Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
Segui la storia  |       
Autore: SmellyJelly    01/09/2014    2 recensioni
Io sono invincibile.
Sì, e potete dirlo forte... Sono sopravvissuta al mio passato e sto sperando nel mio presente.
(Sequel della storia "HIStory & HERstory")
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Kisses and Hugs

-Ciao- fece un minuscolo sorriso.
-Su, accomodiamoci- fece Frank.
Un cameriere venne a prendere le ordinazioni.
-Io prendo del pollo fritto- disse Frank distogliendo lo sguardo dal menù.
-Per me lo stesso- dicemmo all’unisono io e Jackson.
Sorrisi. Mi sentivo gli occhi di lui puntati addosso, era di fronte a me quindi lo sentivo il doppio. Io non osavo alzare lo sguardo dal tavolo.
-Allora Elizabeth-
Ed ecco che Franceschino voleva farmi fare la solita figura. Gli lanciai un’occhiataccia.
-Ci si rivede dopo secoli, eh?-
-Già, e tu sei sempre il solito burlone, non sei cambiato per niente-
La sua risata, la sua risata! Oh Dio, quanto amavo la risata di Michael. Sorrisi e per sbaglio alzai gli occhi verso di lui che mi guardò dolcemente, però dopo cinque secondi tornai a fissare la tovaglia.
-Anche questo è vero- continuò Frank.
-E tu invece sei diventata più bella- se ne uscì Jackson.
Questo no. Questo decisamente non doveva dirlo quell’altro di là…
Divenni più seria e mi voltai verso il pavimento.
-Scusami- abbassò anche lui lo sguardo.
-Andiamo gente, cos’è questa tensione!-
Finalmente dopo quelli che mi erano sembrati anni arrivò la pietanza servita su un piatto d’argento. E con questo non intendevo la frase di Frank, sempre fuori luogo… Bensì il nostro pollo fritto, che salvò la situazione.
Mangiammo in silenzio.
All’improvviso squillò un telefono. Non era il mio, nemmeno quello di Michael, ma quello di Frank.
“Non andartene!” sperai vivamente che riuscisse a percepire il mio pensiero, invece se ne andò senza pensarci due volte.
Rimanemmo solo io e il mio nemico/amico/amante/che tra l’altro amavo ancora da morire...
-Strano che il tuo telefono non sia squillato ancora…- mi rivolsi a Michael, sempre scacciando via il suo sguardo.
-Non l’ho portato, non volevo che rovinasse la cena squillando tutta la sera- spiegò.
“Come se non lo fosse già rovinata” avrei voluto rispondergli.
-Ti avevo portato una rosa, ma…- guardò i resti del fiore per terra.
-Non preoccuparti- dissi fredda e rapida.
Sospirò –senti Elizabeth-
-Non cominciare con le tue spiegazioni melodrammatiche, Michael. So bene che non mi ami più, solo che non pensavo che non avresti avuto nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia- finalmente dopo un’ora ebbi il coraggio di sostenere il suo sguardo.
-No, no, no… Non è così, non devi pensare questo, io…-
Lo bloccai –mi hai abbandonata per la seconda volta, non sai quanto ho sofferto per te… Ma a te non è importato di niente lo so, dopotutto tu sei una star, ne cambi una al giorno giusto?-
Nonostante il mio tono duro, lui non si smosse e continuò a parlarmi dolcemente tutto il tempo –io ti amo-
In realtà voleva dire “Io ti amo Elizabeth, sciogliti adesso con il suo della mia voce che pronuncia queste parole, sciogliti!” e avrebbe riso di me.
-Certo, e io sono Elvis Presley-
-Dico davvero, io ti amo e tu lo sai-
-No invece. Perché mi hai fatto contattare dalla tua guardia del corpo Michael? Non avevi neanche cinque minuti di tempo da dedicarmi? Neanche cinque minuti del cazzo per chiamarmi e dire “senti mi sono risposato, ho due figli e una nuova vita del cazzo” eh?! No?!- gettai il fazzoletto che avevo in mano sul tavolo e mi alzai.
Ma lui fece prima di me e mi trattenne prendendomi per mano.
-Non toccarmi- scandii bene le parole.
-Ti scongiuro Elizabeth, ti scongiuro, dammi solo cinque minuti per rimediare- alzò le mani.
-Non ci vogliono cinque minuti, sai? Anni forse, o anche più…-
-E allora lasciami rimediare-
Disapprovai con la testa –non è così semplice, ma… Dimmi almeno il perché…- ed ecco che tornarono le lacrime.
