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Autore: olicityintranslation    02/09/2014    7 recensioni
“… Oliver perché diamine sei a casa mia? Non lascerò che qualche poliziotto a caso ti veda nudo ed eccitato a casa mia così da poterlo raccontare tutto contento ai suoi compari!”
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Titolo originale: Exactly What It Looks Like
Introduzione: “… Oliver perché diamine sei a casa mia? Non lascerò che qualche poliziotto a caso ti veda nudo ed eccitato a casa mia così da poterlo raccontare tutto contento ai suoi compari!”
Storia in lingua originale: http://archiveofourown.org/works/1101500
Autrice:
Traduzione a cura di: jaybree
Beta-reader in italiano: vannagio
Personaggi: Oliver Queen, Felicity Smoak
Generi: Romantico, Commedia
Rating: Giallo
Capitoli: 1 – One Shot

Esattamente quello che sembra
di Poison’s Ivy
 
Quando Felicity aveva incontrato per la prima volta Oliver Queen, non si sarebbe mai aspettata… tutto il resto che le era cascato addosso insieme a lui e al suo sorriso intrigante. Non che il suo sorriso fosse intrigante, soprattutto non quello che stava tirando fuori adesso. No, perché lei era, o meglio, avrebbe dovuto essere arrabbiata con lui per questa, brusca e totalmente inappropriata, violazione della privacy.
Perché sul serio, come fa Oliver a sapere dove abita?
L’uomo in questione la stava guardando con un sopracciglio alzato e un’espressione che sarebbe stata indecifrabile, non fosse che ormai lo conosceva abbastanza per sapere che adesso si stava interrogando sulla stupidità della sua domanda che, a quanto pareva, aveva detto ad alta voce, perché la vita la odiava.
“La polizia mi ha visto entrare in questo palazzo e sta per perquisire ogni appartamento per trovarmi,” disse in modo brusco prima di abbassare il cappuccio e aprire la lampo del sua giacca di pelle verde. Felicity sbatté gli occhi perplessa, cercò di riacquistare le sue maniere e di non pensare a Oliver Queen che si spogliava nel suo salotto, prima di seguirlo in bagno.
“Dovrei preoccuparmi del fatto che sai dov’è il bagno?” domandò, ma lui la ignorò preferendole il suono dell’acqua corrente, per lavare via il trucco dal viso. Felicity finse di non notare l’intimità della situazione prima di scuotere la testa.
“Quanto tempo abbiamo prima che arrivino al mio piano?” chiese, tornando indietro a spegnere le luci nel soggiorno e nella cucina. Stava guardando una maratona in TV per rimettersi al passo con le sue serie preferite, nell’unica notte che aveva libera, ma chiaramente l’appuntamento che aveva col suo divano e la ciotola di popcorn era destinato a essere annullato, poiché era stata interrotta da Oliver che si arrampicava sulla sua finestra.
“Direi qualche minuto,” disse lui mentre si toglieva gli stivali e cercava un angolo per nasconderli. Felicity sospirò, gli prese le scarpe e la giacca dalle mani, cercando di ignorare i suoi addominali nudi che la fissavano dritto in faccia.
“Li nasconderò nel mobile del bagno o qualche altra parte,” spiegò lei, aprendo il mobiletto più in basso e camuffando i vestiti con un paio di asciugamani. “Cosa facciamo con i tuoi pantaloni?”
Felicity si immobilizzò per la propria mancanza di tatto. E desiderò soltanto che almeno per una volta riuscisse ad usare il filtro tra il cervello e la bocca. Solo una. Era troppo da chiedere?
Oliver inclinò il capo verso di lei, chiedendole silenziosamente di continuare a parlare, se il sorrisetto sul suo viso non la ingannava.
 “Cioè, non è che ti sto chiedendo di denudarti, e… non è che penso che tu sia nudo sotto i pantaloni, voglio dire, potresti esserlo perché i pantaloni di pelle sono stretti e oh mio Dio, non l’ho notato.”
Arrossendo dalla testa ai piedi Felicity corse fuori dal bagno verso la sua camera da letto.
La sua vita? Un totale fallimento.
