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Autore: darkroxas92    02/09/2014    7 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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44: Il peso della libertà Capitolo 44: Il peso della libertà
“Argh!!!” Urlarono diversi uomini, cercando di scappare dalla furia di Erza, che si stava facendo strada nella torre, mettendo fuori gioco con la sua spada chiunque cercasse di ostacolarla.
Titania afferrò uno di loro per il colletto, per poi sbatterlo contro il muro, tenendogli puntata contro il collo l’arma.
“Dov’è Gerard?”
“I-Io… Io non lo so… Sono solo un semplice soldato…” Rispose lui, deglutendo.
“Davvero? Allora proviamo con un’altra domanda: dov’è Harry?”
“Non so nemmeno questo… lo giuro, non ne ho la più pallida idea! Ci hanno solo ordinato di evitare che entrassero degli intrusi! Ti prego, non farmi del male!” Replicò il poveraccio con voce lamentosa.
Per tutta risposta la Fata lo colpì con un pugno allo stomaco, facendogli perdere i sensi.
“Maledetto Gerard, sa bene come giocare le sue carte…” Mormorò, per poi riprendere la sua ricerca.


Hermione osservò i soldati che sorvegliavano l’ingresso della torre.
Erano arrivati pochi minuti prima, osservando meravigliati l’imponente edificio, per poi cercare un modo di entrare.
“Ci sono troppe guardie… sarà piuttosto difficile ingannarle, anche con il mantello.” Rifletté George.
“E chi se ne frega?! Sfondiamo tutto!” Urlò Natsu, subito calmato dagli altri.
“Non possiamo farlo. Harry, Erza e Neville sono loro prigionieri, aye!” Replicò Happy. “Ed è tutta colpa mia… probabilmente avrebbero preso me se avessi mantenuto il mio vero aspetto, aye…”
“Sono sicura che Neville se la caverà.” Affermò Luna. “In fondo, è stato scelto da Grifondoro, no?”
“Speriamo, ma in ogni caso, dobbiamo trovare un modo per entrare.” Aggiunse Lucy. “Qualche idea?”
“Forse potremmo distrarli in qualche modo…” Azzardò Ginny, subito contrastata da Ron.
“Dalla nostra esperienza in questo mondo, è una pessima idea… per me è meglio evitarli.”
“Grazie genio, e come? Diventando fantasmi?” Lo rimbeccò Fred, inarcando un sopracciglio.
“Juvia ha trovato una soluzione.” S’intromise la ragazza dai capelli blu, emergendo dall’acqua del mare. “Juvia ha trovato un modo per arrivare alla torre passando sott’acqua.”
“Davvero?! Grandioso!” Esclamò Gray, guardandola uscire e avvicinarsi a Lucy.
“Sentito? Ha fatto i complimenti a Juvia, e non a te!” Le disse.
“Beh… sì…” Rispose lei, non riuscendo a capire il suo punto.
“Quanto tempo bisogna nuotare?” Domandò Hermione, avvicinandosi.
“Una decina di minuti. Non è un problema per il fiato, vero?” Rispose la maga d’acqua.
“Nah, sono una bazzecola.” Replicò Natsu.
“Già.” Aggiunse il mago del ghiaccio.
“Non per i comuni esseri umani!” Gridarono assieme Lucy e Ron.
L’ex Element sospirò, per poi alzare una mano, creando una bolla.
“Juvia ha preso l’idea da una magia di George: sono bolle d’ossigeno. Con queste potrete respirare tranquillamente sott’acqua.”
“Wow! Incredibile!” Esclamò Natsu, prendendola e infilandoci dentro la testa, mentre la maga ne preparava delle altre. “Ma ora che ci penso… tu chi sei?”
A quella domanda tutti gli altri furono tentati di lasciarsi cadere a terra.
“Gli Occhiali del Vento fanno proprio miracoli… per riuscire a farlo sembrare intelligente…” Mormorò Gray a bassa voce, guardandolo sconsolato.
Senza dire altro, il gruppo di maghi si tuffò, seguendo Juvia attraverso una grotta sotterranea, finché non emersero in quello che sembrava un piccolo molo.
“Beh, per entrare, siamo entrati… Ma ora cosa facciamo?” Domandò Ginny, liberandosi della sfera d’ossigeno, che scoppiò subito dopo.
“Tu resti qui con qualcuno.” Rispose subito Ron. “Ti abbiamo portata con noi perché lasciarti da sola al casinò non sembrava una buona idea, ma lasciarti proseguire oltre è troppo pericoloso.”
“Per una volta sono d’accordo.” Fece Fred, guardandosi attorno, per poi spalancare la bocca quando vide Lucy che giocava con la sfera magica, facendola ribalzare sulla mano, come se niente fosse.
“È comodo questo incantesimo.” Disse sorridendo.
“Ah… è pensare che Juvia te ne aveva data appositamente una più piccola. E invece sei sopravvissuta comunque.”
“Cosa?!” Replicò la bionda terrorizzata per quella rivelazione.
“Vediamo di perdere meno tempo.” Intervenne Hermione. “Harry, Erza e Neville sono qui da qualche parte.”
Ma prima che potessero muoversi, si ritrovarono circondati da decine di soldati.
“Chi siete, dannati?!” Esclamò uno di loro.
“Sembra ci abbiano trovati.” Commentò Luna, guardando gli uomini come se non ci fossero. “Forse conveniva passare dalla porta principale, a questo punto. Almeno non avremmo bagnato gli Alamci per niente.”
“Pare che dovrete portarmi con voi.” Osservò invece Ginny, riservando ai fratelli un piccolo sorriso. “Mamma non sarebbe felice di sentire che mi avete lasciata da sola in un posto pieno di soldati nemici.”
“La mamma ci ucciderà quando saprà che ti abbiamo portata in un posto pieno di soldati nemici!” Sottolineò Ron, tra l’arrabbiato e il terrorizzato.
“Non importa!” Esclamò invece Natsu, lasciandosi avvolgere dalle fiamme. “L’unica cosa che conta al momento… è che noi siamo di Fairy Tail!” Dichiarò, lanciandosi contro i nemici, avvolgendoli con il fuoco e mandandone al tappeto un buon numero.


