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Autore: Berny991    02/09/2014    3 recensioni
Juliet:"smettila di allontanarmi da te non sei l'unico che soffre Ross mettitelo in testa!" "la tua vita è stata perfetta!" mi urla contro lui "No non lo è stato anche io ho sofferto di bullismo ho sofferto anche io, non mi tagliavo ma ero bulimica, sono stata dentro un centro di riabilitazione ok?" gli urlo anche io di rimando "Sto cercando di aiutarti!" "No stai facendo tuo lavoro a te non importa di aiutarmi" "No cazzo ti voglio aiutare perché mi piaci da morire, ti amo e non voglio che ti distruggi!"
***
"Cosa sono questi segni?" chiede Harry guardando il mio polso pieni di cicatrici, abbasso subito la manica della mia maglia a righe "Nulla" dico ma la sua espressione mi fa capire che non ci crede ovviamente. Alza di nuovo la manica della maglia "Tu eri come me vero? Ti tagliavi? Ecco perchè metti sempre magliette a maniche lunghe e bracciali. Perchè non me lo hai detto?" la sua voce calma e rassicurante. "Harry io..."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ross Lynch
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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POV DI JULIET

Ora che sappiamo chi sono i nostri compagni, il progetto può avere inizio. Il professore ci dice che dobbiamo cominciare da quel momento, così ognuno di noi deve disfare le valigie nella stanza dove dormiremo. Io dormivo nella stessa stanza di Ross e Johanna dormiva in quella di Harry, tutti e due nella stessa stanza? Qui scoppierà qualcosa. “ti faccio vedere dove dormirai?” mi chiede il biondo, io annuisco mi sento un po’ in imbarazzo avremmo condiviso la stanza e sinceramente la cosa mi entusiasmava ma non mi sento a mio agio. Lo seguo lungo un corridoio il muro era bianco latte, i pavimenti hanno delle mattonelle sempre bianche lucide e un po’ scivolose “ Ecco siamo arrivati” dice aprendo la porta in legno laccato. Mi muovo lentamente verso l’interno della stanza, è abbastanza spaziosa e pulita, le pareti sono un azzurrino che va sul bianco il pavimento mattonelle banche, una porta nella parete mi fa intuire che li c’è il bagno,  ci sono due armadi abbastanza grandi due letti e al centro un comodino con una lampada, i copriletti sono accoppiati con il colore del muro,una scrivania vicino la finestra è abbastanza carina “qual’è il mio letto?” gli domando “oh emh il tuo è quello a sinistra ma se non ti va bene possiamo cambiare!” dice imbarazzato grattandosi la nuca, cerco di non ridergli in faccia per come risulta impacciato, mi limito a fargli un sorriso per rassicurarlo “questo letto va più che bene!” sorride pure lui sollevato e io comincio a sistemare le mie valigie, lui si siede nel suo letto e si limita a guardarmi mentre sistemo i vestiti nell’armadio “quindi ti chiami juliet..” cerca di aprire un discorso “si” confermo “juliet,come romero e juliet” io ridacchio e confermo di nuovo “si esatto tu invece ross, R come romeo” lui sorride “si, potremmo fare una bella coppia..cioè non in quel senso –si corregge- cioè come amici, come chip e chop o topolino e paperino o shrek e ciuchino! Non so cosa sto dicendo....” e si azzittice io scoppio a ridere e scuoto la testa “si ho capito cosa intendevi”, non dice più una parola per l’imbarazzo e allora rompo io il silenzio “qual’è la tua storia?” lui mi guarda confuso

