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Autore: CSlover    31/08/2014    5 recensioni
Lui è l'affascinante frontman di una delle band di maggior successo al mondo. Lei un'instancabile attrice in ascesa. A volte è difficile capire cos'è reale e cosa invece non lo è quando è in gioco la fama. (CaptainSwan)
AVVISO: Questa è una traduzione della Fanfiction di niniadepapa "The Lost Boys". Non ho alcun diritto sulla storia e ringrazio ancora l'autrice per aver dato il suo consenso alla traduzione e alla pubblicazione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 16 - Musica
 

Clap, clap. "Va bene, ancora una volta dall'inizio, ragazzi".
Stavano provando nello studio da tutta la mattina e Killian poteva vedere come i suoi compagni fossero pronti a scagliargli in testa una chitarra da un momento all’altro, ma si sentiva completamente motivato. Forse era stato il caffè che aveva bevuto di fretta poco prima da Granny, ma anche senza la caffeina che scorreva nelle sue vene, sentiva come se avessero dovuto ripetere ancora, ancora, ancora. Fino a quando non ci sarebbe stato spazio per alcun errore.
Jefferson disse dalla batteria, con una mano che muoveva i capelli dalla fronte sudata "Quanto tempo fino alla partenza per le prove al Trobadour?"
"Un'ora; Leroy viene a prenderci qui per spostare gli strumenti" rispose August.
"Perfetto".  Leroy,  per quanto potesse essere piccolo, era sempre pronto a dare una mano insieme ad alcuni suoi colleghi ogni volta che avevano le serate e anche durante il tour a volte,  per spostare le attrezzature e altra roba pesante. Non che il concerto di quella sera potesse competere con gli altri che avevano dato in passato, perché questo era in un club un po' più intimo e non il solito stadio con tutto il suo armamentario e il mega palco dove erano previste migliaia di persone o per qualche premiazione alla quale gli era stato chiesto di esibirsi.
Non che Killian fosse pronto per una di quelle al momento. Solo il pensiero gli faceva venire la nausea.
"Cosa c'è, fratello?" Gli chiese Victor, probabilmente preoccupato per l’espressione scontenta che aveva appena mostrato. Fece in modo di non guardarlo, concentrandosi nella messa a punto della sua chitarra "Voglio solo che tutto sia perfetto".
August fece scivolare il dito sui tasti scuotendo la testa nello stupore "Killian, non ho mai pensato che l’avrei detto, ma è bello vederti come un maniaco del lavoro, per una volta".
Attirò la sua attenzione "Io? Un maniaco del lavoro?" Questa era una notizia - di solito era il culo pigro della cricca. Non che se ne fosse mai lamentato. Vide con la coda dell'occhio come il suo amico annuì verso di lui con entusiasmo, contando sulle dita.
"Beh, ci stai facendo patire le pene dell'inferno qui su ogni piccolo dettaglio così adesso è tutto perfetto per oggi, come lo sei stato l'altra sera nello studio di George. Eri abbastanza fuori di testa quella mattina".
Fermò il suo lavoro con la chitarra e fissò davanti a se, in realtà non guardando nulla "Avete considerato che se fosse stato un disastro - o lo fosse oggi? Sarei io il responsabile?".
Ci fu una pausa in cui tutti rifletterono sulle sue parole "Sai che non è vero" si unì Filippo che era tornato con una bottiglia d'acqua in mano, passandola a Victor, aggrottando la fronte profondamente.
Questo povero ragazzo, pensava sempre il meglio di tutti.
"Gold lo farebbe".
Filippo scosse la testa con veemenza "Nessuno lo farebbe. Ma comunque, siamo andati bene".
"Diavolo, siamo stati molto più che bravi. Siamo stati epici!" Victor aggiunse, sorridendo come un pazzo.
"Legen – aspetta che arriva - dari" Jefferson intervenne con una risata. Killian strinse le labbra - questo ragazzo guardava troppa TV. Anche se non poteva negare che Barney Stinson era qualcosa di più che un eroe per tutti loro e per qualsiasi altro maschio e se non lo ammetteva stava mentendo scandalosamente.
Filippo lo colpì leggermente al braccio "Andiamo, Killian. Smettila di preoccuparti".
"Non sono preoccupato, sto solo…sto bene adesso e non voglio rovinare nulla. Non più". Sospirò, sapendo quali sarebbero state le conseguenze se l’avesse fatto di nuovo. Dopo che la forza dell'altro giorno era svanita, una paura paralizzante di rifiuto e di fallimento era ricaduta su di lui. E se non fosse stato all'altezza delle loro aspettative? Cosa sarebbe successo se non avesse più funzionato? E se l’avesse perso?
Poi, le parole di Emma gli tornarono alla mente e fu irrazionalmente più calmo. Così le prove continue e il controllo ossessivo sul loro set e il comportamento da perfezionista. Sapere che avrebbe potuto rimettere tutto a posto e che aveva il sostegno dei suoi amici alle spalle, che avrebbero messo da parte il passato per superare tutto insieme, lo calmò in un modo che non poteva cominciare a comprendere e non solo per riconquistare la loro vecchia gloria o il successo. Niente affatto. Voleva divertirsi, a scrivere, a suonare, a cantare. Per sentirsi vivo. E per questo, aveva bisogno della musica come Emma gli aveva saggiamente detto.
E naturalmente, avrebbero dovuto lavorare come asini.
La voce di Filippo tornò "Vedi, abbiamo provato senza sosta in questi ultimi giorni: la set list è brillante, siamo al top della nostra forma, perché negarlo e tu stai cantando in un modo impressionante. Perciò, smettila di preoccuparti" finì e sottolineò le sue ultime parole come se volesse farle passare nel suo cranio.
"Sì, Jones. Ti verranno le rughe" Victor aggiunse dalla sua destra e una risata coinvolse gli altri suoi compagni "Cosa dirà Emma se ti presenti con le rughe?"
Lui alzò le mani in aria esasperato "Perché Swan deve sbucare in ogni conversazione?"
La voce di Jefferson gli rispose con un ritmo leggero con le sue nuovissime bacchette, visto che aveva bisogno di più o meno cinque paia ogni volta che si esibivano, era selvaggio "Oh, considerando che è stata la protagonista di uno dei momenti salienti dell'intervista, è abbastanza facile da indovinare il motivo per cui sarà nel 80% delle nostre conversazioni ..."
"Amico, George era proprio fissato. Tutte quelle foto ... povera Emma" August era d’accordo e mostrò uno sguardo pensieroso sul suo volto. Killian non sapeva perché, ma sentì il bisogno di difendersi, come se fosse colpa sua se quel tipo l'avesse trascinata nella conversazione.
"Sapeva a cosa stava andando incontro".
August sembrava sapere cosa stava pensando e fu veloce nel placarlo "Lo so, ma lei sembra piuttosto protettiva riguardo alla sua vita privata. Anche se è d’accordo con questo, non deve essere facile ritrovarsi all'improvviso in questa situazione, lo sai?".
Sospirò. Certo che lo sapeva. Anche se lui cercava di renderla un po’ più facile, dato che non aveva il potere di fermarlo o di aiutarla in qualche modo "Lo so".