Neville sbatté gli occhi per qualche secondo, per poi spalancarli.
Era ancora trasformato in Happy, e si trovava in una stanza piena zeppa di oggetti a forma di gatto, dalle bambole agli armadi con la sagoma dei felini disegnata sopra.
“D-Dove sono finito?!” Esclamò, mettendosi in piedi. “Happy! Dove sei?”
Miao?” Intervenne una voce alle sue spalle, che lo fece voltare subito, ritrovandosi così a guardare Miriana. “A tutta forza?”
“Eh…? Una… ragazza gatto?” Sussurrò Paciock, deglutendo. “E cosa intendi con ‘A tutta forza’?”
Miao! Un gatto che parla!” Miagolò lei, saltando per la gioia.
“Miria… fatti un po’ dandy.” La calmò Wally, appoggiato contro una parete.
Miao?” Fece Miriana guardandolo con aria interrogativa.
Neville invece saltò verso di lui. “Tu sei… il tipo strano del casinò!” Esclamò spaventato.
“Zitto, gatto! Sei un gatto proprio perché parli!” Replicò l’uomo, guadagnandosi uno sguardo confuso dal finto gatto.
“Harry non mi aveva detto che Fiore era piena di pazzi… Cosa mi è saltato in mente di chiedere a Happy di insegnarmi questa magia?” Mormorò, lasciandosi cadere seduto sconsolato. “Non posso neppure sciogliere la magia… ho come l’impressione di essere vivo solo perché credono che sia un gatto… parlante…” Rifletté, per poi guardare di nuovo i due rapitori. “Dove siamo? Che fine hanno fatto gli altri?”
Hey, cat. Probabilmente adesso saranno tutti morti.”
Neville sgranò gli occhi. “Impossibile!” Urlò con tutto il fiato che aveva. “Harry e gli altri non si sarebbero mai fatti sconfiggere tanto facilmente!”
Wally sorrise. “In effetti, cat, Harry ed Erza sono ancora vivi… anche se per poco.”
“Cosa-?”
“Wally! Miriana!” Urlò Shimon, entrando di corsa nella stanza. “Erza è scappata!”
“Scappata!” Ripeté la ragazza. “Quante cose mi fa ricordare questa parolina!”
“Shimon, cerca di essere un po’ dandy… da questa torre non si scappa.”
“Erza non è più nella sua cella. Probabilmente è andata a cercare Potter e Gerard.”
Wally si fece un po’ serio. “Anche se fosse, non ha importanza. Ormai Gerard ha ottenuto ciò che voleva. E domani sarà finalmente il grande giorno che aspettavamo.”
“Sarà comunque meglio trovarla, prima che rovini di nuovo tutto.” Replicò il nuovo arrivato, guardando i suoi amici. “Andiamo.”
Senza dire altro, i tre uscirono, lasciando Neville da solo.
“Che cosa sta succedendo?” Si domandò, guardando la porta lasciata aperta.


Gerard scoppiò a ridere.
“Che ragazza, Erza! Davvero interessante!” Affermò, sorridendo sotto il cappuccio. “Vincerò io o vincerà lei? Tu che dici… Harry?” Chiese, guardando il moro seduto a gambe incrociate contro il suo trono, che teneva lo sguardo basso.
“Non m’importa… basta solo che la lasci andare via, come d’accordo.”
Gerard non fece sparire il suo sorriso. “Tutto qui? Credevo avresti tentato qualcosa a questa notizia.”
“Se tu non avessi voluto che Erza scappasse, te ne saresti occupato di persona. Non è forse così?”
A quella domanda l’incappucciato scoppiò di nuovo a ridere.
“Hai perfettamente ragione! Adesso voglio proprio vedere. La vita e la morte, il passato e il futuro… sono tutti elementi intrecciati dal gioco del paradiso.”
Harry alzò leggermente lo sguardo, fissandolo con occhi di sfida.


