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Autore: JoshEyes    02/09/2014    4 recensioni
America è una ragazza logorata dal suo passato e che odia la sua vita. Ma la sua vita prenderà una svolta in un giorno d'estate, quando incontrerà la persona che più ammira da quando è piccola. Josh Hutcherson cambierà la sua vita in meglio o la renderà ancora più complicata di quanto già non sia?
~
Dal 4° capitolo:
«Non mi merito neanche un bacio?» chiedo facendo la faccia da cucciolo. In tutta risposta lui preme le labbra sulle mie in un rapido bacio a stampo.
«Sei malefico» dico attirandolo di nuovo a me e lasciandogli un bacio come si deve.
«Soddisfatta?» chiede divertito.
«Per niente» dico mettendo il broncio e incrociando le braccia.
«Non scherzare col fuoco Josh, che prima o poi ti scotti. E vedi di farti perdonare altrimenti la prossima volta non ti bacio neanche sotto tortura!» urlo mentre raggiunge il fuoristrada.
–Se ci sarà una prossima volta– mi sussurra la mia parte pessimista.
«Tanto un bacio te lo rubo lo stesso» dice facendomi la linguaccia e facendo sparire tutti i miei dubbi.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Don’t lose it all in the blur of the stars!
Seeing is deceiving, dreaming is believing,
It’s okay not to be okay.
Jessie J – Who you are




 
E ci sono quelle sere in cui te lo concedi, te lo concedi di crollare, almeno per una sera, di lasciarti andare al freddo che hai dentro e sprofondare nell’oblio. Non sei debole, solo stanca. Domani riprenderai a lottare, sarai la ragazza forte di sempre, l’ancora di tutti. La ragazza che ha superato la morte di suo padre, l’abbandono da parte della madre poco dopo, il dolore per dover lasciare il posto dove era nata e cresciuta: l’Italia. All’inizio era una bambina dolce, simpatica, amava la vita. Ma ha visto come a volte la vita possa essere crudele, togliendoti tutto quello che un tempo avevi. Cosi ha imparato ad essere fredda, distaccata, acida, si è costruita talmente tanti muri attorno che nessuno è mai riuscito ad oltrepassarli. Tranne Nick. Ci aveva provato tante di quelle volte a distruggere quei muri che alla fine ci era riuscito. America si chiedeva come mai non si fosse stancato di lei. Non le piacevano le persone. O forse, era lei a non piacere. In ogni caso, si era detta, nessuno avrebbe più oltrepassato le barriere costruite intorno al suo cuore.
 
«Mare svegliati, sei in ritardo!» urla una voce fuori dalla mia stanza.
Decido di rimanere a letto fino a quando le tende vengono spostate bruscamente lasciando entrare la luce, cosa che mi costringe ad infilare la testa sotto il cuscino, che subito dopo mi viene tolto.
«Matt, sei un rompiscatole! Vuoi lasciarmi dormire?» dico con la voce ancora impastata dal sonno.
«Non ci penso neanche! Non vorrai mica farti licenziare! Fila subito sotto la doccia!» odio quando fa così. Ma se non fosse stato per lui non mi sarei mai alzata da quel letto.
«Ok mamma» dico lanciandogli un’occhiataccia.
Abito a Los Angeles con i miei zii da dopo la morte di mio papà, due anni fa. Li odio. Cercano di farmi superare la sua morte ma io no, non voglio. Hanno detto che mi devo far aiutare ma le uniche persone che hanno bisogno di aiuto per capirmi qui sono loro. Posso sembrare stronza, menefreghista o cattiva, ma la verità è che sono stanca di non essere capita.
Ci sono poi le uniche due persone importanti per me, le uniche che ho ammesso nella mia sottospecie di vita. Matt, il mio insopportabile cugino rompiscatole e Nick, il mio migliore amico. Li adoro, capiscono sempre come sto, dopo la morte di mio padre per loro sono come un libro aperto.
In quel periodo di depressione, Matt si era stufato di sentirmi dire ‘nessuno ha bisogno di me’ ‘me lo merito, in fondo’ ‘ non sono abbastanza da essere amata’.
