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Autore: Clarrie Chase    22/09/2008    4 recensioni
Cosa sarebbe successo se Winry fosse stata adottata da Trisha Elric quando aveva solo quattro anni e fosse cresciuta come sorella di Edward e Alphonse Elric?
Trisha sarebbe morta comunque?
I fratelli avrebbero comunque tentato la Trasmutazione Umana per riportarla in vita?
Edward sarebbe diventato comunque Alchimista di Stato?
E Alphonse?
A quest'ora la sua anima sarebbe legata ad un armatura?
E che cosa sarebbe successo se... ?
Prima FF su Full Metal Alchemist: What if... ?
Dal 10° cap.:

Prima accetti che le cose non torneranno più come una volta, e prima ricominci a vivere. [...]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Tempesta

 

 

Il cambiamento arriva sempre all'improvviso, come un pugno in faccia. Ci sono persone che riescono ad accettare il cambiamento. Io purtroppo non sono una di quelle.

 

 

Quando quella mattina i suoi tre figli scesero a colazione e non mangiarono niente, Trisha non poté far altro che sospirare e guardare Winry con disappunto misto a gratitudine mentre la ragazzina faceva finta di nulla atteggiandosi a santa.

Tuttavia non riuscì a sentirsi tranquilla, sentendo qualcosa di strano nell'aria.

Era elettricità statica che viaggiava alla velocità di mille kilometri al secondo, e per quanto questo non potesse far altro che rattristarla e preoccuparla, i suoi tre figli c'erano dentro fino al collo.

La tensione si poteva tagliare con un coltello, e a giudicare dall'espressione sperduta che leggeva negli occhi di Winry, lei non ne sapeva niente.

Trisha pensò che poteva essere la prima volta che Winry non era convolta in qualche guaio da Edward e Alphonse. Che la ragazza stesse mettendo la testa a posto? Ne dubitava, visto la forte influenza che Alphonse, e specialmente Edward, avavano su di lei.

Chissà se aveva fatto bene a mandarli in paese a fare compere, per tenerli occupati...

Non poté far altro che affidarsi a quel Dio di cui suo marito dubitava l'esistenza, chiedendogli in ginocchio di proteggere i suoi figli e guidarli sulla giusta via.

 

<< Non avete una strana impressione? >> chiese Winry all'improvviso, mentre passavano davanti alle bancarelle del mercato di Rasembool, che si teneva ogni Mercoledì mattina. Alphonse la guardò confuso: << Strana impressione? In che senso? >>.

Edward sbuffò annoiato: << Nessuna strana impressione. Solo non vedo l'ora di tornarmene a casa! >> esclamò lui  trafiggendo con lo sguardo i proprietari delle bancarelle che alzavano la voce per attirare la loro attenzione. << Non so... è come se... ci fosse qualcosa nell'aria... >> sussurrò Winry, alzando gli occhi al limpido cielo blu.

Edward ghignò: << Speriamo che non arrivi un temporale, allora! >> esclamò sarcastico, incrociando le braccia dietro al collo in maniera strafottente. 

Sia Alphonse che Winry lo ignorarono, riprendendo a camminare.

<< Che cosa dobbiamo comprare alla mamma? >> chiese Alphonse a Winry, mentre lo sguardo gli cadeva inevitabilmente su una bancarella che vendeva oggetti di acciaio che con il loro luccichio attiravano l'attenzione.

Anche Winry alzò lo sguardo e osservò gli oggetti in vendita alla bancarella con evidente meraviglia: << W-o-w >> sillabò, ammirata.

Edward guardò i due fratelli con aria scettica e poi si girò verso la fonte di tanta meraviglia.

La donna dietro la bancarella, una donna molto vecchia e alta la metà di Edward, sorrise soddisfatta di aver attirato l'attenzione dei tre giovani.

<< Vi interessano gli Auto-mail, cari? >> chiese con voce roca.

Winry si avvicinò di più alla bancarella facendosi spazio tra i passanti. << Auto-mail? >> le fece eco, curiosa.

La vecchia annuì, lieta dell'interesse che la giovane Winry provava: << Certo, mia cara. Gli Auto-mail sono arti meccanici capaci di sostituire parti del corpo perdute in guerra o in fatali incidenti. >>

Alphonse allungò la mano verso la riproduzione meccanica di un braccio umano, osservando il proprio riflesso nell'acciaio.

<< Intende dire che gli uomini possono usare questi arti meccanici al posto di quelli veri? Possono usarli come se fossero arti umani? >> chiese il minore degli Elric con ammirazione. La vecchia annuì mentre un sorriso si faceva spazio tra le rughe e pieghe di quel viso usurpato dagli anni.

