Comunque sono tornata: spero che vi piaccia, ricordatevi di recensire e...buona lettura!
BecauseOfMusic_
Alle sette fummo tutti convocati per il trucco e la prova costumi.
Alle nove il teatro cominciò a riempirsi: spiai da dietro il sipario e vidi il mio ragazzo in prima fila, insieme ai miei genitori. Scoppiavo dalla gioia: erano riusciti a venire a vedermi! Era molto importante per me averli vicino in quel contesto. Desiderai poter uscire e correre ad abbracciarli, ma rimasi dov'ero sperando che fossero fieri di me; poco prima di andare in scena Joe venne a cercarmi, mi afferrò la mano e mormorò:
-Buona fortuna-
In risposta strinsi la sua con forza -Anche a te-
Il boato del pubblico che accolse la band fu una vera e propria scarica di adrenalina.
Fu una serata fantastica: andò tutto alla grande, le canzoni erano perfette e tutto era nei tempi della scaletta.
Non avrei mai creduto che si potesse cantare così a lungo, non pensavo ne sarei mai stata in grado.
La fine del concerto fu un momento emozionante, perché i Jonas ringraziarono ad uno ad uno tutti i collaboratori, me compresa.
Dopo essermi cambiata pensai di andare a congratularmi con Joe, lo cercai fuori dal teatro, ma vidi che era piuttosto impegnato in una conversazione non verbale con una bella ragazza bionda, e provai uno strano nodo allo stomaco.
La parte più cinica della mia mente disse <
-Sono felicissima che siate venuti, ne avevo davvero bisogno.- Mamma mi sembrò un po’ pallida, ma sorrideva, mentre mio padre non riusciva a nascondere la sua preoccupazione, per quanti sforzi stesse facendo.
-Cosa succede?- chiesi preoccupata.
-Tesoro, c’è un posto in cui possiamo parlare con calma?- mi disse papà prendendomi sottobraccio.
-Si, certo, l’appartamento che abbiamo in affitto è proprio qui dietro.- risposi. Non mi piaceva il suo tono di voce.
Rientrai a casa con i miei genitori, mentre Paul ci lasciò da soli perché potessimo parlare.
-Vi state comportando in modo molto strano, e mi state spaventando, vi prego ditemi cosa sta succedendo- dissi loro appena ebbi chiuso la porta d’ingresso.
-Ricordi quando sono andata a fare il controllo in ospedale il mese scorso?- cominciò mia madre.
-Si- non capivo dove volesse arrivare, o forse lo sapevo e speravo di sbagliarmi.
-Il tumore è ricomparso.-
Mi parve che un macigno mi avesse schiacciato il petto.
Tre anni prima avevano diagnosticato a mia madre un tumore al seno, per il quale aveva fatto tutte le terapie necessarie ed era stata operata. I medici le avevano detto che era possibile che si ripresentasse, quindi avrebbe dovuto fare controlli continui.
Non era comunque servito.
-Datemi dieci minuti per fare la valigia e poi torniamo tutti a casa .- dissi cercando di alzarmi dalla sedia.
-Assolutamente no, Elisa, questo è il tuo sogno, non ti chiederei mai di rinunciare a causa della mia malattia!-
-Mamma pensi davvero che riuscirei a stare qui tranquilla sapendo quello che stai passando?-
-La mamma ha ragione.- sentenziò mio padre –anche io all’inizio pensavo che fosse meglio averti di nuovo a casa, ma questa è un’occasione che può capitare solo una volta nella vita, non devi fartela scappare.-
Dopo circa un’ora di discussioni decidemmo che sarei rimasta se i medici avessero detto alla mamma che anche in questo caso il tumore era operabile, altrimenti sarei salita sul primo aereo di ritorno a casa.
Li accompagnai poi all'imbarco; mentre mamma regolava tutti i documenti papà mi prese in disparte
-Sei sicura che qui vada tutto bene?-
Feci un sorriso mesto –Non è niente di importante,passerà-
Mi guardò attentamente: lui a differenza della mamma sapeva molto bene cosa era successo tra me e Paul
-Tesoro, se non sei felice devi essere sincera: sia con te stessa, che con Paul- rimasi incredula: come poteva aver capito la mia confusione in quei pochi attimi di conversazione?
Dopo aver visto l'aereo partire tornai a casa; vidi che avevo diverse chiamate perse di Joe, ma non avevo voglia di parlargli, ne di ascoltarlo, così le cancellai dalla memoria del telefono.
Ripensai al concerto e a quello che era successo solo pochi minuti dopo: non riuscii a trattenere le lacrime.
Il mio ragazzo mi raggiunse e mi cinse le spalle -Dai vieni a fare la doccia con me-
Mi voltai asciugandomi le guance e lo baciai -Scusa, ma devo finire di fare la valigia, domani partiamo e mi mancano ancora un sacco di cose da sistemare, magari la prossima volta- mi sembrò ingiusto respingerlo in quel modo, ma avevo altre cose per la testa.
Per tutta risposta mi rivolse un sospiro scocciato e andò in bagno sbattendo la porta. Scossi la testa e continuai a fare l'inventario delle cose da portare via.