Gray buttò giù una porta, entrando così in una stanza vuota con un lungo tavolo al centro, seguito da tutti gli altri.
“Non possiamo restare qui troppo a lungo. Sanno benissimo che siamo qui.” Disse Juvia.
“Pensavo sarebbe stato più difficile avanzare dentro questo posto.” Commentò Ron, guardandosi attorno. “Anche se immagino sia stato principalmente grazie a Natsu e al suo piccolo inferno che ci siamo riusciti.”
“La fai quasi sembrare una cosa brutta.” Replicò il Dragon Slayer.
“Hermione, riesci a scoprire qualcosa con la tua magia?” Domandò Lucy alla compagna, che negò con la testa.
“Ho provato a usarla con i luoghi… ma i risultati sono ancora pessimi. Finora ci sono riuscita con una sola stanza, ma era imprecisa.”
“Quindi dovremmo proseguire alla cieca e-”
Prima che George potesse finire la frase, la porta dall’altra parte della stanza si spalancò di colpo, facendo volare dentro un soldato, che sembrava essere stato colpito al volto da un calcio, o almeno era quello il pensiero di tutti alla vista dell’impronta sulla sua guancia.
Subito dopo Erza entrò, con la spada in mano, fermandosi alla loro vista.
“Voi… Che ci fate qui?!” Esclamò sorpresa.
“Un grazie o un ciao sarebbero andati bene, sai?” Ribatté sarcastico Fred.
“Andatevene!”
“Forse volevi dire ‘Grazie per essere venuti ad aiutarci’.” Ribadì George, guadagnandosi un’occhiataccia dalla rossa.
“Voi non c’entrate nulla con questo posto.” Continuò Erza, superandoli per proseguire.
“Stai scherzando, vero?!” Gridò Ron. “Anche Harry e Neville sono qui! Non possiamo andarcene!”
“Anche Neville?” Chiese incredula.
“Beh, stando a quanto dice Happy, si era trasformato in lui per provare la magia di trasformazione.” Rispose Lucy. “Ed è stato preso con il suo aspetto…”
“Capisco… dev’essere stata Miriana allora.”
“Dove si trovano?” Domandò Fullbuster.
“Non ne ho idea. Adesso stavo cercando Harry, prima che quell’idiota commetta qualche stupidaggine. Voi tornate indietro, ci penserò io a Neville.”
“Ehm… temo sia troppo tardi…” Mormorò Ginny. “Natsu, Happy e Luna sono spariti.”
Il gruppo si guardò intorno.
“Maledetti… ci hanno lasciato indietro!” Urlò Gray, facendo per uscire dalla stanza, ma ritrovandosi la lama di Titania a sbarrargli la via.
“Neville, finché mantiene l’aspetto di Happy, è al sicuro: Miriana non farebbe mai del male a un gatto. Mi prendo io la responsabilità di rispedirvi tutti gli altri sani e salvi. Voi però dovete andarvene subito.”
“Credi che possiamo fare una cosa del genere?!” Le urlò contro Hermione. “Non ce ne andremo lasciando indietro qualcuno!”
“Questo è un mio problema. Non voglio coinvolgere anche voi.” Obiettò la rossa.
“Ma che peccato!” Dissero i due gemelli insieme. “Sembra che siamo già coinvolti.”
“Hanno ragione.” Aggiunse il mago del ghiaccio. “Nel momento in cui ci hanno attaccati hanno segnato il nostro intervento.”
Titania restò in silenzio, senza avere il coraggio di voltarsi.
“Erza… Che cos’è questa torre? E chi è Gerard?” Domandò Lucy.
“Come fate a conoscere quel nome?”
“Luna l’ha sentito nominare dai vostri rapitori. Anche Klaun l’ha nominato in passato.”
Erza non disse altro.
“Se proprio non ce lo vuoi dire, va bene.” Disse Hermione, sorprendendo tutti. “Ma non per questo noi ce ne andremo. Siamo tuoi amici! Come lo siamo anche di Harry e Neville! Non possiamo abbandonarvi, nessuno di voi.”
“A… Andatevene…” Ripeté nuovamente Erza, senza riuscire a nascondere il tremore che la permeava.
A quel punto Gray le si avvicinò. “Non sembri nemmeno più tu. Di solito ci prenderesti per il collo e ci porteresti via senza tante storie.”
Non ottenendo alcun risposta dall’amica, il mago del ghiaccio continuò. “Noi ti aiuteremo. Che c’è di male se per una volta sei tu ad aver paura?”
La regina delle Fate si girò lentamente, facendo indietreggiare tutti per la sorpresa.
Silenziosamente, Erza stava piangendo dall’occhio sinistro.
“Erza…” Mormorò Ginny.
“Scusate…” Disse lei, asciugandosi l’occhio. “In questa battaglia… che io vinca o che perda… non potrò mai più tornare nel mondo normale…”
“Come sarebbe a dire?” Chiese Juvia.
Erza chiuse le mani a pugno, per poi sorridere triste. “È un destino da cui non posso fuggire. Finora avevo raccontato questa storia solo a Harry… perché lui, come me, aveva provato la stessa sofferenza. Perdere qualcuno che ti è caro… covare la rabbia per tanto tempo senza mostrarla quasi mai… Io, come lui, non mi ricordo nulla dei miei genitori. Anzi… i miei ricordi sono legati a questo posto. Perciò, finché sono ancora qui, vi racconterò tutto.” Abbassò lo sguardo. “Questo posto si chiama Torre del Paradiso… ma è conosciuto anche come Sistema-R.”
“Sistema-R?” Ripeté Hermione.
“Più di dieci anni fa, una setta di seguaci della magia nera voleva costruire una torre in grado di generare un incantesimo che potesse riportare in vita i morti.”
“Riportare in vita i morti?!” Esclamò Ron. “Stai scherzando, vero? Non esiste nemmeno tra gli incantesimi più oscuri una simile magia!”
“Qui purtroppo sì, ma dato che sia il governo sia il Consiglio della Magia non diedero il consenso al progetto, la setta rapì e usò per i propri fini una serie di persone prese dai posti più disparati…” Prese una piccola pausa. “Anch’io da piccola fui costretta a lavorare qui.”
A quella frase tutti sgranarono gli occhi.
“Vuoi dire… che eri una schiava?” Domandò con un filo di voce George, non riuscendo a credere alle sue orecchie.
“Sì. E fu allora che conobbi Gerard.”