Edward sbuffò ancora, questa volta pià forte e con impazienza: << Insomma, non ci serve questa robaccia! Sbrighiamoci, compriamo quello che ci serve e andiamocene! >>

Winry lo fulminò ancora una volta con lo sguardo mentre Alphonse si scusava con la vecchia: << Scusi, perdoni mio fratello maggiore, a volte è un po'.... impaziente, diciamo. >> esclamò Alphonse grattandosi la testa con aria imbarazzata e accennando un leggero inchino.

Lo sguardo della vecchia vagò da Alphonse ad Edward e viceversa, poi disse, con voce tagliente: << Così tu saresti il fratello maggiore, eh? Non l'avrei mai detto, sei così basso che ti avrei dato al massimo nove anni! >>

Winry ed Alphonse si girarono immediatamente verso Edward con espressione tesa.

<< Nove anni? Nove anni?!?!?!?! Ma se lei non mi arriva neanche alle ginocchia! >> esclamò Edward irato, lanciandosi letteralmente dall'altra parte della bancarella, per azzannare la vecchia.

Si udì un forte rumore e poi...

<< Ed, ti sei fatto male? >> chiese Winry preoccupata, sporgendosi dall'altro lato della bancarella per accertarsi delle condizioni del fratello.

<< Però, signora... lei ha veramente dei riflessi pronti! Non l'ho vista neppure mentre la prendeva, quella padella!!! >> esclamò Alphonse impressionato dalla velocità con cui la vecchia aveva tirato fuori una padella e l'aveva usata a mo' di scudo facendo sì che Edward ci andasse a sbattere contro.

<< Di questi tempi non si sa mai, figliolo! Sai quanti uomini vorrebbero approfittarfe di una donna nel fiore degli anni come me? >> chiese la vecchia pavoneggiandosi, specchiandosi nella parte linda e luccicante della pentola.

<< Praticamente nessuno! >> esclamò Edward mentre con le lacrime agli occhi si rialzava da terra e si massaggiava il naso dolorante.

Winry sospirò di sollievo, per poi dire: << Sai, Ed, è un sollievo che tu abbia la testa più dura del marmo! Un colpo del genere avrebbe fracassato il cranio a chiunque! >>

Anche Alphonse e la vecchia venditrice risero.

Edward si rialzò in piedi fulminando tutti e tre con lo sguardo e con un altro salto tornò dalla parte opposta della bancarella, tra Winry ed Alphonse che ancora se la ridevano. La vecchia sorrise: << Quali sono i vostri nomi, ragazzi? >> chiese poi, spostando lo sguardo su Winry con aria nostalgica.

<< Io mi chiamo Alphonse, lei è Winry e lui è Edward. >> rispose cortese Alphonse, sorridendo.

<< Io sono Pinako. Avete dei bellissimi nomi. E anche questa è una bellissima città. >> Pinako sospirò scuotendo la testa, fissando Winry intensamente.

<< Lei abita qui? >> chiese Winry ignorando Edward che le tirava il lembo della maglietta per dirle di sbrigarsi.

<< Abito fuori città. Signorina Winry... se le interessano gli Auto-mail potresti fare un salto alla mia officina. Naturalmente l'invito vale anche per voi, Signorino Alphonse >> Aggiunse Pinako temendo di aver offeso il ragazzo. Edward sbuffò: << Ah, e io non posso venire? >> chiese irritato. Pinako rise: << Oh, scusa! E' che siccome non ti ho più visto temevo te ne fossi andato. Non avevo idea che ci fossi ancora. >>

Edward fece per saltare un altra volta dall'altra parte della bancarella ma venne prontamente fermato da Alphonse, che lo prese per le spalle con l'intento di fermarlo.

<< Su, andiamo! Per quanto mi dispiaccia ammetterlo Ed ha ragione! Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo comprare le cose per la mamma prima che il mercato chiuda! >> esclamò Winry a malincuore ma con risolutezza, osservando con una certa tristezza uno degli arti di Acciaio esposti sulla bancarella.

La vecchia sorrise ai tre giovani: << Ci vediamo presto, ragazzi miei! >> mentre loro si allontanavano.

Edward le fece la lunguaccia, una volta assuratosi che non lo avrebbe visto: << Figuriamoci, non tornerei lì neppure per sbaglio! Altrochè 'ci vediamo presto'!!! >> la canzonò il ragazzo, sotto lo sguardo rassegnato di Winry e Alphonse.

Winry si grattò il mento pensierosa: << Mi pare che quella donna abiti vicino a casa nostra. Ci sono passata davanti un paio di volte ma non pensavo che fungesse anche da officina di Auto-mail...>> mormorò, quasi parlando a sé stessa.

<< Winry, cosa dobbiamo comprare? >> chiese ancora Alphonse avvicinandosi alla ragazza quel che bastava da far sobbalzare persino Edward.

Che cosa doveva fare adesso? E.... e se Alphonse aveva intenzione di dichiararsi a Winry quel giorno stesso?!

No, doveva impedirlo. Non poteva permettere che la sua famiglia e la sua felicità venissero turbate dall'egoismo di Alphonse.