“la mia storia?” “si la tua storia” chiedo sorridente, lui abbassa la testa e comincia a parlare “sono autolesionista da quando...” “oh no no la tua vera storia!” lo interrompo, voglio sapere chi è il vero lui, cosa gli piace fare, chi è lui. “scusami non riesco a non capirti” dice lui ancora più confuso di prima “la tua vera storia cosa ti piace fare, chi sei!”chiedo sempre con un sorriso confortante “sinceramente,non so nemmeno io chi sono” risponde di nuovo abbassando lo sguardo, lascio quello che stavo facendo e mi siedo vicino a lui nel suo letto “vuol dire che lo scopriremo insieme” gli dico non smettendo di sorridere nemmeno un momento, distoglie lo sguardo dal pavimento e mi guarda dritto negli occhi, per due secondi rimaniamo ipnotiziati uno nello sguardo nell’altro: “cosa ti piace fare?” chiedo, ci pensa per qualche secondo e poi mi risponde “mi piace suonare” un musicista, ora mi incuriosisce di più, che strumento suona? Compone canzoni? Da chi ha imparato a suonare? È bravo? “che strumento suoni?” domando “la chitarra, c’è l’ho qui se vuoi” non mi ero accorta che ci fosse una chitarra nella stanza, giro la testa intorno alla stanza alla ricerca dello strumento ma non lo vedo “dove la tieni?” “sotto a letto”

“fammi sentire qualcosa ti prego!” lo supplico e lui sorride a quella richiesta, si abbassa da sotto il suo letto ed esce una custodia blu e la posa sul letto, la apre e una chitarra acustica era posata lì, sorrisi ancora di più a quella vista e vorrei sentire lui che suona “dai suona!” lo incito, lui scuote la testa divertito e la prende insieme a un plettro “cara Juliet ti presento luna!” rido ha dato un nome alla chitarra “piacere luna!” dico ridendo trascinandomi pure lui, posiziona le dita nelle corde e comincia a suonare degli accordi, rimango incantata a guardarlo suonare un armonia così bella, era incentrato solo a suonare il suo viso era serio con il ciuffo biondo che gli ricadeva sul viso, vedevo che ci metteva anima nel suonare, le piace davvero tanto la musica, appena finito mi guarda, io mi rincompono subito cercando di nascondere la bava che stavo facendo guardandolo, “sei bravissimo!” mi complimento lui diventa leggermente rosso e mi ringrazia, “dovrei cambiarmi la maglietta visto che ancora è macchiata di caffè!” io rido e annuisco “anche io dovrei cambiare la mia” dico indicando il tessuto macchiato così mi alzo dal letto e mi dirigo alla valigia dove prendo una canotta rosa semplice, appena mi giro lui è senza maglietta io avvampo in un secondo imbarazzata però ha un bellissimo fisico addominali scolpiti copre tutto con una maglietta bianca “io..vado a cambiarmi in.. bagno” balbetto e lui annuisce, entro in bagno e mi cambio, Dio è così bello cosa ha portato a tagliarsi? I demoni scolpiscono sempre gli angeli migliori, voglio sapere di più di lui voglio che riesce a fidarsi di me. Esco dal bagno e lui ha un quaderno in mano lo sta leggendo e mangiucchia il tappo della penna, è sdraiato nel suo letto ed è così concentrato a leggere che non mi ha visto, che cosa è? Unaspecie di diaro dove scrive? Mi siedo nel letto vicino a lui e sobbalza chiudendo subito il diario e mettendolo dietro la sua schiena “cos’è?” domando curiosa “Niente di importante” dice infastidito e si alza mettendo il diario dentro un borsone nero sopra la scrivania, decido di non fargli più domande per non farlo innervosire ma quello che può scrivere in quel diario mi incuriosisce un sacco. Bussano alla porta e io mi alzo dal letto andando ad aprire, una signora sulla 50tina d’anni capelli castani con qualche filo bianco e indossa una camicia bianca con una targhetta con su scritto“Ellen Doroma” “tu sei quella che deve occuparsi di Ross Lynch?”

“si” rispondo prontemente “bene queste sono le carte, informazioni su di lui” mi da una cartelletta con dei fogli e dopo se ne va, io rientro nella stanza e apro la cartellina “chi era?” domanda il biondo avvicinandosi a me “una dottoressa credo, mi ha dato questa cartellina dove dice che ci sono informazioni su di te” dico sventolando l’oggetto che ho in mano “ah, sono i “problemi” che ho” mi da le spalle e si sdraia sul suo letto, leggo i foglietti dati dove dice che è autolesionista e bipolare, bene devo avere pasienza nei suoi cambi d’umore, menomale che non ne ha gia avuto ma devo essere pronta per le evenienze, poso la cartella e mi avvicino a lui “a te cosa piace fare?” mi domanda guardandomi “mi piace leggere” si amo leggere entrare in un mondo completamente diverso dal tuo e vivere mille avventure e mille personalità e magari imparo anche qualcosa dai personaggi “come mai hai deciso di fare questo progetto?” non voglio dirgli del mio passato, è una cosa segreta che sappiamo solo io e Johanna non vogliamo che gli altri ci etichettano come “le ragazze uscite da un centro riabilitazione” e li che ho capito che volevo lavorare qui e volevo che i pazienti si sentissero amati “mi piace aiutare la gente” rispondo “scommetto che la media si alza se porti al termine il lavoro” dice “si, ma non è per questo che ho accettato” rispondo subito ai dubbi che si era fatto in testa, lui annuisce e per un po’ c’è silenzio “non ti ho fatto visitare il posto ti va di fare un giro?” annuisco e insieme andiamo a visitare questo enorme palazzo.

