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Autore: Eliatheas    23/09/2008    2 recensioni
Doveva andare così.
Lily avrebbe detto che è il destino a scegliere per noi e noi dobbiamo solo accettarlo.
Evidentemente, il mio destino è molto sadico.
Oppure, sono io che sono orribilmente sfigata e a me deve capitare tutto questo.
Ma io non sono forte, non sono capace di affrontare questo.
Io sono fragile.
Ingenua, spaventata.
Perché non mi rassicuri, Ted? Perché non mi dedichi uno dei tuoi bei sorrisi e non mi dici che andrà tutto bene? Perché non mi scompigli i capelli, come un fratello maggiore, e non mi chiame Rosie?
Perché è finita, Ted?
Per quello che hai sentito? Per quello che non ti ho mai detto?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 –
La decisione, Inverno 2021

Mi piace rimanere sotto le coperte fino a tardi; è come sparire dal mondo e rimanere chiusi nella propria bolla personale, dove niente può toccarti o farti del male.
“Rosie...”
Mi piace rimare sotto le coperte con gli occhi chiusi e la mente sveglia, il momento perfetto, quello tra il sonno e la realtà, un dormiveglia in cui tutto è finto e niente lo è in realtà.
“Dormigliona!”
Ma anche quel momento termina, specialmente se in casa hai uno come Ted che si sveglia alle cinque di mattina e decide di svegliare anche te.
Specialmente se sei la migliore amica di uno come Ted.
“Sveglia! Il sole è alto nel cielo e...”
Mi lamento e mi volto su un fianco, mentre Ted apre le tende e un debole raggio di sole illumina leggermente la stanza.
“Dai, Rosie...è mattina!”
Ted mi scuote per le spalle e io mi lamento ancora, storcendo il naso e lui ride, divertito.
“Ted! Sta’ zitto! Voglio dormire!”
Sorrido anche io, poi un flash improvviso mi invade.
Ted e Victoire. Lui che mi parlava, che mi diceva qualcosa. Il suo sorriso esitante, il suo sguardo indecifrabile.
Che cosa diceva?
Che lui e Victoire...si sposavano?
Si sposavano?
Una fitta al cuore, che pian piano si spande a tutto il corpo.
“Ah!” esclamo, portandomi una mano al cuore, quasi a poter raccogliere i pezzi che stanno cadendo.  Stringo forte gli occhi per evitare che scendano le lacrime. Ted si sporge verso di me. Sento le sue mani sul mio viso.
“Rosie! Rosie, cos’hai? Cosa ti è successo?” Sapessi, Ted...
Apro gli occhi e faccio un finto sorriso, per poi alzarmi a sedere e guardarlo. E’ così terribilmente doloroso guardarlo, vedere quegli grigi che mi fissano, preoccupati, e non poterli rassicurare, vedere quelle labbra dischiuse e non poterle baciare, vedere quei capelli azzurri e potervi passare le mani.
Fa male.
Più di mille spilli conficcati nel cuore, più dei cocci di vetro sotto i piedi, più di un pugno, di uno schiaffo.
E’ un po’ come morire, lentamente.
“Nulla, Ted. Nulla”
Lui mi sorride e mi dà un buffetto affettuoso sulla guancia, poi mi abbraccia e mi stringe dolcemente a sé.
“Ho avuto paura che la nostra amicizia potesse finire quando...” Tira su col naso, mentre una lacrima solca la sua guancia. Io poggio la testa sul suo petto e lo stringo a me. Non me ne importa nulla di tutto quello che c’è dentro di me in questo momento e mi limito a tenerlo stretto a me.  “Quando ti ho detto che io e Victoire ci sposiamo...credevo che tu...ti sentissi messa da parte, ecco”
Sorrido contro la maglietta del suo pigiama e una lacrima mi riga il viso, mentre le sue mani corrono lungo la mia schiena e mi accarezzano i boccoli castani.
“Non...non mi sento messa da parte, Ted” sussurro, debolmente.
No, non mi sento messa da parte. Mi sento morta, ma a lui non importa.
“Ne sono contento, Rosie” Mi scosta un po’ da sé e mi sorride, con il mio volto fra le sue mani. “Non sarai messa mai da parte, lo sai, vero?”
Lo so, Ted.  Lo so, ma tu sai quello che sei per me. E non lo saprai mai.  Perché io sono codarda, codarda come il mio amore mai dichiarato. Quello che non ti ho detto rimarrà segreto, perché io non ho il coraggio di dirtelo e tu non hai la forza di ascoltarmi.

