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Autore: _Fire    01/09/2014    11 recensioni
«Sono incredibilmente serio. Ho finalmente trovato il ragazzo che cerco da ben ottocento lunghi anni. Non ho mai amato nessuno come te. E' come se la mia vita fosse davvero diventata tale quando ti ho visto per la prima volta alla mia festa. Sono annegato nei tuo occhi blu come il mare. Da allora non sono mai più riuscito a tornare a galla, sommerso dall'amore che provo per te.»
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 8: First breake-up
part 3.

 
-30 Novembre-

«Alec è morto.»
Magnus cadde a terra in ginocchio, tremante. Poi chiuse gli occhi e quelle parole gli rimbombarono nella testa, prima che il buio lo avvolgesse completamente.
 
Magnus si svegliò in un groviglio di coperte, sudato e con le lacrime agli occhi. Chairman Meow era lì, spaventato, probabilmente perchè lo stregone aveva urlato nel sonno. Non ne dubitava.
Si alzò dal letto e si sciacquò il viso facendo un lungo respiro. Suonò il campanello. Magnus andò ad aprire e restò sbalordito. Il suo cuore si strinse in una morsa e non riusciva più a respirare.
Sulla porta c'era Jace, coperto di sangue. E stavolta per davvero. Lo stregone lo scansò e corse giù per le scale, verso l'Istituto.
Se Alec fosse morto, Magnus l'avrebbe resuscitato anche a costo della sua stessa vita.
 
§
 
Jace era uscito presto quella mattina. Aveva promesso ad Alec che avrebbe parlato a Magnus, e aveva intenzione di tenere fede alla parola data. Durante la strada fino a Brooklyn però, si era imbattuto in un gruppo di demoni minori, -una passeggiata-, se non fosse stato per il fatto che erano in moltissimi. Il Cacciatore li aveva fatti fuori tutti, ma si era sporcato del loro sangue misto a un po' del suo. Poi era arrivato all'appartamento di Magnus e quando lui aveva la porta, Jace era rimasto sbalordito: era tutto in disordine, sia lui che la casa. Allora Alec non era l'unico che passava il tempo buttato a letto. Aveva aperto la bocca per parlare, fiero del discorso che si era preparato in difesa del parabatai, ma Magnus era corso via come una scheggia, come se dovesse salvare qualcuno. Confuso, adesso, Jace rimase sulla soglia, non sapendo se si trattasse o no di uno scherzo. Chiarman Meow gli si strusciò contro le gambe.
«Almeno qualcuno apprezza la mia presenza.» disse il ragazzo, prima di chiudersi la porta alle spalle e sedersi sul divano per aspettare Magnus.
Avrebbe fatto quel discorso e lo stregone lo sarebbe stato a sentire.
 
