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Autore: BrokenArrows    31/08/2014    2 recensioni
Immaginate due sorelle a Mystic Falls, ignare di cosa le aspetta. Cosa riserverà loro il futuro? Intrighi, lotte, amori e speranze... I due Salvatore tornano in città, sconvolgendo le loro vite.
Nuove storie e sentimenti a Mystic Falls.
Fanfic scritta a 4 mani.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Quindi ragazzi, avete capito cosa dovrete fare per la prossima volta?- chiese il professor Tanner, una volta che la campanella suonò.
-Sì- risposero pigramente alcuni ragazzi.
Alexandra si alzò dal banco di fretta facendo cadere un libro che venne prontamente raccolto da qualcun altro. Alzò lo sguardo per ringraziare la persona in riguardo e davanti a sé trovò Stefan. Prese il suo libro tra le mani e lo infilò in cartella, sussurrando un –Grazie-
Stava per andarsene quando il ragazzo le bloccò il passaggio –Parliamo- ordinò, cercando di essere il meno autoritario possibile.
-Va bene- si lasciò guidare dal ragazzo. La portò in biblioteca, a quell’ora vuota. Chiusero la porta e si sedettero su delle sedie.
-Mi dispiace per quello che hai visto l’altro giorno… Non volevo vedessi la mia parte negativa- si passò una mano tra i capelli, con fare ansioso –Ma non sopporto che quel ragazzo ti faccia del male, cerca di capirmi- 
Alexa lo guardava e si chiedeva come una persona così perfetta potesse avere un lato oscuro –Ero terrorizzata, non pensavo potessi essere così forte- fece una pausa –Ma non voglio essere spaventata da te e non ho intenzione di tenere il muso più a lungo… promettimi solo che non vedrò più quel tuo lato- 
-Non avrei mai voluto spaventarti. Te lo prometto- 
Le prese la mano e la fece alzare dalla sedia, facendola sedere sulle sue gambe. Si baciarono di nuovo, come avevano fatto quella notte dopo il ballo.
    

-E poi?- domandò Bonnie.
Jacqueline stava raccontando della sera del ballo e di cos’era successo da Damon –Niente, oltre a bere Bourbon non abbiamo fatto altro. Devo essermi ubriacata così tanto da non ricordarmi quello che è successo- 
-Ma state insieme?- chiese Caroline, seduta a fianco di Matt. Loro due formavano una nuova coppietta. Erano molto carini insieme. 
-Per ora ci stiamo frequentando, ma credo che presto accadrà qualcosa- sorrise a quell’affermazione. Damon le piaceva proprio, era quel tipo di ragazzo cercava: affascinante, misterioso e aveva un che di eterno dannato.
Stava sognando a occhi aperti e immaginando come sarebbe stato se un giorno sarebbe venuto a prenderla a scuola quando un pensiero le balenò alla testa -Dov’è mia sorella?- chiese guardandosi in giro.
Gli altri la imitarono, finché non la videro mentre entrava in mensa mano a mano con Stefan. Jacque sorrise, evidentemente i due avevano sistemato le cose. 
Si sedettero sotto lo sguardo attento degli amici –Ciao- li salutarono i due.
-Alexa, cosa vuoi da mangiare?- domandò Stefan, dopo che la ragazza si sedette.
-Ehm, prendimi solo una bottiglietta d’acqua. Non ho fame, grazie- il ragazzo le sorridette, allontanandosi verso i distributori.
-Cos’è successo?- chiesero non appena Stefan si fu allontanato abbastanza.
-Nulla di che, gli ho solo detto che mi aveva spaventato. Lui mi ha tranquillizzata e poi ci siamo baciati… tutto qua- spiegò guardandosi le mani.
-E ora state insieme?- domandò un’altra volta Caroline.
Alexandra si fermò, pensando –Non lo so, non me l’ha chiesto. Suppongo di sì. Ora zitti che sta arrivando- 
-Tieni, Alexa- le porse la bottiglia e si sedette, sorridente. Ovviamente aveva sentito tutta la conversazione e aveva capito cosa voleva la ragazza. 