«Smettila di dire cavolate! Tu non ti meriti tutto questo, sono gli altri a non essere abbastanza da amarti. Se vuoi stare bene prendi la vita per il collo e falle vedere chi è che comanda» e così avevo fatto. Le avevo fatto vedere che nonostante tutto quello che mi avesse tolto io ero ancora in piedi. Ancora più forte. E pensavo che almeno, in fondo, anch’io mi meritavo un po’ di felicità.
Esco dal box doccia, mi asciugo e mi metto i vestiti per il lavoro. Pettino i miei lunghi capelli biondi e li lego in una cipolla disordinata. Metto un velo di mascara e la matita nera, che non può mai mancare, e mi precipito di sotto. Controllo l’ora. Non ho neanche tempo di fare colazione. Saluto Matt con un bacio sulla guancia e gli scompiglio i capelli.
«Grazie per avermi svegliata, rompiscatole» dico sorridendo.
«Non c’è di che, dormigliona!» ride. Ecco perché lo adoro. Riesce a mettermi di buon umore, a farmi sorridere quando non ne ho proprio voglia.
«America, non hai fame?» chiede mia zia.
«Non ho tempo. Ciao» dico fredda.
Lavoro in un piccolo bar a qualche isolato da qui, non ci vuole molto a raggiungerlo. Ma sono due giorni che arrivo in ritardo e sono sicura che il mio capo mi farà fuori appena ne avrà l’occasione. Entro. Il bar non è affollato come pensavo. Beh, a quest’ora di un sabato d’estate nessuno si sveglia così presto, a differenza della sottoscritta. Un punto a favore per me. C’è più probabilità che io esca viva da qui.
«Nick!» mi precipito ad abbracciare il mio migliore amico. Mi sento al sicuro tra le sue braccia.
«Piccola rompiscatole, come stai?» sorride scompigliandomi i capelli e stringendomi talmente forte da farmi mancare il respiro.
«Non starò più così bene se continui a stringermi in questo modo» in quel momento allenta la presa sciogliendo non del tutto l’abbraccio, solo quanto basta per guardarmi in faccia. Mi accarezza la guancia con il pollice.
«Cosa sono questi occhi gonfi? Hai pianto?» il suo sorriso si trasforma in una smorfia di preoccupazione.
«No Nick, è che non ho chiuso occhio stanotte» torno ad abbracciarlo sperando che questo basti per non fargli capire che mento. E invece l’ha capito. L’ha capito eccome.
«Mare, guardami – alzo lo sguardo e incontro i suoi bellissimi occhi verdi –So che recitare è la cosa che sai fare meglio, ma con me non ti riesce. Io ti conosco. È sempre per quella storia?» chiede, comprensivo. Riesce sempre a capirmi, a consolarmi, a farmi dimenticare il passato quando sto con lui. Ci siamo solo noi due.
«Noi due contro il mondo, non scordarlo» era la nostra promessa. Una frase che comprende mille significati. Era come per dire ‘Io ci sono, fidati di me, ti starò sempre accanto’. E da due anni a questa parte è sempre stata mantenuta.
È qui che ho conosciuto Nick, in questo bar.
«Serve aiuto?» mi aveva chiesto, con uno sguardo che mi aveva subito rapita. Mi ero appena trasferita e il taxi mi aveva fatta scendere davanti a questo bar. Non sapevo dove abitassero i miei zii, quindi sono entrata e gli ho chiesto se mi poteva indicare la strada. Lui ha chiesto al suo capo un’ora libera che gli è stata subito accordata e mi ha accompagnata a casa. Poi mi ha chiesto di uscire. All’inizio ho rifiutato, ma dato che aveva insistito tanto gli ho detto di sì. Che male c’era a conoscere un ragazzo? Mi ha convinta a raccontargli la mia storia, diceva che chi guardava i miei occhi vedeva solo tristezza, io mi sono fidata di lui e ho fatto bene. Non si è arreso con me e devo ringraziarlo, perché non so come farei se lui non fosse qui.
Il tintinnio della campanella appesa sopra alla porta ci distrae. Un cliente. È un ragazzo. Indossa un cappellino rosso e occhiali da sole. Si siede in un angolo, lontano dalla porta d’ingresso. Vado a chiedergli cosa vuole ordinare.
