Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Ribryus    02/09/2014    0 recensioni
"Ho sempre desiderato essere diversa dagli altri e, in fondo, pensavo di esserlo. Queste, però, sono solo fantasie di una povera ragazza che legge troppi manga e che guarda troppi anime!
Ma è da quel giorno, quando ho incontrato lui, Scarlet, che davvero la mia vita ed io siamo cambiate del tutto."
La lunga pace durata 3 secoli su Giyos e gli altri mondi viene interrotta dall'ennesima minaccia di Béres, il drago rinnegato. Il sigillo che lo teneva imprigionato è stato distrutto e i suoi frammenti sono andati perduti. Un portale viene aperto ed il primo passo verso la conquista della libertà e dei mondi da parte del drago dovrà esser fermato solo dai Prescelti di Giyos. Ma bisogna affrettarsi nel trovare sia tutti i frammenti del sigillo e sia tutti i Prescelti perchè l'Orologio dei Mondi si è attivato indicando che entro un anno Béres raggiungerà i suoi oscuri obbiettivi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Davanti la panchina dov’erano seduti, si trovava un piccolo parcheggio per moto. Stefano si avvicinò ad un motorino, cacciò una chiave dalla tasca dei jeans e salì a bordo del veicolo. “Non Sali?” domandò a Rebecca. Lei annuì non molto convinta e salì. Aveva sempre desiderato salire su un veicolo del genere, avrebbe voluto anche guidarlo, ma in cuor suo non si sentiva a suo agio lì sopra e aveva un po’ paura sin da quando era bambina, quando salì la prima volta sulla moto di una sua cugina. “Ehm…non dovresti indossare un casco?” Il ragazzo fece un sorriso.
“No.” disse con nonchalance.

Partirono e ci misero più o meno un quarto d’ora per arrivare fino ad una vecchia stradina in periferia. La presero e si ritrovarono davanti ad un grande e vecchio cancello arrugginito. “Ok, possiamo scendere.” disse il ragazzo. “Davvero? Qui?” chiese meravigliata la ragazza osservandosi intorno. Il luogo non era dei migliori: sembrava abbandonato a se stesso, alberi –soprattutto pini e querce- ovunque; la vegetazione era fitta tanto da coprire il cielo. Attorno vi era una lunga recinsione in pietra e, accanto al cancello, c’era un citofono, anch’esso abbastanza vecchio. All’interno della recinsione c’era una grande villa molto vecchia dove in alcuni punti si notavano piccole crepe. Era molto alta come casa ed il tetto superava le chiome degli alberi. Dava l’aria di esser sul set di un film horror.
Stefano premette un pulsante al citofono da cui rispose una voce da donna. Anziana, probabilmente. Era una voce squillante e stressata. “Chi è?” domandò la voce.
“Apri, Carmen. Sono io.” rispose Stefano.
Il cancello si aprì automaticamente. Rebecca l’osservò di stucco, non immaginava che un oggetto così antiquato potesse esser automatico.

Il giardino era enorme: c’era un viottolo diritto dove, al centro, sorgeva un’elegante e non funzionante fontana decorata con dei putti. Il giardino non s’intonava col paesaggio e la casa: era ben curato, siepi a forma di sfera, arbusti fioriti e aiuole sparse attorno alle siepi e alla casa.
I due ragazzi arrivarono all’ingresso della casa e alla porta, ad aspettarli, c’era un uomo, intorno ai 40 anni, vestito in modo elegante. Aveva un’espressione seria, ma allo stesso tempo dolce. “Bentornato, signorino.” disse con un accento inglese. “Hey, Vi’!” rispose il ragazzo dandogli una pacca amichevole dietro la schiena. “Lei è Rebecca e lui” fece per indicare l’uomo “è il maggiordomo, Vincent.”
“Salve.” disse con garbo la ragazza. Rimase ammaliata da quella casa: orribile all’esterno e affascinante all’interno. L’arredamento era tutto antiquato e l’ingresso era enorme; una cosa davvero particolare che colpì Rebecca fu il grande orologio in rame al soffitto circondato da raggi sinuosi, probabilmente in ferro battuto. In fondo c’era una grande scalinata. Stefano se la tirò dietro e presero le scale. Salirono al secondo piano: c’erano due bagni, una libreria e uno studio; Rebecca non aveva fatto ancora il giro turistico della casa, ma sulla porta di ogni stanza c’era una targhetta con scritto che tipo di stanza era. Il resto del piano era pieno di bellissimi corridoi. Alla fine, si fermarono allo studio.

