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Autore: Elisalamander    02/09/2014    2 recensioni
"Sentii un soffio gelido dietro di me... nonostante non ci fosse nessuno."
In collaborazione con Federicottero
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Fraffrog, RichardHTT
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Dissero a me e Roberto della ricerca Francesca. Sapevamo entrambi di quello che le era successo, ma pensavamo che fosse stato Riccardo, gli stemmo alla larga. Saputo questo capimmo che il demone avrebbe preso ognuno di noi. Ne parlavamo ogni giorno, era diventato l’ unico argomento di conversazione. O meglio, non avremmo potuto pensare ad altro. Ma non ci volle molto a capire che non potevamo fare niente. Smettemmo di parlarci. Ogni giorno c’ era solo silenzio, e, ogni sera, faticavamo ad andare a dormire. -Rob, io non ce la faccio più, torno dai miei. Non voglio che quel coso mi faccia ciò che è accaduto a Francesca e Riccardo. Non possiamo andare avanti così.- -Non credo che sia così facile, pensi davvero che semplicemente andando a Roma riusciresti a far andare via il demone?- -E tu pensi davvero che vivere nel terrore e non parlare d’altro sia utile?- -Va bene, fa come ti pare.- In quel periodo la tensione era palpabile, andai in camera mia, feci le valige e salutai i miei coinquilini. Stavo per uscire quando qualcosa mi bloccò e mi scaraventò dall’altra parte della stanza facendo sbattere fortissimo la mia nuca contro il muro. Davanti a me si stagliava la figura nera di quello che dovrebbe essere il demone, stava sorridendo, quasi a volersi prendere gioco di me. Mi afferrò per il collo e mi sollevò da terra stringendo sempre più la sua presa. Annaspavo in cerca d’aria, le mie gambe calciavano a vuoto “Non può finire così, non deve, non in questo modo.” Ormai avevo perso ogni speranza quando, improvvisamente, arrivò Roberto armato della sua chitarra che stava per spaccare sulla schiena del mio aggressore ma lui sparì facendomi cadere a terra. -Simo, tutto apposto?- chiese prendendomi per il braccio per aiutarmi a rialzarmi -Sì, l’ho visto- risposi una volta in piedi -Cosa?- chiese lui confuso mentre appoggiava la sua “arma” per terra -Il demone, non vuole che andiamo via, vuole giocare con noi finché non si sarà stancato- Da allora mi seguiva sempre, come faceva con gli altri coinquilini. Ci studiava, ci osservava, sempre con quel ghigno stampato sul volto. Eravamo i suoi giocattoli, si divertiva nel torturarci psicologicamente, nel fissarci con i suoi enormi occhi in attesa di un nostro passo falso, per sferrare l’ultimo colpo, non sappiamo quando, né come, siamo solo consapevoli del fatto che non potremo scappare per sempre, prima o poi non lo divertiremo più, si stuferà di noi, e sarà allora che si sbarazzerà dei suoi vecchi giocattoli.
  
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