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Autore: chialovegood    02/09/2014    3 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla guerra magica. Hogwarts è stata ricostruita e i tre protagonisti sono tornati a scuola. Le lezioni riprendono, ma si verranno a scoprire nuovi particolari su una delle studentesse della scuola. Fred non è morto. I serpeverde non sono cambiati di una virgola,sopratutto una ragazza...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Movieverse | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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“E da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,

e per amore sarò, sarai, saremo”                       -Pablo Neruda


31 Dicembre
Si respirava nell’aria di casa Lovegood un’emozione strana. Agitazione, felicità, paure.
Ginny continuava a guardare l’orologio e a ticchettare le dita sul tavolo.
Cho e Luna passarono la giornata in terrazza a meditare.
George e Neville passarono la giornata in salotto raccontandosi del più e del meno.
Harry cercava di calmare la sua ragazza alquanto isterica.
Io e Fred restammo in camera per tutta la mattinata.
Sapevamo cosa sarebbe successo quella sera dopo i fuochi d’artificio. E non volevamo stare in mezzo ai ragazzi che sembravano dovessero affrontare i M.A.G.O. più difficili della storia.
Dopo una doccia decisi di passare a vedere la voliera sul retro della casa.
Era un edificio immenso. Tutto in vetro e in acciaio dorato. Ricordava molto la Royal Ballet School di Londra. L’unica differenza era che vi erano molte gabbie per rapaci e uccelli aperte. Con un incantesimo mi ritrovai catapultata in una specie di piccola foresta fatta di alberi e siepi intrecciate tra loro con rami molto spessi su cui stavano appollaiati gli uccelli. Alcuni gufi e barbagianni volavano indisturbati. C’erano anche un astore e delle aquile. Più in basso invece scorsi alcuni uccelli tropicali. Pappagalli, Jacamar dalla coda rossa, Agapornis inseparabili (detti così per definizione) e un sacco di uccelli tropicali dai nomi strani. Mi ricordo di averli studiati tutti su dei libri presi in biblioteca da bambina. Un giorno un gufetto si era affacciato alla finestra di camera mia e iniziai a studiare  i nomi degli uccelli più belli e colorati. Ad un certo punto notai che qualcosa volava verso di me e alzai di scatto il braccio per farlo planare su di esso. Un bellissimo e maestoso uccello si posò delicatamente sulla mia felpa. dal suo piumaggio arancione e bianco lo riconobbi subito. Non avevo mai visto un esemplare da vicino. Un magnifico Uccello del paradiso. Simbolo di vicinanza a Dio e distacco dal mondo secondo le leggende. Tentai di avvicinare una mano al suo piumaggio e per prima cosa si scostò un po’ per la paura. Poi mi diede fiducia e mise la sua testa sotto il palmo della mia mano.
“Agape” disse qualcuno alle mie spalle.
Mi voltai. Luna mi sorrideva e mi guardava.
“Come scusa?”
“L’uccello che hai sul braccio. Lei è Agape”
“Le si addice”
“Meravigliosa non credi?”
“Si. È un bellissimo esemplare”
“Il suo nome significa…”
“Amore” la interruppi. Lo dissi automaticamente. Il greco antico mi aveva sempre affascinato.
“Esatto.”
“Come mai hai scelto questo nome Luna?”
“Non lo so.. In realtà perché credo che se le leggende su questo uccello sono vere allora rappresenti l’amore”
“Il distacco dal mondo sarebbe l’amore?”
“In un certo senso. Quando si è innamorati in fondo ci si stacca dal mondo no? Stacchi il cervello e non capisci più niente”
“In effetti il ragionamento non fa una piega.”
“Il mio bisbisbisnonno diceva che quando trovò l’amore della sua vita, cioè la mia bisbisbisnonna, un Uccello del paradiso sorvolò la loro testa la prima volta che si incontrarono.”
“Che storia romantica”
“Esatto. Da piccola mi immaginavo che un uccello del genere sarebbe venuto a bussare alla mia porta e a dirmi che aveva trovato quello giusto per me. Invece è arrivato un gufo contro la mia finestra, e di conseguenza una chioma rossa è spuntata dalla mia porta. Buffo no?”
“Immagino che la chioma rossa fosse..”
“George. Esatto”
Iniziammo a ridere.
Che personaggio Luna. Così pacata e dolce. Una sognatrice. Mi fa tenerezza ogni volta che ci parlo.
Poi mi venne un’idea.
“Luna sei agitata per stanotte?”
“Un po’, ma nel senso buono. Sono esperienze nuove che cambiano il modo di vedere la vita”
“Devo chiederti un favore”
“Certamente..”
“Stasera potrei usare questa voliera? Con Fred intendo.. Vorrei organizzare una cena..”
“Eh… In realtà è già stata occupata..”
“E da chi?”
Ero sorpresa. Nessuno userebbe una voliera per passarci la prima notte dell’anno. Sapete.. Tutti quegli sguardi addosso..
“Segreto della padrona di casa..”
E se ne andò. Salutandomi con la mano mentre usciva repentina dalla porta principale.
E ora?
Dovevo trovare un’idea migliore della voliera. Avrei organizzato la camera. Bhè, sarebbe stata carina anche una cena sul balcone della nostra stanza.
Una lettera mi arrivò dietro le spalle e fece volare via Agape.
Era di Fred.
                                                         
