Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Greywolf    02/09/2014    9 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ragazzi cari...non avet idea di quanto mi vergogno :'( E' un mese che non aggiorno e non sapete quanto mi dispiace! Solo che con le vacanze, mettersi a scrivere è stato veramente difficile...spero mi perdonerete..

Comunque eccovi il nuovo capitolo, che mi auguro vi piaccia!

Buona Lettura! :D







Probabilmente quella notte fu la peggiore della mia vita.

Ma non per la consapevolezza che ero riuscita a raggiungere…piuttosto per tutto quello che essa implicava. Sembravo un’anima in pena avvolta dalle fiamme, perché non riuscivo a starmene ferma in una posizione per più di due minuti. Mi rigiravo in continuazione tra le lenzuola in preda a mille pensieri , al punto che la testa mi sembrò sul punto di esplodere da un momento all’altro.

Più la mia mente ripercorreva la giornata appena trascorsa, più il mal di testa mi percuoteva le tempie e mi faceva sperare di essere colta dal sonno il prima possibile. Inutile dire che le speranze che ciò fosse possibile erano praticamente inesistenti.

Passai la nottata in bianco. Verso le cinque di mattina finalmente giunsi alla conclusione che avevo un assoluto bisogno di risposte. Però erano quel genere di risposte che si potevano ottenere solamente con un confronto diretto…

Come avrei detto a Naruto che avevo iniziato a provare quel forte sentimento per lui?

Sarei riuscita finalmente a chiarirmi, evitando di peggiorare le cose?

Come avrebbe reagito lui?

Quest’ultima domanda mi corrodeva più delle altre perché era un punto su cui ero decisamente confusa. Eppure sia le parole di Kurama che quelle di Hinata non avrebbero dovuto lasciarmi dubbi. Insomma il cercoterio aveva sottolineato la sincerità dei sentimenti di Naruto e il fatto che lui fosse ancora lo stesso di sempre mentre la mia timida amica mi aveva ribadito in tutti i modi il fatto che, nonostante il suo comportamento, il suo grande affetto per me non fosse diminuito anzi, che probabilmente il suo atteggiamento freddo era un modo per proteggersi da quel sentimento.

L’unico sollievo era che forse ero riuscita a comprendere un po’ meglio le parole che Kurama mi aveva rivolto il giorno del suo arrivo…riguardo all’errore più grande, quello che Naruto stava commettendo con me. Pensai alle parole di Hinata e compresi che era evidente che il demone si riferisse a quello. Il problema era che non trovavo alcuna spiegazione logica a quel comportamento e non l’avrei trovata se non fossi riuscita a convincere il diletto interessato a spiegarmelo.

E poi…non riuscivo a togliermelo dalla testa. Dal momento in cui i nostri visi erano stati per la prima volta così tremendamente vicini e non avevo potuto negare quanto fosse bello, sentivo chiaramente che qualcosa era cambiato. Ripensarci ebbe un effetto che non mi sarei mai aspettata.

Il mio cuore aveva iniziato a battere più forte.

E la cosa incredibile era che,  nonostante quel momento fosse decisamente drammatico, sia perché aveva alzato la voce sia perché mi aveva fissato con due occhi decisamente rabbiosi…stava battendo di gioia.

Perché? Perché anche se era stato uno sfogo di rabbia, almeno aveva rotto quel muro di indifferenza che sembrava essere più resistente ogni qual volta io tentavo di farlo cedere. Perché mi ero resa conto che da tanto tempo non gli stavo così vicina. Perché…nelle sue parole così dure e fredde…avevo colto come una disperata richiesta di aiuto.

Se avesse voluto tenermi davvero lontana, non avrebbe avuto senso il dispiacere che avevo letto nei suoi occhi dopo che mi aveva spinta a terra. Ero sicura che non voleva farlo.

Un’altra cosa che mi faceva decisamente stare in pensiero era ripensare all’attacco di panico che aveva avuto dopo  e non voglio negare di essere stata tentata di uscire di casa per correre ad assicurarmi che stesse riposando sereno. Recuperata poi un briciolo di lucidità, mi ero tranquillizzata pensando che finché Kaiza fosse stato lì non gli sarebbe successo  nulla. E poi c’era Hinata. Ero certa che avrebbe vegliato su di lui, esattamente come avrei fatto io.

Altro problema che decisamente non potevo sottovalutare, era quello della mia gelosia per Hinata. Non l’avevo mai provata con una tale intensità e di certo la risatina fatta da Kurama in merito,  non mi aiutava affatto. Dovevo sembrare proprio ridicola!

Facendo un paragone con quella che provavo anni indietro quando l’oggetto delle mie attenzioni era Sasuke, mi accorsi della netta differenza. Questa non era più gelosia isterica e probabilmente esagerata, che mi mandava in escandescenza, mi faceva dare di matto e anche dire cose alquanto spiacevoli. No.

Questa mi faceva provare una profonda amarezza. Riusciva ad abbattermi invece di spronarmi. Non mi faceva sembrare all’altezza, come se mi mancasse qualcosa che forse non sarei mai stata in grado di trovare.

Mi chiesi più volte se questo cambiamento fosse dovuto al fatto che forse ero maturata su questo punto di vista e avessi smesso quindi di comportarmi come una ragazzina alle prese con la sua prima cotta. Oppure il motivo era da ricercare nel fatto che forse per la prima volta stavo sperimentando un amore completamente diverso, nato gradualmente dalle esperienze, dalle parole, da un contatto vero e proprio….e non da un colpo di fulmine.

Tirai un lungo sospiro. Sembrava così inverosimile….possibile che avessi scoperto i miei sentimenti proprio quando Naruto si trovava in una situazione così drammatica e per giunta quando era così indisposto nei miei confronti?

Anche il mio ultimo tentativo di riuscire a farlo parlare, era fallito miseramente. Non avevo idea di quale approccio potessi utilizzare per non farlo agitare e renderlo più disponibile al dialogo. Volevo solo questo….poter parlare con lui, come avevamo sempre fatto.