~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
“Erza!” Urlò Gerard spaventato e preoccupato, tenendo tra le mani una spada macchiata di sangue. “Erza!”
Senza fermarsi un solo secondo, continuò la sua ricerca, ignorando le catene che gli limitavano i movimenti alle braccia e alle gambe.
Infine vide in una cella socchiusa, abbandonata a terra, la piccola figura della sua amica.
La raggiunse subito, entrando e scuotendola. “Ehi… Ehi! Riprenditi!”
Mentre diceva ciò riuscì a spostarla, così da poterle vedere il volto.
Gerard cacciò un urlo di paura, cadendo all’indietro.
Con un’espressione terrorizzata si riavvicinò all’amica, che non aveva ancora dato segni di ripresa. “Perché… Perché deve succedere una cosa tanto crudele…? Si può sapere che abbiamo fatto di male?!” Urlò con tutto il fiato che aveva, per poi sbattere a terra un pugno. “Dannazione!”
“Gerard… sei tu?” Mormorò Erza, con i capelli che le coprivano la vista.
“Erza… meno male! Sta’ tranquilla, sono venuto a salvarti.” Le disse subito il bambino.
“Ma… Ma come…?”
Gerard sorrise. “Non possiamo più tornare indietro… Non ci resta che combattere.”
“Combat-”
Prima che Erza potesse finire la frase, qualcosa colpì alla testa il suo amico, che lanciò un urlo di dolore.
“Maledetto moccioso!” Sputò un soldato fuori di sé, continuando a colpirlo con un bastone. “Ne hai fatti fuori tre! Accidenti a te, sei solo uno sporco pidocchio! Ma non ti ucciderò e basta! Servirai d’esempio a tutti!”

Le porte della cella si aprirono, facendo spostare lo sguardo di tutti verso la piccola figura di Erza, che tremando avanzò al suo interno, con i capelli che le coprivano gli occhi.
“Sorellina!” Chiamò Sho. “A-Allora… eri sana e salva…”
“Idiota!” Gridò un altro dei prigionieri, guardandone il volto. “Ti sembra che stia bene?”
“Che fine ha fatto Gerard?” Domandò un altro. “Aveva detto che ti sarebbe venuto a salvare mentre le guardie erano distratte…”
La rossa a quelle parole sussultò.
“Erza…” Mormorò Shimon, venendo subito interrotto da un vecchio.
“Siediti e riposati.” Le disse. “Ne avrai passate di brutte nella Sala del Castigo…”
“Ma Gerard-” Fece per replicare il bambino, ricevendo come risposta un cenno negativo.
“L’avranno preso al posto di Erza…” Mormorò il vecchio.
“Sniff… Non ce la faccio…” Sussurrò Sho, cominciando a piangere. “Non ce la faccio più in questo postoooo!!!” Gridò con tutto il fiato che aveva, lasciandosi andare definitivamente al pianto.
Pianto che si propagò lungo le prigioni, cosa che attirò l’attenzione delle guardie, che accorsero subito.
“Si può sapere che cos’è tutto questo fracasso?!” Urlò una di quelle. “State un po’ zitti, dannati marmocchi! Se non la smettete vi tagliamo la lingua!”
“Calmati Sho…” Cercò di tranquillizzarlo Wally, senza però ottenere alcun risultato.
“Sho… va tutto bene, ci sono io qui…” Lo confortò il vecchio.
Erza nel frattempo si portò le mani sopra le orecchie per non sentire quelle urla, che divennero per lei un rumore incomprensibile. Chiuse anche gli occhi per non dover assistere a ciò che sapeva sarebbe successo di lì a breve. Sarebbe sempre andata così… loro erano schiavi sacrificabili per qualcosa di cui non erano nemmeno a conoscenza.
Se solo…
“Non ci resta che combattere.”
Le parole di Gerard le tornarono in mente, assieme al suo volto che le sorrideva.
La rossa alzò la testa, mostrando la benda bianca che copriva l’orbita da cui le era stato tolto l’occhio, per poi saltare e afferrare la lancia di uno dei soldati, riuscendo a strappandogliela di mano.
Cacciando un urlo disperato, la usò subito contro i due aguzzini, muovendosi a una velocità tale da non permettergli di reagire e colpendoli a morte, sotto lo sguardo incredulo dei suoi compagni schiavi.
“Cosa succede?” Sentì dire da una delle celle vicine.
“Una rivolta!” Avvertì un soldato che era rimasto fuori dalla cella, per poi scappare a chiamare rinforzi.
Erza strinse con forza la lancia appena ottenuta, per poi girarsi verso gli altri, guardandoli con una determinazione che ignorava di avere.
“Se ci sottomettiamo o ci diamo alla fuga, non potremo riavere la libertà.” Disse. “Non ci resta che combattere! Alzatevi per la libertà!!!”
Il suo ultimo urlo fu accompagnato da grida gemelle, che risuonarono per tutta la prigione.
~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~