Solo chi cerca trova.
Troverai una lettera in camera.
Dove il sole spicca e riflette l’immagine di una ragazza stupenda.
Inizia la tua caccia cara Herm.
Con amore, Fred.
 
Mi misi a ridere.
Quell’idiota aveva organizzato una caccia al tesoro per me.
Ecco come avrei passato il tardo pomeriggio.
Erano ormai le cinque e il sole stava ormai scemando verso il fondo valle.
In poche ore sarebbe apparso il solito tramonto rossastro.
E poi sarebbero comparse le stelle.
Mi avviai verso la camera e notai che non c’era nessuno in casa.
Tutti scomparsi, letteralmente. C’ero solo io in quell’enorme casa.
Un biglietto sul tavolo.
Cara Herm,
Fred ci ha costretto ad andarcene da questa casa.
Per cui auguri nella tua caccia.
Avremmo voluto aiutarti ma niente.
Ci rivedremo tra due giorni.
I ragazzi hanno organizzato diverse caccie al tesoro in luoghi diversi del paese.
Galles, Luna
Londra!!, Ginny
Cina, Cho
Auguri!
Le ragazze”
 
E così tutti se ne erano andati.
Non so se era un bene o un male.
Però era romantico.
Al solo pensiero che Harry, George e Neville avessero organizzato una cosa del genere mi veniva da ridere.
Quei ragazzi che non facevano altro che ridere e scherzare ora organizzavano delle romanticherie per le loro ragazze.
Aprii la porta della camera e mi trovai investita da un profumo buono.
Odore di fragole.
Era inverno inoltrato e lui aveva pensato alle fragole, il suo frutto preferito.
Era un odore che mi piaceva.
Respirai con tutto il fiato che avevo.
Pensai al biglietto successivo.
 “Dove il sole spicca e riflette l’immagine di una ragazza stupenda”
Bhè semplice, la finestra.
Fred non aveva una mente tanto contorta da scegliere posti strani come nascondiglio.
Una collanina con un cuore d’argento pendeva dalla finestra.
Come previsto sulla finestra sventolava un post-it giallo.
 
“Mi troverai se il tuo cuore seguirai.
Ora andrai
dove con gli occhi hai imparato.
351 è l’indizio. Occhi neri e “pelle” rossa.
Risorge da sé.
Un po’ come te.”
 