Un’altra cosa che solo negli ultimi giorni mi accorsi di rimpiangere: potermi aprire con lui. Si, perché solo lui comprendeva certi miei stati d’animo. Ammetto che i primi mesi dopo la partenza di Sasuke erano stati difficili…avevo pregato e sperato con tutto il cuore di poter ricominciare da capo, di poter tornare a vivere con lui, Naruto e il maestro Kakashi dei giorni perlomeno sereni, dopo tutto il dolore portato dalla lontananza e poi dalla battaglia. Ma la sua decisione mi aveva spiazzata…ancora di più il fatto che Naruto lo avesse appoggiato. Ero convinta che non avrebbe potuto sopportare una nuova separazione. Invece mi ero dovuta ricredere.

L’allegria che sprizzava da tutti i pori riusciva a coinvolgere tutti e io credo di non averlo mai visto più sorridente, più sereno. Solo lui fu in grado di aiutarmi, di comprendermi in quel periodo. Sarei crollata senza di lui, così come lo sarebbe stato il maestro Kakashi, senza il suo supporto. Ci aveva salvati entrambi.

Ora invece, nessuno di noi due sembrava in grado di poter salvare lui.

Mi chiesi anche come avrebbe reagito Sasuke se avesse saputo del gesto di Naruto. Gli sarebbe importato qualcosa? Avrebbe fatto finta di nulla o anche lui avrebbe provato a farlo tornare in se?

“Non cacciarti nei guai, Testa Quadra!”

Questa era stata la sua ultima raccomandazione. Risi di una risata decisamente amara.

Diedi un’altra occhiata alla sveglia: le cinque e mezza.

Accesi la luce, stiracchiai i muscoli intorpiditi e mi alzai lentamente, cercando poi dentro l’armadio quel che mi sarei messa. Era ancora presto ma decisi di iniziare a prepararmi.  Dopo la figuraccia del giorno precedente, sarei arrivata anche in anticipo all’appuntamento di oggi.

Prima di andarmene ieri sera, avevo aspettato il ritorno di Kaiza e Kurama per sapere come ci saremmo organizzati dato che il giro sulla montagna degli Hokage era stato annullato, il cui motivo era ancora ignoto a tutti tranne che al demone, il quale si ostinava a non volerci dare alcuna spiegazione.

Dopo l’accaduto, avevano ritenuto tutti quanti opportuno che Naruto passasse la giornata in completo riposo, per evitare che si stancasse troppo. Kaiza riteneva possibile anche che non si svegliasse proprio per poter recuperare le forze. Così avevamo deciso di fare due turni per tenergli compagnia sia che fosse sveglio sia che riposasse. In mattinata e fino al primo pomeriggio sarebbe toccato a me, Tenten , Rock Lee e infine Shino, al quale sarebbe spettato il prossimo turno notturno  Poi ci avrebbe dato il cambio tutta la squadra 10, che sarebbe rimasta fino al tramonto. La nottata poi sarebbe stata tutta nelle mani di quest’ultimo.

Avevo appuntamento con gli altri per le otto nella piazza principale del Villaggio. Trovavo fosse un orario un po’ troppo mattutino considerato che saremmo andati direttamente a casa di Naruto che distava appena un quarto d’ora. Kurama però mi aveva assicurato che quell’ora andava benissimo. Ormai avevo compreso che il demone andava solo che ascoltato senza porsi domande.

Feci tutto con una calma esasperante. Sembrava quasi che sperassi di arrivare da lui il più tardi possibile…probabilmente era così. Non sapevo che reazione avrei avuto a guardarlo nuovamente negli occhi dopo aver compreso quel che sentivo verso di lui. E finché non avessi saputo come comportarmi, avrei preferito cercare di non tradirmi. Questa situazione meritava il consiglio da parte di un’ esperta…

Si, avrei atteso di incontrami con Ino per discutere di questa nuova situazione. Lei avrebbe saputo come consigliarmi. Dopotutto era stata lei a spingermi a riflettere sui miei sentimenti…doveva saperlo per prima.

Quando finii di prepararmi, diedi una rapida occhiata all’ora e sbuffai. Erano ancora le sei e mezzo, decisamente troppo presto anche per la colazione. Decisi di intrattenermi ancora un po’, rimettendo a posto il letto. Mi avvicinai alla finestra e la spalancai, facendo entrare non solo il sole ma anche una piacevole brezza per arieggiare la stanza. Rimasi lì, stringendo con le mani il cornicione e respirando quell’aria mattutina, buttando l’occhio in strada per cercare anche il minimo movimento. Quella zona però sembrava ancora tra le braccia di Morfeo. Beati loro, mi venne da pensare.

Sistemai le lenzuola, rifacendo il letto. Dopo aver sistemato i capelli e legato il copri fronte, chiusi la finestra e uscì dalla mia camera, andando in cucina per fare colazione. Mi scaldai un po’ di latte e basta. Non avevo molto appetito ma sgranocchiai distrattamente un paio di biscotti mentre sorseggiavo la mia bevanda calda.

Dopo aver ripulito, uscii di casa. Cercai di non fare rumore per non svegliare i miei genitori.

Ero in perfetto orario e questo significava niente corse. Passeggiai con calma fino a quando raggiunsi il mio obiettivo. Con sorpresa notai che Shino era già lì.

“Buongiorno!” lo salutai.

“Buongiorno Sakura.” rispose al saluto.

“Non sono in ritardo, vero?” domandai preoccupata.

“Tranquilla, sono io ad essere in anticipo. Ho fatto un giro qui intorno.”

Sapevo che probabilmente non aveva smesso di cercare Kiba. Non me ne stupii, mancava davvero poco alla scadenza data dall’Hokage prima di emettere un mandato di ricerca. Era normale che fosse preoccupato.

“Non hai…non hai proprio idea di dove possa essere?”

“No.” rispose, più sottotono di quanto non lo fosse già. “Sai cos’è che non riesco davvero a capire?”

Scossi la testa, facendolo continuare.

“Il perché lui abbia preferito questa soluzione.” confessò.

“Che vuoi dire?”

“Gli ho dato tutto il mio appoggio perché mi fidavo di lui…ero sicuro che avrebbe fatto la cosa giusta. E anche se avesse scelto di tirarsi indietro, lo avrei anche accettato…ma non sarebbe dovuto sparire così.”

Capii che Shino era veramente a terra. Difficile a dirsi ma si, lo era. Per quanto ormai lo ritenessi estraneo a qualsiasi tipo di emozione, mi resi conto che non era affatto così. La sua fissazione per i compagni non era legata alle regole che implicavano il sostegno reciproco, l’ascolto, il supporto e tutto il resto…credeva veramente nei sentimenti che legano due persone al di là delle missioni.