Tutti osservarono Erza increduli per quel racconto.
“Simili mostri… no, nemmeno i mostri arrivano a certi livelli…” Mormorò Hermione, mentre anche gli altri pensavano disgustati a quello che aveva appena sentito.
“Nemmeno Voi-Sapete… no… a questo punto è inutile averne paura… Nemmeno Voldemort è mai arrivato a tanto… se non con Harry…” Fece Fred, chiudendo le mani a pugno, imitato dal gemello.
“Per la libertà…” Continuò Erza, tenendo lo sguardo abbassato. “Così, per salvare Gerard, ci rivoltammo contro i nostri oppressori. A quel tempo Gerard era il nostro leader e l’incarnazione della giustizia… insomma, un modello per noi.”
Titania si girò, mentre i suoi occhi ripensavano con dolore a ciò che avevano visto anni prima. “Ma da quel giorno… Gerard cambiò completamente. Se oggi c’è una persona che incarna il male, direi senza dubbio che è Gerard.”

~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
Gerard continuò a guardare il pavimento, ignorando la frusta che lo colpiva per l’ennesima volta, lacerandogli questa volta parte della guancia sinistra.
“Questo maledetto… Mi da’ ai nervi che se ne stia così zitto!” Esclamò il soldato piuttosto grasso, che lo stava torturando, mentre un altro fumava tranquillamente lì accanto.
“Quell’altra invece piangeva come una fontana.” Ricordò lui, buttando fuori un po’ di fumo.
“Ah, quello è stato un capolavoro!” Ribatté il primo, per poi scoppiare entrambi a ridere.
Lasciata a terra la frusta, si avvicinò al bambino, prendendolo poi per le guance con una mano. “Ehi… stammi bene a sentire brutto verme che non sei altro. Il Sistema-R un giorno sarà un altare sacro, lo capisci o no? Guarda che quando questa torre vedrà la luce, voi andrete tutti in paradiso. Grazie al Sistema-R potremo resuscitare il nostro dio! Il più grande stregone di tutti i tempi tornerà tra noi!”
Gerard lo guardò per qualche secondo. “Zitto, porco.” Gli disse infine.
La guardia s’infuriò, riprendendo la frusta e ricominciando a colpirlo.
“Come osi?! Ti sembra il modo di rivolgerti a un funzionario sacro?!”
“Lascia perdere quel che dice il moccioso.” Gli fece l’altro, facendogli così interrompere la serie di frustate. “Andiamo. Pare che da oggi pomeriggio possiamo pensarci noi a sopprimere la rivolta.”
L’altro annuì, per poi indicare Gerard. “Fino al giorno in cui non accetterai di venerare il nostro dio te ne starai chiuso qui, capito?!”
Gerard restò in silenzio, aspettando che se ne andassero.
Non appena fu da solo, sospirò.
“Dio, eh?” Commentò, digrignando i denti. “Non può esistere… Non può esistere un dio che non sia in grado di salvare nemmeno un bambino. Odio…”
Odia…
“Odio tutto!” Sputò il blu. “Odio loro, dio e il mondo intero!”
L’odio per il prossimo mi da’ la forza…
Gerard spalancò gli occhi, guardandosi in giro, cercando la fonte di quella voce.
Certo che hanno una bella faccia tosta…
Mentre io me ne sto qui…
“C-Chi è là?!”
E dire che vogliono resuscitarmi… e darmi un corpo…
“Dove sei?!”
Non serve a niente tutta questa fede…
Senza l’odio più profondo non possono sentire la mia presenza.
“Vieni fuori!”
Il destino ti è propizio, ragazzino.
Hai potuto incontrare il dio che loro tanto venerano.
Gerard non poté fare altro che spalancare gli occhi, mentre un vento oscuro lo avvolgeva completamente.
Il mio nome è Zeref… e l’odio è ciò di cui sono fatto.