Dove con gli occhi ho imparato..
La biblioteca!
Luna aveva una biblioteca piena di libri dove ci avrei passato la giornata a leggere se avessi potuto.
Occhi neri…
Pelle rossa…
Risorge da se stesso..
L’unica cosa che mi venne in mente fu la fenice.
Ricordo di aver visto Fanny risorgere dalle ceneri una volta nell’ufficio di Silente.
Mi avviai per il corridoio.
Ancora odore di fragole.
Abbassai il pomello della porta della stanza e quando l’aprii fui investita da un nuovo odore.
Odore di libri. Libri vecchi e libri nuovi. Un odore irresistibile per una lettrice come me.
Questa volta non sapevo dove cercare l’indizio successivo.
Ci saranno stati migliaia di libri stipati in quella stanza con le parete alti, con centinaia di scaffali.
Al centro del tavolo da lettura levitava un libro.
Lessi il titolo:
“La grande enciclopedia degli animali fantastici”
Ricordo di averlo letto tutto un paio di volte.
Aprii alla pagina scritta da Fred.
351.
Sulla sinistra l’immagine di una fenice in volo e sulla destra la descrizione.
C’era un particolare in risalto.
 
Le lacrime di fenice sono l'unico antidoto noto al veleno di Basilisco. Le lacrime possono anche recuperare una persona perfino in punto di morte, mentre il canto della fenice accresce il coraggio dei buoni e accende la paura nel cuore dei malvagi. Possono anche lasciare messaggi esplodendo in fiamme per riapparire da qualche altra parte e lasciandosi dietro un'unica piuma d'oro della propria coda.
 
Qualcosa volò dietro le mie spalle e mi voltai di scatto per la paura.
Una grande fenice stava volando davanti ai miei occhi e mi consegnò un biglietto.
 
“Lei è Fanny, la conosci.
Ora ti porterà al luogo finale della nostra avventura.
Smaterializzarsi è facile ma arriverai fino a qua?
Torna a casa piccola Fanny,
Herm ti seguirà”
 
Lessi ad alta voce tutto il messaggio, magari anche Fanny era curiosa di sapere cosa diceva.
Quando lessi l’ultima frase esplose, proprio come diceva il libro, e si lasciò dietro una piuma della coda che cadde a terra.
La raccolsi, sono estremamente rare da trovare, e mi diressi verso la porta.
Tornare a casa?
Ad Hogwarts?
No, è troppo lontano..
Casa, casa, casa…
Ma certo! Fred ti amo!
E solo ora capivo la frase di Luna.
Corsi in fretta e furia dalle scale e spalancai la porta.
Corsi con tutta la forza che avevo nelle gambe.
A un certo punto mi bloccai. Mi guardai addosso e mi misi a ridere.
Era ora di cena ormai e se Fred aveva organizzato una cena presentarsi in felpa e leggins militari non sarebbe stato molto carino.
Mi smaterializzai in camera.
Ancora profumo di fragole.
Il letto era avvolto in delle tendine di velluto bianco e rosso.
Decisi di non guardare per non rovinarmi la sorpresa da sola.
Aprii l’armadio.
Sapevo quale vestito avrei messo, l’avevo portato giusto per quell’occasione speciale.
Un vestito verde acqua con il corpetto nero e lo scollo a cuore. Aveva la chiusura con dei lacci di seta sulla schiena.
Presi un paio di collant ma dopo il terzo rotto decisi che era meglio evitare.
Calzai le mie Platoe nere con tacco 10 e misi un cardigan di lana color panna.
Stavo quasi bene.
Un filo di cipria sul naso, una riga di matita nera e il gioco era fatto.
“Pettinai” i capelli con uno chignon altro e lasciai delle ciocche sciolte.
Con un colpo di bacchetta feci volare un po’ di brillantini sopra la mia testa e dei leggeri cristalli si formarono all’attaccatura dell’elastico.
Mi smaterializzai davanti alla voliera.
Il cuore mi batteva a mille.
Aprii titubante la porta e vidi quello spettacolo afrodisiaco.
Gli alberi erano spariti, o meglio, erano stati rimessi in  perfetto ordine a formare un ambiente un po’ appartato e libero.
 Un vialetto di piccoli alberelli portava a un tavolo per due.
Gli uccelli volavano sopra di me, ma un incantesimo li faceva volare solo fino a una certa altezza.
Il cielo era buio e privo di nuvole, le candele per terra facevano luce.
Fanny apparve davanti a me e si appollaiò sul mio braccio.
“Fanny!” gridai di gioia.
Un altro biglietto stava sul tavolo apparecchiato per due.
Tutt’intorno c’erano candele profumate e petali di rose.
“Sei arrivata?
Ben lo spero
Ora accomodati
e vedrai la magia.
Son vicino te lo giuro,
ma aspettare dovrai.
Son sicuro
Non te ne pentirai”
 