«Buongiorno, cosa posso portarti?» chiedo. Lui mi squadra per un attimo, poi si toglie gli occhiali da sole.
–O mio dio, Josh Hutcherson è qui!–
Aspetta di vedere la mia reazione, ma sulla mia faccia compare solo un sorriso ebete.
«Un frullato alla fragola. Grazie» mi sorride. Mi sto sciogliendo. Josh Hutcherson mi ha sorriso!
Era il mio sogno incontrarlo. Chi l’avrebbe mai detto, per una come me che della vita ne ha piene le tasche.
Corro dietro al bancone. Mentre preparo il frullato mi costringo a non farmi scappare un urlo. Nick viene a chiedermi se ho bisogno di qualcosa. Poi però nota –come dice lui– uno strano luccichio nei miei occhi. Non ho mai capito cosa volesse dire, ma penso significhi che, almeno per un momento, sono felice.
«Dio Nick, guarda chi c’è! Non posso credere che sia qui!» bisbiglio.
«Mare di che parli? Chi è quello?» mi guarda come se fossi pazza. Ma io non sono pazza e quello è veramente Josh Hutcherson.
«È Josh Hutcherson, Nick!»
«Beh, alla fine hai realizzato uno dei tuoi sogni no?» sorride. Sono davvero troppo felice.
Finisco di preparare il frullato, poggio il bicchiere su un vassoio e glielo porto. Sento squillare quello che dovrebbe essere il suo telefono e mentre passo con il vassoio lui si alza, urtando il mio braccio e facendo cadere il frullato sopra la mia maglietta. Lui sembra accorgersene soltanto quando dalla mia bocca esce un urlo. Lascia cadere il telefono e si precipita ad aiutarmi. Cerca inutilmente di pulirmi la maglietta con dei fazzoletti, ma afferro le sue mani, forti e calde, e cerco di tranquillizzarlo. Certo, non mi sarei mai immaginata che al nostro primo incontro sarebbe successo tutto questo, immaginavo lui alla premiere di un suo nuovo film, bello come sempre, che mi guardava e si innamorava perdutamente di me. Ma mi basta averlo qui, intento a cercare di pulire la mia maglietta sporca di quello che doveva essere il suo frullato.
«Mi..mi dispiace, non l’ho fatto apposta, non ti avevo vista. Mi dispiace davvero» si scusa. È davvero troppo tenero. Sembra un bambino dispiaciuto per aver rotto il suo giocattolo preferito.
«Josh, non preoccuparti, andrà via» gli sorrido.
«Devo farmi perdonare, però» si ferma un attimo a pensare.
«Beh, un autografo e una foto andranno più che bene» suggerisco. Passo il mio telefono a Nick che ci scatta una foto.
«Come ti chiami?» sorride. Dio, potrei vivere solo dei suoi sorrisi, non mi servirebbe altro. Sono abituata a vederlo sorridere, ho visto tutti i suoi film. Ma in realtà è diverso. Il suo sorriso è mille volte più bello.
«America» rispondo imbarazzata. In questo momento devo sembrare patetica. La solita ragazzina che non riesce a spiaccicare una parola davanti al suo attore preferito. Noto anche i suoi occhi. Non capisco le persone che hanno la fissa per gli occhi azzurri, lui ha gli occhi marroni, eppure non c’è nulla di meglio al mondo. Josh deve sentirsi osservato, perché in quel momento alza lo sguardo e mi sorprende a guardarlo. Sorride imbarazzato. Deve smetterla, altrimenti il mio cuore non reggerà più e finirà per uscirmi dal petto a forza di battere così velocemente.
Firma un pezzo di carta che, ho deciso, appenderò in camera mia.
«Ecco a te» mi porge il foglio. Leggo le parole scritte in bella calligrafia:
“Ad America, l’unica ragazza che non si è arrabbiata con me per il fatto che le abbia rovesciato un frullato addosso. Spero che tu possa perdonarmi. Con affetto, Josh Hutcherson”.
«Quindi non sono la prima eh? È un vizio– l’aria viene riempita dal rumore della mia risata –Comunque te l’ho detto, è tutto a posto, te l’assicuro. Al momento della foto ti avevo già perdonato» sorrido sincera.