I prigionieri continuarono la loro avanzata, riuscendo a mettere fuori gioco i soldati grazie alle armi rubate e agli attrezzi che usavano per lavorare.
“Entro oggi dobbiamo liberare i settori dall’uno all’otto! Non mollate!” Urlò Erza, alzando una spada, mentre con l’altra mano teneva uno scudo di legno.
“Non è possibile! Ci sono troppi soldati lì!” Replicò Shimon.
“E invece sì! Dobbiamo salvare Gerard!” Ribatté la rossa.
“Sei uno smidollato, Shimon.” Fece sorridendo Wally, dandogli una pacca sulla schiena.
Il ragazzo lo spinse via subito.
“Erza!” Disse, avvicinandosi. “Dimmi la verità, a te piace Gerard?”
“Eh?!” Esclamò lei sorpresa. “M-Ma ti pare il momento di fare questi discorsi?!”
Shimon fece un profondo respiro. “I-Io ti-”
Non riuscì a finire la frase.
Una palla di fuoco gigante lo colpì in pieno sotto il mento, facendolo volare via.
Tutti si girarono verso la direzione da cui era arrivata la magia, vedendo così un piccolo esercito di maghi, tutti con delle staffe magiche tra le mani.
“Shimon!” Urlò invece Miriana, andando a soccorrere l’amico, rimasto a terra privo di sensi con il fumo che gli avvolgeva la mascella, nascondendo il danno subito.
L’attimo dopo i maghi cominciarono a lanciare una serie di magie, che costrinsero tutti a scappare in cerca di un riparo, tranne Erza, che restò dove si trovava, paralizzata dalla sorpresa. Si riprese in pochi secondi, voltandosi verso i compagni in fuga.
“No! Non arrendiamoci! Dobbiamo combattere!” Gridò, senza però venire ascoltata. “Salvate Gerard!!!”
Presa dalla foga, non si accorse che un mago l’aveva presa di mira, scagliandogli contro una sfera di fuoco.
“Erza!!!” Urlarono i suoi amici, accorgendosene.
La rossa si girò, spalancando l’occhio e alzando lo scudo.
L’esplosione che seguì nascose la scena a tutti i presenti.
Quando il fumo cominciò a dissiparsi, il volto del vecchio che l’aveva consolata prima si rivelò, seguito presto dal resto del corpo e da Erza, che era a terra dietro di lui.
“N-Nonno Rob…” Sussurrò lei, tremando di paura, mentre vedeva cadere a terra i brandelli della maglietta dell’anziano.
“S-Sono contento di essere servito ancora a qualcosa…” Mormorò lui, tremando per lo sforzo di restare in piedi. “È passato molto tempo da quando ho perso l’uso della magia… ma tu, Erza, hai ancora infinite possibilità.”
“Nonno!” Urlò lei, mentre le lacrime cominciavano a offuscarle la vista dell’unico occhio che le era rimasto.
“Le tue risorse sono nel tuo cuore.”
Sentendo quelle parole, a Erza tornò in mente un discorso che avevano avuto molto tempo prima.

“Nel cuore?” Domandò Erza, guardando il vecchio Rob.
“Sì. Tutto nasce da un cuore che sa credere. Puoi pensare alla chiromanzia, alla fede e alle preghiere come a una specie di ‘magia’. Sono dei miracoli che solo le persone che credono possono sentire.” Spiegò lui, sorridendole. “Solo le persone che credono nell’esistenza della magia, che credono nella propria forza e che credono nella natura possono usare la magia.”
“La magia… mi sembra una cosa bellissima!” Esclamò Erza, con gli occhi che brillavano, per poi afferrare una scopa che usavano per pulire, mettendosi cavalcioni su di essa.
“Io un giorno vorrei diventare una maga…” Fece, cominciando a saltellare in giro, ignorando le catene che le limitavano i movimenti. “… e volare nel cielo su una scopa!”
“Se è quello che vuoi… potrai volare in libertà!”
Erza si voltò a guardarlo sorridendo. “Così poi faccio salire anche te!”

Fu con quel ricordo che la rossa vide Rob cadere in ginocchio.
“Non pensavo di poter vedere un sorriso come quello in un posto simile…” Mormorò lui, pensando allo stesso episodio.
“Nonno!” Urlò Erza, andando ad aiutarlo.
“La libertà… sta nel proprio cuore.” Continuò Rob, per poi cominciare a cadere in avanti. “Il tuo sogno, Erza… si realizzerà… di sicuro…” Spirò, cadendo sul pavimento, mostrando il tatuaggio di Fairy Tail sulla schiena, ma che scomparve subito dopo.
Erza guardò tremando il corpo di colui che si era sacrificato per lei, cadendo in ginocchio.
“N-Nonno… NONNO!!!” Urlò con tutto il fiato che possedeva.
Nel frattempo Wally aveva raccolto Shimon. “Presto, dobbiamo ritirarci! Erza-”
Ma s’interruppe quando la bambina cacciò un altro urlo, ancora più forte del precedente, costringendo tutti i voltarsi verso di lei.
Prima che qualcuno potesse intervenire, le spade che giacevano a terra cominciarono a tremare, seguite dal pavimento, che s’incrinò sotto la rossa e il suo grido colmo della rabbia più pura. Le rocce attorno a lei si sollevarono per poi disgregarsi, sotto lo sguardo sorpreso e spaventato di tutti.
Infine le spade si alzarono in volo, puntando i maghi.
“Eh?!” Esclamarono questi, sgranando gli occhi. “Le armi… stanno volando contro di noi?!”
Senza lasciare loro una via di scampo, le spade schizzarono tra di loro, uccidendoli tutti senza alcuna pietà. Il massacro durò solo qualche secondo, finché nello spiazzo non regnò il silenzio totale, interrotto solo dall’ansimare di Erza, seguito dal tintinnio delle spade che ricaddero a terra.
La rossa sollevò una mano, guardandola tremare.
“G-Grande…” Mormorò Wally. “Tutti i soldati… in pochi istanti…”
“Sorellina…” Fece Sho, sorridendo. “Tu sai usare…”
“Questa… Questa è la magia.” Rispose lei, chiudendo la mano a pugno. “Ce la posso fare!” Pensò, con rinnovata determinazione. “Con questo potere posso salvare Gerard!”
Si rialzò, asciugandosi le lacrime.
“Nonno… posso conquistare la libertà!”
Con questo pensiero, alzò la spada verso l’altro.
“Venite!!!” Chiamò a gran voce, seguita dalle grida di ovazione di tutti i prigionieri, che ora avevano più di una speranza di poter uscire da quel luogo.