Ci fu una pausa in cui controllarono i loro bambini - come chiamavano i loro strumenti, naturalmente; alcuni di loro addirittura avevano nomi propri - goffamente in attesa che qualcuno  rompesse il silenzio. Fu Jefferson a farlo, a sorpresa, visto che di solito lui era quello che preferiva la quiete.
"Verrà più tardi, giusto?"
Prima che potesse rispondere, Victor dichiarò "Ruby ha detto che stavano arrivando".
Killian esaminò il suo amico con un sopracciglio alzato, non abbastanza pronto a lasciare andare questa conversazione. Questa sua infatuazione era estremamente divertente "Sembri incredibilmente amichevole con Red Lips, Whale".
Fu più che entusiasta di vedere come i suoi occhi si spalancarono un po' e cercò di coprire la cosa scrollando le spalle in modo sciolto sbirciando verso di lui "Cosa posso dire - nessuno mi può resistere, nemmeno le brune sexy come lei".
Scosse la testa, ma decise di lasciar perdere. Ci sarebbe stato tutto il tempo per prendere in giro il suo amico su questo - e lei naturalmente, dato che aveva notato quanto apprezzasse le attenzioni del suo amico. Prima che potesse ulteriormente commentare August li interruppe.
"Ci sono solo lei ed Emma o anche la sua famiglia?".
"Non ho alcun indizio". Si rivolse a Victor di nuovo, nel caso in cui egli non sapesse niente, dato che era così  ben informato. Non lo deluse.
"Ruby ha detto che David non poteva venire, quindi sarebbe stata una 'notte tra ragazze'".
Un ohhh collettivo riempì lo studio e tutti si scambiarono sguardi divertiti. Notte tra ragazze. Huh. Sembrava divertente - soprattutto per un gruppo di ragazzi come loro che avevano sperimentato nella loro lunga carriera di esibizioni da un club all’altro in cui erano incorsi in ogni tipo di gruppo di femmine il più disinibite possibile.
"Promettente" Jefferson rise con un luccichio negli occhi.
Killian si astenne dal parlare - dopo tutto, non poteva dire nulla, visto che una del gruppo era la sua fidanzata-per-contratto, la sua migliore amica stava per sposarsi con il fratello di lei e l’altra sua amica era creta nelle mani del suo compagno di band. Anche se sapeva che queste "notti tra ragazze" servivano a lasciarsi un pò andare, a rendersi ridicole e sentirsi giovani.
Gli sarebbe piaciuto vederle queste ragazze, perché mentire al riguardo.
Ma prima le cose importanti: battendo una volta le mani ottenne ancora una volta l'attenzione dei ragazzi e li affrontò ad alta voce "Parliamo di lavoro, ragazzi. Nuova vita, nuovo album. Qualche idea?"
Tutti lo fissarono, un po' presi alla sprovvista dalla sua proposta - ed improvvisa devozione per questa modalità al-lavoro-stronzi che correva ultimamente, immaginò. Non poteva biasimarli.
"Idee per cosa?" Filippo aggrottò la fronte, sconcertato. Killian si diresse verso un tavolo appoggiato a una delle pareti, dove avevano lasciato i loro telefoni - ormai messi a tacere, ovviamente, altrimenti non avrebbero fatto niente - e altri oggetti, si sedette su di esso, di fronte a tutti e quattro. Prese un taccuino in mano, agitandolo davanti a lui.
"Anche se sono incoronato capo del processo di scrittura, mi piacerebbe sentire le vostre idee e suggerimenti, lo sai".
"Oh".
Victor alzò il braccio con entusiasmo, come un ragazzino che conosceva la risposta avrebbe fatto al liceo "Insisto fermamente su una canzone chiamata "Red Lips".
"Non ne avevamo dubbi" rise insieme agli altri. Oh Dio… era messo così male? Prima che il suo compagno potesse elencare le altre qualità che  avrebbero dovuto probabilmente essere presenti nella sua canzone dei sogni, continuò a domandare "Qualche idea per le canzoni o l'album stesso, o nomi?"
Jefferson colpì il piatto in modo che tutti si rivolgessero a lui "Per quanto mi riguarda sarò assai deluso se non ci sarà nulla su un accordo o su un contratto".
Tutti ridacchiarono all'idea - anche se la mente di Killian iniziò a giocare con le parole del suo amico, con la possibilità che qualcosa iniziasse a prendere forma nella sua testa ... e se ...
"Forse potremmo scrivere un qualcosa di essere un burattino sotto le indicazioni di qualcuno? Cosa ne pensate?" chiese, tirando fuori una penna dalla tasca dei jeans e guardandoli da sotto le ciglia, pronto a scrivere se avessero dato la luce verde.
"Che in realtà è davvero una grande idea. Molto in stile Pinocchio" August affermò grattandosi leggermente la nuca con una mano e sorridendogli. Killian gli restituì il sorriso: sapeva quando erano sulla stessa lunghezza d’onda durante la composizione dei testi. Avevano lavorato fianco a fianco nella fase di preparazione del disco e gli era incredibilmente grato per il fatto che nei momenti in cui sentiva come se tutto quello che stava scrivendo o componendo fosse inutile, lui riusciva a trovare il dettaglio o la frase più piccola per trasformarlo in qualcosa di stimolante e piena di significato.
"Guardateci, potremmo mescolare tutti i personaggi delle favole nelle nostre canzoni" Victor commentò scherzosamente.
Huh. Aspetta ...
"Ehi, aspetta un attimo.. Sarebbe bello se potessimo, forse, non so, le canzoni collegate alle fiabe con cui siamo cresciuti. Siamo i Lost Boys, per l'amor del cielo perché non ci abbiamo pensato prima? " si chiese ad alta voce. Oh dio. Le idee gli stavano assalendo il cervello, stava arrivando tutto insieme e lui riusciva a vederlo, forse se solo ...
Oh, cazzo. Era incredibile. Come quando qualcosa divampa all'improvviso dentro di te ed è lì e ti senti vivo e ti domandi come mai non ti sei sentito così sicuro di qualcosa nella tua vita prima d’ora?
Gli occhi di Filippo erano spalancati e balbettò "Tutte?"
Saltò dal tavolo dove era appoggiato e camminò lungo la stanza, le mani si strinsero violentemente di fronte a lui mentre cercava di rimettere in ordine le sue idee. "Non deve essere un tutto di per sé, ma sarebbe un progetto fantastico, vero? Le canzoni non devono parlare della storia in se – non di Hansel e Gretel, la Bella e la Bestia - ma potremmo vedere la storia di cui vogliamo parlare nella canzone e dopo decidere a quale personaggio o favola possa meglio riferirsi. Il titolo della canzone o il testo potrebbe nascondere il riferimento ad essa, così potremmo usare questo tema per tutto l'album, ma lasciare che ogni singolo abbia la propria storia da raccontare e delle sensazioni da esplorare". Alzò lo sguardo per controllare le loro reazioni - per vedere se aveva appena messo a punto un disastro totale a causa della sua inquietudine di questi ultimi giorni troppo carichi di lavoro oppure un vero punto di partenza per il nuovo album.