Egoismo... non aveva mai pensato di poter dire una cosa del genere di Alphonse....

E se fosse stato lui, invece, il vero egoista? In fondo non voleva forse che la sua famiglia venisse lasciata in pace? Come Winry faceva parte della sua famiglia, lo faceva anche Alphonse, ovviamente. E per quanto gli desse fastidio ammetterlone faceva parte anche più di Winry, effettivamente.

Ma una famiglia non è una famiglia solo perchè le persone che ne fanno parte hanno lo stesso sangue. No, Winry era sua sorella, tanto quanto Alphonse.

Però il dubbio rimaneva. Chi stava sbagliando? Alphonse o Edward? Edward o Alphonse?

Edward si passò una mano tra i capelli, frustrato, e si mise tra i suoi fratelli, separandoli.

<< Perchè non ci dividiamo? Io e Winry andiamo avanti e svoltiamo a destra alla curva, mentre tu, Al, svolti a sinistra. Alle dodici ci rincontriamo qui. Ok? >> chiese velocemente sperando che la sua richiesta venisse accolta da entrambi senza destare sospetti.

Winry lo osservò prima guardinga, poi preoccupata: << Meglio di no, Ed. Tu vai con Al, io vado da sola. >> esclamò lei di rimando, con convinzione.

<< Cosa? Non se ne parla, Win! Sei una ragazza, non sai cosa può succederti se giri da sola per le vie del mercato! >> protestò vivacemente Alphonse, enfatizzando il tutto mostrando il pugno.

Winry sorrise dolcemente ad Alphonse, tanto dolcemente che il ragazzo arrossì ed Edward si chiese se anche lei ricambiasse i sentimenti del fratello.

<< Non devi preoccuparti per me, Al. Se avrò bisogno di aiuto ci sarà la gente del villaggio. Non andrò da sola in vicoli buii, non rivolgerò la parola a persone che non conosco e non accetterò caramelle dagli sconosciuti. D'accordo? >> chiese la ragazza sorridendo ironicamente mentre snocciolava a memoria quello che Trisha diceva a tutti e tre prima che uscissero di casa.

Alphonse non sembra molto contento della piega che stava prendendo la situazione, ma annuì. << Sta attenta. >> disse, abbassando lo sguardo.

Winry gli mise una mano sotto il mento e lo costrinse a rialzare lo sguardo, posandogli un bacio vicino all'occhio destro: << Non preoccuparti. Tu piuttosto, non allontanarti da Ed e fa tutto quel che ti dice. >> gli disse, per poi spostare lo sguardo su Edward e puntandogli contro l'indice affusolato con aria accusatoria: << E tu, se scopro che hai dato noie ad Al o che per colpa tua ha fatto qualcosa di stupido, giuro che dirò a mamma di lasciarti a digiuno per una settimana intera e di farti dividere la cuccia con Den. Sono stata abbastanza chiara, Ed? >> finì, battendo le ciglia con finta aria innocente.

Edward ridusse gli occhi a fessure e la guardò oltraggiato: << Trasparente. >> rispose freddo, dandole le spalle.

<< Andiamo Al. >> aggiunse Edward allontanandosi senza degnarla più di uno sguardo ma consapevole che Alphonse, al suo fianco, lo stava facendo anche per lui.

 

<< Uff! Finalmente abbiamo finito! >> esclamò Edward pagando uno dei tanti uomini dietro le bancarelle mentre questo metteva la merce acquistata in una busta da spesa.

Alphonse prese la busta che l'uomo gli tendeva ed annuì a suo fratello distrattamente, facendo finta di aver ascoltato tutto quello che lui aveva detto nell'arco di quell'ora.

Attraversarono uno stretto spazio tra una bancarella e l'altra spuntando poi nella piazza di Resembool, l'unica a quanto pareva ad essere stata risparmiata dal mercato del Mercoledì. Si sedettero su una panchina e lasciarono cadere con delicatezza le buste con i loro acquisti.

Edward gli rivolse un occhiata strana.

<< La vecchia che vendeva Auto-mail era proprio una donna bellissima, vero, Al? >> chiese Edward assottigliando gli occhi con aria seccata, aspettando che Alphonse gli desse la prova di quello che pensava da circa un ora, quando aveva iniziato a parlare ininterrottamente.

<< Sì, è vero. >> rispose infatti Alphonse, dando conferma ai sospetti del fratello.

Alphonse esitò un attimo, poi si voltò verso il fratello, tutto rosso: << Che cosa?! Ma l'hai vista bene, Fratellone?! >> chiese, urlando.

Edward si tappò le orecchie infastidito: << Se me ne sono accorto?! Al, era solo un tranello per vedere se stavi ascoltando! Si può sapere dov'eri mentre io parlavo con te?! >> chiese il biondino trafiggendo il fratello minore con uno sguardo che non ammetteva repliche.