“A-Aspetta un momento…” Balbettò terrorizzato uno dei due soldati che avevano torturato prima Erza e poi Gerard, indietreggiando e alzando le mano in segno di resa, fissando la bambina che avanzava verso di loro armata di due spade, una normale e una dalla lama tre volte più larga. “Mi dispiace per quello che abbiamo fatto… Ma, vedi, noi dovevamo ubbidire ai nostri superiori e non avevamo scelta…”
A quel punto intervenne l’altro uomo. “Ora, però, della setta siamo rimasti solo noi… Avete vinto… F-Facciamo pace, che ne dici? Eh?”
Mentre dicevano ciò, i due, assieme a pochi altri superstiti, continuarono a indietreggiare, mentre Erza continuava ad avvicinarsi.
Solo a quel punto la bambina alzò lo sguardo verso di loro.
“Toglietevi.” Disse semplicemente, per poi sparire e riapparire oltre i soldati, lasciando dietro di sé una serie di tagli profondi sui loro corpi, sufficienti per farli cadere a terra privi di sensi.
Senza fermarsi, continuò la sua avanzata, finché finalmente non avvistò Gerard, ancora legato e con lo sguardo rivolto verso il basso.
“Gerard!” Esclamò felice Erza, correndogli incontro e tagliando le funi che lo tenevano prigioniero, per poi stringerlo in un abbraccio. “Va tutto bene, è finita! Abbiamo fatto come hai detto tu… abbiamo combattuto!” Dopo aver detto ciò però abbassò il tono di voce. “Shimon è ferito gravemente… e il vecchio Rob, per proteggermi… Ci sono state tante altre vittime.”
Gerard non disse nulla, limitandosi ad ascoltare.
“Però ce l’abbiamo fatta! Ora siamo liberi!” Dopo aver detto ciò, la rossa sollevo per un braccio l’amico, aiutandolo a camminare. “Andiamo! Wally e gli altri hanno rubato il traghetto di quei farabutti! Possiamo andarcene da quest’isola!”
“E-Erza…” Mormorò Gerard, attirando l’attenzione della bambina, che spalancò l’occhio quando venne avvolta da un abbraccio.
“Non dobbiamo più scappare.” Disse con calma il bambino.
“Eh?” Fece Erza, per poi lasciare andare un piccolo lamento quando la presa divenne più forte. “G-Gerard…?”
“La vera libertà è qui.” Continuò lui sorridendo, usando un tono che la rossa non aveva mai sentito prima.

“Oh!!! Guarda questo!” Esclamò Wally a Miriana, mentre assieme agli altri prigionieri aspettava sul ponte del traghetto di cui si erano impadroniti, frugando in una cassa di legno e tirando fuori una piccola scatola. “È un Lakrimagico-Film!”
Miao? Cos’è un Lakrimagico-Film?” Domandò lei.
“È un cristallo su cui è memorizzato un film. Chi avrebbe mai detto che quelli avessero una cosa simile?!”
“Ma cos’è un film?”
“È una pellicola che ti fa vedere una storia recitata da attori. Be’… nemmeno io ne ho mai visto uno, però.” Dicendo ciò cliccò un bottone laterale.
Immediatamente, dalla scatola uscì un fascio di luce che creò uno schermo olografico, dentro il quale era possibile vedere un uomo che sparava in stile Western, vestito esattamente come il futuro Wally.
“Mi spiace Tony…” Disse il pistolero, soffiando sulla canna, per poi prendere da terra un cappello e portandoselo in testa. “Ma sin dal nostro incontro il tuo destino… era segnato.”
“WOW, che duro!!!” Urlò Wally al settimo cielo, mentre Miriana lo guardava sconcertata.
Sho invece guardava l’isola, sospirando. “Ma quanto ci metti, sorellina?”