Si sentirono all’improvviso suoni di passi e colpi sulle porte dei vicini, e Felicity si allarmò mentre Oliver entrava nella sua camera da letto.
“Supponendo tu non abbia pantaloni maschili nei tuoi cassetti… avresti un lenzuolo che potrei prendere in prestito?” chiese lui, apparendo più serio che mai. Felicity avrebbe voluto avere quel tipo di espressione indecifrabile.
“Sì. Ehm, perché ti serve se—“ congelò sul posto. I semi della rabbia iniziarono a germogliarle in corpo e Felicity si voltò per affrontarlo.
“Oh no. No. Assolutamente no,” disse, puntellandolo col dito sul petto e cercando di non meravigliarsi dei muscoli.  “Non lascerò che qualche poliziotto ti veda in casa mia nudo ed eccitato così da poterlo raccontare ai suoi compari!”
“Eccitato?”
“Sta’ zitto!”
Il colpo alla porta la fece però sobbalzare, e Oliver le afferrò il braccio per calmarla. La osservò con gli occhi socchiusi prima di parlare a bassa voce. “Senti, se mi vedono qui, ci sono buone probabilità che eviteranno di perquisire l’appartamento. La polizia non associa Oliver Queen con i vigilanti mascherati.”
Felicity si morse il labbro e strinse gli occhi quando sentì la polizia bussare alla sua porta ancora più forte. “Bene. Usa le lenzuola del letto.”
Oliver annuì, ma la fermò prima che potesse aprire la porta.
“Aspetta.” Passò rapido una mano tra i capelli di lei per farli sembrare più arruffati prima di dare un’occhiata in giro in cerca di una vestaglia da farle indossare sopra i vestiti.
“Metti questo, fingi di essere imbarazzata e timida.”
Felicity arrossì all’immagine che stava dipingendo di se stessa mentre indossava la vestaglia di seta sulla sua t-shirt scollata e i pantaloncini. Sapeva benissimo quello che sembrava.
Oliver posizionò le mani sui suoi pantaloni e lo sguardo di Felicity si allargò. “NON spogliarti di fronte a me!” Corse velocemente alla porta per aprirla prima che l’agente la buttasse giù.
“Sì, agente? Posso aiutarla?” chiese, grata del fatto che la voce ansimante era uscita fuori nel modo in cui, senza volerlo, avrebbe dovuto. Guardò verso il poliziotto, e notando il suo viso tirò un sospiro di sollievo: per fortuna non era stato Lance ad aprire la porta.
“Sospettiamo che la Freccia si stia nascondendo in uno degli appartamenti in questo palazzo. Le dispiace se perquisiamo il suo?”
Felicity deglutì rumorosamente, cercando di pensare a un buon motivo per non lasciarlo entrare. “Um…”
“Agente Drake! È lei?”
Felicity guardò dietro di sé verso un Oliver nudo e con un lenzuolo bianco avvolto attorno ai fianchi (avvolto pericolosamente in basso, avrebbe potuto aggiungere, e si poteva indovinare con facilità che non indossava più i pantaloni di pelle) che si avvicinava verso la porta con un sorriso dozzinale sul viso. Deglutendo, si voltò per fronteggiare l’agente, la cui espressione impassibile di prima si era trasformata in una di fastidio.
“Queen. Ovviamente ci dovevi essere tu.”
“Perché? C’è una festa al piano di sotto di cui non sapevo nulla?” chiese in maniera sarcastica, prima di avvolgere il suo braccio intorno alla vita di Felicity e stringerla bruscamente contro di sé. Oh Dio.
L’agente Drake guardò la ragazza bionda tra le braccia di Oliver prima di alzare gli occhi al cielo, “Stiamo cercando la Freccia. È stato visto mentre entrava in questo palazzo.”
Oliver fece spallucce, premendo una mano sul fianco di Felicity per farla girare nelle sue braccia, “Be’, non è qui.”
Drake sbuffò, indignato. “Potete farmi entrare per controllare?”