Alphonse sospirò, tornando all'espressione triste di pochi attimi prima. << Scusami, Fratellone. Stavo pensando ad altro e non ti ho ascoltato. >> ammise il ragazzino, abbassando lo sguardo.

Edward lo guardò sorpreso: che cosa diavolo stava succedendo a suo fratello?!

<< A cosa pensavi? >> chiese Edward, curioso e spaventato dalla risposta che in fondo sapeva già.

Alphonse sospirò. << A Winry, come al solito. >> rivelò sconsolato posando la testa tra le mani.

Edward lo guardò incerto: << A cosa, in particolare? >> chiese con esitazione.

Alphonse sospirò ancora e Edward stava quasi per tirare un sospiro di sollievo, visto che non sembrava intenzionato a rispondere.

<< Winry mi considerà solo un bambino. Temo che se le dicessi che la amo non mi prenderebbe sul serio. >> confessò Alphonse, alzando lo sguardo al fratello maggiore per vedere la sua reazione.

Edward rise amaramente: << Lei ti considera suo fratello. E io considero lei e te miei fratelli. >>

Alphonse alzò gli occhi al cielo, come se stesse ascoltando una ramanzina ripetuta per la millesima volta: << Lo so, dannazione! Lo so benissimo! So che sto rovinando tutto! Ma... non posso farci niente! Non riesco a ignorare i miei sentimenti! E quando capiterà anche a te ti sentirai allo stesso modo. >> chiarì Alphonse, come se stesse dimostrando una grande debolezza e volesse far presente che non era colpa sua se la provava.

Edward osservò l'espressione determinata negli occhi azzurri di suo fratello.

Occhi azzurri...

Anche Winry aveva gli occhi azzurri. Sì. Azzurri.

In un certo verso quando Winry era entrata a far parte della sua famiglia nessuno del villaggio aveva detto niente o spettegolato.

La somiglianza che c'era tra Winry e i suoi fratelli era comunque notevole, sebbene non esistesse effettivamente nessun legame di parentela tra loro.

Lei aveva i capelli biondi, più biondi sia di quelli di Edward, che tendevano al biondo scuro, sia di quelli di Alphonse, che erano più verso il color paglia. E gli occhi erano azzurri, più azzurri di quelli di Alphonse ma con la stessa innocenza sconfinata.

Edward non poté fare a meno di immaginare come sarebbe andata la faccenda se Winry non fosse stata sua sorella. Se non ci fosse stato nessun ostacolo all'amore che Alphonse provava per lei. Inaspettatamente il suo cuore prese a martellare più forte e i suoi occhi si accesero di astio, nell'immaginare che in quel caso lui non sarebbe c'entrato veramente niente nella faccenda e forse Winry l'avrebbe ricambiato. La rabbia si trasformò in preoccupazione, poi in dolore. Infine scomparve tutto, proprio mentre Edward ribatteva pronto. << No, non mi sentirò allo stesso modo. Perchè quando succederà a me - e SE succederà - mia sorella non c'entrerà assolutamente niente. Quindi non avrò la sensazione di rovinare la mia famiglia per il mio puro egoismo. >> Appena finì di parlare si sorprese della facilità con cui quelle parole cariche di veleno e verità gli fossero uscite spontanee.

Alphonse lo guardò negli occhi, finalmente. << Egoismo? Tu mi stai tenendo lontano da Winry perchè temi che lei possa preferire me a te. Che possa voler più bene a me che a te. >>

Quelle parole gli fecero più male che mai.

Che Alphonse avesse ragione? Che fosse quello il motivo per cui... ?

Ma allora... lui.... anche lui provava qualcosa per Winry? Anche lui... la amava?

Si alzò dalla panchina con la sua solità velocità impressionante, che questa volta non fece sobbalzare Alphonse, che probabilmente se lo aspettava.

Nascose gli occhi all'ombra dei capelli biondo scuro ringraziando che non se li fosse ancora tagliati, permettendo così alla frangetta di nascondergli quello sguardo così indeciso, così incerto di quel che stava accadendo dentro e intorno a sé.

<< Andiamo a cercare Winry. E' tardi. Dobbiamo tornare a casa. >> disse debolmente, facendo cenno ad Alphonse di seguirlo.

<< Sì, andiamo. >> rispose Alphonse con una nuova tristezza nella voce, come se si fosse pentito di quello che aveva fatto.

Ma Edward non poteva sopportare che si prendesse la colpa di qualcosa in cui in realtà non c'entrava nulla.

<< Al, è tutto apposto. Sei stato sincero. Persino più di me. Non c'è motivo di essere più triste o depresso di quanto tu non sia già. >>.

 

Winry camminò al fianco di Edward e Alphonse con una sola busta della spesa, sotto espressa richiesta dei due.

Sentiva ancora una strana paura, nonostante tutto. Un presentimento, qualcosa che stava per cambiare, da quel momento in poi.