Erza si allontanò dall’amico, che barcollò camminando verso l’uscita.
“Gerard? Ma che dici? Andiamocene via da quest’isola. Scappiamo insieme!”
“Erza… in questo mondo non esiste la libertà.” Disse lui, facendola bloccare. “Io l’ho capito. Non abbiamo bisogno di una libertà temporanea.” A quel punto si voltò a guardarla, fissandola con occhi folli. “La vera libertà è il mondo di Zeref!” Esclamò.
La rossa indietreggiò, osservandolo camminare verso i corpi dei soldati.
“Alla fine ho cominciato a capire almeno un po’ i sentimenti di quelli che volevano resuscitarlo… Ma loro erano solo degli stupidi adepti, incapaci di comprendere la sua vera natura… Giusto?” Dicendo ciò poggio il piede scalzo sulla testa di uno di loro, che gridò, rivelando di essere ancora cosciente.
“Questa torre la prendo io. La completerò e poi farò resuscitare Zeref con il Sistema-R.”
“M-Ma che hai, Gerard?” Domandò Erza, tremando. “Non capisco di cosa stai parl-”
Non completò mai la frase.
Sotto il suo sguardo terrorizzato, Gerard schiacciò con la semplice forza bruta la testa dell’uomo, facendola letteralmente scoppiare in una pozza di sangue. A quel punto gli altri uomini si alzarono, cominciando a correre per salvarsi, tranne uno, che era il più vicino a Gerard.
“F-Fermati…” Cominciò, per poi venire lanciato contro la parete da una forza invisibile, sfracellandosi completamente contro essa.
“Magia…” Mormorò incredula Erza, guardando la scena incapace di agire.
Gerard continuò a sorridere, per poi muovere velocemente le braccia innanzi a sé. Immediatamente, gli altri uomini meno uno scoppiarono come bolle, riempiendo la stanza di sangue.
“Smettila, Gerard!!!” Urlò terrorizzata la bambina, mentre l’ultimo superstite cercava di raggiungere l’uscita.
“Smettere?” Ripeté il bambino, guardandola di traverso. “Ma tu non li odi, Erza?”
“Li odio ma… questo…”
“No.” La interruppe lui. “Così non va. Così non puoi percepire Zeref.” Alzò nuovamente un braccio, facendo esplodere anche l’ultimo dei soldati, costringendo Erza a distogliere nuovamente lo sguardo.
Incurante di ciò che aveva appena fatto, scoppiò a ridere.
“Gerard… torna in te…” Lo supplicò. “Devi essere sconvolto dopo essere stato torturato per tutto quel tempo…”
“Sono perfettamente lucido.” La smentì. “Erza… Io e te, insieme… potremmo completare il Sistema-R… anzi, la Torre del Paradiso… e far resuscitare Zeref!”
“Smettila di dire assurdità! Dobbiamo andarcene da quest’isola!”
Gerard spalancò gli occhi, ma non per la sorpresa. Senza nemmeno lasciarle il tempo di realizzare un pensiero, creò una sfera di energia che scagliò contro l’amica, facendola volare contro la parete, su cui rimbalzò prima di cadere a terra, rotolando per un piccolo pendio.
“Gah…” Si lamentò, rialzandosi.
“E va bene!” Esclamò Gerard, guardandola dall’alto in basso. “Se proprio ci tieni ad andartene da quest’isola, vattene da sola.”
“Da sola?” Ripeté lei sconvolta.
“Gli altri li prendo tutti con me. Per costruire la Torre del Paradiso mi serviranno molte braccia.” Mentre parlava cominciò a scendere verso di lei. “Ma non devi preoccuparti, io non sono come quei farabutti. Darò a tutti cibo, vestiti e degno riposo. Infatti, con la forza e il terrore, l’efficienza calerebbe troppo.”
Erza continuò a fissarlo incredula. “Ma che dici?! Tutti sono già sulla nave! Stanno solo aspettando noi! Come puoi pensare che torneranno a lavorare qui?!”
“È stata colpa di quei bastardi, che non hanno saputo attribuire il giusto valore al lavoro. Io darò a tutti una motivazione, che corrisponde al privilegio di lavorare per il grande mago Zeref!”
“Gerard… ti prego, apri gli occhi…”
Per tutta risposta il bambino alzò la mano, facendo uscire dal pavimento sotto Erza due mani nere che la presero per il collo, sollevandola.
“Ugh… n-non respiro…” Balbettò lei, cercando di liberarsi.
“Non mi servi più.” Sentenziò Gerard. “Però non ti ucciderò… Dopotutto, devo ringraziarti per aver tolto di mezzo tutti gli ostacoli. Ti farò andare via dall’isola. Va’, e gustati la libertà.”
“Gerard…”
“Inutile dirlo, ma… vorrei che tu non ne facessi parola con nessuno. Se il governo venisse a sapere dell’esistenza della Torre del Paradiso, tutti i miei piani andrebbero in fumo.” Gerard continuò a fissarla con un’espressione folle. “Se dovessero scoprire qualcosa, sarei costretto a distruggere ogni prova. Ovvero questo posto… con tutta la gente che c’è dentro.” Illustrò. “Tu devi stare alla larga da qui. Ucciderò chiunque dovesse venire a ficcare il naso. Vediamo… Sì, per primo ucciderei Sho.” Continuò divertito, mentre Erza cominciava a piangere dall’occhio sinistro.
A quel punto il ragazzo scoppiò nuovamente a ridere.
“È questa la tua libertà! Vivrai con il peso della vita dei tuoi amici sulle spalle!”
Furono queste le ultime parole che la rossa sentì prima di perdere i sensi.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò a contatto con la sabbia e le onde del mare.
Guardandosi intorno disorientata anche dal buio della notte, si alzò, solo per fare qualche passo prima di cadere a terra per la debolezza.
Si guardò le braccia e le gambe, finalmente libere dai resti delle catene.
Qualche lacrima solitaria le scivolò sulla guancia, fino a cadere nella sabbia.
Erza chiuse le mani a pugno, per poi cacciare un urlo disperato che risuonò nella notte.
~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~

Tutti guardarono Erza in silenzio, incapace di dire altro.
“Io…” fece lei, tremando, per poi voltarsi a guardarli. “…devo combattere contro Gerard…” Concluse, piangendo dall’occhio sinistro.



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Ed eccomi di ritorno dalle vacanze con il nuovo capitolo!
Sì, lo so, non ci sono molte novità in questo capitolo, tuttavia era necessario spiegare la storia di Erza, che sarà fondamentale per questa saga. Spero che sia comunque risultato di vostro gradimento!
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno recensito e aggiunto tra le seguite e le preferite questa fan fiction! (Che, modestamente parlando, dalle ricerche che ho fatto risulta essere il più lungo crossover tra Harry Potter e Fairy Tail del mondo! (XD))
   
 
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