Fred che faceva il poeta era un immagine che nessuno si sarebbe aspettato.
Mi sedetti e neanche averlo fatto apposta una melodia iniziò a suonare.
Riconobbi subito quella musica.
O’ Children.
La ballai con Harry nel nostro periodo di vagabondaggio.
E una lacrima scese senza neanche chiedere il permesso.
“Santi maghi Fred..”
“Speravo ti sarebbe piaciuta..”
Mi voltai di scatto e lo vidi.
In giacca camicia e.. jeans.
Non si sarebbe messo un completo neanche a morire.
Gli sorrisi e mi alzai.
“Fred.. Non dovevi”
“È stato divertente..”
“Pensavo che gli altri sarebbero rimasti”
“No.. noi ragazzi abbiamo organizzato tutto”
“Come ti è venuto in mente di usare Fanny?”
“Merito della McGranitt”
“È tutto splendido qui”
Si avvicinò e mi cinse la vita.
“Sei bellissima Hermione”
“Gr-Grazie..”
“Grazie a te”
Scostò una ciocca di capelli e mi baciò leggermente le labbra.
Mi accompagnò alla sedia e mi fece sedere. Lo guardai interrogativa.
“Che c’è?”
“Fred Weasley un gentiluomo?”
“Esattamente Miss Granger”
Intrecciammo le nostre mani sul tavolo.
Ci versammo del vino e brindammo.
“A cosa brindiamo precisamente?” chiesi.
“A noi”
“Sai che non reggo l’alcool vero?”
“Lo so, sarà una serata divertente”
“Ah.. Ah.. Ah.. Molto”
“Eddai rilassati..”
“Io non sarò mai rilassata”
“Vuoi mangiare invece di parlare? Io sto morendo di fame”
“Ecco il gentiluomo che è sparito dopo dieci minuti.”
Aveva preparato della pasta alla carbonara (molto inglese eh) e delle zucchine con pesce gratinato.
“Hai veramente preparato tutto tu?”
“Si!”
“Se certo e io sono Tosca Tassorosso”
“Eddai.. Il pesce gratinato l’ha preparato mia madre”
“Ah ecco.”
“Herm”
“Si?”
“Rilassati”
“Ok scusa..”
Iniziai a giocherellare con la forchetta mentre guardavo il tramonto ormai impercettibile che scemava a fondo valle.
Alzai lo sguardo e vidi le stelle. Così mi incantai a naso in sù.
“Herm tutto ok?”
“Si.. Stavo pensando”
“A che cosa?”
“A noi..”
“E cosa pensavi?”
“Che ne abbiamo passate tante, ma il cielo è sempre quello”
“Che c’entra il cielo?”
“Non lo so, ma mi ha fatto pensare da quando siamo arrivati qua, le stelle si vedono benissimo rispetto a Hogwarts”
“Non so che dire..”
“In che senso..?”
“Sei una ragazza stupenda Herm, in tutto quello che fai.”
“Ma che c’entra ora?”
“Che anche se pensi alle stelle sei stupenda, come loro”
“Ma le stelle sono belle al buio”
“Ma tu sei diversa”
“Perché?”
“Perché sei la Luna e il Sole, bella di notte, splendente di giorno. Sei un fenomeno unico”
Stavo per rispondere ma qualcosa mi interruppe.
Sentii un fruscio d’ali e qualcosa appollaiato sulle mie spalle.
“Vai via stupido uccellaccio!”
Mi voltai e vidi Agape che cercava di mordere Fred.
“Fred ma che cavolo fai?”
“Lo mando via no? Ahia!”
“No lascia.. Faccio io”
Aprii il braccio e l’uccello svolazzò su di esso.
“Scusa Herm, pensavo di averli chiusi tutti”
Disse massaggiandosi il dito.
“Tranquillo. Io e questa bellezza abbiamo già fatto conoscenza oggi”