Il sole era già alto e anche quel giorno avevano fatto tardi, come al solito. Edward e Alphonse procedevano in silenzio, senza dire una parola. Normalmente Winry si sarebbe sentita più che felice di quel meraviglioso silenzio religioso, ma in quel momento serviva solo a inquietarla di più.

Era come... come se fosse un segno. Quel silenzio da parte di Edward e Alphonse... e dire che passavano ventitré ore su ventiquatto a bisticciare. Nessuno ci avrebbe creduto, in quel momento.

Ecco, se Winry alzava lo sguardo poteva scorgere casa loro, sebbene fossero ancora lontani.

<< Allora, mi volete dire che cos'è successo? >> chiese spazientita, oltrepassando i due fratelli e voltandosi verso di loro per guardarli, camminando all'indietro.

<< Così finirai per cadere. >> disse Edward con voce insolitamente spenta, quasi sovrappensiero.

Winry sbuffò e gli fece la lunguaccia, rimanendo stupita quando Alphonse non sorrise al gesto né diede segno di averlo notato.

Si accorse con un brivido che entrambi sembravano burattini vuoti che camminavano per mano di un burattinaio invisibile. Morti viventi, in poche parole.

Rabbrividì ancora, prima di rischiare di cadere per terra come preannunciato da Edward.

Per fortuna Edward si era sporso nella sua direzione appena in tempo per afferarla per il braccio e impedirle di cadere. I suoi occhi parvero consapevoli, per un momento, ma poi ripresero l'aspetto di pochi secondi prima, vuoti e pensosi.

Alphonse non sembrava neppure essersi accorto di niente, sebbene l'avesse guardata per una manciata di secondi.

Che fosse uno dei solilti scherzi di Edward? No, Alphonse non avrebbe mai partecipato alla sceneggiata.

Che ce l'avessero con lei per qualche strana ragione? ... Non le smebrava di aver fatto niente, però....

Arrivarono a casa loro in pochi minuti.

Winry tirò fuori la chiave di casa con sguardo perso, accorgendosi però che la porta era socchiusa.

<< Ma cosa... ? >> esclamò Edward ripresosi da quella specie di transe alla vista della porta lasciata semiaperta.

Anche Alphonse sembrava rinsavito, all'improvviso, mentre posando una mano sulla porta la spingendola fino a che non si fermò all'improvviso.

Winry sgranò gli occhi mentre il suo cuore si fermava per poi riprendere a battere velocemente, senza sosta.

La fronte di Alphonse si cosparse immediatamente di sudore freddo, mentre le mani iniziavano a tremargli.

Edward si irriggì, temendo di entrare per scoprire per quale motivo la porta non si apriva di più.

<< M... mamma.... Mamma! Mamma!!!! >> girdò, prima a bassa voce e poi a squarcia gola, non udendo risposta.

Con il fiato corto oltrepassò la soglia, mentre i suoi occhi iniziavano a bruciare di lacrime mal trattenute.

Trisha Elric stesa per terra, pallida come un cadavere e apparentemente priva di vita bloccava la porta d'entrata.

<< Alphonse, aiutami! Aiutami, dobbiamo portarla al caldo... ! Winry, chiama qualcuno, un dottore, subito! >> esclamò Edward disperato, squotendo il corpo della madre fino a sentire il suo battito cardiaco accelerare leggermente, sotto il tessuto del vestito.

Winry ricacciò indietro le lacrime e attraversò la stanza a grandi falcate prendendo velocemente il telefono e componendo il numero del dottore di Rosembool.

Con la coda dell'occhio vide Edward e Alphonse sorpassarla, trasportando il corpo freddo e rigido della madre verso il divano.

Udì dei sussurri provenienti da Edward e poi vide la tipica luce gialla che caratterizzava le Trasmutazioni Alchemiche comparire e sparire in un lampo.

<< Pronto? Qui Dottor Jacob. >>

Cerco di dominare il tono della voce senza riuscirci, mentre tra un singhiozzo e l'altro rispondeva.

<< P... pronto, sono Winry Elric, mia madre sta male, abbiamo bisogno di un medico.... >>

<< In che condizioni si trova? >> chiese immediatamente il medico.

Winry la osservò da lontano, mentre la mano con il telefono in mano continuava a tremare convulsamente e il nodo alla gola le impediva di parlare e ragionare lucidamente.

<< E' fredda... e rigida... ma... respira ancora.... l'abbiamo trovata svenuta quando siamo tornati a casa... >>

<< C'è qualcuno lì con lei? >> Chiese il medico con voce ansiosa.

Ci volle qualche secondo perchè Winry riuscisse a rispondere positivamente.