Non sapevo cosa dirgli. Meno aprivo bocca riguardo a Kiba, meglio era.

Proprio in quel momento ci venne incontro alla velocità della luce un allegro e pimpante Rock Lee insieme ad un altrettanto pimpante e allegro maestro Gai.

“Buongiorno Sakura!” esclamò Lee, con un leggero inchino. Poi con un cenno del capo salutò anche Shino. Quest’ultimo non si rannuvolò come al solito per la scarsa attenzione che gli era stata riservata perché aveva altro per la testa.

“Buongiorno gioventù!” gridò Gai “Pronti per la missione di oggi?!”

“Prontissimi maestro!” gli andò dietro l’allievo.

“Missione?” domandai confusa.

“Naturalmente Sakura! Aspettiamo Tenten e poi vi darò tutti i dettagli!” spiegò con una delle sue solite moine.

“In realtà noi dovremmo…un attimo! Aspettiamo Tenten? Dov’è ora?”

I due sembrarono decisamente perplessi ed io mi preoccupai seriamente.

“Ragazzo mio!” cominciò il maestro “ Ti ricordi se quando abbia svoltato all’ultima curva, lei era dietro di noi?”

“Non me sono accorto, se devo essere sincero…”

Non riuscivo a credere di star assistendo ad una scena del genere…

“Bhè in ogni caso, prima o poi arriverà!” concluse il maestro, incrociando le braccia.

“VOI DUE!”

Come fossero stati colpiti da un vento gelido, entrambi rabbrividirono udendo quel tono così furioso. Si girarono lentamente, quel che bastava per vedere Tenten avvicinarsi con il fiato corto e con un’espressione decisamente poco incoraggiante.

“Mi avete lasciata praticamente sottocasa! Ma vi sembra il modo di comportarvi?!” li rimproverò.

“Suvvia Tenten, non mi sembra il caso di fare tutte queste storie…” cercò di calmarla accompagnando le parole a qualche gesto.

“Ringraziate che abbiamo da fare…la prossima volta me la pagate!”

Urgeva creare di nuovo un’aria pacifica. Prima che lei cambiasse idea.

“Di quale missione stava parlando prima, mi scusi?”

Il maestro non aspettava altro che quella domanda e mi lanciò un’occhiata riconoscente per aver cambiato discorso:

“Grazie di avermelo ricordato! Dunque, Rock Lee mi ha raccontato del modo in cui ha reagito ieri Naruto in diverse situazioni. Mi ha confessato di essere rimasto un po’ scoraggiato dal suo comportamento e nonostante mi abbia pregato di non dirlo in pubblico, io la ritengo invece una cosa molto costruttiva dal momento che anche voi potreste sentirvi allo stesso modo…

Non guardarmi così, ragazzo! Fidati di me!

Dunque alla luce degli eventi dello scorso pomeriggio, vorrei invitarvi a non gettare la spugna, anzi ad essere ancora più determinati nel compito di aiutarlo a ritrovare tutta la sua forza! Non dimenticate che un amico ha dei precisi doveri a cui non può venire meno! Mai!

Per cui la vostra missione di oggi sarà questa…tornare da lui, pieni di forza e grinta ed affrontarlo! E non importa quante altre volte verrete scoraggiati, dovete tenere duro! Inoltre non…”

“Si si maestro, abbiamo afferrato il concetto! Ora direi che è il caso di andare!” lo interruppe seccata Tenten, mentre ci spingeva verso casa di Naruto.

Ma il maestro Gai era troppo impegnato nel suo discorso ad occhi chiusi, per trasmettere tutta la serietà dell’argomento, per accorgersi che ci stavamo allontanando. Non vide nemmeno Lee inchinarsi e salutarlo prima di raggiungerci. Quando fummo abbastanza lontani, mi girai un attimo…non aveva smesso un attimo di parlare.





 
Una volta arrivati, bussai alla porta ma mi accorsi che era semplicemente socchiusa, così la aprii ed entrammo tutti dentro l’abitazione.

Fu in quel momento che iniziò la tempesta dentro di me, proprio mentre percorrevo il corridoio. Ero felice? Impaurita? Difficile giustificare quell’aritmia che da tanto tempo non sentivo più…

Cercai di recuperare il controllo di me stessa. Dovevo evitare di dare nell’occhio e già lo sguardo preoccupato che mi rivolse Rock Lee, mi fece intendere che il mio nervosismo non era passato inosservato. Trassi un paio di respiri profondi e calmai il mio battito.

Peccato che poi il mio cuore perse un colpo.

Infatti vedere il volto di Naruto disteso con gli occhi chiusi appoggiato sulla spalla di Hinata mentre quest’ultima lo teneva stretto a se con le braccia intorno al suo collo in un largo abbraccio che lui ricambiava timidamente con la mano ancora bendata sul fianco di lei, fu un colpo terribile.

Anche i miei amici erano rimasti interdetti da quella scena a giudicare dalle loro espressioni. Anche se non vedevo il viso di Shino, non mi sfuggì il fatto che si fosse irrigidito.

Non sapevo se il loro stupore derivasse dal fatto che non si aspettavano che Hinata riuscisse a gestire con una tale naturalezza un abbraccio con il ragazzo a cui, non troppo tempo fa, sarebbe bastata una parola per farla svenire oppure era rimasti sorpresi da Naruto che ricambiava quel gesto dopo giorni in cui a mala pena aveva rivolto la parola a qualcuno.

Ero sicura solo del motivo per cui io non riuscivo a credere a quello che vedevo: prima di entrare in quella casa, mi era rimasto ancora un briciolo di speranza.

Benché avessi compreso da veramente troppo poco tempo i miei veri sentimenti per Naruto, avevo sperato che da qualche parte, dentro di lui provasse ancora qualcosa nei miei confronti. Sarebbe stato più semplice in questo modo, una volta riuscita ad aprire un dialogo tra di noi, fargli comprendere quanto nuovo fosse per me quella sensazione ma anche di quanto fossi convinta che era quello che volevo veramente. Avevo bisogno del suo aiuto, della sua comprensione per potere esprimere quello che sentivo.

Ci speravo nonostante il tempo, le delusioni che gli avevo dato…la rabbia che da quel girono maledetto continuava a rivolgermi con la sua indifferenza.