Lui incrociò le dita dietro la schiena.
Jefferson scosse la testa, stupito "Questa è un’idea dannatamente impressionante. La adoro!".
"Sei un genio" Dichiarò August e Filippo gli diede un colpo sulla schiena, raggiante.
"Jones è tornato, gente!" Victor gridò e lo studio si riempì di risate, il suono echeggiò insieme alle note dei loro strumenti in armonia con la loro allegria in quel momento, eclissando qualsiasi cosa fosse fuori dal loro rifugio, la loro casa.
 
 
Dopo aver fatto la prova in sala, che era andata sorprendentemente liscia, considerando che avevano sempre avuto una qualche sorpresa dell'ultimo minuto con attrezzature fuori posto, microfoni rotti o addirittura una volta un qualche tipo di animale nascosto all'interno di un amplificatore.
Stavano tornando nel salotto del camerino che gli era stato dato, in attesa che il direttore di scena desse il segnale per far cominciare lo show. Killian stava controllando il gruppo di apertura che stava suonando proprio prima di loro, mangiando delle patatine con Jefferson e commentando le loro possibilità e il loro stile, sembravano due vecchie signore che spettegolavano di fronte a qualche show televisivo scadente.
Concordarono sul fatto che sembravano promettenti sebbene avessero posto il veto su quei tagli di capelli. Nuh-uh.
Mentre vagavano per la stanza nervosamente, qualcuno giocava con i video-giochi, mangiando qualche sorta di delizioso avanzo che Aurora aveva portato per loro e qualcuno stava tentando di leggere un libro (Sul serio August? Scherzi a parte), Killian si perse nei ricordi delle loro prime esibizioni , quando nessuno sapeva nemmeno chi fossero, quando nemmeno erano sicuri di dove questa loro avventura li avrebbe portati. Come non avevano alcun camerino in cui prepararsi o rilassarsi prima del concerto  o nel caso che ci fosse dovevano condividerlo con altri gruppi di apertura o con l’entourage e avevano tutti i crampi a causa del poco spazio disponibile; la prima passeggiata dalla zona privata fino al palco, tutti gli arti che si abbracciavano e la visione sfocata nel loro entusiasmo per i loro primi incontri con il pubblico.
La realizzazione improvvisa che a quel punto ne era valsa la pena.
Come quando avevano cominciato a raggiungere la fama che non era più solo una parola nelle riviste fuori dalla loro portata, tutte quelle dinamiche che cominciarono a cambiare e poi le feste improvvisate organizzate nei backstage degli stadi, i loro nomi scritti con orgoglio sulle porte, come le persone che Killian e i loro amici non avevano visto in anni, i colleghi di lavoro che avevano avuto, conoscenti, amici nelle città in cui andavano a suonare e tutti i tipi di groupies mostrarono un assaggio di ciò che la loro vita sarebbe diventata. La frenesia, l’offuscamento, l'isteria.
Ora sembrava che quei giorni fossero ormai dimenticati o almeno non erano più così vicini. O non era solo uno di quei giorni, pensò, guardando intorno a sé mentre distrattamente strimpellava alla chitarra. Fu allora che fu improvvisamente portato fuori dai suoi pensieri dalla porta aperta con forza dalla quale apparve Belle, accompagnata da Gold, ovviamente, ma non solo loro. Red Lips era super sexy con quei tacchi, con una bionda dall'aspetto familiare a un braccio e Swan trascinata dall’altra mano, senza darle alcuna possibilità di decidere dove mettere i piedi.
Dove era l'altra sua amica? Mary Margaret?
Red Lips li salutò con fare abbagliante, come se fossero tutti riuniti lì per il solo scopo di vederla "Ciao a tutti!"
"Ruby!" Victor si alzò dal divano abbandonando il joystick e andò in fretta a salutare i nuovi arrivati, sorridendo come un pazzo "Avete avuto problemi ad arrivare qui?".
La ragazza scosse la testa, sorridendogli ampiamente e salutò la sala in cui erano appena arrivate "No, il tuo buffo amico - Leroy - ci ha portato attraverso l'area riservata e quindi non abbiamo avuto alcun problema. Sembra una gabbia di matti là fuori. Sono tutti così entusiasti di vedervi ragazzi".
Killian deglutì a quelle parole e i palmi delle mani iniziarono a diventare un po' sudati. Cosa che non aiutava i suoi nervi. Vide come Victor si rivolse all'amica bionda di Ruby e socchiuse gli occhi verso di lei, fino a quando un'ondata raggiunse i suoi lineamenti, con una punta di trionfo "Oh, io ti conosco! Ella, vero?"
La ragazza annuì, arrossendo un po' e ridendo "Sì, tu ricordi di me!"
"Certo che si ricordano - mi hai aiutato per anni con i loro costumi!" Belle aveva lasciato Gold a parlare con August e Jefferson e si unì alla piccola cricca, mettendo un braccio intorno alle spalle sottili della ragazza. Oh, giusto - Killian in realtà conosceva la ragazza. La designer di scarpe a cui Belle chiedeva sempre aiuto quando avevano bisogno di consulenze per il guardaroba o qualsiasi altra cosa. Si ricordava di lei, gli aveva consegnato lo smoking per il Galà.
Piccolo il mondo, davvero.
"E conosci loro due?" Chiese Victor molto sorpreso, facendo cenno con la testa verso Red Lips e Swan, che si stava guardando curiosamente attorno, non prestando grande attenzione alla conversazione dei suoi amici. Lui la studiò con la coda dell'occhio, prendendo nota della sua t-shirt dei Ramones e dei jeans strappati e stretti.
Per quanto si era vantato in quell'intervista che avrebbe dovuto chiedere a Swan di indossare uno di quegli abiti stravaganti che portava durante le anteprime per i futuri appuntamenti, la preferiva di gran lunga vestita così.
Anche se mancava il cappello.
Ella stava spiegando a Victor come aveva conosciuto le ragazze, lanciando uno sguardo affettuoso verso di loro e pizzicando il braccio di Ruby "Ci siamo incontrate al college anni fa. Siamo andate tutte insieme".
"Voi tre?" Chiese Killian, inclinando un sopracciglio e cercando di immaginare quelle tre nello stesso dormitorio, facendo ogni tipo di danno. Solo con Red Lips, era sicuro ci si sarebbe divertiti abbastanza. Aggiungi Swan alla miscela e questa povera ragazza sembrava avesse avuto il miglior periodo della sua.
Swan annuì, tirando un sorriso all'angolo delle labbra - probabilmente ricordando alcune di quelle notti selvagge di cui gli aveva parlato durante la cena. Lui ridacchiò ricordando ancora gli shot e la storia del cono del traffico che aveva condiviso con lui. "E Mary Margaret non è potuta venire. Ha un impegno domani mattina e anche David". Al che, Killian non riuscì a trattenere un sorriso, sbirciando verso di lei.
"Peccato. Sarebbe stato divertente prendere un pò in giro suo fratello".