Il suono della campanella determinò la fine delle lezioni. Jacque si trascinò, stanca, verso l’uscita. Vide la sorella in lontananza parlare con Stefan, Bonnie e Caroline che andavano verso il Grill a piedi e... Damon. 
Non appena i due si videro si sorrisero, e s’incamminarono l’uno verso l’altro, incontrandosi a metà strada. 
-Ciao- lo salutò timidamente sotto il suo sguardo penetrante –Ehm... mi dispiace di come sia finita la serata al Grill-
-Già- convenne lui –non abbiamo potuto salutarci come si deve- 
-E come si dovrebbe?- chiese, capendo dove volesse andare a parare.
-Mmh...- fece finta di pensare –Più o meno così- 
Le prese il volto fra le mani e la baciò, lì in mezzo al parcheggio e Jacqueline si sentì profondamente osservata, ma non imbarazzata. Non si spiegava perché, ma quel bacio le sembrava così giusto... E soprattutto sentiva che la persona era quella giusta. 
-Ciao- mormorò lui quando si allontanarono, facendola arrossire –Sei pronta per partire?-
-Eh? Partire per dove?- Jacqueline non capiva e lo guardò leggermente preoccupata.
-Non fare quella faccia- disse sorridendole -Pensavo di portarti in montagna. C’è un bel posto che volevo farti vedere dove la visuale è ottima per… beh, è semplicemente ottima-
Jacqueline era ipnotizzata da quel sorriso provocante -Ah sì… per me va bene!-
La ragazza entrò in macchina, sotto lo sguardo di tutta la scuola che si chiedeva chi fosse quel misterioso ragazzo, che aveva rapito la maggiore delle sorelle Van Der Wegen.
Quando trovarono la strada serrata, poco prima del sentiero per raggiungere la cima della montagna, Jacqueline sgranò gli occhi. La salita era molto ripida, e non sapeva se ce l’avrebbe fatta a percorrerla. Damon parcheggiò in un piccolo spazio, tra due alberi, poi guardò la ragazza -Bene! Ci sarà un po’ da camminare, spero non sia un problema-
-Ehh, in realtà ultimamente ho male alla caviglia sinistra. Spero di farcela, ma è meglio non sforzarla troppo- lo informò, uscendo dall’auto.
-Mmh- meditò lui, la mano sul mento. Chiuse a chiave l’auto e andò verso di lei. La squadrò un momento -Questo vuol dire che ti porterò in spalla. Dai, sali-
Jacque lo guardò -Ma cosa? No dai Damon, non ce n’è bisogno!- esclamò ridendo. Il ragazzo però non demordeva e, infine,  si trovò con le braccia intorno al collo di Damon e le gambe sui suoi fianchi. Era leggermente preoccupata, non voleva che lui si affaticasse il doppio. Ma il ragazzo sembrava reggere normalmente la situazione.
-Sicuro che non sia un peso?- chiese dopo un po’ di tempo.
-No no tranquilla non c’è problema- anche se non poteva vederlo, poteva scommettere che stava sorridendo, divertito dalla ragazza che era imbarazzata -Allora, ho sentito che Alexa e Stefan hanno risolto la situazione-
-Sì sì, fortunatamente-
Jacqueline si spostò una ciocca di capelli che le era finita davanti al viso. 
-Non ti da fastidio il fatto che Stefan si sia “ripreso” così velocemente?-  
-Nah, sono contenta che abbia trovato la ragazza giusta in mia sorella. Stanno bene insieme perché loro due sono in qualche modo simili- disse, appoggiando la testa su quella del ragazzo. I suoi capelli sapevano di un profumo gradevole.
-Sei stanca?- chiese il ragazzo. 
-Ehm no, no. Ma dovrei essere io a chiedertelo- disse, notando che Damon stava velocizzando il passo. 
-Siamo arrivati comunque-  
Jacqueline rimase a bocca aperta. La salita era finita e aveva lasciato posto ad una piccola radura pianeggiante con un laghetto, il tutto circondato da alberi. Inoltre, come lui le aveva detto prima di partire, la vista sulla città era mozzafiato.  
-Wow- furono le uniche parole che seppe dire, scendendo dalla schiena di Damon. 
-Bello, eh?- chiese, prendendole la mano -Vieni- e la portò verso la sponda di quel lago dalle acque cristalline.  
-Peccato che non faccia caldo! Sennò un bagno l’avrei fatto certamente- strinse ancora di più la mano del ragazzo, avvicinandosi a lui. 
-In realtà la temperatura dell’acqua non è molto più bassa di quella esterna- spiegò lui.
-Stai suggerendo di buttarci in acqua?- domandò con aria divertita, imitando il suo sguardo provocante -Ma quando usciremo il sole sarò tramontato e mi congelerò!-
-Possiamo toglierci i vestiti e scaldarci in un altro modo...- suggerì, guardandola sensualmente. 
Jacqueline scoppiò in una risata cristallina. Si domandava come faceva a restare da sola con un tipo così senza avere paura di quello che avrebbe potuto farle -In tal caso, spero che non faccia così freddo- rispose volutamente scortese, ma iniziò a togliersi le scarpe.
Lui restò solo con i pantaloni, mentre lei con la canottiera e gli slip.
-Vuoi una foto, per caso?- la stuzzicò, quando si accorse che lo stava squadrando dalla testa ai piedi.
-No, mi basterà questo ricordo- e per la prima volta fu lei a baciarlo, cogliendolo di sorpesa.
Con un brusco movimento, all’improvviso, Damon saltò giù dal pontile portando con sè la ragazza.
Quando riemersero, Jacqueline non aspettò un attimo a inveire contro di lui e quella sua stupida idea -E′ gelida! Per niente calda!-
-Nuota- suggerì, trascinandola con lui verso il centro del laghetto -Ti passerà subito-
E in effetti era vero. Nei minuti seguenti si divertirono come due bambini a sguazzarsi e farsi il solletico sott’acqua. Poi si ritrovarono entrambi a pancia in sù, a scrutare il cielo che stava cominciando ad imbrunire.
-Stanotte c’è la luna piena- ruppe quel rilassante silenzio Jacqueline, osservando la grande sfera in lontananza.
Damon si girò di scatto verso la fitta boscaglia che circondava quello spiazzo.
-Cos’hai visto?-
-Resta in acqua- le ordinò perentorio.
-Non capisco. Cosa succede?-
-Aspettami qui- le disse velocemente -Controllo una cosa-
-Ma...- iniziò lei, ma il ragazzo si stava già dirigendo verso la sponda più vicina.
Dopo essere uscito si inoltrò nel bosco e a Jacqueline venne un colpo. Che diavolo stava facendo?
Non si curò del suo consiglio e andò verso il pontile. Quando stava per uscire sentì dei rumori provenire dalla parte del bosco dove era entrato Damon. Il rumore si tramutò in un ululato straziante, come se un animale stesse soffrendo. Poi, all’improvviso, tutto tacque. 
La ragazza era salita nel pontile di legno e stava aspettando che Damon tornasse e, vedendo che non arrivava, si preoccupò non poco. Decise di seguirlo, quando sentì il bassobosco frusciare e capì che qualcosa o qualcuno stava uscendo. Per un momento le si fermò il cuore, poi, quando vide che si trattava del ragazzo, iniziò a respirare di nuovo. Corse verso di lui, non curante dei sassolini che le pungevano i piedi nudi e si fermò a pochi metri.
-Cos’è successo?- 
Damon aveva il lato sinitro dei pantaloni strappato dal ginocchio in giù, ma sulla gamba nessuna ferita.
-Ho sentito quell’ululato e...- ci pensò su un attimo -e sono scappato fuori. Evidentemente devo essermi impigliato in qualche ramo- costatò, guardando i jeans scuri ormai da buttare -Non ti avevo detto di aspettare in acqua?- la interrogò, leggermente scocciato.
-Sì ma... ho sentito quei rumori e pensavo che fossi in pericolo-
-Sta’ tranquilla, è tutto a posto. Credo sia meglio che ci avviamo all’auto- disse raccogliendo gli abiti dal legno bagnato.