Ma vederlo ieri completamente abbandonato, così fragile alle parole e alle cure amorevoli di Hinata e oggi così rilassato in un contatto così strano dopo avergli sentito dire tante parole aggressivo e dolorose, mi fece comprendere che mi ero illusa stupidamente.

Che senso aveva continuare a star dietro a una come me in grado di provocargli solo dolore quando poteva avere Hinata vicino a sé, che non solo lo amava profondamente…ma che sarebbe stata sempre incapace di farlo soffrire?  Lo avrebbe rispettato, sostenuto e soprattutto lo avrebbe reso felice. Cosa che io ero incapace di fare con ancora tutti i miei dubbi e un’insicurezza che mi tormentava.

Persa com’ero nelle mie riflessioni, mi accorsi appena che Tenten aveva deciso di annunciare il nostro arrivo:

“Ehm…scusate…” cominciò simulando un colpo di tosse.

Naruto spalancò gli occhi di colpo e dopo averci notati, si affrettò ad allontanarsi da Hinata mentre quest’ultima scioglieva altrettanto velocemente l’abbraccio, non appena sentì quella voce. Si voltò verso di noi, imbarazzata come non mai, per salutarci.

Osservai che aveva gli occhi lucidi anche se cercò di asciugarseli subito.

Chissà…magari lui le aveva dichiarato i suoi sentimenti. Perché no dopotutto?

“Buongiorno ragazzi…” salutò Hinata con voce tremante “Non…vi abbiamo sentiti entrare…”

Quel plurale…quanto faceva male…

“La porta era aperta.” spiegò Lee “Piuttosto…abbiamo interrotto qualcosa?”

“No , assolutamente!” si affrettò a rispondere, ancora più rossa in viso “Vi stavamo aspettando!”

Naruto guardava nervosamente un punto imprecisato davanti a se.

“Bene, allora!” concluse sempre Lee.

Ognuno prese una sedia e ci disponemmo come al solito intorno al letto. Chiedemmo informazioni sulla nottata e Hinata raccontò che era stata serena perché avevano dormito tutti tranquillamente. Spiegò inoltre che Kaiza aveva ricevuto una comunicazione dall’Hokage, la quale annunciava una visita per il giorno seguente. Immaginai che la signorina Tsunade volesse sincerarsi di persona dello stato di salute di Naruto.

Quando chiesi che fine avesse fatto l’uomo, dal momento che sembrava assente in casa, fummo informati del fatto che era uscito insieme a Kurama per fare la spesa. In particolare aveva specificato che erano andati a comprare la carne per il cercoterio e che quest’ultimo voleva assicurarsi che ne venisse fatta una bella scorta.

Cercai di immaginare insieme quei due a fare le commissioni e la risata che mi sfuggì, almeno per un momento, servì a distrarmi dai miei pensieri e soprattutto da Naruto.

Mentre prestavo ascolto agli aggiornamenti che Hinata ci stava fornendo, non riuscivo a smettere di fissarlo.

Lui non ascoltava se non il flusso dei suoi pensieri e dedussi dalla sua espressione cupa che non doveva essere per nulla piacevole. Aveva la testa china sul braccio fratturato che accarezzava lentamente con l’altra mano. Chissà se gli faceva male…avrei voluto chiederglielo ma preferii evitare di ascoltare quella che sarebbe stata una menzogna.

La scena che avevo visto poco prima, mi assillava. Provai ad immaginarmi al posto di Hinata, stretta nel suo abbraccio. Lo immaginavo caldo, stretto…protettivo.

Stare vicina a Naruto, in molte occasioni del passato, mi avevano fatta sentire al sicuro perché ero consapevole che lui era sempre disposto a farsi in quattro pur di impedire che mi accadesse qualcosa. Da quando ero venuta a sapere che era stato lui a battesi come un leone contro Gaara, prima del cambiamento, pur di salvarmi.

Possibile che me ne accorgessi solo adesso? In tanti anni questo pensiero non mi aveva mai toccato. Fino a che punto ero stata superficiale con lui? Il pensiero di Sasuke mi aveva avvolta  al punto da rendermi del tutto assuefatta a quello che un tempo credevo fosse amore…tralasciando tutto il resto.

Il rumore della porta attirò l’attenzione di tutti facendoci voltare in attesa di vedere chi aveva varcato l’ingresso.

Per prima, udimmo la voce di Kurama:

“Datti una mossa, Vecchio! Sei proprio lento!”

Poi quella di Kaiza, che naturalmente ribatté:

“La fai facile tu! Non stai portando niente mentre io mi sto accollando tutta la roba che mi hai costretto a prendere!”

“Pretendi forse che rimanga a digiuno?”

“Non dico questo! Vorrei che almeno ti dessi una regolata invece di strafogarti ad ogni pasto!”

“Tsk! Io non mi strafogo…” sbuffò.

“Ah no? Sono curioso di vedere quanto durerà la scorta fatta oggi!”

“Sono arrivati a quanto pare…” cambiò discorso.

“Fantastico!” esclamò mentre entrava nella stanza, tenendo tre buste per mano “Giorno a tutti!” sorrise.

Lo salutammo con entusiasmo mentre faceva capolino anche Kurama.

“Salve mocciosetti!” ghignò.

“Ciao Kurama…” lo salutai io.

Lui mi fissò curioso. Poi guardò Naruto con la stessa intensità. E infine rise.

“Uh uh uh…voi umani siete proprio divertenti!” dichiarò mentre saltava sul letto di Naruto che aveva già provveduto a fargli posto, appoggiandosi su un fianco. Gli diede un colpetto con il muso dietro la testa come per salutarlo. Naruto sorrise appena.

Kurama probabilmente aveva già capito tutto. Doveva aver percepito il mio cambiamento già da ieri, quando aveva riso senza che ne capissi il motivo. La ripetizione di quel gesto mi diede la conferma di cui avevo bisogno. Era divertito perché finalmente avevo capito i miei sentimenti e anche perché ero gelosa.

Ero definitivamente fregata.

“Felici di suscitarti ilarità, Volpone!” fece Kaiza, posando le buste a terra e stiracchiandosi “ Perché però ora non vieni a darmi una mano? Ti ricordo che la maggior parte è roba tua…e poi sai com’è,  la carne pesa!”

“Non credo di avere nessuna mano da prestarti, sai com’è sono una volpe..” sghignazzò.

“Ti aiuto io!” si offrì Hinata, alzandosi.

“In tre facciamo prima!” esclami, alzandomi a mia volta.