Stefano bussò e delicatamente aprì la porta. “Nonno, sono i-“
“Ohohoh! Stefano! Come stai? Com’è andato il primo giorno di scuola?” lo interruppe l’anziano stringendolo a sé. Stefano ricambiò l’abbraccio. Erano molto affiatati quei due. L’anziano aveva un’aspetto simpatico: era magro e abbastanza alto, aveva una pettinatura simile a quella di Albert Einstein, ma con meno capelli in testa e di più ai lati, ed il suo stesso taglio di baffi; portava un paio di occhiali alla Harry Potter ed un impermeabile grigiastro che gli arrivava alle ginocchia. A Rebecca scappò un sorrisetto a quella scena. “Oh!” si sorprese quando posò gli occhi su Rebecca. “Io sono Constantine.” e fece un occhiolino. “ E tu, come ti chiami?” domandò sorridendo. “Rebecca.” Intimidita, contraccambiò un sorriso. “Vedo che hai già fatto conquiste, eh!” disse punzecchiando col gomito il braccio del nipote. “Non è la mia ragazza. Comunque, nonno, lei” indicò la ragazza. “è una prescelta.” Gli occhi del vecchio si allargarono leggermente e fece accomodare i due su due sedie mentre lui si sedette sulla poltroncina di velluto verde scuro dietro la scrivania. Lo studio era anch’esso antiquato, ma  ricordava un po’ qualcosa che aveva a che fare con lo steampunk.

Stefano raccontò di come Rebecca era attratta da quel simbolo e dello strano terremoto avvenuto poco tempo prima.
“L’ho sentito anch’io e mi ha lasciato parecchio pensieroso. Un terremoto di magnitudine così alta non lascerebbe intera una città. Spero che non sia accaduto…” s’interruppe il vecchio.  “Cosa?” domandò preoccupata Rebecca. “Devi sapere che esistono diversi mondi a parte il nostro e quando il portale di uno di questi mondi viene aperto in un altro genera fenomeni naturali inspiegabili. Per esempio, il terremoto di poco fa.”
“Quindi si è aperto un portale in questo mondo?” domandò Stefano.
“Certo, ma bisogna capire da dove proviene?”
“Perfetto. E come faremo, nonno?” domandò il ragazzo abbandonandosi allo schienale. “Forse ho capito. Stefano, hai detto che la tua amica è inconsciamente attratta dal tuo simbolo, quindi è una possibile Prescelta.” Fece un attimo di pausa. “Ed i Prescelti ed i possibili Prescelti si risvegliano solo quando…”
L’anziano s’interruppe, sembrò essersi paralizzato. Gli occhi gli si spalancarono e corse verso un’altra stanza, ma un botto improvviso fece cadere a terra i tre. La parete dello studio era stata sfondata dall’uomo che inizialmente aveva spiato  Rebecca e Stefano sotto la scuola. I tre lo guardarono con aria incredula: sembrava un normalissimo uomo di mezz’età a capo chino. L’uomo rialzò la testa e fece vedere la sua espressione vuota, persa: gli occhi erano grigi, spenti e bui, non avevano più vita. Avanzò lentamente verso di loro; sembrava davvero uno zombie. Stefano si rialzò di scatto e andò ad aiutare suo nonno. L’essere alzò una mano e da lì si cominciò a creare una piccola sfera viola diafana che poco a poco diventava sempre più grande. Alzò lentamente il braccio e con un movimento repentino la scagliò contro di loro, ma la mira fu sbagliata. “Ma cos’è?!” gridò Rebecca mentre lei, Stefano ed il nonno uscirono immediatamente dallo studio e scesero le scale. Carmen impugnava fortemente una grande padella mentre Vincent stringeva tra le nocche tre coltelli per ogni mano.
“Abbiamo sentito un boato arrivare dal piano superiore! Cos’è successo?!” gridò
“Non lo sappiamo nemmeno noi!” rispose Stefano. “State bene, signore?” chiese Vincent a Constantine mantenendo uno sguardo impassibile nonostante quel che era appena successo. “Si si, sto bene. Ma dobbiamo preoccuparci per altro: Béres è tornato!”

----------------------------------
ANGOLO DELL'AUTRICE
Bentornati, cari lettori. (^_^)
Allora, dopo una luuunga pausa sono ritornata! In questo capitolo non è ancora stato spiegato tutto dal nonno di Stefano mentre nel prossimo capitolo...hehehe...chissà!
AVVISO IMPORTANTE: la mia sotria horror, "Sant'Andreas", non credo che verrà mai finita. A me non piace lasciare le cose incomplete, ma per quella storia non ho più ispirazione, purtroppo. So che ad alcuni di voi piaceva, ma continuandola senza ispirazione mi uscirebbe un orrore enorme e non mi va di rovinare una storia, la mia prima storia. *Si commuove.*
Bé, alla prossima! :D

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Ribryus