Sabbie Mobili

Viktor sfiorò appena Shino, che questi si trasformò in un enorme sciame d’insetti e volò via. Alle sue spalle, l’armatura del Dragone uscì dal cubo di pietra e andò a rivestire il corpo di Shiriu: il Saint si rimise in piedi, attraversato da una rinfrescante ondata di energia e pronto a combattere di nuovo.
-Che significa tutto ciò? Pochi istanti prima eri stremato, sembravi quasi morto!
-Chi lo sa, magari ero davvero morto. Indossando l’armatura dopo un combattimento, la mia energia viene ripristinata. Più vengo danneggiato, più mi sento rinvigorito.
-Questo non fa alcuna differenza. Quella corazza servirà soltanto a posticipare la tua morte!
Le mani di Viktor si staccarono dal resto del corpo e andarono ad attaccare da entrambi i lati Shiriu, il quale le fermò a pochi centimetri dalla propria testa.
-Come hai fatto?
-A questo punto mi viene da chiedermi se la tua specialità sia fare domande di cui sai già la risposta. Comunque, sappi che la stessa tecnica non funziona MAI due volte di seguito contro di me.
Il Saint lanciò le due grosse mani al mittente, colpendolo al torace. Dal corpo meccanico si separarono le gambe, ma anche i colpi di queste andarono a vuoto; Shiriu ne bloccò una con un braccio, allontanando l’altra da sé con lo scudo; Viktor ne approfittò per colpirlo alla schiena con una testata e inchiodarlo a terra con le mani.
-Se c’è qualcuno che si salverà dalla sepoltura del castello sarò io!
I pezzi del comandante si allontanarono dal campo di battaglia, lasciando alle possenti mani il compito di tenere Shiriu inchiodato al pavimento.

Correndo dietro agli insetti, sia Haruka che Satan da una parte, sia Temari e Micah dall’altra si ritrovarono nella piazza principale, quasi deserta ad eccezione di alcuni ultimi disperati in procinto di lasciare la città, sempre più vittima delle scosse di terremoto. Al centro, la navicella abbandonata. Senza pensarci due volte, il gruppo la raggiunse e ci salì a bordo. Haruka salì nella cabina di pilotaggio e si rivolse al computer.
-Decolla! Sbrigati!
-MIAO.
-Ah già, dimenticavo…
-Così è questa la famosa navicella spaziale…
-E tu chi diavolo sei?
-Questo si chiama Micah, mi ha dato una mano ad entrare nel castello, peccato che sia stato tutto inutile perché appena arrivati Shino ci ha fatto subito fare dietrofront. A te com’è andata?
-Quel bastardo di Shiriu mi ha gettata in un pozzo solo perché mi preoccupavo per lui.
-Esagerato…
-Nei sotterranei ho trovato Mister Satan e l’ho portato in salvo.
-Ma se è svenuto!
-Se fosse stato sveglio sarebbe stato impossibile farlo stare zitto. Poi come te ho letto un messaggio di Shino ed eccoci qui.
-Già, se l’Aburame fosse qui ci capiremmo qualcosa!
-Ma sono qui.
Tutti fecero un salto per lo spavento.
-Ma che è, vuoi farci prendere un colpo?
-Veramente sono qui da molto prima di voi. Computer, decollo.
-MIAO.
Obbedendo al comando, il mezzo si sollevò da terra di un centinaio di metri. Sotto, il castello continuava ad affondare nella sabbia, trascinando con sé anche buona parte della città.

Dando fondo a tutto il suo cosmo, Shiriu riuscì a liberarsi dalla morsa delle mani metalliche, disintegrandole. Il Saint si rimise rapidamente in piedi e prese a correre nella direzione in cui era fuggito Viktor, quando una voce lo fermò.
-Vai sulla cima del castello. Sbrigati.
-Ma questa voce…
-Appena sarai all’aperto, sali fino alla cima del castello. Lì sarai al sicuro.
L’uomo decise di obbedire. Una volta uscito su una terrazza, saltò di guglia in guglia fino al punto più alto del castello. Guardandosi intorno, vide prima la città sprofondare sotto la terra e la sabbia, poi il comandante Viktor. Il suo avversario ricambiò lo sguardo a sua volta, sorridendo malignamente.
-Ti sei salvato, allora. Stavolta non ti andrà così bene!
Il comandante spiccò un balzo verso Shiriu, venendo però bloccato a mezz’aria. Delle braccia di sabbia lo ritrascinarono verso il basso. Nelle sue orecchie, la voce impassibile del ragazzo che credeva di aver sconfitto.
-SABAKU TAISOU.