«Ok allora. Grazie America» si avvicina e mi lascia un leggero bacio sulla guancia, e subito il mio viso comincia ad andare in fiamme.
«A te» rispondo mentre si gira ed esce dal bar. Dopo essere uscito si affaccia e mi fa un cenno di saluto con la mano, sorridendomi.
Ok, sono spacciata.
Mi giro verso Nick, che è già pronto a sorbirsi le mie mille adulazioni nei suoi confronti, lo vedo dalla sua espressione.
«Che c’è? Non ho detto nulla» incrocio le braccia in segno di difesa.
«Oh, grazie al cielo!» dice e scoppia a ridere.
«Ah ah, ecco a voi mister simpatia» sbuffo alzando gli occhi al cielo. Perché mi conosce così bene?
«Anch’io ti voglio bene, Mare»
 
Più passano i giorni, più sono sicura che sarà difficile rivedere Josh. Ogni giorno che passa è una fitta al cuore. Pensavo che la vita avesse deciso di darmi almeno un po’ di felicità. Mi sbagliavo. Voleva solo farmi vedere cosa sto perdendo. Voleva farmi vedere quello che non avrò mai, la vita che ho sempre desiderato.
Voleva prendersi gioco di me, di nuovo. Bastarda. Ma sono io che gliel’ho permesso, rimanendo in camera mia a piangere. Per tutto quello che so che non avrò mai. Un padre. Una madre che mi ami. Degli amici veri, non quelli che ti pugnalano alle spalle. Una carriera come attrice. Ma io chiedo troppo. Ecco cosa c’è di male nello sperare. Se le cose non vanno come tu vorresti, cosa ti rimane? Un’illusione, è tutto quello che resta.
Ma a volte la vita da un’altra chance, no? A me l’ha data facendo entrare Josh dalla porta d’ingresso del bar, esattamente un mese dopo il nostro primo incontro.
«Ciao America» stranamente, stavolta non sorride.
«Josh– sorrido –cosa posso portarti?»
«Niente, grazie. Avevo bisogno di parlarti» distoglie lo sguardo. Sto cominciando a preoccuparmi.
«Ok, dimmi» mi siedo di fronte a lui. Mi giro verso il bancone e incrocio lo sguardo di Nick. –Che succede?– mima con le labbra notando sul mio viso un’espressione preoccupata. Scuoto la testa. Avrei voglia di saperlo anch’io.
«Non vorrei sembrarti.. sai, un idiota. Ti capirei se mi dicessi di no, ma voglio chiedertelo lo stesso. Ti andrebbe di uscire con me un giorno di questi?» dice tutto d’un fiato. Ci metto un po’ ad assimilare le sue parole. Tiro un sospiro di sollievo.
«Dio Josh, mi hai fatta preoccupare» scoppio a ridere e lui sorride. Mi blocco di colpo. Spalanco gli occhi.
«Aspetta, cosa?» chiedo, per essere sicura di quello che le mie orecchie hanno appena sentito.
«Hai capito» risponde aspettando la mia di risposta. Chi sarebbe così stupido da non accettare di uscire con Josh Hutcherson? Di sicuro non io.
«Certo che sì» dico sorridendo.
«Domani alle 8?»
«Va benissimo» rispondo. Dio che imbarazzo.
«Ti lascio il mio numero così mi mandi un messaggio con l’indirizzo di casa tua– tira fuori dalla tasca un fogliettino e me lo porge –Così ti vengo a prendere» dice. Annuisco.
«Perfetto» dico cercando di nascondere l’emozione.
Non riesco a crederci. Domani uscirò con Josh Hutcherson.



Saalve! Eccomi di nuovo su EFP a scrivere una ff sul nostro Joshua! Per stavolta ho avuto un'idea che mi sembra abbastanza carina. Se siete arrivati fin qui *clap clap* vorrà dire che avete visto delle paroline scritte in azzurro. Bene, per rendervi più "partecipi" di quello che succede nella mia testolina, ho deciso di mettere alcune immagini. Infatti se cliccate su una di quelle paroline verrete reindirizzati e blablabla.. Dunque, provate!
Detto questo, recensite e fatemi sapere cose ne pensate!
Al prossimo capitolo♥
  
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