Oliver sorrise e con l'altra mano fece risalire la coscia di Felicity lungo il suo fianco, ne accarezzò la pelle nuda e visibile con il pollice e cercò di ignorare la sensazione che gli restituiva il dimenarsi di Felicity contro di sé. “Perché? Vuole guardare?” chiese contento. Pizzicò Felicity sul fianco per avvisarla, prima di esortarla ad alzare la testa insieme a lui, e la baciò con un’elettricità che la attraversò fino alle punte dei piedi.
Il bacio durò in tutto tre secondi ma quando Oliver lo interruppe per guardare Drake con quel sorrisetto da playboy, Felicity non riuscì a trovare il coraggio di guardarlo in viso. Il suo pollice stava ancora disegnando cerchi sulla sua coscia, e l’altra sua mano era scomparsa sotto la vestaglia e le aveva afferrato il sedere, provocando un suo squittio e facendole nascondere il viso nel petto di Oliver. Questo momento non sarebbe più uscito dai suoi sogni.
Drake alzò gli occhi al cielo e gridò “Libero!” agli altri agenti su quel piano, per poi allontanarsi dalla porta di Felicity, lasciando Oliver a tirare un sospiro di sollievo prima di chiudere la porta dietro di lui.
Lentamente allontanò le mani da Felicity, sperando di non aver rovinato il rapporto che avevano. Guardando verso la chioma bionda che al momento sembrava fosse stata arruffata durante una notte di sesso, si morse la guancia. Sapeva bene che non avrebbe dimenticato la sensazione della pelle di lei sulle sue mani o quello che gli aveva fatto provare averla stretta contro di sé.
Per Felicity ci volle qualche minuto prima di riuscire a guardare verso di lui.
“Così…” trasalì, cercando di non essere più in imbarazzo di quanto fosse umanamente possibile, anche se quella era la didascalia della sua esistenza. “Perché sai come muoverti nel mio appartamento?” gli chiese, alzando un sopracciglio, non era così ingenua da cercare di affrontare l’argomento bacio e palpeggiamento non necessario, anche se per copertura.
Oliver la osservò e contrasse le labbra, cercando di pensare ad una buona scusa da rifilarle, ma lei gli stava rivolgendo uno di quegli sguardi tutti seri che tirava fuori quando non dava retta a nessuna delle sue stronzate.
“Frequento parecchio la zona.”
“Davvero?”
“Sì.”
“Perché sembrava sapessi dove fosse tutto…” lo indicò, e sollevò le labbra ben sapendo di averlo colto in flagrante.
Oliver le lanciò un’occhiataccia prima di posare le mani sul lenzuolo bianco che a malapena pendeva sui suoi fianchi. “È così che cerchi di tenermi nudo più a lungo? Perché posso aiutarti, se solo mi lasciassi –“
Felicity colse il movimento di Oliver che tentava di sciogliere il nodo del lenzuolo e si bloccò un attimo prima di buttargli le mani addosso per tenerlo a posto. Chiuse gli occhi e ignorò i brividi provocati dalle sue nocche che gli sfioravano il bacino mentre stringeva il lenzuolo come se ne dipendesse la sua vita.
“Okay. Okay. Vai a metterti i pantaloni!” ordinò febbrilmente, non sapendo se avrebbe voluto vederlo in tutta la sua gloria. Sì, una parte di lei lo voleva, ma quella parte della sua testa era stupida e non avrebbe preso ordini da lei, soprattutto quando Oliver aveva quello sguardo divertito sul viso.
“Sul serio? Perché ricordo di averti sentito dire che dovevo toglierli, i pantaloni…”
“Oliver!” urlò quasi, sperando che i vicini non avessero sentito e che non credessero tutto quello che l’agente Drake aveva creduto quando si era trovato davanti alla sua porta. “I pantaloni. Ora!”
Felicity riaprì gli occhi e vide Oliver che se la rideva a sue spese. Con una spinta brusca sul petto lo superò entrando nella sua camera da letto e  borbottò qualcosa riguardo a non far entrare mai più in casa sua nessun altro eroe provocante. Oliver ridacchiò piano al suo comportamento, prima di seguirla in camera e chiudere la porta dietro di sé.
 


Prossimamente: Cocktail Rosa e Frasi da Rimorchio di Frea O’Scanlin
   
 
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