§
 
Alec era steso sul letto, sua postazione fissa da quasi un mese.
Chiuse gli occhi, e come in una pellicola, i momenti più belli della sua vita gli passarono davanti: il suo primo marchio, il suo primo addestramento, lui che correva con Izzy sulle spalle, le trecce corvine che gli sbattevano sulla faccia mentre la sorella rideva, lui e Jace nella Città Silente, durante la cerimonia dei parabatai, Idris...e poi ultimo, ma non meno importante, il suo primo incontro con Magnus.
Rivivere le emozioni di quel momento come fuoco sulla sua pelle.
Sentì bussare alla porta. Sbuffò e senza aprire gli occhi Alec disse: «Jace? Jace, sei tu?»
«ALEXANDER! RESISTI! STO ARRIVANDO!»
Una voce familiare urlava. La riconobbe all'istante. Il Cacciatore stava per parlare, quando in un turbine di colore azzurro la porta crollò, rivelando Magnus. Se non fosse vissuto con lui, Alec non l'avrebbe riconosciuto. Aveva i capelli in disordine, niente trucco e quello che indossava era più sobrio persino del suo pigiama.
«Magnus?!» Alec era scioccato quanto felice.
«Tu sei...vivo?» lo stregone piangeva commosso.
«Ehm...sì?» il ragazzo non capiva cosa ci fosse di tanto sorprendente.
«Stai bene?»
«Magnus mi spaventi, che succede?»
«Avevo fatto un sogno, dove Jace mi diceva che eri morto e quando si è presentato oggi alla mia porta ho pensato che si stava avverando e sono corso qui. Ho buttato giù il portone gridando che dovevo resuscitarti...»
«Questo sarà difficile da spiegare agli altri.»
Magnus rise e si grattò il capo, imbarazzato.
«Quindi...mi avresti davvero salvato se fossi stato in pericolo di vita?» chiese Alec rompendo il silenzio.
Magnus sembrò offeso. «Come puoi...come osi pensare che non mi importerebbe se tu morissi?»
«Be’, ci siamo lasciati e... »
Lo stregone lo interruppe. «Questo non vuol dire che non mi importi di te. Ho bisogno che tu viva.*»
«Magnus...»
«Devo andare.»
Ma Alec non si arrese. «Voglio parlarti. Un minuto. Poi potrai ignorarmi per sempre e andartene.»
Magnus annuì e si sedette sul letto. Il Cacciatore strinse le mani a pugno e le parole gli uscirono dal cuore, così velocemente che sembrava le avesse provate.
«Mi dispiace.» sapeva quanto fosse banale quella frase, ma iniziò così. «Non volevo forzarti a niente, era solo innocente curiosità, ma me ne pento. Avrei dovuto fidarmi di te, invece sono solo uno sciocco. Ho allontanato la persona che amo di più. La persona che ha reso gli ultimi mesi i più belli della mia vita. Farei qualsiasi cosa per riaverti accanto a me. Mi dispiace, ma io ti amo e non posso impedirmelo.» 
Quando Alec lo guardò, lo stregone avanzò verso di lui, con gli occhi lucidi, e non per il glitter. «Oh Alec.» mormorò. «Mi sei mancato così tanto. Per tutto questo tempo la casa mi è sembrata troppo vuota e silenziosa, il letto troppo freddo...mi manca dormire tra le tue braccia. Mi manca vedere per prima cosa quando mi sveglio, e per ultima quando mi addormento il tuo volto. Mi manca sentire l'odore del caffè che prepari in cucina. Mi manca sentire i tuoi passi leggeri nel salone o nello studio mentre lavoro. Mi manca il calore del tuo corpo accanto al mio. Mi mancano le tue labbra sulle mie. Mi manca perfino vederti semplicemente seduto sul divano ad aspettarmi, con il mio gatto che ti coccola e sono addirittura geloso. Mi manchi tu, Alec. Non posso negarlo a me stesso e non posso negarlo a te. Ti amo. Ti amo. Mi manchi e ti amo. Mi dici queste parole meravigliose e io mi sento ancora più in colpa. Sono stato uno stupido a lasciarti così.»
«Questo…questo vuol dire che vuoi tornare con me?» chiese Alec, gli occhi azzurri luminosi più che mai.
«Sì. Se tu vuoi.»
«Certo che lo voglio! Ma…io non voglio che succeda più una cosa simile. Vorrei sapere chi sei tu, il vero te. Altrimenti non possiamo tornare insieme.»
«Alec, tu conosci il vero me. Con te non dovevo essere il Sommo stregone di Brooklyn, ma solo Magnus. Comunque, se vuoi sapere il mio passato, te lo dirò, te lo scriverò, ma ci vorrà un bel po'» sorrise. «E non ti assicuro che ti piacerà. E non ti assicuro nemmeno che dopo continuerai ad amarmi come fai ora…»
Il Cacciatore sollevò il capo e sorrise, come non faceva da settimane, creando due fossette nelle guance, che fecero impazzire lo stregone. L'aveva detto. Le parole che Alec aveva tanto bramato di sentire. Un'energia nuova gli scorreva nelle vene. «Non potrei mai smettere di amarti.»
Magnus gli accarezzò la guancia con il pollice. «Non ti lascerò andare mai più
«Lo prometti?»
«Te lo prometto, fiorellino.»
«Tutto questo tempo e ancora non hai trovato un soprannome decente
«Sta zitto.» Magnus sfiorò le labbra di Alec con le sue, e fu come se entrambi tornassero a respirare dopo quelle settimane lontani, con la sensazione di vedersi restituire qualcosa che gli era sempre appartenuto.
Magnus creò un portale in piena camera di Alec, trascinandolo direttamente nell’ingresso del suo appartamento. Non appena arrivarono, lo stregone spinse Alec contro il muro, cominciando a baciarlo: prima le labbra, scendendo poi sul collo, mentre le mani vagavano sulla pelle nuda sotto la maglietta, sopra l'elastico dei pantaloni. Entrambi erano ignari che qualcuno li stava osservando.
«Ehm, ehm.» fece Jace. «Ora capisco perché Alec preferiva passare la notte qui che all'Istituto. É molto più divertente. Ma ahimè, devo interrompervi.»
Alec si fece di un bianco simile al colore della parete contro la quale si era appiattito, quasi ci volesse sprofondare. D'altro canto, Magnus sorrideva divertito a Jace. «Sì, ha ragione. Ci dispiace molto essere interrotti. Quindi sbrigati e dimmi perché sei qui, prima che ti spedisca in un'altra dimensione.» Jace si alzò dal divano, gonfiando il petto, come se dovesse sfidare lo stregone, comunque più alto di lui. «Ero venuto qui per dirti di rimetterti con Alec ma a quanto pare ci avete pensato da soli.» fece spallucce. «Sono contento per voi. Ora me ne vado, prima di assistere a cose oscene.»
Il biondo sparì fuori dalla porta, impedendo a uno dei due ragazzi di ribattere, ma nessuno ne sembrava dispiaciuto. Magnus ignorò l'accaduto. «Posso farti una domanda?» chiese ad Alec, che annuì. «Perché non hai risposto alle mie chiamate?»
Alec parve confuso. «Le tue chiamate? Io ti avrò chiamato una trentina di volte!»
«Sì, ma poi io ti ho richiamato e tu non mi hai risposto.»
Alec fece una smorfia adorabile. «Jace mi ha rotto il telefono.»
«Scusa originale, Lightwood.»
«Ma è vero!»
«Sì, sì, va bene.» Magnus gli stampò un bacio sulle labbra congiunte in una carinissima espressione irritata. «Bentornato a casa tua, Alexander.»
Lo stregone aveva ridato il “benvenuto” ad Alec gettandolo sul letto e cominciando a baciarlo ripetutamente, scalciando via Chairman Meow che voleva salutare il ragazzo.
«Via, via, è mio.» gli disse e, mentre Alec rideva sotto di lui, il gatto uscì stizzito dalla stanza.
«Per L'Angelo, quanto mi sei mancato...» disse Alec.
Magnus aveva raddoppiato i baci.
 