“Grazie piccole, siete proprio gentili!” ci disse Kaiza, molto grato. Poi indicò il cercoterio.

“Mentre tu…”

Kurama drizzò le orecchie.

“Tu…sei proprio un CAFONE!” finì prima di prendere un paio di buste e sparire in cucina.

Il demone borbottò qualcosa, irritato.

Dopo aver preso anche noi due buste a testa, lo seguimmo.

Kaiza stava già iniziando a sistemare la spesa e si muoveva come se fosse a casa sua. Ci diede lui le indicazioni per poter sistemare tutto al suo posto.

Speravo che tenermi impegnata mi sarebbe stato d’aiuto ma la presenza di Hinata mi turbava. E mi dispiaceva. Dopotutto lei non stava facendo nulla di male per meritarsi dell’astio da parte mia.

Con mia grande sorpresa, ad un certo punto mi si avvicinò.

“Sakura?” iniziò timida.

Bene, era arrivato il momento della verità.

“Si?” feci io.

“C’è una cosa che vorrei chiederti…”

Voleva che stessi lontana da lui? Che uscissi dalla sua vita, non è vero?

“Ti ascolto!” la incitai. Prima finiva, meglio sarebbe stato.

“Devo trovare un posto e mi è stato detto di chiederti di un certo Yota(*)…ti dice nulla questo nome?”

Restai spiazzata. Non mi aspettavo nulla di simile. Perché me lo stava chiedendo? E poi…

Yota…ricordare mi provocò una fitta in mezzo al petto. Incontrarlo di nuovo durante la guerra, memori dell’accaduto tanti anni prima, era stata un’esperienza molto dolorosa.

Il nostro primo incontro risaliva a quand’ero appena una bambina…ed era stato un caso.

Un giorno notai Shikamaru, Choji e Ino comportarsi in modo strano…si aggiravano per il cortile dell’Accademia, furtivi rubando un boccone da una ogni merenda lasciata incustodita. Li avevo seguiti nella parte più nascosta della foresta e lì incontrai lui per la prima volta.

Era così allegro, incapace di stare fermo e sempre estremamente sensibile.

Da subito potei apprezzare le sue abilità speciali…era in grado di manipolare il tempo a seconda dei suoi stati d’animo. Il pianto provocava subito un acquazzone, la cui intensità variava a seconda di quanto fosse triste. La risata invece provocava una piacevole nevicata nonostante il caldo. La rabbia generava fulmini che poteva indirizzare dove voleva.

Ci divertivamo così tanto…

Finché non arrivò il giorno in cui gli Ambu lo catturarono per interrogarlo dal momento che si trovava nei confini di Konoha senza autorizzazione. Facemmo tutti irruzione nella sala degli interrogatori per salvarlo. Quando Naruto cercò di difenderlo e un Ambu lo colpì alle spalle, Yota si infuriò così tanto da tramortire tutti, tranne noi che eravamo suoi amici. Era debole così per evitare che venisse catturato ancora, scegliemmo di portarlo fuori dal Villaggio. Rischiammo di annegare nel tentativo di attraversare il fiume in piena, ma fu lui a salvarci tutti. Lo sforzo eccessivo però gli stava costando la vita…così prima di andarsene, ci cancellò la memoria per evitare che ricordassimo quell’addio così doloroso e per evitare che ci sentissimo in colpa.

Durante la guerra, dopo aver recuperato la memoria, scoprimmo che già allora Yota era sotto il controllo della tecnica della resurrezione e quindi non ci saremmo dovuti sentire in colpa per l’accaduto, che non era per colpa nostra se lui era morto.

E in un ultimo gesto di amicizia, ci aveva salutati tutti e ringraziati prima di sigillarsi da solo ricoprendo il suo corpo di neve e facendosi colpire da uno dei suoi fulmini.

Benchè non ne avessimo più parlato, sapevo che quell’esperienza aveva segnato tutti noi che l’avevamo vissuta…quindi non capivo proprio come facesse Hinata a sapere …

“Chi ti ha parlato di lui? Non dovresti conoscerlo…”

Lei mi parve esitante.

“Ho promesso…” sussurrò. Poi mi prese le mani nelle sue.

“Sakura ti prego,ho bisogno di saperlo! Forse Kiba…”

Finalmente capii. Ecco perché proprio Yota…

“Ascoltami…ricordi dove ci portava Iruka per i duelli di allenamento? Oltre la rete c’è un bosco…devi inoltrarti nel più profondo di quella foresta, nella parte più nascosta e più fitta, verso ovest…troverai una radura con al centro un gigantesco albero cavo...saprai che è quello giusto, quando troverai un’insegna con su scritto “Tempo in vendita”. Lì…lì si trova Yota….”

Hinata aveva ascoltato le mie indicazioni con estrema attenzione. Quando terminai, lei mi sorrise:

“Grazie di cuore…davvero…”

Non riuscii a trattenere un sorriso a mia volta.

Anche se in quel momento lei era diventata oggetto di gelosia per me, non potevo in alcun modo avercela con lei…era più forte di me, non potevo.

Kaiza aveva fatto l’indifferente mentre finiva di sistemare l’ultimo pacco di bistecche però mi sembrò incuriosito dalla nostra conversazione.

Terminato di sistemare la spesa, tornammo di là con gli altri.

Subito vidi Naruto cercare Hinata con lo sguardo e quando lei gli sorrise, lui annuì con la testa in un gesto di incoraggiamento. Sembravano condividere qualcosa che mi sfuggiva.

“Shino…” chiamò lei, avvicinandosi al compagno “Credo di sapere dov’è…”

Lui si alzò di scatto.

“Ne sei sicura?”

Lei annuì.

Il domatore di insetti rimase fermo un attimo come se stesse riflettendo su una scelta importante. Poi:

“Ragazzi dovete scusare me e Hinata ma abbiamo una cosa urgente di cui occuparci.” rivolgendosi a Naruto aggiunse “Tornerò stasera per il mio turno…”

“Non ti disturbare….posso sopravvivere anche senza un terzo supervisione…” e così dicendo si girò, dandoci le spalle mentre Kurama sbuffava seccato per quel comportamento.

Shino si lasciò sfuggire un sospiro prima di salutarci ed uscire dall’appartamento affiancato da Hinata.

“Mi sono persa qualcosa forse?” fece Tenten “ Siamo appena arrivati! Come mai quei due se ne sono già andati?”