Con una mano sui fianchi, lei strinse gli occhi su di lui, senza un briciolo di umorismo nella sua espressione "Oppure avrebbe potuto darti un pugno in faccia per quell’intervista".
Oh, ci siamo.
"Oh, andiamo, mi sono comportato bene!" esclamò, metà infastidito e per metà divertito.
Sapeva che si sarebbe lamentata, ma che cosa altro avrebbe potuto fare in proposito? Non che avesse chiesto a George – che era un idiota, ora che ci pensava - di iniziare a prendere le sue foto e di bombardarlo con domande sulla loro relazione.
Anche se aveva intuito che il commento sull’abito l’avrebbe fatta infuriare. Nessun rimpianto.
Lei incrociò le braccia sul petto - per l'amor di Dio, non sapeva che lo stava facendo avanti ad un ragazzo che fissava le sue tette o che cosa?! - E dopo una pausa, brontolò sottovoce "Credo che avrebbe potuto essere molto peggio".
Prima che potesse congratularsi con lei per le parole più sagge che avesse detto durante la loro breve conoscenza, un'altra figura apparve accanto a lei "Credimi, è davvero possibile". Si voltò verso di lei, una mano in segno di saluto e un sorriso eccitato verso la bionda "Ciao, mi chiamo Aurora".
Lei sorrise calorosamente a sua volta. Vedi Swan? Non è così difficile sorridere adesso, vero? Sei così bella quando sorridi.
Woah. Bella?
"Piacere di conoscerti. Sono Emma".
Filippo seguì i passi della sua ragazza e le mise un braccio intorno alla vita ad abbracciarla e prontamente disse ad Emma ​"Sta morendo dalla voglia di incontrarti da quando è uscita la notizia. Sono abbastanza sicuro che lei crede che l’aiuterai a fare un fronte delle ragazze e chiederà il tuo supporto ogni volta che le daremo troppo disturbo. Belle è troppo dalla nostra parte e ha bisogno di supporto".
Aurora socchiuse gli occhi, facendo una smorfia. Per quanto le sarebbe piaciuto sembrare intimidatoria, Killian non poteva fare a meno di vederla come un tenero animaletto che sta cercando di apparire feroce. Come Simba nel tentativo di ruggire quando era piccolo ne Il Re Leone.
Oh dio. Il Re Leone.
A volte Killian si chiedeva cosa non andasse con il suo viale dei ricordi, ad essere onesti ... Si', torna ad Aurora che non fu affatto divertita dal commento di Filippo. Lei girò gli occhi veementi su Emma, ​​afferrandole la mano "Non lo sono. Emma, ​​per favore per quanto sono felice per Killian - e per te, naturalmente – Non ti consiglio di stare con loro per lunghi periodi di tempo. Ti faranno diventare pazza e finirai per considerare l’idea di andare in qualche posto lontano da qui, così lontano da loro che non potranno ritrovarti mai più. A meno che tu non decida, sai, di unirti a me. Forse potremmo, non lo so, fuggire e dare vita ad un gruppo tutto nostro. Siamo migliori di questi idioti. Lo stesso vale per le tue amiche".
Killian notò come Emma cercò di trattenersi e infine scoppiò in una risata, accarezzando la mano della ragazza "Oh, già mi piaci" Il cameratismo istantaneo tra le due ragazze fu interrotto dal fascio di nervi che era Red Lips, che arrivò dietro di loro senza fiato, eccitata alla prospettiva di fare nuove amicizie e indovinò "Ehi, tu sei la ragazza di Filippo, giusto? Salve, sono Ruby, questa è Ella".
A presentazioni fatte Killian si avvicinò a Swan e aspettò che si accorgesse della sua presenza accanto a lei, anche se lei stava cercando di ignorarlo. Quanto era testarda. Alzò un sopracciglio verso di lui, battendo i piedi sul pavimento in attesa. La osservò dalla testa ai piedi e disse "Allora – ti sta piacendo la routine da groupie, Swan?"
Con le mani in tasca, si guardò intorno, esaminando brevemente il tutto con un'espressione indifferente sul viso "Un po' deludente ad essere onesti. Mi aspettavo qualcosa di molto più ... selvaggio? Dove è il party privato? Il Sesso, droga e rock and roll?"
Non l'aveva fatto.
"Davvero mi stai chiedendo di dirti che il sesso è il benvenuto ogni volta che vuoi, amore - anche se qui sarebbe un po' troppo sotto gli occhi di tutti, se me lo chiedi, ma se è quello che vuoi ..."
Lasciò la sua faccia cadere sul palmo della mano rumorosamente appena iniziò a parlare, un gemito silenzioso le sfuggì dalle labbra. Era così facile irritarla "... Perché? Così - Perché?".
Continuò, come se non avesse detto nulla, in tono leggero, esaminandosi velocemente le unghie "Per quanto riguarda le droghe, sapevo che saresti arrivata qui presto, sono tutte nascoste".
"Perché non mi sorprende?" commentò seccamente, arricciando il naso. Si voltò verso di lei, questa volta avvicinandosi in modo che le sue labbra furono accanto al suo orecchio e potesse respirare il suo profumo. Egli aspirò profondamente prima di aggiungere in appena un sussurro "Beh, tu sei molto più prevedibile su questo fronte, Swan. Cioccolato, giusto?".
Vide i suoi occhi, un misto di confusione e curiosità mescolarsi in quelle pozze verdi e proprio quando le sue labbra stavano per parlare di nuovo, uno degli amici di Leroy si presentò alla porta e richiamò la loro attenzione, fermando qualunque cosa fosse sul punto di dire. "Ragazzi , siete i prossimi. Sapete le regole: assicuratevi di prendere il percorso protetto per non incontrare nessun fan fuori di testa,  è tutto segnato sui muri, non potete perdervi. Fate attenzione con i roadies e le attrezzature, non vogliamo incidenti. Ora, se avete qualunque problema, i fonici sono sul davanti e risolveranno qualunque cosa se ci sono problemi o manderanno il manager di scena. Siamo tutti sparsi in giro per l’arena. Sappiamo che anche quando le prove vanno bene, non possiamo mai essere troppo sicuri. Domande?" finì, lasciando un respiro rumoroso. Tutti annuirono con entusiasmo.
"No.. Capito" August alzò i pollici verso il povero ragazzo, che sembrava aver bisogno di una vacanza e forse di uno stipendio più alto. Sospirò ma riuscì a inviare un sorriso nella loro direzione prima di correre di nuovo ovunque dovesse andare "Ci vediamo là fuori tra cinque minuti. In bocca al lupo!".
Il livello di rumore aumentò nella camera e anche i movimenti veloci intorno a loro, Killian si voltò pronto a mettere la sua chitarra in spalla, un panico momentaneo lo congelò e capì di averlo portato con se da quando erano arrivati lì. Emma strinse le labbra verso di lui, notando la sua improvvisa angoscia, ma sorprendentemente non disse una parola a riguardo "Almeno oggi  sembra che tu riesca a mantenere i tuoi pezzi insieme. Fai progressi" disse.