<< Ditemi dove abitate e fate come vi dico... >>

 

In attesa del dottore, pochi minuti dopo la telefonata, Winry toglieva la pezza bagnata dalla fronte di Trisha per bagnarla nuovamente e tentare di abbassare la febbre alla donna. Sentiva chiaramente i singhiozzi mal trattenuti di Alphonse e la paura tangibile di Edward mentre tenevano la mano alla madre e non le staccavano gli occhi di dosso.

Mise la mano con la pezza nella vaschetta dell'acqua fresca e sobbalzò, tremante.

<< Ed, l'acqua! L'acqua è calda... dobbiamo cambiarla, l'acqua deve essere fredda, l'acqua.... >>

Winry si asciugò con stizza le lacrime che le cadevano per le guance e guardò il viso pallido e terribilmente rigido di sua madre.

Edward annuì, incapace di proferi parola e si avvicinò alla bacinella dell'acqua in preda al terrore e con le mani tremanti, cosciente che le sue gambe non avrebbero fatto un solo passo in direzione del bagno per cambiare l'acqua. Batté le mani e toccò la bacinella. Immediatamente nella bacinella comparvero piccoli pezzi di ghiaccio e l'acqua si raffreddò. Né Alphonse nè Winry trovarono la forza di domandare come avesse fatto Edward - che non se ne era accorto - a trasmutare l'acqua senzsa usare il Cerchio Alchemico. In quel momento, mentre Winry riadagiava la pezza sulla fronte di Trisha qualcuno alla porta bussò.

I fratelli sobbalzarono e Alphonse corse verso la porta, sebbene ogni passo gli costasse un dolore enorme, come mille chiodi invisibili che gli si conficcavano nella carne, uno per uno.

Il dottor Jacob era un uomo sulla mezza età che ispirava fiducia, ma questo non riuscì a tranquillizzare Alphonse.

L'uomo lanciò ai tre ragazzi un occhiata piena di compassione ed entrò segiuto da una ragazza più giovane di lui, che probabilmente lo avrebbe aiutato nell'analisi.

<< Scusate ragazzi, potete uscire un attimo dalla stanza... ? >> chiese il dottore ai tre ancora riuniti intorno al letto.

Edward e Winry si alzarono riluttanti, mentre Alphonse guardò il medico con espressione supplicante.

<< Va bene, tu resta, aiuterai la mia inserviente. >> disse il medico ritornando a concentrarsi sulla paziente.

Winry ed Edward uscirono dal soggiorno, entrando in cucina e chiudendosi la porta alle spalle.

<< Che cosa... che cosa faremo se... ? >> chiese Winry mentre gli occhi le si riempivano nuovamente di lacrime e il groppo che le si era formato alla gola tornava ad ingrossarsi rendendole impossibile continuare la frase.

Edward scosse la testa: << Non... non lo so.... >> disse, negli occhi una paura che spaventò ancora di più Winry.

<< Stava bene... quanso siamo usciti di casa stamattina stava bene! >> esclamò Winry con rabbia, questa volta permettendo alle lacrime di scendere e lasciando che il groppo che aveva alla gola le bruciasse da morire.

<< E' colpa mia.... se io fossi restato a casa oggi... ci sarei stato quando lei.... e avrei potuto... >> Edward farfugliava frasi senza senso, per la prima volta aveva paura.

Paura di perdere sua madre, l'unica persona che aveva al mondo. Come avrebbe fatto se lei... ? Non riusciva neppure a pensare a quella parola, il suo cervello si rifiutava di... collegare quella parola maledetta a sua madre.

<< Ed... smettila! Non è colpa tua! Tu... non potevi sapere che... che... >> non riuscì a continuare la frase, il suo corpo si rifiutò di rispondere ai comandi.

In quel momento sentiva solo il suo cuore premere per uscire dalla cassa toracica, il vuoto sotto i piedi, la sensazione o la speranza che non appena avrebbe fatto qualche passo si sarebbe risvegliata nel suo letto, in camera sua, e Trisha sarebbe venuta a svegliarla, ad abbracciarla, a dirle che era solo un brutto sogno e che lei non se ne sarebbe andata... che lei non l'avrebbe lasciata...

Ma questo non sarebbe successo. Lo sapeva. Così come l'aveva saputo undici anni fa, quando arrivò una fredda lettera dell'esercito a comunicare la morte dei suoi genitori, portando le condoglianze di persone che probabilmente non avevano neanche idea di chi fossero le persone morte in quella maledettissima guerra, che non sapeva neanche che persone speciali fossero.... Ma tutto si era risolto, Trisha l'aveva adottata, l'aveva amata e trattata come una figlia, e Winry l'aveva amata a sua volta, come aveva amato i suoi genitori.

E allo stesso modo se ne stava andando. E allo stesso modo lei era impotente, non poteva fare niente, se non aspettare.

<< Edward... >>

Winry pronunciava raramente il suo nome per intero, e quando lo faceva era solo perchè era arrabbiata.

Ma in quella giornata nulla sembra più sorprenderlo o toccarlo, nulla.

Lui non era in quella stanza.

