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Autore: Ulquioriko    01/09/2014    1 recensioni
Ulquiorra era solitario, diverso da ciascun altro. Vagava per Las Noches ascoltando solo il rumore dei suoi passi e sopravvivendo come guardiano della fortezza. Ma evidentemente, a parere degli Shinigami disertori, una condizione simile non poteva durare ancora a lungo: l'arrivo di un altro personaggio potrebbe cambiare tutto quello che Ulquiorra considera certo ed indiscutibile.
"Che grande presa in giro, donna."
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Espada, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler!, Violenza
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Il silenzio avvolgeva le candide mura di Las Noches in ogni suo angolo e in qualunque suo istante: non sarebbero bastate grida, gemiti o risate per scuoterlo da quel luogo. La fortezza di Hueco Mundo aveva sempre un colorito tanto stinto ed oscuro che solo quei suoi disgraziati abitanti avrebbero potuto considerarla un luogo abitativo. Ma, più di ogni altro, soltanto Ulquiorra avrebbe potuto sentirvisi realmente a casa: la fortezza sembrava essere esattamente come lui, sembrava esser la sola disposta a restare al suo fianco; proprio come lui era il suo solo guardiano. Era solito passeggiare per i grandi corridoi, per lo più in quelli dove non vi erano possibilità di incontrare altri Espada, il Sesto in particolare. I suoi passi echeggiavano nell’aria e tutto appariva comune e normale anche per uno diverso come lui. I giorni passavano piatti, non conoscevano ancora lo Shinigami che Aizen tanto desiderava annientare, che tanto desiderava distruggere a causa della sua Reiatsu che avrebbe potuto intralciare i suoi piani; sapeva che sarebbe stato suo compito cercarlo e mettere fine ad una simile minaccia, ma non sentendo incombere ancora alcun pericolo si permetteva delle lunghe passeggiate dedicate al fine di sentire i suoi stessi passi e nient’altro.
E quello era uno di quei giorni, per l’esattezza proprio di quei momenti di solitudine che dedicava a se stesso; eppure avvertiva una nota differente, qualcosa di insolito si aggirava per la fortezza, nonostante non sapesse spiegare cosa fosse. Una sensazione, come una piccola fiammella che si accendeva, dalla quale scaturiva un turbine di frustrazione e desolazione: sembrava che mancasse qualcosa, che qualcosa stesse andando nel verso sbagliato. Mentre rimuginava a testa bassa notò con la coda dell’occhio qualcosa che si muoveva davanti a lui; sollevò lo sguardo e rimase sdegnato da uno scherzo tanto meschino.
 –Che grande presa in giro, donna. – si rivolse con tono ostile alla ragazza ferma davanti a lui. Capelli corvini, occhi verdi come degli smeraldi, carnagione simile alla pallida luna: quella stupida donna doveva essersi divertita ad imitare il suo aspetto esteriore per potersi prendere gioco di lui.
Non appena sentì quella voce fredda, la ragazza scattò ad osservarlo: le sue fattezze, identiche alle proprie, le permisero di conoscere l’angoscia che suscita un’identità. Non aveva capito chiaramente cosa avesse detto l’altro, ma non le importava davvero, desiderava unicamente liberarsene.
–Cosa? – rispose a tono, osservandolo a propria volta. Chi era quella brutta copia? Perché era lì davanti a lei? Che cosa voleva?
–Hai capito benissimo. – risposta secca, insolente.
–Sbagli. – la ragazza non aveva capito niente, non sapeva niente, non voleva niente da lui.
–Vedremo se continuerai ad essere per molto della stessa opinione, donna. – Ulquiorra puntò il dito indice verso di lei, lasciando che una sfera nera facesse la sua comparsa –Aizen non sarà contento di questo. –
Aizen, aveva detto? La ragazza puntò a propria volta il suo dito verso di lui, utilizzando però la mano opposta: mentre Ulquiorra sembrava in procinto di attaccare con la destra, lei non avrebbe esitato ad utilizzare la sinistra. Una luce composta dal verde e dal nero scaturì dunque dal suo indice, puntandosi contro quello stesso potere che il suo avversario stava per rilasciare.
–Aizen non sarà contento della tua presenza, brutta copia. – la giovane non sapeva di essere al cospetto del Quarto Espada, esattamente come Ulquiorra non sapeva niente di lei. Avevano solo potuto vedersi e, entro breve, si sarebbero accorti dell’identicità della loro forza: niente davvero li distingueva, se non le fattezze maschili del primo e quelle femminili dell’altra.
Las Noches si preparava ad esser danneggiata dai colpi di guerrieri dal pari livello, cosa che sarebbe realmente  avvenuta se non fosse stato per l’intervento repentino dei tre Shinigami che avevano recentemente disertato la Soul Society. Aizen Sosuke, Ichimaru Gin e Tosen Kaname erano fermi ad osservare lo scontro che si sarebbe potuto verificare di lì a qualche istante; l’ex comandante della Quinta Divisione aveva alzato una mano per fermare i due Arrancar, i quali si erano dimostrati obbedienti all’ordine.
–Deve esserci stato un disguido.– Aizen iniziò a parlare pacatamente –Nessuno di voi è una copia, siete entrambi il vero Quarto Espada. Ulquiorra, abbiamo constatato il suo arrivo da poco e la sua Reiatsu è indifferibile dalla tua; oltretutto, siete ben simili di aspetto come anche di emozioni, dovrete quindi accettare ognuno la presenza dell’altro. Ambisco a molto con due Espada a questo livello.–
Sembrava non essere di molte parole e si ritirò con gli altri due traditori.
Un peso morto si aggiungeva ai lavori di Ulquiorra: quella donna era un’altra delle missioni di Aizen, evidentemente. Le fece cenno di seguirlo, senza aggiungere troppe parole, mentre si incamminava verso la camera.
 
   
 
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