Lui la guardò sotto le ciglia, controllando due volte l'accordatura della sua chitarra "Già. Grazie per questo. Non era il mio momento migliore" Infine, contento del suo lavoro, si ricordò che stava per guardarlo. Ora. Suonare. Vivere. Spazzò le mani sulla parte posteriore dei suoi jeans e chiese "Voi ragazze sarete sul palco di lato, giusto?"
Lei annuì con un bagliore eccitato  negli occhi "Sì, Gold ci ha detto che potevamo guardare da lì con Belle e Aurora se volevamo".
"Vuoi provare a rendermi nervoso?" chiese anche se la sua mente stava tradendo il suo bluff - non era in questione se lei ci stesse provando o no; era come se il suo essere nervoso dipendesse dalla sua presenza di per sé. Sembrò colta di sorpresa dalla domanda, corrugando la fronte disse "Come dovrei farlo?"
Si strinse nelle spalle "Non lo so. Facendo booo. Facendo delle facce strane" Lui agitò le sopracciglia verso di lei, mentre i suoi occhi si abbassarono al petto "Flashandomi".
"Per l'amor di Dio ..." mormorò.
La voce tonante di Victor li portò fuori dalla loro conversazione "Ragazzi, rituali da pre-concerto?" Fece l'occhiolino all’espressione confusa di Emma,  ​​poi si unì al resto della band nel mezzo della stanza, dove tutti si misero in cerchio, ridacchiando per la più stupida routine che avessero mai visto nelle loro vite. Appena prima di iniziare, vide Victor pronto a dire qualcosa, ma Jefferson lo interruppe prima del tempo, già immaginando l’idea del suo compagno.
"Non iniziare di nuovo,  senza motto di Buzzlightyear questa volta!" Sorridendo come un pazzo, gettò le braccia davanti a sé, un polso sopra l'altro, gli sguardi sorpresi delle ragazze in piedi dietro di loro "E' tempo di trasformazione!"
"Mastodonte!"
"Pterodattilo!"
"Triceratopo!"
"Tigre dai denti a sciabola!"
"Tirannosauro!"
"POWER RANGERS!" gridarono all'unisono, dieci mani unite al centro. Killian poteva ancora ricordare quando era nata quell’abitudine così geek che eseguivano ogni volta che avevano un concerto. Quando Gold la vide per la prima volta, fece una smorfia e brontolò qualcosa sul fatto che non solo doveva fare i conti con quegli alieni a casa con Baelfire, ora gli toccava sopportarli anche con la sua band.
Era adatta a loro. Rendeva giustizia al loro nome, dopo tutto. Era un gioco, in realtà: un gioco da ragazzi.
Il che significa che era assolutamente perfetto per loro.
Risate e urla scoppiano intorno a loro, avevano finalmente sciolto il cerchio, sempre ridendo e tenendo in alto gli spiriti per affrontare lo spettacolo che stavano per mettere in scena. Vide Emma scuotere la testa alle loro buffonate, unendosi alle ragazze che stavano sghignazzando con Belle e Aurora, senza dubbio per il loro comportamento infantile. Una volta che stava per seguire i suoi amici al loro posto prima dello spettacolo, la chiamò. "Come? Nessun bacio per augurarmi buona fortuna, Swan?"
"A quanto pare non ne hai bisogno, Capitano" rispose lei, inarcando un sopracciglio verso l'alto e con i fianchi ondeggianti uscì dalla stanza, Red Lips la trascinò dietro al gruppo, lasciandolo con il resto della band e sentendosi come se forse non gli sarebbe dispiaciuto affatto ricevere quel bacio.
 
 
Incredibile.
Uno dei migliori concerti da tanto tempo a quella parte.
Killian non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era sentito così a suo agio, così libero, così felice di essere sul palco, la voce infiammata e piena di vita, la folla in visibilio rispondeva con così tanta intensità, anche in un club di dimensioni così moderate. Forse questo era quello di cui aveva bisogno da tempo, non se ne rendeva conto dal momento in cui tutto era caduto a pezzi intorno a lui. La cosa divertente è che era sempre stata lì, ma era stato troppo cieco e orgoglioso per vedere e accettarlo, per lasciarsi confortare.
Era stata una di quelle esperienze selvagge in cui nessuno di loro fu lasciato fuori, cinque ragazzi che battevano il tempo allo stesso ritmo e ogni anima lì presente si scuoteva con loro. Intrattenne il pubblico, gli piaceva fermarsi tra le canzoni e aggiungere alcune battute qua e là, per presentare la band  per condividere anche dettagli terribilmente imbarazzanti e divertenti, chiedendo alla folla di cantare con loro o finire i testi per lui. Aveva saltato, riso, gli avevano anche lanciato un paio di reggiseni, che sistemò accuratamente sull’asta del microfono, non volendo rischiare di perderli o di essere irrispettoso; sapeva che non erano di quelli economici. Ad un tratto saltò nello spazio tra il palco e la folla per prendere uno degli striscioni che una ragazza stava agitando come una pazza in modo da tenerlo mentre cantava e poi tornò sul palco. L’aveva trovato davvero coraggioso e divertente dato che aveva scritto in nero e in grassetto "IO SONO LA TUA GROUPIE" con il suo numero di telefono sotto.
Però durante il concerto fu spiazzato in un paio di momenti.
Una volta, verso la metà dello show quando pensò di aver visto una criniera di riccioli neri e lunghi che incorniciavano un viso pallido nella massa di persone sotto di loro, lasciandolo senza parole e facendogli quasi perdere l'equilibrio nel bel mezzo della canzone, guadagnandosi uno sguardo preoccupato da Filippo che era alla sua destra. Quando girò di nuovo lo sguardo verso il punto dove aveva giurato di averla vista, scoprì che era solo una bella bruna dai capelli ricci. Una fan. Niente di meno e niente di più. Una sensazione di sollievo quando ebbe realizzato, le strizzò l'occhio e gettò nella sua direzione gli occhiali che aveva indossato per quella canzone, agitando le mani con entusiasmo e sorridendo quando la vide prenderli con le lacrime agli occhi e urlando per la gioia.
La seconda volta fu colpa di Emma, ​​naturalmente.
Non perché avesse fatto qualcosa per provocarlo, come l'aveva avvertita, anche se non sarebbe stato affatto dispiaciuto se lei lo avesse abbagliato, rise tra sé. Almeno, non intenzionalmente. Accadde quando vide Victor muoversi verso il lato sinistro del palco, fu in quel momento che la sua attenzione fu portata laggiù, verso le ragazze che erano nascoste lì a godersi lo spettacolo e lui si ritrovò ad essere testimone di un lato di Emma Swan di cui non avrebbe immaginato sarebbe venuto a conoscenza. Spensieratezza, rise con la testa gettata all'indietro quando Victor si mise a suonare in ginocchio drammaticamente di fronte a loro, mentre lei ballava con le sue amiche con gli occhi chiusi girando su se stessa mentre la sua amica la teneva per mano.
Qualcosa assolutamente da vedere.