“Non ti preoccupare per loro. Sono sicura che avranno avuto un buon motivo…” cercai di far liquidare la questione quanto prima.

Non capivo il comportamento di Naruto…era evidente il fatto che fosse stato lui a parlare a Hinata di Yota, essendo uno dei pochi a sapere della sua esistenza.  Quindi sapeva perfettamente che sia lei che Shino sarebbero andati a controllare se Kiba effettivamente si trovasse nel luogo che io avevo indicato. Come mai aveva reagito in quel modo però?

Kaiza ci raggiunse e come al solito, evito di prolungare l’ormai quotidiano silenzio imbarazzante.

“Ehi Naru, c’è una novità!” annunciò.

Sentendosi chiamare, si rigirò nuovamente nel letto per prestare attenzione.

“Di cosa si tratta?” chiese.

“Devi sapere che mentre io e Kurama ci occupavamo della spesa al mercato abbiamo incontrato mia moglie Yukiho…”

“Oh si…un’umana alquanto particolare.” commentò il demone.

Sapevo che era sposato ma in quel momento come non mai, nacque in me la curiosità di conoscerla.

“Ebbene…”continuò “…ha voluto sapere come stavi e le ho detto che va molto meglio nell’ultimo periodo. Così mi detto di riferirti che tra una settimana sei invitato a cena a casa nostra e che non accetta rifiuti! Quindi penso proprio che ti toccherà venire! Che ne dici?”

Lui parve sorpreso da quell’invito, forse non se l’aspettava. Ero curiosa di sentire la sua risposta.

“Puoi dirle che verrò con molto piacere.” disse con mia grande sorpresa.

Imprevedibile. L’unica parola adatta a descriverlo! Non c’era modo di sapere cosa gli passasse per la testa dato che ogni cosa che faceva o diceva era sempre l’opposto di quello che ci si sarebbe aspettato da lui.

“Ne sarà felicissima!” esclamò soddisfatto. “Un’altra cosa…un giorno di questi pensavo di tornare a casa per una giornata, così per passare un po’ di tempo con lei. E’ un problema per te?”

“Kaiza, non sei obbligato a restare qui. Puoi fare quello che vuoi, so che lei è sola a casa e che ha bisogno di te. Non sarà mai un problema per me se vuoi tornare da tua moglie, dove dovresti essere! Per favore, non farti degli scrupoli solo per colpa mia…” affermò lui in fretta.

“Bhè non è che sia proprio sola...però si, ha bisogno che stia un pochino con lei. Però…” cominciò avvicinandosi “…anche tu non preoccuparti, siamo intesi? Te l’ho già detto che sono contento di poter stare qui insieme a te, non sei un peso in alcun modo quindi non voglio che lo pensi. E anche lei sa quanto mi faccia piacere poterti aiutare…Pensa che quando sono andato a dirle che mi sarei trasferito a casa tua per aiutarti durante questo periodo di convalescenza, lei mi ha invogliato a farlo! Capisci?” e gli scompigliò i capelli.

Naruto annuì convinto. Kaiza sapeva sempre come parlargli, quanto lo ammiravo.

“Bene! Allora…che vogliamo fare per intrattenerci ragazzi? Ci raccontiamo qualche storia? Giochiamo a carte? Volendo Shikamaru ha lasciato qui la scacchiera, potremmo fare un torneo…”

Prima che potessimo votare però:

“Kaiza…se non è un problema, vorrei uscire a camminare un po’…”

Inutile dire che l’uomo rimase a bocca aperta e Kurama stesso sembrava non credere alle proprie orecchie.

“Vuoi uscire sul serio?”

“Si…non-“ tentennò “…non me la sento di restare in casa…”

Il mio stupore durò poco perché capii subito il motivo dietro quella richiesta. Gli attacchi di panico inducevano la persona che ne veniva colpita ad evitare in ogni modo di ritrovarsi nel luogo in cui aveva avuto l’esperienza. E siccome quello di Naruto si era svolto in casa, era normale che volesse uscire.

Anche il medico sembrò avere la mia stessa intuizione.

“Se è quello che vuoi va bene! Vada per la passeggiata! A voi và ragazzi?” domandò a me, Tenten e Lee.

Annuimmo tutti convinti. Kurama era contento all’apparenza. Dentro, credo fosse turbato…

Ci volle un po’ prima che Naruto fosse pronto per uscire perché il controllo delle ferite occupò la sua buona fetta di tempo. Si prese un po’ di tempo anche per la colazione dal momento che non l’aveva ancora fatta. Mentre io e gli altri lo aspettavamo fuori, si cambiò e quando uscì indossava i pantaloni arancioni della tuta e la maglia nera con la spirale rossa al centro. Niente copri fronte.

Senza di esso, le ciocche bionde gli ricadevano sparse sulla fronte ed erano smosse dalla leggera brezza che soffiava fresca. Non indossava il copri fronte da giorni e la cosa mi suonò molto strana, visto e considerato che era l’oggetto a cui teneva di più e per il quale non aveva esitato, a suo tempo. a sfidare anche Zabuza.

Anche quell’oggetto doveva essere coinvolto nella crisi che lo aveva sconvolto nel profondo.

Non erano state espresse preferenze sul percorso da seguire, credo che Naruto volesse semplicemente fare due passi fuori casa.
Camminava come al solito aiutandosi con il bastone regalatogli da Gaara che portava ovunque e affiancato da Kurama che stranamente era diventato piuttosto taciturno.

Mentre camminavano, lo osservava come se potesse riuscire a carpire con semplicemente con gli occhi,  i suoi pensieri. Quando però Naruto si accorgeva di essere osservato, lui distoglieva lo sguardo e fissava qualcosa davanti a sé.

Tenten e Rock Lee tentarono di farlo parlare, chiacchierando del più e del meno ma ottennero scarsi risultati. Il mio compagno di squadra o non rispondeva o si limitava a risposte secche  e prive di tono. Il medico meditava sulla prossima mossa da fare.

Attraversammo le stradine del Villaggio con calma e quasi tutto il tempo in silenzio, ognuno meditando su cosa dire. La presenza della Volpe non passò inosservata…benché incredibilmente in molti lo salutassero con inchini veloci, c’era ancora una parte di persone che lo fissava intimorita.

“Più tardi…gli farò cambiare idea…” lo sentii mormorare.