Lui era in camera sua, stava dormendo. Stava avendo un incubo.

Adesso si sarebbe svegliato, adesso....

Le braccia di Winry gli circondarono il collo e il suo viso sprofondò nella maglietta estiva che indossava. La strinse a sé senza pensarci,  pensando che il dolore sarebbe finito, che presto se ne sarebbe andato....

E così successe.

Il suo cuore lentamente riprese a battere, i suoi polmoni si riempirono del profumo dei suoi capelli e i suoi occhi smisero di bruciare.

Doveva essere morto, perchè non sentiva più alcun dolore fisico, ma allo stesso tempo si sentiva vivo, ancorato alla vita da quella piccola e minuta figura che stava facendo affidamento su di lui, che lo stava abbracciando.

<< Ti prego... >> Winry gli stava parlando, e dovette concentrarsi per capire che cosa gli stesse dicendo.

<< Ti prego, non... non lasciarmi anche tu... non farlo.... non farlo mai... >> mormorò la ragazza riprendendo a singhiozzare e stringendosi di più a lui per trarre conforto.

<< Lasciarti? No che non ti lascio.... >> riuscì a rispondere lui, mentre sentiva le lacrime di Winry bagnargli la stoffa della maglietta fino ad arrivare alla spalla.

La allontanò da lui quel tanto che bastava per scorgere i suoi occhi azzurri lucidi e rossi, pieni di lacrime.

Le accarezzò una guancia asciugandole una lacrima e cercando di trovare la forza di sorridere, per tranquillizzarla.

Chiuse gli occhi e posò la fronte contro quella di lei chiudendo gli occhi e ispirando forte.

Sorrise leggermente, riaprendo gli occhi e specchiandosi in quei limpidi laghi azzurri.

<< Sai di Giglio. Come quella volta, ti ricordi...? >> domando retoricamente Edward, mentre lei ricambiava lo sguardo smettendo di singhiozzare.

Winry gli parve più vicina, all'improvviso. Sentiva il suo respiro sulle labbra, che andava man mano regolarizzandosi.

Era proprio vero che profumava di Giglio. Sentiva quell'odore d'appertutto, come se la stanza ne fosse impregnata. Impregnata, come le ciglia di Winry erano impregnate di lacrime trasparenti, ma allo stesso tempo reali...

Non sapeva cosa stesse facendo, sapeva solo che doveva avvicinarsi di più a lei, doveva averla più vicina...

Avvicinò il viso al suo, le loro labbra a un millimetro di distanza....

Negli occhi azzurri di Winry si leggevano la paura e la confusione che stava provando in quel momento... forse...

La porta si aprì con uno scatto e ne uscì la ragazza che stava con il dottore.

Edward si irriggidì, colto alla sprovvista e fece un passo indietro.

Winry non l'aveva vista bene, prima, con gli occhi appannati dalle lacrime: era molto bella e doveva avere una ventina d'anni. Aveva capelli neri e occhi castano chiaro, sinceri, delle persone che non sono abituate a mentire.

Ma nel guardare nei suoi occhi si sentì male. Improvvisamente gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime e pianse ancora, senza singhiozzare.

<< La paziente ha una malattia molto rara che purtroppo va avanti da molto tempo. E' arrivata all'ultimo stadio e tra poco... >> la donna abbassò gli occhi sentendo la propria sicurezza crollare: capitava raramente di dover dare una notizia del genere e il fatto che quella paziente vivesse sola con i figli adolescenti non aiutava.

Edward strinse i pugni: una malattia che andava avanti da molto tempo...

Sua madre aveva sofferto per tutto quel tempo e non aveva mai detto niente a nessuno.

E adesso stava morendo, per colpa loro. Per colpa loro, che erano stati ciechi, che non avevano saputo guardare dietro ai comportamenti della loro madre, alla sua spossatezza, ai suoi sorrisi stanchi... Tutto assumeva un altro significato, tutto prendeva forma e i pezzi del puzzle si incastravano magicamente al loro posto....

<< Non credo che supererà la notte. Se volete parlarle, adesso è sveglia. >> mormorò ancora la donna, rinunciando a guardare negli occhi quei poveri ragazzi.

Edward e Winry rientrarono in tempo per vedere Alphonse, in ginocchio accanto al letto della madre.

<<... me lo prometti, Al? >> chiese Trisha con voce stanca e allo stesso tempo serena, come se avesse accettato la sorte che le era stata imposta.

<< Sì. >> rispose con voce bassa e remissiva Alphonse, con gli occhi lucidi di lacrime trattenute.

<< Bravo il mio ometto, non piangere. I maschietti non piangono. >> sussurrò dolcemente Trisha, sollevando una mano per accarezzare il volto del figlio per un ultima volta.

<< Signora, non deve sforzarsi! >> disse subito il medico, dai piedi del letto.