Ora erano nel camerino, applausi, urla, abbracci, pacche sulla schiena e bottiglie d'acqua prese per contrastare la gola secca e la disidratazione, fu avvicinato da Gold, che con un pollice alzato si presentò nel suo abito ricercato, abbigliamento dal quale non si separava mai. Infatti, anche se lo avesse fatto, Killian era sicuro che non sarebbe mai stato in grado di immaginare l'uomo in abiti diversi.
"Jones, stai andando alla festa ,vero?"
Killian si guardò intorno pensando alla sua risposta "Se ci andiamo tutti, sì, certo".
Gold annuì compiaciuto, con gli occhi che vagarono verso i suoi compagni "In effetti è così, ve lo meritate,  è stato uno spettacolo incredibile, inoltre August e Jefferson mi hanno parlato della tua idea riguardo all'album". Gli mise una mano sulla spalla e un orgoglioso, piccolo, minuscolo sorriso gli si manifestò all'angolo della bocca "Stai facendo un ottimo lavoro, ragazzo".
"Grazie" rispose lui con la voce appena in un sussurro e un po' strozzata. Bene, questo fu imbarazzante; non si aspettava un cuore a cuore, con il suo manager tra tutte le persone dopo lo spettacolo. Gold lasciò cadere la mano e continuò nel suo solito modo professionale, come se nulla fosse accaduto "Comunque, ho un altro favore da chiederti stasera, non preoccuparti è davvero una cosa da niente, lo giuro. Sappiamo che ci sono dei paparazzi qui fuori proprio ora, in attesa di scattare  delle foto con tutti voi  e credo che i fan li abbiano già informati della presenza della signorina Swan qui stasera". Si fermò per un po', osservandolo con attenzione e valutando la sua reazione. Killian non disse nulla con il suo volto, così proseguì "Allora, la mia richiesta è che voi due restiate qui per un po' prima di andare, da soli, così non ci sarà alcun dubbio che lei è stata davvero qui per assistere alla tua esibizione e che parteciperete insieme all’after-party ".
Huh. Beh, non sembrava così male, dai - non era come se fossero puniti a restare lì per sempre. Solo un po’ di ritardo, immaginò. L'unica cosa che gli dispiaceva  era che si sarebbe perso Jefferson ubriacarsi in pochi minuti, come faceva sempre, non appena finito un concerto. Erano sempre scene epiche.
Si rivolse al manager e annuì "Sì, va bene. Nessun problema".
"Ottimo organizzo le macchine - Leroy e Doc porteranno tutti al Wonderland e poi verrà a prendere te e la signorina Swan in modo da potervi unire a loro" spiegò.
"Perfetto".
"Bene, a presto Jones. Parleremo delle idee per l’album nei prossimi giorni". Il suo manager lo salutò e poi con la mano sul bastone e abbracciando Belle che camminava accanto a lui se ne andarono, non dopo aver mandato baci e aver promesso alle ragazze che le avrebbe chiamate per uscire presto insieme, dato che quella notte sarebbe dovuta tornare da Baelfire. Killian si strofinò il viso e andò in cerca di Emma che stava parlando animatamente con August e quando si fermò di fronte a lei, gli sorrise.
A lui.
Bene, pensò che era arrivato a cinque nella sua lista.
Prima che potesse spiegarle cosa gli avesse detto Gold lei alzò una mano e lo fece tacere "Lo so, vogliono farci rimanere indietro e farci andare sulla nostra strada nuziale insieme, così i lupi avranno un assaggio della coppietta che lascia l'edificio" Lui sorrise, confermando le sue parole.
"Questo è tutto".
August ridacchiò accanto a loro, prendendo le sue cose con se e poi le diede un mezzo abbraccio prima di andarsene con gli altri che si erano già cambiati ed erano già pronti per andare a godersi la loro meritata notte di divertimento "Ci vediamo dopo al locale, cercherò di controllare Jeff il più possibile in modo da non farti perdere tutto il divertimento".
Gli sorrise fregandosi le mani "Oh si, non sto nella pelle".
"Anch’io. Prenditi cura di lui, Emma" le disse August andandosene sorridendo.
"Certo che lo farò".
Dopo che Ruby le promise più volte che le avrebbe scritto un SMS nel caso in cui non fossero riusciti a trovarli una volta arrivati ​​al club, Killian si ritrovò da solo con Emma in quello spogliatoio che fino a pochi momenti prima era pieno di gente, un pesante silenzio nell'aria intorno lui, soprattutto quando le immagini di lei durante lo spettacolo continuavano  a lampeggiare dietro le sue palpebre. Non aveva idea di cosa dirle ed era la prima volta che accadeva una cosa del genere. Killian Jones non è mai senza parole.
Eppure, eccola lì, seduta sul divano ad esaminare la sua chitarra e lui in piedi dietro di lei, come un fottuto idiota, in attesa che il povero Leroy andasse a prenderli per unirsi agli altri. Ma quanto era patetico?
Notò, sorpreso, che Emma stava studiando lo strumento con un'espressione stregata sul viso,
un po’ ... spaventata, poteva dire? Stava lì, ipnotizzato, mentre lei scorreva leggermente le dita sopra le corde, non osando pizzicarle o strimpellare qualche nota. Trovò finalmente la forza di muoversi  e si schiarì la gola "Sai, non vuole morderti".
Lei trasalì, saltando sul sedile allontanandosi dalla chitarra come se l'avesse scottata. Si voltò verso di lui e alzò le spalle, fingendo ignoranza "Lo so. Solo che non voglio romperla o qualcosa del genere".
Roteò gli occhi e disse "Ho visto ragazze avere molta meno attenzione verso la porcellana. Vieni, prendila. Ti insegno".
"Cosa?" Le sopracciglia le volarono fino all’attaccatura dei capelli, era sotto shock. Per risposta, lui la prese per mano, prese la chitarra con l'altra e poi gliela diede. Lei l’afferrò e la tenne il più lontano che poteva dal suo corpo, come se fosse una bomba in procinto di esplodere, cosa che lo divertì a non finire "Okay, Blondie. Prima lezione: devi imparare a tenerla, prendila e cerca di sentirti a proprio agio con lei, ti è facile suonare note e accordi...?"
"Non saprei, ma sì, credo che vada bene?" Dio, sembrava davvero spaventata.
Lui annuì, osservandola "Perfetto. Adesso…alcune persone partono con la melodia e i riff, altri preferiscono strimpellare accordi. Dato che questa sarà la lezione di chitarra più breve che potrai mai fare nella tua vita e posso immaginare che tu non abbia assolutamente idea di teoria musicale, ti chiedo, vuoi suonare qualcosa in particolare? o vuoi che vada con il Froilain di Maria con te? ".
Lei alzò gli occhi verso i suoi, la bocca aperta per la sorpresa e la voce piena di meraviglia "Stai facendo un riferimento a “Tutti insieme appassionatamente?"
Si sentì colpito e estremamente sulla difensiva "Cosa c’è? Ho amato questo film! Devi sapere che è così che ho avuto modo di imparare le note. Mia madre di solito me la cantava".
Alla menzione di sua madre,  lei sembrò rannicchiarsi, la sua faccia verso il basso mordendosi il labbro nervosamente; ed egli si pentì immediatamente di aver detto quelle parole. Fu più che grato quando lei decise di rompere il silenzio dicendo "Va bene, alcune note, se vuoi?"
