveva subito fatto amicizia con le due ragazze inseparabili.
Era decisamente più riservata di loro, ed era vergine.
Di carattere forte non si era fatta trascinare troppo da un ragazzo, come le sue amiche, ma Candys non era lì sin da bambina, aveva avuto una formazione diversa ma col tempo si era ambientata, senza riuscire a dissuadersi dal tipo di divertimento che si usava praticare lì.
 
Le tre ragazze entrarono nel bar del loro college, continuando a ridere e fare commenti cattivi sulla povera ragazza, sedendosi al bancone.
- Ragazze il solito? - chiese il barista, sorridendo alle tre.

- Il solito Carl. - gli fece l’occhiolino Beverly.
Il ragazzo le sorrise complice per poi andarsene, e le due amiche scoppiarono a ridere.
- Quando la finirai di importunare i ragazzi? - chiese Candys, scuotendo la testa.

- Quando inizierai tu. - le rispose la mora maliziosa.
Sam ridacchiò sentendo i battibecchi delle amiche, e iniziò a bere il caffè che Carl gli aveva appena appoggiato di fronte, finché non sentì qualcosa di caldo e morbido sul collo.
- Buon giorno principessa. - disse Derek passando dal collo alla guancia.

Moro, occhi azzurri, alto, capitano della squadra di hockey e il ragazzo di Summer, da circa un anno.
- Giorno. - rispose raggiante, accarezzando i capelli del ragazzo che le stuzzicava l'orecchio.

- Mi sta venendo il diabete. - commentò Beverly sprezzante.
- Che c’è B? Gelosa? - chiese Derek sarcastico, e Summer scoppiò a ridere. Adorava quando la prendeva in giro, soprattutto quando la chiamava B, cosa che facevano solo i suoi amici e che a Beverly dava molto fastidio. Era una ragazza facilmente irritabile, nel caso non l’aveste notato.
- Non chiamarmi B! - disse acida. Tutti scoppiarono a ridere finché le due amiche tornarono al loro discorso precedente, ignorando i due fidanzati.
- È una mia impressione o diventi sempre più bella? - chiese Derek a Sam, premendo le sue labbra contro quelle della ragazza.
Summer non rispose, continuava a baciare il ragazzo in modo decisamente poco casto, accarezzandogli i capelli.
- Bravo Hill, divertiti! - urlarono i compagni di squadra del ragazzo, fischiando.

Sam si staccò dal ragazzo, ridacchiando. Era abituata ai commenti dei suoi amici.
- Mi sa che devo andare, così ti lascio con i tuoi amici. - disse Derek, indicando l’entrata dove erano fermi cinque ragazzi a braccia conserte. - pranzi con me oggi? - sorrise prendendo la borsa dei libri. La ragazza annuì e gli diede un altro bacio.

- Sono arrivati i ragazzi. - costatò Candys, non appena Derek si fu allontanato, sorseggiando il suo thè e guardando l’entrata.
Come se i cinque l’avessero sentita, si avvicinarono alle amiche.
Non c’era niente da fare, i giocatori di Hockey non potevano vedere quelli di Football e viceversa.
Era una lotta al potere, a chi era più popolare, a chi aveva più ragazze e le solite stupidaggini per cui litigano i maschi.
Quando i ragazzi vennero a sapere che Summer si era messa con Derek non gli parlarono per giorni, fecero di tutto per farli lasciare, ma la bionda non sapeva perché aveva fatto la qualunque per restare con il ragazzo, forse perché l’idea di fare qualcosa che i suoi amici non approvavano la eccitava terribilmente.
- Buongiorno. - urlò il biondino, avvicinandosi alle ragazze.

Niall James Horan, biondo, occhi oceano, sicuramente non il ragazzo più dolce del pianeta, nonostante l’aspetto angelico.
Non era il più stronzo lì in mezzo, ma era decisamente simile agli amici.
Le ragazze lo adoravano, era famoso per i suoi appuntamenti romantici che finivano sempre allo stesso modo. Lui e la ragazza in questione in un letto.
Ma non si era mai permesso di provarci con Candys, Summer o Beverly, perché a differenza di altri credeva fermamente nell’amicizia tra maschio e femmina.
 
- Giorno. - disse Candys e diede un bacio sulla guancia a Niall.

Lui ne voleva sempre uno ogni mattina dalle sue amiche, diceva che gli serviva ad iniziare bene la giornata. Era così tenero.
Baciò anche Beverly e arrivò a Summer.
- Oh no, prima disinfettati la bocca. - affermò Horan, allontanandosi dalla bionda, e facendo ridere tutti.

Summer sbuffò e si pulì la bocca con un fazzolettino per poi baciare il biondino.
- Meglio. - sentenziò Niall sorridente.

- Che facciamo oggi? - chiese Liam, appoggiandosi al bancone.

Liam James Payne, moro, alto, capelli all’insù, ultimo anno alla Trinity College, come i suoi amici, due anni più grande delle ragazze.
Payne era un ragazzo differente dagli altri. Aveva un sensibilità diversa dai suoi amici, avendo vissuto a stretto contatto con le donne. Il padre li aveva lasciati quando lui aveva pochi anni e la madre aveva sposato un uomo di buona famiglia, che Liam aveva sempre odiato.
 
