Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: monipotty    23/09/2008    3 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 18

Appena entrò in casa, Jo chiuse la porta dietro di sé e fu raggiunta da Tess.

“Miss, i vostri bagagli sono già pronti e…” cominciò a guardarsi le mani. “Volevo congratularmi con voi per il vostro matrimonio, se posso permettermi.” Josephine annuì silenziosamente poi, d’improvviso, si gettò tra le braccia della donna piangendo. Quest’ultima, sorpresa, la strinse delicatamente a sé e le accarezzò i capelli, mormorandole parole di conforto pur non sapendo che cosa avesse realmente. L’accompagnò nella sua bella camera da letto, la fece sedere sul materasso accanto a sé e le chiese tranquillamente se avesse voglia di parlare di ciò che era successo con lei. Lei si asciugò gli occhi e li alzò verso la donna.

“Mi sento tanto sola, Tess, tanto sola…da quando è partita Liz non ho con chi parlare e tutto va a rotoli.” Altre lacrime le rigarono le guance. “Ho accettato di sposare l’uomo che io odio per poter partire alla ricerca della mia amica, l’uomo che io amo non mi calcolerà mai più e…e…” singhiozzò. “oh, Tess… non so più cosa fare!” La giovane appoggiò la testa sulla spalla della sua ascoltatrice.

“Potete sempre ripensarci.” Le disse ma l’altra scosse la testa.

“Porterei disonore alla famiglia e sai com’è fatto mio padre…non gli va mai bene quello che faccio e, se tornassi indietro, arriverebbe a credere che io non esista. E poi…” Fissò davanti a sé il vuoto “… non cambierebbe nulla…”

“Spero che il viaggio che intraprenderete domani vi faccia rinsavire un po’, miss. Non posso vedervi così abbattuta quando vi ho visto per anni sorridente e felice.”

“Non lo sono più veramente da molto tempo, Tess.” La donna si alzò e la prese per le spalle.

“Ora fatevi una bella dormita. Riposatevi che ai bagagli ci ho già pensato io. Toglietevi questo coso di dosso e restate a letto. Domattina andrà meglio.” L’aiutò a disfarsi dello scollatissimo vestito e dello scialle, le fece indossare la camicia da notte e le sistemò le coperte. Poi se ne andò. Quando fu alla porta, Josephine la chiamò e la ringraziò. Con un sorriso, Tess andò a finire di preparare i bagagli.

La mattina dopo, Josephine venne svegliata all’alba dal profumo di una buona cioccolata calda portatale a letto dalla fedele aiutante; mentre questa portava i bagagli alla carrozza, la ragazza mangiò e indossò il vestito più semplice e meno scomodo che avesse.

“Nei bagagli vi ho messo tutti vestiti comodi, alcuni pesanti e altri leggeri, qualche giacca e degli scialle. Poi ci sono una spazzola, qualcosa per truccarvi e altri accessori.”

“Grazie mille, Tess.” L’abbracciò stretta sotto le occhiate di disapprovazione del padre e uscì all’aria fredda del mattino. Non si era riposata molto: durante la notte si era svegliata di continuo a causa di incubi. Arrivata al porto, fu accolta da Beckett con un grande abbraccio davanti ad un enorme veliero chiamato Endeavor.

“Buongiorno cara. Vi siete riposata abbastanza?” domandò. Lei annuì sorridendo leggermente. Compiaciuto, l’uomo salutò il padre della ragazza e li accompagnò nella cabina dove lei sarebbe rimasta durante il viaggio, mostrandogli nel frattempo l’intera nave da poppa a prua. Arrivati alla cabina, Theodore Allen espresse nuovamente la sua approvazione per il matrimonio dei due, che sarebbe stato celebrato appena sarebbero tornati dal viaggio. La lasciarono sola mentre discutevano i particolari: lei si sistemò guardando la grande cabina dove avrebbe passato le sue notti in mare per l’ennesima volta. Si sedette sul letto e si guardò intorno: l’armadio, il comodino, la grande finestra che dava sul mare, tutto era superfluo per l’animo abbattuto della ragazza; non aveva ancora visto l’ammiraglio Norrington e non ci teneva nemmeno più: dalla sera prima, sperava di non incontrarlo mai più, ma la cosa era praticamente impossibile vista la sua presenza a bordo di quella nave. Dopo essersi sistemata, uscì sul ponte, si affacciò e guardò il mare blu che si estendeva davanti al suo sguardo: portò lo sguardo alla poppa della nave e si promise di farci un salto per assicurarsi di poterla usare come luogo di riflessione solitaria; poi una voce attirò la sua attenzione: l’ammiraglio stava seguendo lord Beckett verso un tavolino ingombro di carte navali mentre gli spiegava il percorso. Non si voltò a guardarla, ma lei era sicura che sapesse della sua presenza a pochi passi da lui.

- Sarà molto difficile. Non ci parleremo più per un po’, forse per sempre… ma, in fondo, è meglio così. - pensò tristemente voltandosi di nuovo ad osservare il mare increspato. Qualcuno la affiancò.

“Buongiorno, miss Allen.” La salutò il governatore. La ragazza si voltò a guardarlo sorridendo: finalmente una faccia amica.

“Chiamatemi Josephine, governatore, vi prego.”

“Avete ragione, Josephine.” Rispose lui.

“Grazie. Come state?” si informò lei. Lui scosse la testa.