-Io… Avevo paura. Quando ho sposato Deborah Rowe l’ho fatto per volontà di mia madre, che non voleva che io avessi rapporti prima del matrimonio, anche se era già accaduto con te, e poi… Tutti hanno cominciato a dirmi che non facevi per me, che eri troppo giovane e che dovevo puntare più in alto e io… Li ho ascoltati…-
Mi coprii le orecchie come a non voler sentire neanche più una parola dalla sua bocca.
-Allora anche tu sei come tutti gli altri, non sei diverso, è così? Io ho scelto di aprire il mio cuore a te, soltanto a te, e tu… Me l’hai ridotto a brandelli dopo che per ricostruirlo ci ho messo una vita… Una vita intera… Sono una stupida, credevo ancora nelle favole, ero ancora troppo giovane è vero- mi poggiai al muro per non crollare.
-Li ho ascoltati, ma non riuscivo a dimenticarti… Così ho deciso di avere una relazione con te quando saresti cresciuta e quindi saresti stata più matura per affrontare il mio mondo, ma sapevo che non mi avresti più accettato e che era troppo tardi, però tu eri nella mia mente giorno e notte Elizabeth, io dovevo rivederti anche a costo di rischiare un addio definitivo… Ma tu non mi credi, vero?- lo chiese come se avesse già perso le speranze.
-Anche io ti pensavo giorno e notte, ti amo Michael anche se tu mi hai fatto soffrire come nessuno… Ti amo ancora, ma ho paura di ricascarci di nuovo, so che sarà così… È così e sarà così per sempre, ma forse non è colpa tua, forse è colpa del mondo che ti circonda… Infondo tutte le donne sono ai tuoi piedi, perché hai scelto proprio me, la conquista più difficile? Quale assurdo motivo più che altro?- domandai incredula.
-Perché tu non eri tutte le donne, tu eri tu e non ti saresti buttata ai miei piedi nemmeno per tutto l’oro del mondo, io dovevo guadagnarti e accettare i tuoi difetti, il tuo passato, le tue paure, ed è bellissimo amare una persona per davvero, quando ti guadagni qualcosa con l’impegno e il sudore provi soddisfazione perché hai preso infondo la pietra più preziosa tra quelle comuni-
-Che parole… Mi avresti convinta se non fosse stata la seconda volta che mi deludi, ma tu sei solo un umano, fai i tuoi sbagli, no? È come se tu stessi chiedendo lo sconto ad un venditore con le tue belle parole, ma non ci riuscirai per la seconda volta. È merce preziosa quella con cui stai giocando, lo sai?- risi di gusto.
-Molto bene. Avevo solo bisogno di una risposta Elizabeth, e tu sei stata chiara. Lo accetto, le persone vanno lasciate libere… E tu sei l’essenza della libertà- mi guardò con tenerezza –però voglio chiederti un’ultima cosa se me lo permetti, poi me ne andrò per sempre…-
-Certo, dimmi pure-
-Voglio stringerti e baciarti l’ultima volta per avere la sensazione di esser riuscito a riconquistarti, ti prego-
-Non mi chiedi poco- ovviai.
-Lo so-
“La tua mente dice no, ma il tuo corpo dice sì…”
Fu come se Siria si fosse trovata sempre dietro Michael e avesse sentito tutto, in quel momento me la immaginavo che mi diceva di rispondere di sì. Poi vidi le gemelle, tutte attorcigliate l’una all’altra che non aspettavano altro. Non potevo dire di no. Tanto a quel punto mi sarei fatta del male in tutti e due i casi.
La carne è forte.
-D’accordo- abbassai lo sguardo.
Fu a quel punto che tutto andò in frantumi, quando ebbi l’occasione di provare ancora una volta il sapore delle sue labbra.
Dato che era l’ultima volta sia lui che io ci mettemmo tutto l’impegno possibile, e voi potete solo immaginare cosa ne venne fuori.
Le sue labbra erano morbide e sapevano di rosa, non so… Mi davano questa impressione. E poi erano dolci, dolci come lo era la torta di noci che cucinava sempre Ariel, una cosa più buona di quella non sarebbe mai esistita. Non aveva perso nemmeno la sua foga nel baciare, e questo invece lo capii quando dovetti schiudere la bocca per la troppa pressione della sua lingua. Fu come un grosso respiro dopo essere stata sott’acqua troppo tempo, una soddisfazione inimmaginabile.