Nel frattempo solo Rock Lee continuava ad insistere a cercare di tirare fuori due parole di fila a Naruto, forse memore del discorsetto fatto dal maestro Gai in mattinata. Ma nulla da fare.

Senza quasi rendercene conto ci ritrovammo davanti all’Accademia.

Probabilmente era l’ora della pausa perché tutti i giovani e anche giovanissimi apprendisti ninja si rincorrevano come matti nel cortile, fingendo già di intraprendere missioni e di combattere tra di loro, mettendosi alla prova. Qualcuno di più tranquillo, se ne stava in disparte a leggere o a ripassare l’ultima lezione. Il tutto sotto la supervisione di alcuni maestri che come me sembravano persi nei loro ricordi di infanzia.

La nostalgia non colse solamente me. Anche Rock Lee e Tenten li osservavano sorridenti. Kaiza pareva sul punto di potersi sciogliere per quanto era intenerito. Kurama invece era infastidito…credo non fosse il tipo che sopporta facilmente i bambini e la loro iperattività.

Colsi anche in Naruto un momento di serenità che sparì quasi subito quando qualcosa catturò la sua attenzione. Seguì il suo sguardo e notai che puntava dritto dentro il cortile, sulla destra in corrispondenza del quale c’era un albero molto famigliare, distante da tutto e tutti.

Consumata dal tempo, al ramo più alto era appesa un’altalena che un bambino faceva oscillava lentamente. E osservava tutti da lontano.

“Kurama…potresti ritrasformarti in umano per favore? Vorrei entrare…”sussurrò Naruto.

“Ti ricordo che sono nudo…non vorrai traumatizzare quei piccoli mocciosi, vero?”

“Puoi aspettare qui allora?”

Dopo un momento di esitazione, il cercoterio annuì. Kaiza si propose di restare con lui.

Entrarono in un vicolo all’ombra forse per evitare che il demone fosse visto troppo in giro. Non sapevo cosa avesse in mente di fare più tardi durante l’appuntamento che aveva dato ai sopravvissuti della nottata dell’attacco, ma decisi di lasciare perdere per vedere cosa aveva in mente di fare Naruto piuttosto che si era avviato verso il cancello. Senza capire lo seguimmo al suo interno.

In molti si girarono e interruppero le loro attività per osservarlo.

“E’ Naruto Uzumaki!” esclamò uno.

“Già è proprio lui!” aggiunse un altro.

“Perché cammina con il bastone? Si sarà fatto male?” dissero ancora.

“E chi lo sa…”

Se solo sapessero…

Lui non sembrò fare per nulla caso a quelle voci e procedette dritto fino a quella che avevo capito essere la sua meta. Si fermò proprio di fronte al bambino sull’altalena, che avendo la testa bassa non si accorse subito della nostra presenza.

Quando sentì di essere osservato, alzò lo sguardo e non appena notò Naruto, balzò in piedi indicandolo:

“T-tu…s-sei Na-naruto U-uzumaki!” esclamò. Lui glielo confermò, annuendo.

Avrà avuto non più di dieci anni, era magrissimo e portava i corti capelli rossicci in modo completamente disordinato. Una ciocca un po’ più lunga gli copriva l’occhio destro.  La prima cosa che però balzava all’occhio era l’ustione che gli ricopriva tutta la parte sinistra del volto molto più scura rispetto all’altra metà di un rosa pallido che quindi provocava uno strano effetto sul suo viso.

Povero…cosa poteva aver causato una cosa simile?

Tardi mi accorsi di essermi fermata ad osservarlo. E non solo io, anche Tenten  e Lee. Lui chinò immediatamente la testa, portandosi una mano sul viso,vergognandosi.

“Che volete?” chiese poi il piccolo con il broncio.

“Potresti cedermi un po’ il tuo posto?” domandò Naruto, indicando l’altalena.

“Come?! Tu così grande che vuoi andare sull’altalena?” chiesi stupito.

“Ti dispiace?”

Ci pensò un po’ su e poi scosse la testa, spostandosi per farlo sedere.

“Come ti chiami?” si informò dopo un attimo.

“Rei Kazama…” mormorò lui.

“Cosa facevi qui tutto solo?”

“Non sono affari tuoi!” esclamò ma poi si tappò la bocca, pensando di essere stato inopportuno a parlare così proprio all’eroe del Villaggio.

“E’ vero…perdona la mia curiosità. Volevo sapere come mai invece di andare a giocare con gli altri, preferivi stare qui con lo sguardo di chi nutre un odio profondo verso tutti e soffre senza dire una parola, esattamente come facevo io quando avevo la tua età…”

Lasciò Rei di stucco. Per non parlare di noi tre, che assistevamo a quel dialogo come spettatori invisibili, senza emettere un fiato.

“Lasciavano solo…anche te?” chiese in un sussurro.

Lui annuì.

“Allora non ne comprendevo il motivo…ma quando provavo ad avvicinarmi agli altri bambini per poter giocare con loro venivo sempre scacciato in malo modo. E i loro genitori mi urlavano di stare lontano. Quindi venivo sempre qui…li guardavo da lontano e mi chiedevo il perché. Cosa c’era in me che non andava? Perché sembravano avere paura di me,  come se da un momento all’altro potessi fargli del male? E dato che non capivo…ho iniziato ad odiarli. Stavo troppo male e avevo bisogno dell’odio per stare un po’ meglio...”

Quelle ammissioni mi fecero sentire un vero mostro. Ripensare a quanto lo avessi giudicato male, a quanto avessi anche io cercato di tenerlo lontano quand’ero più piccola…mi fece stare veramente male.

Naruto aveva sorriso durante il racconto e Rei aveva ascoltato tutto , incredulo. Si sedette sull’erba incrociando le gambe e iniziò a strappare nervoso i fili d’erba.

“Io so perché non mi vogliono…per colpa di queste…”  e si toccò il viso sulle ustioni, percorrendole con le dita con sapienza. Come se lo avesse fatto già mille volte.

“… non ricordo nemmeno cosa è successo di preciso. Casa mia era avvolta dalla fiamme, un’incidente…io ero dentro in trappola. Chiamavo i miei genitori ma loro non potevano raggiungermi. E poi ho perso i sensi…quando mi sono risvegliato in Ospedale per fortuna scoprii che i miei genitori stavano bene ma…” e strinse con forza quel tratto di pelle.