Perché mi sono innamorata di Ted?
Non vorrei farmi questa domanda, ma me la faccio lo stesso, perché devo. E’ minuscolo il confine tra il volere e il dovere, in questo caso.
Perché mi sono innamorata di Ted?
Perché è carino? Perché è simpatico? Perché è terribilmente imbranato?
Perché mi distruggo per lui invece che per qualcun altro?
Ted.
Il suo nome risuona ovunque, aleggia nella stanza come una nota musicale che attende di essere suonata.
Ted.
Fin da piccola, Ted mi aveva adorata. Diceva che io ero una ragazzina intelligente e che questa mia intelligenza andava curata. Mi ha insegnato lui a giocare a Scacchi Magici, all’età di sei anni. Trascorrevamo interi pomeriggi insieme...fino a quando non si è reso conto di Victoire.
Victoire era sempre stata lì, ai margini dei nostri pomeriggi, un nome mai pronunciato eppure così terribilmente reale. Victoire era sempre stata così, bella e perfetta, ad attendere in silenzio che Ted si rendesse conto di quanto lei lo amasse.
E lui se n’è reso conto.
Lo vedevo. La guardava di nascosto, la seguiva con lo sguardo, l’ammirava e non distoglieva i suoi pensieri da lei. I nostri pomeriggi avevano un solo argomento di discussione: lei.
Mi faceva male, ma credevo solo di essere gelosa perché...ero stata messa da parte. Ora so che non è così.
E’ terribile.
Ma la cosa più terribile è che io, Victoire, non riesco ad odiarla. Non riesco ad odiarla,  anche se mi ha portato via il ragazzo di cui sono innamorata, anche se si sposerà con Ted, anche se ha rovinato la mia amicizia con lui. Perché è mia cugina, perché è sempre stato un mio punto di riferimento e perché le voglio bene. Bene nonostante tutte le ferite che ha aperto nel mio cuore.
E’ mia cugina, come potrei non volerle bene?
Da quando Ted sta con Victoire, i nostri pomeriggi, trascorsi in camera mia, sono terminati. Lui resta con Victoire e io non protesto. Perché è giusto che lui, ora, stia con la sua fidanzata e che io mi faccia da parte, come doveva essere. Ma non mi sento messa da parte, no.
Sarebbe un dolore troppo riduttivo, essere messa da parte. No, io non sono messa da parte. Io, per lui, sono la sua migliore amica.
Ecco, quello che fa male. Non essere messa da parte, non dover rimanere in silenzio anche quando vorrei dirgli tutto. No. Fa male vedere lui convinto che io sia la sua migliore amica.
Sì, questo fa male.
Fa male come fanno male le cose devastanti e distruttive. E’ come veleno, come un Cruciatus. Non è una morte immediata, tutto questo. E’ una tortura. Una lunga e brutale tortura psicologica. Vorrei che avesse fine, ma so che la fine è solo un’illusione.
La fine verrebbe solo se io gli dicessi tutto, ma io non sono così stupida. O con così tanta voglia di vedere il suo volto dispiaciuto voltato dall’altro lato per non guardarmi in faccia mentre mi dice che lui, purtroppo, non ricambia i miei sentimenti e che si sta per sposare con Victoire.
No, non voglio che questo accada.
Per questo ho deciso di non dirgli nulla.
Non dirò nulla a Ted. Lui non saprà mai nulla, rimarrà all’oscuro di tutto e non gli interesserà mai nulla.
Ho deciso.
Preferisco essere infelice, piuttosto che rendere infelice lui.

“Ti voglio bene, Rosie”
Un bacio sulla fronte, una carezza sul viso.
Uno sguardo da fratello maggiore.
Io ti amo, Ted. Ma tu non rendertene conto.
“Anche io”
Queste parole sono una falsità,  ma tu non te ne accorgi, Ted.
E fai bene.
Continua ad essere felice, Ted. Continua a progettare il tuo matrimonio con Victoire, continua a tenerla stretta e a guardare storto chiunque posi il suo sguardo su di lei.
Fallo, Ted.
Fallo per me, che sacrifico la mia felicità per la tua. Per la vostra.

[Come ero ingenua, a quel tempo! Non avevo capito che la felicità non esiste e, che se anche esistesse, non la possa distribuire come se fosse del pane. No, la felicità non esiste, vero? La felicità è solo un’illusione. Ti scalda il cuore per un istante e poi...dove finisce? Il dolore, quello è l’unica cosa vera della vita. Perché, anche a distanza di anni, il dolore è ancora dolore. La felicità diventa solo un ricordo]

Angolo Autrice [Che odia follemente il suo computer, visto che le ha fatto perdere pagine e pagine di questa storiella molto leggera che sta scrivendo]

Orribile, assolutamente orribile. Vi rendete conto che il mio computer ha cancellato tutta la storia? Vi rendete conto del danno psicologico e fisico che ho subito?
No, forse no.
Però io me ne rendo conto e mi affliggo. Oh, povera me!

Vi piace questo capitolo? A me no.

   
 
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