Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: gridanelsilenzio    02/09/2014    5 recensioni
« Mancanze così non si possono colmare. Mancanze così ti divorano l'anima e distruggono anche la più minima speranza. Mancanze così, mancano per sempre. »
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ALTRA PARTE DEL MIO CUORE.



Distanti un passo dall'amarci e due dal frantumarci.




6.





Dopo quell'episodio, Justin stava nuovamente per uscire di casa, ma una sensazione strana, un senso di disagio si era impossessato di me.
Non volevo che mi lasciasse da sola in quella casa, troppo grande per me, e troppo lussuosa, e troppo silenziosa.
Odiavo anche il silenzio.
La sensazione di vuoto che ti logorava dentro, quella solitudine che il silenzio portava. Non lo sopportavo.
Infatti ero diventata ansiosa.
Respiravo irregolarmente, e quando Justin si era avvicinato alla porta e aveva afferrato la maniglia, il mio cuore aveva per un attimo smesso di battere.
Ti prego non andare avevo pensato.
E in meno di un secondo mi ero ritrovata a non sentire più il controllo delle mie gambe, che avevano cominciato a correre verso di lui, che ancora non se ne era accorto.
Potevo sentire il suo profumo da cinque metri di distanza, ed era un profumo buonissimo, che ti faceva sentire calma al solo annusarlo.
Si era girato, sorpreso di trovarmi lì, esattamente dietro di lui.
Con un sopracciglio alzato, mi guardava, e io non potevo fare nient'altro se non sorridere abbastanza in imbarazzo.
« Che succede? » mi aveva chiesto.
Trafficava con una mano in una tasca della sua giacca di pelle nera, era alla ricerca delle chiavi, probabilmente.
« Non voglio rimanere qui.. da sola » risposi.
Avevo marcato "da sola", per fargli capire che sarei andata con lui ovunque.
Ma non capivo perché volevo fidarmi così tanto di quel ragazzo, non capivo perché volevo scoprirlo.
« Posso venire con te? ».


Ci stiamo sorridendo.
Non ci sono parole per esprimere quello che sto provando, o meglio, quello che ancora mi fa provare con un sorriso.
Io lo so, lo so che sta male, e che non vede l'ora di uscire da questo stupido posto per tornare a quella che lui definisce la sua vita normale. Lo so che ha voglia di scappare da tutto e rifugiarsi, al riparo da occhi indiscreti.
Mi sorprende, ancora.
Alza la mano destra, e l'appoggia al vetro.
Sorrido, e faccio la stessa cosa. Appoggio la mia mano al vetro, no. Appoggio la mia mano alla sua.
E' il nostro modo per sentirci vicini, insieme, felici.
« Cosa mi racconti? » mi chiede.
Alzo le spalle in risposta.
Non posso dirgli che tutto quello che faccio è combattere contro gli sguardi delle altre persone, contro gli insulti, e soprattutto contro i miei pensieri, le mie paure.
« C'è qualcosa che non va » afferma.
Ha sempre avuto questa strana dote di capire le persone, se mentono, se dicono la verità, se stanno bene o se stanno male.
Lui ha sempre detto che in realtà non era una dote, ma era una sensazione, una sensazione che provava. Quando guardava negli occhi delle persone, riusciva a capire come stavano.
E adesso l'ha fatto anche con me.
« E'.. difficile, difficile stare qui senza di te » riesco a dire, guardando sotto il bancone, in direzione delle mie scarpe.
Lo sento sorridere.
« E dove sono finiti gli altri? » chiede, poi, con tono abbastanza duro, freddo.
Gli altri stanno per Chaz, Ryan, quelli che un tempo erano nostri amici, nostri alleati, quelli che adesso non ci sono più.
« Mi hanno lasciata sola.. » sussurro.
Fa che non mi ha sentito, fa che non mi ha sentito continuo a ripetermi, nella testa, ma tanto so che l'ha fatto, so che ha sentito questa stupida frase, e so che si imbestialirà, e non poco.
Alzo lo sguardo verso di lui, è freddo, mi guarda con gli occhi di ghiaccio, quelli che fanno tanto paura, quelli che non perdonano.
« Tu.. Loro.. Non ti preoccupare, risolverò io tutto quando esco da qui » mi dice.
E mentre parla non posso fare a meno di sentire il suo tono cattivo, maligno, assetato di vendetta, e questo mi fa paura, tanta paura, perché ho paura di perderlo di nuovo.


Con mia grande sorpresa, Justin non mi aveva mandato a quel paese, ma mi aveva rivolto uno dei più bei sorrisi che avessi mai visto.
« C'è una cosa, però, che devi sapere » mi aveva detto, piantandosi davanti a me, e guardandomi dritto negli occhi.
Avevo annuito, per farlo parlare, cosa che non tardò a fare.
« Se tu verrai con me, ci sarà una cosa che dovrai fare » continuava a parlare, e a fare avanti e indietro per la stanza.
Non stava fermo un secondo, come se la cosa che mi doveva dire fosse troppo importante, troppo pericolosa, troppo stupida.
« Che cosa devo fare? » gli avevo chiesto.
« Dovrai entrare nella nostra banda ».






angolo autrice:
Ho fatto l'esame!
Non c'entra niente, ma volevo rendervi partecipe del mio disagio, gn.
Scusate scusate scusate se il capitolo non è lungo come avevo promesso ad alcune di voi ma, ehi, non è ancora finita la faccenda!
Prometto che il capitolo successivo e tutti gli altri li allungherò ancora di più, anche perché se li facessi tutti così corti ci metterei un'eternità a finire la storia.
A proposito di questo, non so quanto durerà ancora questa storia, ma so per certo che comincerò a scrivere entro pochi giorni la prossima.
Ma adesso, parliamo di sta cacchetta, chiamata capitolo sei.
Eloise non voleva rimanere in casa da sola e ha chiesto a Justin di andare con lui, e lui cosa fa? La ricatta.
Piccolo stronzino.
Succederanno delle belle cose, eheh, ve lo prometto.
Un bacio,

Francesca.


Twitter: @tipregosorridi
Trailer: - creato da IoSonoPowa - https://www.youtube.com/watch?v=3kqXvLC10jg&feature=youtu.be
Altra storia: «Luke, please don't love anyone else», la trovate sul mio profilo.
  
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