- Potete venire a casa mia, stiamo un po’ in piscina. - propose Louis, rubando un pezzo di cornetto a Candys.


Louis William Tomlinson, occhi chiari, capelli simili a quelli di Candys, era sicuramente il più simpatico e aperto del gruppo.
Sapeva sempre divertirsi, anche a livelli estremi a volte, e non perdeva mai il sorriso.
Il suo pregio più grande era sicuramente non aver mai usato una ragazza, cosa che aveva fatto persino Liam.
Lou non si faceva tentare, aveva avuto tante ragazze, ma mai che ne avesse usata una.
 
- Ti prego Tomlinson, sai quanto ci vuole ad avere dei ricci in questo modo? Non posso bagnarli!


Harold Edward Styles, riccio, sorriso smagliante, occhi verdi, estremamente arrogante e amante dei suoi capelli. Un principe azzurro, per molte di quelle che erano finite nella sua trappola.
In realtà Harry era un grandissimo stronzo, ma non c’era niente di cui rimaner scioccato.
Di buona famiglia, bello, attraente, poteva permettersi di tutto, senza il necessario consenso dei genitori, con il quale non condivideva un rapporto molto bello.
 
- Che poi sulla piscina possiamo pattinarci con sto gelo. - disse Zayn, aspirando il suo spinello.


Zayn Jawaad Malik, moro, occhi marroni impenetrabili, ciuffò all’insù, sorrisetto perennemente malizioso. Bello e impossibile avrebbe detto qualcuno, ma se avevi due tette e un bel faccino, per Zayn eri più che possibile.
Quella sua aria da cattivo ragazzo, misterioso, aveva fatto strage, e non c’era ragazza nei dintorni che non si vantasse di essere finita nel suo letto.
Fumava, non solo sigarette, beveva, si divertiva, non aveva niente a cui pensare, tanto il padre avrebbe sistemato qualsiasi casino da lui commesso, nonostante provasse un grande disprezzo per il figlio. Non aveva preoccupazioni, all’infuori di quale ragazza scegliere per la serata.
 
- Oggi è passato Joe? - chiese Harry al moro che annuì. - fai provare. - disse prendendogli la canna dalle mani.

- Joe è nuovo? - chiese Beverly ridendo.
Zayn cambiava sempre spacciatore, diceva che lui voleva solo roba buona, esclamazione che faceva sempre ridere le sue amiche. Malik annuì e si riprese lo spinello.
- Buona. - commentò Harry.

- Lascialo stare, è troppo fumato per parlare. - rise Liam.
- Sto bene. - ribatté il moro, spegnendo lo spinello.
- La dovreste finire con questa roba. - commentò Summer.
- Non fare la santarellina che qualcuna te la sei fumata pure tu. - la prese in giro Harry.
- Ma voi ne siete dipendenti. - chiarì la bionda.
In quel momento l’orologio del bar rintoccò, indiando che mancavano due minuti all’inizio delle lezioni.
- Ci vediamo a pranzo? - chiese Louis, prendendo la sua borsa.

- Ehm... - cercò di dire Summer.
- Abbiamo capito, ti devi riprodurre con Hill. - ridacchiò Zayn, riferendosi a Derek.
- Malik ma un grande pacco di cazzi tuoi? - sbuffò Summer.
- Intanto ho un gran pacco, sui cazzi miei ci sto lavorando, Lawrence. - sorrise il moro strafottente.
Il rapporto tra Zayn e Summer era sempre stato un po’ strano.
I loro amici dicevano che erano troppo simili per andare d’accordo, mentre loro pensavano di essere troppo diversi.
Il problema era che ormai sentirli litigare per tutto era una routine, tutti ci erano abituati.
I due avevano sempre creduto di non poter essere amici, si erano solo ritrovati a passare l’infanzia insieme, dato che le loro madri erano molto amiche, e poi l’adolescenza, dati gli amici in comune.
Sembrava che più tentassero di stare lontani e più il destino li avvicinasse.
Fatto sta che Summer non tollerava le provocazioni di Zayn, e Zayn adorava provocarla.
- Sam ti prego, lascialo perdere. - tentò Liam, cercando di evitare l’ennesima discussione.

 

Spazio Autrice:
Ciaoo bella gente, io sono Angelica e questo era il primo capitolo vero e proprio della mia storia.
Mi fa piacere vedere che qualcuno si è già soffermato a leggere il prologo e che una ragazza ha addirittura aggiunto la staria tra le preferite, davvero ne sono contentissima.
Anyway, vorrei chiarire che questa storia è già stata pubblicata da me ma per mancanza di tempo ho dovuto cancellarla.
Vorrei tanto sapere il vostro parere su questo primo capitolo e come vi sembra la storia.
Intanto vi lascio con le foto dei protagonisti.
Angelica xx.

Summer:



Beverly:



Candys:



Derek:

  
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