Trisha lo ignorò e guardò con sorpresa i suoi due figli, Edward e Winry, osservarla dalla soglia.

<< Venite, per favore. >> disse Trisha mentre Alphonse faceva spazio ai fratelli, che si inginocchiarono accanto al letto.

<< Edward. Sei il fratello maggiore, l'uomo di casa, adesso. Prenditi cura di Winry e Alphonse. Loro sono la tua famiglia, lo sai? >> chiese Trisha sorridendo dolcemente e deglutendo rumorosamente, come se quelle parole le costassero molto sforzo.

<< Winry, cara. Tanti anni fa adottai una bambina di tre anni, un uragano di vivacità. Non stava mai ferma e portava tanta gioia a chi le stava intorno. Adesso invece ho davanti una donna. Avrei... >> tossì, portandosi una mano alla bocca e cercando di nascondere alla vista dei figli il sangue di cui si era macchiata. << Avrei voluto... tanto... vedervi crescere, diventare adulti. Ma... va bene così. Io vi voglio bene, lo sapete questo, vero? Vostro padre... mi lasciò dei soldi, prima di andare via. Non li ho usati, sono di sopra, in camera mia, sono sicura che li troverete. Prendetevi cura l'uno dell'altro, capito? Siete una famiglia... dovete stare insieme, dovete volervi bene. >> Tossì ancora. << Io voglio bene a tutti voi e so... che sopravviverete. Andrete avanti, perchè potete contare l'uno sull'altra... Però... avrei... un ultimo favore da chiedervi.... >> tossì ancora, questa volta con più forza, con più violenza. << Promettetemi... che starete insieme... >> riuscì a dire Trisha, sollevando la mano tremante dal letto e tendendola verso i suoi figli.

Edward la strinse forte, annuendo insieme ad Alphonse e Winry, con gli occhi che gli bruciavano di lacrime trattenute solo per pura forza di volontà. << Qualunque cosa succeda... non permettete che qualcosa riesca a dividervi... non permettetelo.... mai... >>

La mano che stringeva quella di Edward perse forza all'improvviso, stirandosi per poi diventare rigida.

Cadde sul materasso priva di forza, vuota. Sul volto di Trisha Elric la traccia dell'ultimo sorriso, dedicato a quello che aveva di più caro, ai suoi figli.

 

 

 

 Talpina Pensierosa: Sono felice che la storia ti piaccia^^ Spero continuerai a seguirla^^

 

Siyah: No, non mi sto ispirando a Georgie XD Però devo ammetterlo che il triangolo è terribbilmente simile O.O XE Vabbeh, dai, spero continuerai a seguirmi^^

 

WinryRockbelltheQueen: O.O Davvero sono quattordici pagine?!?! Scrivo sul Blocco Appunti e lì non mi segna le pagine... Wow, sono stupita di me stessa O.O Anche un po' scoinvolta, per dirla tutta O.O La storia dell'asteroide l'ho presa da un mio compagno di classe, che fra l'altro ha lo stesso carattere di Edward °ç° Peccato che in bellezza siano completamente diversi T^T Alphonse è così tenero *ç* io lo adoro *ç* e mi dispiace per la fine che gli faccio fare in questa ff T^T (No, non lo uccido ovviamente) ... (Beh, non fisicamente almeno O.O) Davvero ti piace il pezzo a casa dell'amica di Trishia? A me è sembrato un po' troppo avventato... Sono contenta che a te piaccia, però^^ Purtroppo non ho la minima idea di quale sia la trama del manga, mi spiace, ho comporato da poco il sesto volume, comincio da quello T^T Sai dirmi quando esce il prossimo, già che ci siamo? XD Temo che per quanto riguarda questa parte della storia resterò fedele alla trama dell'anime... ma il seguito... eh eh^^ Ah, la storia si sta allungando e c'è un capitolo tutto miele che mi ricorda terribilmente una scena di Beautiful O.O Naturalmente non ci saranno scandali alla "Mamma devo dirti una cosa: sono tuo padre", però... XD Beh, capirai a tempo debito XD La Blue Bird's llusion? Che cos'è? *ç* Spero che continuerai a seguirmi anche tu^^

 

Emily the strange: Non preoccuparti se non sei riuscita a commentare subito, io ho aggiornato con un ritardo mostruoso per via di un guasto al computer T^T... Ma perchè tutti odiate il mio povero Alphonse??? E' così piccolo e carino *ç* In ogni caso, io sono EdxWin, Al è solo una scusa per dare una mossa ai neuroni ancora funzionanti di Edward *annuisce gravemente* Beh, spero continuerai a seguirmi anche tu^^

 

Avviso a tutti i lettori:   A causa di un guasto al computer gli aggiornamenti saranno irregolari T^T Mi dispiace per il disagio, ma spero che continuerete tutti a seguirmi ugualmente T^T

 

****La stupenda frase ad inizio capitolo è della mitica Veronica Mars!!!
   
 
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