“Niente bene. Ultimamente sono un po’ debole: colpa delle notti in bianco. Non chiudo occhio da tempo.”

“Dovreste, governatore.” lo rimproverò gentilmente la ragazza. Alzò gli occhi al cielo.

“Anche il comm…l’ammiraglio Norrington me lo ha consigliato, ma non riesco a prendere sonno.” Si sporse dalla balaustra e guardò il sole quasi completamente sorto. “Sono molto agitato, Josephine. Da quando è arrivato quell’uomo…” la guardò, i suoi occhi stanchi sembravano chiedere scusa. La ragazza scosse la testa e lo pregò di continuare.

“Diciamo che il nostro matrimonio è per interessi, non certo per amore, governatore.” l’uomo sorrise sollevato.

“Ne sono felice, Josephine.” Poi tornò serio e stanco. “Sono vecchio. Vecchio e stanco. Per due volte ho perso mia figlia e penso che non la rivedrò più, questa volta. Voglio riposare e non pensare più a tutto questo, mai più.” Josephine lo guardò: quel vecchio governatore le faceva tanta compassione in quel momento e avrebbe tanto voluto consolarlo, come avrebbe fatto una figlia col padre afflitto.

“Posso…” domandò timidamente. Lui la guardò stancamente. “Posso a-abbracciarvi?” arrossì di colpo mentre il governatore la guardava meravigliato per una richiesta che ormai non sentiva da molto tempo da parte di sua figlia. Poi sorrise dolcemente e allargò le braccia. Josephine si avvicinò lentamente e lo abbracciò: il governatore era stato come un secondo padre, molte volte, e gli voleva un gran bene. L’uomo ricambiò la stretta delicatamente, quasi avesse paura di romperla. Alla ragazza mancavano tanto quelle strette, quegli abbracci che solo suo padre pensava sapesse dargli; ma, ora che suo padre non la considerava nemmeno più, aveva scoperto che qualcun altro sapeva abbracciarla in modo simile, un animo gentile quanto quello di suo padre un po’ di anni prima.

 Rimasero abbracciati per un po’, poi Josephine si separò dall’uomo e notò che questo aveva gli occhi lucidi.

“Grazie, Josephine.” Mormorò asciugandosi gli occhi poi si allontanò e si riparò in coperta. La ragazza rimase a fissare il punto dov’era scomparso, desiderando ardentemente che suo padre facesse in quel preciso momento quello che qualcun altro aveva fatto ad una figlia non sua. Erano due anime impoverite e abbandonate a se stesse, le loro, e in quell’istante avevano riempito l’uno il vuoto dell’altro, l’uno aveva placato le tristezze dell’altro. Due uomini, dal ponte di comando, avevano osservato la scena: Beckett e Norrington stavano uno ad una certa distanza dall’altro e guardavano nella stessa direzione. Beckett sorrise al vedere la sua amata sorridere veramente per una volta. Norrington, invece, fissava con occhi spenti la scena, augurandosi con tutto il cuore che Josephine fosse felice per il resto della sua vita. Aveva una strana impressione in quegli ultimi giorni: sentiva dentro di sé che non gli sarebbe rimasto molto da vivere e che quel poco avrebbe dovuto sfruttarlo nel migliore dei modi. Già. Ma quale? Si domandava incessantemente. Beckett si accorse che l’ammiraglio guardava nella sua stessa direzione.

“Ammiraglio, spero che la presenza di miss Allen a bordo non sia un problema per voi.” Mormorò. L’altro distolse gli occhi da Josephine.

“Alcun problema, signore.” Rispose seriamente. “Ho avuto il piacere di averla a bordo qualche tempo fa ed è stata indispensabile per la nostra missione. Anzi, volevo ancora una volta congratularmi con voi per il vostro imminente matrimonio.” Di nuovo sentì qualcosa di strano nel petto, ma non ci badò. Beckett ringraziò, poi si voltò e sparì. Con un’ultima occhiata alla ragazza, anche l’ammiraglio si allontanò.

Ciao a tutti!!!! Finalmente sono riuscita a postare un altro capitolo: la dannatissima scuola è cominciata per nostra disgrazia, per me ultimo anno di liceo (l'incubo tesina già mi assilla) e nella mia settimana il tempo libero è pari allo 0% dei 7 giorni... c'è da spararsi... a parte ciò, spero che voi stiate bene e che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento.

Il solito grazie a coloro che hanno recensito e a quelli che hanno solo letto con l'augurio che continuiate a seguirmi fino alla fine per quanto possibile.

LadyElizabeth: mi sa che perchè James agisca devi aspettare ancora un po' di tempo... per ora l'unica cosa che fa è guardarla di soppiatto, ma arriverà anche il momento in cui agirà anche ^.^

QueenLilly: ciao Sofia!!!! ahahahahah!!!! Guarda che i tuoi commenti non sono mica assurdi, anzi!!! Comunque diciamo piuttosto che Becketto è più viscido che fetido, trovo che sia l'aggettivo più appropriato... e se vuoi sparare entra a far parte el mio plotone di esecuzione, è quasi pronto XP Salutami il centurione e vedi di aggiornare se non vuoi che il mio plotone guarda caso te lo ritrovi sotto casa tua una mattina... muahahaha!!!

Ci vediamo nel prossimo capitolo!!! Ciao a tutti!!! Besos 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: monipotty