“Come scusa?”
“Non è vero Agape?”
L’uccello annuì come se avesse capito tutto.
“Herm ti sei messa a parlare con gli uccelli adesso?”
“Maddai Fred è un bellissimo uccello”
“Si che mi ha quasi squartato un dito”
“Come la fai lunga… Rilassati”
Usai le sue stesse parole contro di lui.
“Fai umorismo adesso?”
“Ahahah .. Tranquillo adesso la piantiamo..”
Accarezzai la testa di Agape, alzai il braccio e si librò in volo.
“Che strano uccello però, non ne avevo mai visto un’esemplare così”
“È un uccello del paradiso. Razza stupenda. Per alcuni simboleggia la vicinanza a Dio, per altri.. l’amore”
“E per te?”
“Per me rappresenta il distacco dalla realtà, quindi l’amore come mi ha detto Luna”
Prese la bacchetta, la puntò in aria e si attivò qualcosa.
“Guarda Herm”
Alzai lo sguardo e iniziò un magnifico spettacolo.
Fred aveva portato dei fuochi d’artificio dai Tiri Vispi Weasley.
Danzavano nel cielo ed erano tutti colorati.
Finito ci avviammo verso l’entrata della casa.
“Grazie della bellissima serata Fred. Mi sono divertita un mondo”
“Grazie di essere venuta, in tacchi per giunta”
“Non fare lo scemo”
“Domanda… Come hai fatto a cambiarti?’”
Domanda di riserva?
Non potevo certo dirgli che avevo visto quasi tutto il lavoro che aveva fatto in camera.
“Bacchetta, Fred. Bacchetta”
L’alcool stava circolando e rispondeva da solo.
Non avevo bevuto molto, un bicchiere di vino, ma bastava. Mi sarebbe passata in una mezzoretta di calma.
Mi guardò e si fermò un attimo.
Mi alzai un pochino fino a raggiungergli l’orecchio.
“Che ne dici se.. ci spostiamo in camera?”
Audace come non mai.
“Herm.. Tu..”
“Io..”
Gli morsi un orecchio.
“Tu sei sicura di star bene?”
“Mai stata meglio”
“Andiamo”
Non era tanto sicuro, si vedeva, ma mi accompagnò lo stesso in camera.
Arrivammo davanti alla porta della camera.
“Chiudi gli occhi”
“Perché? Tanto ho già..”
E mi bloccai. Dovevo dare un freno alla mia lingua.
“Che hai detto?”
“No niente.. Ho detto che dovevo andare a sciacquarmi la faccia.. Sai per l’alcool”
“Ok, ma adesso chiudili”
Misi le mani sopra gli occhi ed entrai a tentoni.
C’era lui che mi guidava e questo bastava a fidarmi.
A un certo punto ci fermammo.
“Aprili”
Aprii gli occhi e vidi il letto come l’avevo visto qualche ora prima, ma Fred teneva il velluto scostato.
Sul letto c’erano petali di rose rosse, bianche e rosa.
“Wow.. Fred è… È stupendo.”
“Herm.. devo chiederti una cosa..”
“Dimmi..”
“Vuoi fare l’amore con me? Stanotte?”
“Io..”
“Se non vuoi è ok..”
“Io..”
Non sapevo cosa dire.. Ero spaventata e felice che me lo avesse chiesto.
“Io..”
Poi presi la decisione più importante della mia vita.
“Io.. Io ne sarei veramente felice Fred”
“Ti amo Herm”
“Ti amo anche io”
Mi prese dai fianchi e mi fece volteggiare in aria.
Mi appoggiò delicatamente sul letto e gli sorrisi. Accese le candele disposte sul pavimento e mi sorrise ancora.