Ora Alec dormiva accanto a lui, sereno.
Sussurrò qualcosa nel sonno. «Magnus...»
Lo stregone sorrise e gli prese la mano. «Sono qui.» il ragazzo sembrò rilassarsi, e Magnus si fermò a guardarlo.
Nessun periodo della sua vita era stato tanto brutto quanto quello in cui era stato lontano da Alec, e aveva intenzione di non separarsi da lui per ancora taanto tempo. Ma non poteva sapere, che forze oscure stavano facendo il loro corso, e che nessuno poteva far niente per fermarle.
 
 
*citazione di Magnus in “Città del Fuoco Celeste”
Nota d'autrice: (per favore leggete, importante per la storia)
Alec è vivo! Ovvio, come avrei potuto far morire fiorellino? xD Seriamente, è il mio personaggio preferito, quindi...*-*
Anyway, che ne dite di questo capitolo? Spero di essermi fatta perdonare i due scorsi capitoli scandalosamente brevi D:
Ah, piccolo chiarimento: questo capitolo si svolge poco prima dell’inizio di Città del Fuoco Celeste. Gli eventi del libro avverranno ugualmente, con la differenza che qui i Malec si sono già rimessi insieme. Quindi nel prossimo capitolo, ci sarà un salto temporale, che ci porterà dopo Cohf e si accennerà solamente agli eventi del libro. Questa scelta è dovuta al fatto che ho trovato perfetto il racconto del ritorno dei Malec della Clare e non mi andava di riscriverlo nella fanfiction perché avevo paura di rovinarlo >-<
Detto questo, il capitolo vi è piaciuto?  E il PoV di Jace? Spero di aver soddisfatto le vostre aspettative!
Ringrazio tutti quelli che stanno ancora leggendo la storia <3
Ringrazio Perla Bane, Ari YoungStairs, LittleHarmony13, vampiretta98, _black_rose_, Marty060201, stella13, lulu_chan, e Arya Herondale per le SPLENDIDE recensioni allo scorso capitolo che mi hanno resa davvero felice <3 :')
California, un bacione alla mamma e al prossimo video!
No, quello è Daniele Doesn't Matter...
A presto, XOXO
 _F i r e_
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|Vi lascio con questa bellissima gif *-*| 


 
 
 
   
 
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