Le morsi, erano troppo morbide, irresistibili. Le morsi quasi con troppa passione, perché temetti di fargli male, ma avrei voluto farlo tutto il tempo e poi attraverso quel morso lo trascinai con me fino ad andare a sbattere contro un altro tavolo… Risi sulle sue labbra.
Purtroppo a breve avremmo dovuto fermarci, altrimenti non ne saremmo usciti vivi, e poi avremmo continuato e continuato fino ad arrivare alla camera da letto del ristorante/hotel dove avevamo appena consumato la cena.
Però non finì come lo immaginavo. Ci fu un altro bacio per colpa mia sta volta, avevo attaccato io, ma non potevo farci nulla… Era stato più forte di me, un errore che non mi sarei mai perdonata.
Mi staccai immediatamente.
-Mi dispiace- mi coprii la bocca.
Prese la mia mano e ne baciò il dorso –anche tu mi sei mancata-
-È sbagliato quello che ho fatto, ma è stato più forte di me… Scusami tanto Michael- mi voltai come se avessi commesso uno dei peccati peggiori.
-Non devi chiedere scusa a me, piuttosto a te stessa- sorrise –sei solo un’umana e errare è umano-
La mia attenzione passò all’istante dal bacio a ciò che aveva appena pronunciato Michael.
Era come se avesse voluto dimostrarmi che anche il suo era stato un errore, e che anche in amore si potevano commettere. Ma infondo chi ero io per dire il contrario?
Avevo una paura tremenda, avevo paura che l’onda mi inghiottisse ancora, eppure lui mi aveva aiutato a superare così tanti ostacoli… Possibile che davvero non mi amasse più?
-Tu non hai mentito, vero?-
Negò.
-E quindi questo significa che mi ami davvero, giusto?-
Annuì tutto sorridente.
-Devo giungere alla conclusione che anche io sono follemente persa di te, immagino- abbassai il viso sorridendo.
-Esatto, proprio così- rise, e quella risata fu così liberatoria che trascinò anche me.
Fece qualche passo indietro e io due più avanti, mi appesi alle sue spalle e mi diedi lo slancio per saltargli in braccio. Incrociai i piedi dietro di lui, gli allacciai le braccia al collo e poggiai la testa sulla sua spalla. Lui mi teneva per le gambe.
Dietro di lui c’era Frank che chiuse il telefono compiaciuto, come se la sua missione fosse ormai compiuta. Mi fece l’occhiolino e io risposi facendo lo stesso.
Quel ragazzino ci aveva salvato il culo, altrimenti non avrei mai più visto Michael e non avremmo mai più fatto pace, e sia io sia lui avremmo vissuto con un dubbio opprimente.
Ci raggiunse.
Io scesi da Michael, ma mi tenni stretta a lui tutta la serata.
Frank e lui si guardarono, e poi Michael guardò me che lo strinsi ancora più forte, tutto ciò era la conferma per Frank che finalmente eravamo di nuovo insieme.
-Finalmente non mi scoccerai più dicendo che ti mancava-
Mike rise –era ora direi-
-Comunque credo che possiamo andare- si guardò l’orologio.
E così facemmo, mano nella mano e con accanto Frank entrammo nella grossa Mercedes di Michael e tornammo a casa.
-A proposito, devi conoscere due personcine domani, ora staranno già dormendo da un pezzo- mi baciò i capelli.
-Aspetta… Non mi porti a casa?-
-Cosa? Scordatelo, d’ora in poi starai con me per sempre, questa volta tu verrai con me ovunque e io con te se avrai bisogno di qualcosa-
-Michael devo dirti tante di quelle cose…-
-Anche io tesoro, adesso abbiamo tutto il tempo-



*Angolo autrice*
Rieccomi! Scusatemi se mi sono fatta attendere.. Ma ho avuto tanti di quegli impegni! Sono stata anche al Magicland per il Michael Jackson Day qualcuno di voi c'è stato? A proposito.. Auguroni Michael, il mio zietto di 56 anni AHAHAHAHA.. ok, la smetto.
Comunque in questo capitolo si ritrovano definitivamente e tornano insieme, ammetto che neanche io ce la facevo più a tenerli lontani, ma vabbè. Mi scuso forse perchè è un po' cortino, ma proprio per mancanza di tempo non ho potuto aggiungere altro, mi dispiace.. Spero che vi piacca nonostante tutto :)
Ringrazio ancora chi recensisce la mia storia e chi l'ha inserita tra le preferite e le seguite, grazie mille!
I love you and God bless..!

SJ

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson / Vai alla pagina dell'autore: SmellyJelly