Iniziò a baciarmi le guance e poi disegnò il contorno delle mie labbra con le dita. Pose le sue labbra sulle mie e mi travolse in una melodia senza fine.
Labbra che danzano con altre labbra.
Lingue che cercano quelle dell’altro.
Mani che si stringono e accarezzano mondi nuovi.
Nuove curve, nuovi spigoli.
Iniziai a baciargli il collo mentre riprendeva fiato.
Mise le mani sulla mia schiena e iniziò a slacciare il nodo di seta che divideva i nostri corpi.
Io gli sbottonai la camicia e accarezzai quella pelle che sapevo ormai mia.
E alla fine restammo così, nudi. Senza sapere cosa fosse il peccato originale. Senza vergogna. C’era solo amore.
Lui navigò sul mio corpo con le sue mani e fremevo al suo passaggio.
Quando arrivò il momento ero sicura, sicura che era lui quello giusto. Agape ne era stata la conferma quella sera, ma non mi basavo di certo sulla storia d’amore di un uccello.
“Sei sicura Herm?”
“Si.”
“Rilassati.. Farà un po’ male..”
“Non.. Non fa niente.”
“Dimmi se ti faccio male ok?”
Mi preparò a quell’entrata brusca.
Ma avevo paura.
Le cose nuove mi fanno sempre paura.
“Herm.. Se non ti rilassi farà ancora più male..”
Annuii con la testa.
“Guardami negli occhi.. Se ti faccio male sei autorizzata a mollarmi un ceffone ok?”
“Non lo farei mai”
“Ora io conto fino a tre e al quattro spingo ok?”
“Ok.. Ma mi sembra una cosa stupida..”
“Fidati..”
E io mi fidavo di lui.
Si avvicinò al mio orecchio e mi baciò il collo.
“Uno..”
Un altro bacio.
“Due..”
Un altro ancora.
Entrò piano al due, senza contare il tre e il quattro.
Spinse.
E gemetti dal dolore.
Stritolai con una mano il lembo del lenzuolo mentre infilzavo le unghie dell’altra nella sua spalla.
“Scusa..”
“Non.. non fa niente..”
“Non volevo..”
Dovevo calmarmi. Alla fine era piacevole.
“Sto bene..”
“So che ti fa male.. Adesso passa.. Promesso.”
Promesso.
“Ti amo Herm”
“Ti amo Fred”
Facemmo l’amore, e non ci stancammo mai dei baci dell’altro, delle mani dell’altro.
Era un continuo inseguirsi tra i petali e le lenzuola.
Quella notte durò tante, tante ore.
Mentre in paese si festeggiava noi facevamo l’amore.
Quando finimmo, per modo di dire, eravamo stesi abbracciati l’uno all’altro.
“Stai bene?”
“Si.. Credo di si”
“Herm.. Guarda.. Le stelle ci guardano”
“Lo so.. Loro ci guardano sempre”
Mi baciò e si infilò sotto le coperte. Alzò il piumone e mi ci infilai come un gatto.
Avevo i capelli scompigliati e le gambe che mi tremavano, ma vicino a me c’era lui. E questo bastava.
ANGOLO AUTRICE:
Scusate il giorno di ritardo ma come sapete, ieri, 1 settembre siamo tutti partiti per Hogwarts!
No ok, scherzavo. Anche quest’anno la mia lettera non è stata erroneamente mandata… T.T
Comunque, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo. Commentate, recensite, buttate il pc nella spazzatura dopo averla letta se non vi è piaciuta.. ^.^
A Lunedì prossimo Piccoli nargilli!
-Lovegood
 
  
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