Incontrò il suo sguardo con un sorriso vincente "Va bene. Andremo con l'approccio a Froilain Maria più in là"
Lei gli lanciò uno sguardo in preda al panico e lui non poté fare a meno di sorridere alla sua inquietudine "Che c’è?"
"Ricordi quando vanno in giro per Vienna e lei insegna le note ai bambini?" La vide annuire e rispondergli in fretta. "Sol Do La Fa Mi Do Re Sol Do La Ti Do Re Do"
"Esattamente" Lui la fissò, sbalordito "Woah Swan, non ti avrei etichettata come una maniaca delle melodie. Ora" andò a mettersi dietro di lei, con entrambe le mani sulle sue, guidandola così da regolare correttamente le dita della mano sinistra sulle corde sul manico e spiegando nei minuti successivi quali corde doveva  pizzicare con la destra, cercando di non ridere alla sua frustrazione quando una delle dita smise di fare pressione e ‘non suonò bene, dannazione!' . Lasciò da parte le istruzioni relative al sistema della gabbia, suonarono accordi che richiedevano di tenere premuta più di una corda con un solo dito e la aiutò quando arrivò il Fa.
E fu in quel momento che Killian ebbe un brusco arresto, in quanto si accorse che la sua schiena era lì schiacciata sul suo petto, tutta la sua lunghezza in stretto contatto con lui, le sue dita la stavano accarezzando e il suo naso respirava proprio accanto al suo orecchio. Avvertì una sensazione strana, come un giramento di testa e la sua indicazione successiva uscì con un filo di voce e a quel punto fu lei a raddrizzare la schiena e a tendere le mani sotto la sue con così tanta forza che si preoccupò un po’ per il bene della sua chitarra. Entrambi congelati, il corpo di lei tra le sue braccia, Killian inclinò la testa impercettibilmente, cercando di mettere una certa distanza tra di loro, anche se ottenne esattamente la reazione opposta, la guancia premuta contro il suo orecchio e le mani ancora più tese sotto le sue. Lasciò cadere il suo volto, non combattendo più e lasciando correre il naso lungo la liscia pelle del suo collo; era così vicino che poteva sentire l'accelerazione del suo cuore dietro l'orecchio, i capelli gli solleticarono il viso con colpi leggeri. Per quanto cercasse di apparire indifferente o solo completamente congelata, gli accordi e le note ormai erano completamente dimenticati, la sentì inspirare profondamente e una scossa delle spalle che poi ricaddero lentamente, fino a quando lui lasciò un soffio di aria vagare sulla sua pelle e lei ansimò ad alta voce. Le sue mani improvvisamente scesero dalla chitarra e saltò quando la porta si aprì con un botto e apparve un Leroy con le guance arrossate che con entusiasmo fece loro cenno di seguirlo fuori "Ehi, ragazzi è il momento di andare!". Probabilmente notando la tensione nella stanza, che aveva raggiunto il livello si-potrebbe-tagliare-con-la-punta-di-un-coltello-per-quant-è-alta, si fermò e li guardò preoccupato "Tutto bene?"
Lui annuì, con gli occhi freneticamente alla ricerca di Emma per verificare se anche lei si sentisse così fuori di testa come lui. La trovò intenta a guardare in giro per la stanza, senza dubbio alla ricerca delle sue cose in modo che potessero andare e cercando di apparire disinvolta, ma lui notò il leggero tremito delle sue mani mentre cercava.
"Sì, sì, va tutto bene. Andiamo" si pizzicò il ponte del naso e agitò una mano verso di lei "Andiamo pasticcino, è il momento di iniziare un altro spettacolo".
Si bloccò e sbuffò indignata. Era affascinante come potesse cambiare da ragazza agitata avvolta tra le braccia di un ragazzo in una donna disposta a non preoccuparsi di niente e nessuno "Pasticciono? Davvero?"
"Oh, Swan – Pensavi saresti stata l’unica a dare dei sopranomi? Andiamo" disse tendendole la mano. Si fermò davanti a lui, mordendosi il labbro inferiore con fare preoccupato e sembrava che potesse morderlo in qualsiasi momento. "Swan". Nessuna risposta. Provò di nuovo. "Emma".  Al suono del suo nome, i suoi occhi lo cercarono, allarmati e così lui approfittò della distrazione per afferrarle la mano e trascinarla fuori dalla stanza "Andiamo".
 
 
La festa era in pieno svolgimento quando arrivarono al Wonderland, come poterono confermare appena arrivati. Ruby aveva mandato un SMS ad Emma spiegandole che li avrebbero trovati nei pressi di uno dei bar di una delle sale a tema all’interno,  ognuna di loro prendeva il nome da una località diversa del luogo fiabesco da cui lo stesso club aveva preso il nome. I suoi amici avevano scelto, stranamente "The Rabbit Hole" e fu lì che andarono appena Leroy li lasciò alla porta e il buttafuori ebbe timbrato le braccia di entrambi, nel caso volessero uscire ed entrare durante la notte.
Quando raggiunsero il bar, Emma girò un po’e infine catturò l'attenzione di qualcuno; si voltò e fece cenno di seguirla. Il mare di corpi implacabili e danzanti che li circondava rendeva l’impresa molto difficile, così le mise una mano sui fianchi per non perderla nella marea di persone perse nei fumi dell’alcol e dal ritmo della musica. Sentì la mano calda di lei sopra la sua e credeva che l’avrebbe spinto via lontano da lei, sicuramente seguito da una sorta di replica caustica, ma la mantenne lì, con suo totale stupore, guidandolo dietro di lei fino a raggiungere la loro destinazione dove poté vedere i suoi compagni e le ragazze che cercavano di parlare nonostante la musica ad alto volume. Aurora fu la prima a vederli e aprì le braccia felice, andando ad abbracciare Emma e quindi facendo scivolare le loro mani unite "Ragazzi siete qui!"
Victor arrivò dietro di lui. "Come è andata?"
"I paparazzi ci hanno beccato mentre uscivamo. Swan qui è stata tentata di mostrare loro il dito medio, ma alla fine si è addolcita ed è andata bene" commentò, mantenendo gli occhi su di lei che sporgeva il mento con orgoglio, piegando il fianco di lato e il suo atteggiamento si sposava perfettamente con le sue parole "Cosa? Stavo solo cercando di restare fedele al cliché della rock star ".
"Certo che lo eri" commentò con disinvoltura.
"Emma! Balliamo!" Red Lips era in piena attività stasera. Avrebbe scommesso che Victor fosse entusiasta per questo.
"Ruby, Sono appena arrivata, fammi almeno  prendere un drink prima".
Ruby si voltò di scatto, prese un bicchiere e una cannuccia e glielo diede. Mentre i suoi occhi si muovevano, sorpresi, dalla bevanda alla sua amica, la bruna sollevò le mani "L’ho chiesto appena siamo arrivati ​​qui, così che non avresti aspettato una volta arrivata".