-Cos'è successo?- domandò Stefan quando vide il fratello entrare in casa.
-Ho avuto una piccola rissa. Lunga storia...- tagliò corto, salendo le scale.
-Damon, cos'hai fatto?- Stefan iniziava a preoccuparsi per Jacqueline.
-Non ti piacerà molto...- iniziò, voltandosi -Ho appena ucciso un licantropo nel bosco a nord della città-
Stefan aveva spalancato gli occhi a quell'affermazione -C'è un licantropo in città?-
-C'era- gli fece notare con un espressione vittoriosa.
-Damon, non prenderla così alla leggera. Potrebbero essercene altri e sai come tengono alla famiglia. Se uno di loro viene ucciso, non aspetteranno un attimo a vendicarlo!Hai lasciato qualche indizio che possa portare a te?-
-Ehm, Stefan? Noi siamo gli unici vampiri a Mystic Falls... Non pensi che quei cani sappiano già chi cercare?- chiese con un'evidente nota sarcastica.
-Fantastico- borbottò tra se e se, passandosi una mano irrequieta fra i capelli.
-Tranquillo, fratellino- lo consolò, dandogli una pacca sulla spalla -Se arriveranno, saremo pronti a difenderci- e salì verso la sua stanza.




Nel prossimo capitolo....

-Credi che Bonnie sia una strega?- continuò la sorella, senza badare a ciò che l’altra le aveva appena detto. 
-Sì, non capisco perché dovrebbe raccontarci una bugia così cretina. Quindi sì, le credo-
-E cosa ti ostacola dal pensare che loro potrebbero non essere chi sembrano?- 
  
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