Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: The Writer Of The Stars    01/09/2014    3 recensioni
"...Maledetto orgoglio. Maledetto te, che se piangi non lo dici. Maledetto te, che preferisci la morte ai sentimenti. Maledetto te, che anche se non lo dici, vuoi tornare a casa..."
Una song fic su Bulma e Vegeta, sulle note di "Senza dire che" di Anna Tatangelo. dedicata a StarDoll95, che me l'ha richiesta. ;)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
SENZA DIRE CHE ...
Non ho detto mai parole inutili, 
neanche quando sembrava che tutto 
fosse perso. Diceva "sei falsa" ma non ha capito mai 
che i suoi occhi sono stati gli occhi miei fino a quando mi ha detto: "non torno...non mi volto".



Pur essendo sempre stata una ragazza senza peli sulla lingua, non ho mai detto parole inutili. Con lui, poi, ho imparato a misurare il peso di ogni singolo verso, ogni singola espressione, che fosse stato un litigio o una minaccia. Anche quella volta, quando tutto sembrava perso. Quando gli annunciai la mia gravidanza,senza scompormi, cercando di mostrarmi forte. Non ci ho girato intorno, ne ho versato lacrime da film. L’ho detto e basta. “Sono incinta.” Gli ho detto. Lui mi ha guardata con un espressione che non gli avevo mai visto in viso. Un misto tra stupore, sgomento e … rabbia. Era furioso. Mi si scagliò contro dicendomi che ero falsa, che ero stata subdola, che mi ero approfittata di lui senza alcun ritegno. Lui, l’ultima persona che avrebbe potuto dire questo. Ma io non risposi, non dissi niente. Stetti in silenzio, accarezzandomi involontariamente il ventre ancora piatto, come a voler in qualche modo rassicurare la creatura che vi stava crescendo dentro. “Va tutto bene. Si sistemerà tutto.” Sembrava volessi dirgli con quelle carezze. E poi lui lo ha detto. “Non mi interessa niente di voi. Arrangiati. Me ne vado. Non torno più …”   Ma in realtà, non andava affatto bene.

E non è tornato più. 
Ho gridato forte mentre tu 
annegavi nel rancore senza dire che, che volevi tornare. 
Maledetto orgoglio. 
Maledetto te che se piangi non lo dici, preferisci morire. 



 Com’è che dice quel detto? “Se ami davvero qualcuno, lascialo andare …” Bè, allora io devo amarti davvero alla follia, per lasciarti partire per lo spazio, senza una meta precisa. Sto parlando di te, lo sai? Non ti ho detto niente. Ti ho guardato salire a bordo della navicella di mio padre, senza piangere. Non mi sarei mostrata debole di fronte a te. Mai. Senza nemmeno salutarmi, sei partito. E mentre ti allontanavi, via via sempre più velocemente, mi risvegliai da quello stato di coma in cui sembravo essere caduta. Fu quando la tua navicella non diventò solo un puntino lontano, che finalmente gridai. Gridai il tuo nome, più forte che potevo. Ma quel “Vegeta!” risuonava solo un eco lontano nella notte. Un eco senza risposta. E piangevo, non sai quanto. Piansi tutte le lacrime che da tempo sotterravo con una maschera di coraggio e forza. Tu invece cosa facevi? Tu annegavi nel rancore, convinto davvero che fosse stata solo colpa mia. Ma comunque, anche se non lo avresti mai detto, io lo sapevo. Annegavi nel rancore, senza dire che l’unica cosa che avresti voluto fare era tornare. Maledetto orgoglio! Maledetto sentimento che ci consuma l’anima da tanto, troppo tempo ormai. Non ti ho mai visto piangere. Dicevi che le lacrime sono da deboli, che il Principe dei Sayan non avrebbe mai pianto. Bè, maledetto te allora, che se piangi non lo dici. Preferisci morire.

Ripensare a lui non è mai inutile. 
Chiudo gli occhi e mi accorgo che tutto 
ha comunque un colore diverso... 
quello che non scordo mai. 
Perchè i tuoi occhi sono ancora gli occhi miei 
anche se mi hai già detto: "non torno ...non mi volto". 


Ripensare a te non è mai inutile. Ogni volta che chiudo gli occhi, vedo tutto nero … nero come i tuoi occhi. Perché forse, forse non lo sai, ma i tuoi occhi sono ancora i miei. Li rivedo ovunque, quei pozzi neri e corrucciati. Li rivedo persino negli occhi di nostro figlio. Si, perché se può interessarti, devi sapere che tuo figlio è nato ed è un maschio. Si chiama Trunks, e anche se ha gli occhi azzurri come i miei, credici o no ha il tuo stesso sguardo. L’aria corrucciata, seria, arrabbiata, non si addice proprio ad un bambino di pochi mesi. Eppure ormai non riesco ad immaginarlo senza quell’espressione identica alla tua. Ogni volta che lo guardo, vedo riflesso in quelle iridi azzurre, la tua immagine. Tutti i litigi, le notti di passione, i momenti passati insieme, sono proiettati in quegli occhi color del mare e perennemente imbronciati. E allora un minimo di speranza, un barlume di desiderio si accende in me, convinta che un giorno tornerai. Lo vedi? Infondo i ricordi non sono poi così inutili.

E non è tornato più. 
Ho gridato forte mentre tu 
annegavi nel rancore senza dire che, che volevi tornare. 
Maledetto orgoglio. 
Maledetto te che se piangi non lo dici, preferisci morire. 



E invece niente. Ancora non ci sei, non sei ancora tornato. Ed io continuo, continuo a gridare il tuo nome, illudendomi che magari tu riesca a sentirmi. Forse, se sapessi che ci sono io qui ad aspettarti, che c’è anche nostro figlio ora, torneresti. Se sapessi che nonostante tutto il male passato c’è ancora qualcuno disposto ad accoglierti tra le sue braccia, forse proveresti a non annegare nel rancore, smetteresti di fare finta, di dire di non voler tornare. Ma c’è sempre di mezzo quello stupido orgoglio. Maledetto lui! Maledetto sentimento umano, che a quanto pare sembra aver contagiato anche un Sayan come te, che ci impedisce di stare insieme. Avremo mai un lieto fine? Riuscirai mai a piangere, ad ammettere che nonostante tutto, anche tu sei umano? Ma quando mai. Preferiresti la morte, a tutto ciò.

Na na na na na na 

E non è tornato più. 
Ho gridato forte mentre tu 
annegavi nel rancore senza dire che, che volevi tornare. 
Maledetto orgoglio. 
Maledetto te che se piangi non lo dici, preferisci morire. 



E ancora non torni. Continui ad annegare nel rancore, continui a sostenere di non voler tornare. Insisti nel dire che di noi non ti importa nulla. Maledetto orgoglio. Maledetto te, che se piangi non lo dici. Maledetto te, che preferisci la morte ai sentimenti. Maledetto te, che anche se non lo dici, vuoi tornare a casa. Noi ti aspettiamo. Adesso sta a te la scelta.

Nota Autrice:
Ma ciao a tutti! Eccomi tornata a rompervi le scatole con un’altra song! Scherzo, dai! (Spero …) Comunque, tornando a noi, questa song la dedico a StarDoll95, che me l’ha richiesta. ;) Complimenti per la scelta, questa canzone, (“Senza dire che”, di Anna Tatangelo), è davvero perfetta per Vegeta e Bulma, non c’è che dire! Spero che questa song vi sia piaciuta, fatemi sapere che ne pensate! ;) Grazie in anticipo, anche a chi legge solamente! Alla prossima!
Un bacio
TWOTS



 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: The Writer Of The Stars