Emma scosse la testa e pizzicò la guancia della sua amica con affetto "Sei la migliore". Victor sbatté il bicchiere ormai vuoto sul bancone e alzò un sopracciglio verso Emma con ​​un luccichio divertito negli occhi "La cannuccia? Davvero?"
Risero entrambi, Emma prese un’altra cannuccia dietro di lei per porla sul suo orecchio, piegando l'estremità in modo da sembrare un microfono improvvisato "E' una cosa nostra. Guarda: Tu non sei l'unico cantante qui, Jones"
Incapace di nascondere il suo sguardo rivolto verso l’alto, la spinse verso la pista da ballo insieme a Ruby "Via di qui, Swan".
"Questo è quello che intendevo fare. Non sentire troppo la mia mancanza" disse da sopra la spalla mentre andava via con le braccia che già si agitavano a tempo di musica.
"Farò del mio meglio".
Non molto tempo dopo, stava trascinando Jefferson su uno dei divani della sala con l'aiuto di August mentre Filippo e Aurora cercavano di non cadere a terra per le risate causate delle riflessioni da ubriaco del loro amico. Oh, Jeff – quegli shot non sono stati un’ottima idea, davvero. Killian lo aiutò a sedersi su uno dei cuscini  e stava per finire il suo rum – portare un batterista ubriaco di 28 anni non era uno scherzo, questo era certo - quando improvvisamente si accorse di averlo dimenticato al bar . Disse ad August che sarebbe tornato in un minuto mentre andava a recuperarlo e si diresse verso il luogo in cui ricordava di averlo lasciato.
Incapace di trovarlo,  sicuramente qualcuno l’aveva preso pensando fosse il suo o il barman l’aveva rimosso pensando che non l’avrebbe più bevuto,  decise di chiederne un altro. Mentre aspettava, una strana sensazione venne su di lui. Un improvviso brivido gli corse lungo la schiena  e poté praticamente sentire il crepitio dell’aria intorno a se e lo sapeva.
Lei era lì.
Come se la ragazza del concerto fosse stata una sorta di segno in modo che sarebbe stato pronto per il vero incontro, doveva dire che non se l’aspettava affatto. Congelato sul posto, finalmente poté chiedere con voce strozzata l'ordinazione al cameriere , che probabilmente pensò fosse ubriaco o gravemente incazzato, o entrambe le cose e dopo aver pagato, fu indeciso se non muoversi da quel posto  in attesa che fosse lei ad andare via o portare immediatamente il culo fuori di lì.
Il destino aveva un modo divertente per fregarti, visto che Killian non ebbe modo nemmeno di decidere: lei si presentò sul lato opposto del bar, luminosa e viva, la sua ricca risata fece eco nelle sue orecchie da lontano. Strinse la mano intorno al bicchiere,  mostrando lo sbiancamento delle nocche al movimento, i suoi occhi non la lasciarono per un secondo, ma pregò ogni divinità lassù che lei non lo vedesse o sarebbe stato fregato. Il tatuaggio sul suo braccio formicolò per il disagio, come se dei piccoli ragni stessero tracciando le sue linee su e giù seguendo il disegno, l'uccello intrappolato che marchiava la sua pelle per non fargli dimenticare quello che era successo tra loro due.
Killian si chiese per l'ennesima volta quello che cosa sarebbe successo. Chissà se… E si chiese anche come qualcuno potesse ficcarsi in un tale inferno, in primo luogo, sapendo che tutta la storia dei “chissà se”  non erano più che una mera possibilità, universi alternativi che non si sarebbero avverati, mai. Non per lei e sicuramente non per lui. Sapeva che non era un angelo, nessuna persona perfetta; diavolo, aveva fatto un numero incalcolabile di scelte sbagliate nella sua vita. Sapeva quello che la gente pensava e diceva di lui e lui sapeva quali erano i suoi difetti. Li conosceva meglio di chiunque altro. Ma per una volta in vita sua, ammise che voleva essere egoista. Era giusto che lei avesse trovato il modo di andare avanti e lui no? Era giusto che lui avrebbe dovuto soffrire e rannicchiarsi ogni volta che la incontrava? Perché lei poteva essere lì, felice, indifferente, andando avanti con la sua vita, mentre lui era intrappolato del disastro che aveva lasciato solo i pezzi rotti del loro rapporto?
Uno scorcio d'oro attirò la sua attenzione e finalmente strappò gli occhi da lei per vedere Emma ballare a pochi metri da lui con Ruby ed Ella, i capelli brillavano intorno a lei come un alone. Ricordò le sue parole quando stava mandando tutti al diavolo a causa della sua esibizione, il suo ansimare quando poco prima era stato schiacciato dietro di lei. Il suo sorriso genuino verso di lui. La sua risata mentre ballava durante lo spettacolo. I suoi occhi fiammeggianti quando gli aveva lanciato addosso lo champagne. Le sue labbra dopo il loro bacio.
Non sapendo nemmeno cosa stesse facendo, abbandonò il suo drink appena acquistato e si diresse verso di lei, la musica vibrava nelle sue vene e inciampò quasi sui piedi di qualche tipo. Infine arrivò a lei, le afferrò con forza il fianco e le prese la guancia con l'altra mano, non dandole modo di parlare, spinse le sue labbra su quelle di lei in un bacio ardente.
La baciò ferocemente per qualche istante, dandole difficilmente la possibilità di reagire e in una parte offuscata del suo cervello pensò se lei lo avrebbe preso a pugni per questo, urlandogli di averla aggredita o qualcosa in stile Swan. Rassegnato, smise di muovere le labbra contro le sue, rubando un ultimo morso verso di loro, stava per allontanarsi da lei quando sentì le sue braccia avvolgersi intorno a lui, tirandolo più vicino a lei in modo che il suo corpo fosse allineato perfettamente con il suo, come due pezzi di un puzzle perfettamente incastrati.
Il calore irradiato dal suo corpo entrava nella sua pelle. Si sentì stordito e non sapeva se a causa di qualche drink di troppo che aveva bevuto o per il sapore inebriante di Swan, non voleva saperlo, ne in quel momento, ne mai. La sua mano cullava il collo, mentre l'altra le tracciava leggermente il contorno della mascella , improvvisamente lei si staccò da lui, così ci fu un breve spazio tra loro dove i loro respiri esausti si mischiarono insieme. La sua voce si mise tra loro "Che cosa stai facendo?"
Incastrò i suoi occhi in quelli di lei, il blu incontrò il verde in uno sguardo acceso "Quello che mi hai detto di fare, Swan. Mi sto lasciando andare".
E poi la sua bocca si abbatté ancora una volta su quella di lei, catturandola in un bacio divorante che si scagliò sul suo corpo come magia pura.


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Ma guarda un pò...un altro di quei finali che tanto ci piacciono :P 
Il concerto è stato "interessante", ma il post concerto?? E' mai possibile che Leroy in ogni luogo e in ogni tempo svolge sempre lo stesso ruolo da guastafeste??
Fantasmi del passato fanno la loro apparizione e il nostro bel Lost Boy ha una reazione inaspettata...o forse non più di tanto?
A prestissimo 
  
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