“I dottori non hanno potuto fare meglio di così…adesso ogni volta che qualcuno mi vede, mi fissa come se stesse guardando un mostro! E da quando sono entrato in Accademia, qualche mese fa le cose sono peggiorate perché nessuno mi rivolge la parola e scappano via appena mi vedono…” iniziò a piangere.

“Non riesco a odiarli…vorrei ma non posso. Mi spavento io ogni mattina quando mi guardo allo specchio e vedo tutto questo…come posso biasimarli?”

“Capisco perfettamente come ti senti…”

Il bambino tornò a guardare Naruto.

“Ma non devi permettere agli altri di giudicarti per quello che non sei…di lasciarti sempre da solo. Comprendo quanto possa essere difficile ma ascolta…devi insistere, fare tu il primo passo e anche se all’inizio troverai solo rifiuti…ti posso garantire che prima o poi incontrerai qualcuno che ti capirà e ti accetterà per quello che sei, superando le apparenze. Non c’è nulla che non va in te, sono stato chiaro? Quello che tu credi sia una debolezza, sai cos’è per me?”

Rei scosse la testa.

“Io credo che sia una prova di grande coraggio. Nonostante tutto tu hai avuto la forza di venire all’Accademia, ti sei esposto al giudizio degli altri ma nonostante questo sei ancora qui. Non nascondere più il tuo volto…vanne fiero invece, perché è la dimostrazione che sei un guerriero che ha affrontato una battaglia difficile! Insomma…spero tu abbia capito cosa voglio dire…”

Sembrava ancora un po’ confuso e non del tutto convinto di quelle parole. Ma Naruto non aveva finito.

“Hai mai sentito parlare di Raido Namiashi?”

“Si, è un grandissimo jonin che era anche l’assistente del Terzo Hokage!”

“Ebbene sappi che lui ti assomiglia molto…anche lui ha bruciature e cicatrici sul viso. Eppure è un ninja abilissimo, riconosciuto e accettato da tutti! Come vedi, lui non si è fatto fermare da quella parte del suo aspetto…si è impegnato e alla fine è stato riconosciuto per i suoi meriti e non per l’apparenza. Ed io stesso ho ottenuto il riconoscimento del Villaggio nonostante fossi la Forza Portante della Volpe a Nove Code. Anche se mi disprezzavano alla fine ho capito che restarmene da solo non mi sarebbe servito a nulla, se non a stare più male ogni giorno che passava...così ho fatto il primo passo, ho sempre dato il massimo per riuscire a perseguire il mio obbiettivo, cioè essere riconosciuto ed accettato da tutti…ora devi farlo anche tu…” gli poggiò la mano sulla testa “….non sarà facile ma sono certo che puoi riuscirci.”

Al piccolo brillavano gli occhi. Finalmente vi ardeva una scintilla di determinazione che Naruto aveva acceso raccontando la sua esperienza e motivandolo con la profondità delle sue parole.

“Quindi tu non ti sei mai arreso?” chiese.

Mi irrigidì. La risposta a quella domanda sarebbe stata importante…

“No…mai…” mormorò a bassa voce. Non riuscì a capire se era la verità…

“E ora tu credi d-davvero che io possa farcela…?”

“Io l’ho fatto…quindi puoi anche tu…”

“Naruto…” si alzò in piedi e gli si buttò tra le braccia per abbracciarlo forte “…grazie…”

E lui? Da sorpreso…divenne sereno e cercò di ricambiare l’abbraccio.

“Non ringraziarmi…non potevo non aiutare qualcuno che stava vivendo la stessa esperienza di quand’ero piccolo…”

“Questo significa…che siamo amici?!” domandò emozionato, liberandolo dalla stretta e porgendogli la mano.

Esitò. Ma…

“Si…siamo amici.” E allungò la sua mano per stringere la manina di Rei, che non poteva essere più felice.

Mi scambiai un’occhiata con i miei amici e incontrando i loro sguardi sbigottiti ma contenti, compresi che anche loro si erano resi conto che quel ragazzino con i suoi problemi era riuscito a far trovare a Naruto, il suo antico spirito, la sua capacità di comprendere le persone, di farle diventare sue amiche usando poche parole…

Notai che un gruppo di ragazzi e di bambini si era fermato ad osservare la scena, incuriositi.

In quel momento suonò la campanella che segnava il nuovo inizio delle lezioni. Era ora di rientrare.

“Devo andare adesso…” constatò dispiaciuto “…tornerai a trovarmi, vero?”

“Se ti fa piacere si.” rispose.

“Bene! E te lo prometto Naruto…non mi arrenderò mai! Farò vedere a tutti quello che valgo, senza più nascondermi!  Ti renderò fiero di me!” promise solenne.

“Ci conto! Ora vai…” e lo spinse ad andare.

Dopo averci salutati tutti corse insieme agli altri ragazzi per rientrare nelle aule e non appena si avvicinò, una bambina subito gli si fece accanto per parlare con lui.

In breve il vociare sfumò e il cortile tornò deserto.

“Però…chi l’avrebbe mai detto che una Testa Quadra come te sarebbe riuscito a motivare un ragazzino in quel modo…” disse Tenten al mio compagno di squadra.

Lui non fece in tempo a ribattere che Rock Lee aggiunse:

“Ha ragione, gli hai dato un motivo per combattere! Sei sempre stato un ninja sorprendente, amico mio ma oggi hai superato te stesso!”

Naruto era senza parole.

“Non so in quale altro modo dirtelo…sei stato davvero straordinario…” conclusi io.

Ci fissò tutti e tre negli occhi, come se credesse che stessimo mentendo. Quando però comprese che non era così, fece l’ultima cosa che mi sarei aspettata.

Chinò la testa per nascondere il fatto che stava sorridendo per i nostri complimenti.

Andava tutto alla grande. Forse stava cedendo…forse era il momento giusto per parlargli.

Ma bastò l’intervento di una voce cupa per interrompere quel momento:

“Ma bravo…proprio un bel discorso!” affermò sarcastica “Peccato che tu non creda più in nulla di tutto quello che hai detto a quel ragazzino…e che tu gli abbia mentito spudoratamente!”







(*) Yota è un personaggio di una saga filler che vi consiglio di vedere...sono tre episodi e a me prsonalmente è piaciuta! ^^ Gli episodi sono 323-324-315 se vi interessa ;) Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo! Grazie a tutti! ^^
 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Greywolf