JOHANNA’S POV

Juliet se n’è andata via con il biondo dimenticandosi completamente della mia presenza. Mi ero girata un attimo ed era sparita nel nulla “Allora... Pare che saremo compagni” il ragazzo riccio a ciu ero stata assegnata si presenta davanti a me “Già, credo proprio di sì” ridacchio “Bene, ti accompagno nella mia, cioè nella tua, cioè nella nostra camera... Insomma dove dormirai” “Ok,grazie” prendo le mie valigie e lo seguo lungo i corridoi infiniti di questo posto in cui abiterò per circa due mesi. Durante il tragitto lui è silenzioso e credo un po’ timido visto che si gira ogni tanto per farmi un sorriso e poi si rigira in fretta, ciò mi fa sorridere “Eccoci qua” mi dice aprendo la porta della stanza. Non è il massimo, non che mi aspettassi una stanza di un hotel a cinque stelle. Mi guardo intorno e noto le coperte bianche ben ripiegate nei due letti, un comodino comunicante e una piantana all’angolo, un armadio in legno e una cassettiera, sopra di essa ci sono alcune cornici con delle foto, suppongo siano foto di membri della sua famiglia. Ha una mensola dove si trovano alcuni libri tra cui: “Oliver Twist” di Charles Dickens, “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, l’intera saga di Harry Potter e un libro di nome “La fonte meravigliosa”che sinceramente non ho mai sentito prima d’ora “Ti piace leggere?” mi chiede all’improvviso dietro di me facendomi leggermente sussultare “Si e scrivo anche, ma... non sono molto brava...” faccio la modesta “Scrivere? Secondo me non sei così male magari qualche volta mi fai leggere cosa scrivi. Io sono un bravo lettore, però ti avverto sono un po’ duro con le critiche” ridacchia “ok, forse un giorno. Lontano. Molto lontano” dico e lui mi da un pugnetto sulla spalla “Andiamo!” Scuoto la testa ridendo e lui  all’ improvviso si ferma a guardarmi con sguardo malizioso prima di avvicinarsi, prendermi per i fianchi e poi buttarmi sul letto facendomi il solletico sui fianchi mentre io mi dimeno sghignazzando rumorosamente. I nostri visi sono molto vicini e per la prima volta ho l’occasione di notare veramente quanto sia bello. So che non dovrei pensare a cose del genere, ma le penso lo stesso “Smettila!” gli dico ma lui continua senza pietà a farmi il solletico e i suoi riccioli mi arrivano tutti in faccia. Ci fermiamo un attimo a guardarci e il mio cuore comincia a battere più velocemente “Jay! Ti devo dire una co....Oh non volevo interrompere questo momento, ecco...Vedo che avete da fare, quindi mi dileguo. A dopo!” e scappa via. Io e Harry scoppiamo a ridere imbarazzati e divertiti dalla situazione “Ehm.. . E’ meglio che vada a spiegare la situazione a Juliet, Sai poi lei si fa strane fantasie infondate quindi...” dico e lui si alza da me in modo da farmi andare da Juliet “A dopo!” mi congedo uscendo dalla stanza per seguire la mia amata pazza amica.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrici pandarìcornie che amano la pizza (viva pizzza!)

CIAO SIAMO FLAVIA E BERNADETTE E VOGLIAMO DIRVI GRAZIE A CHI HA LETTO IL NOSTRO CAPITOLO CI FAREBBE DAVVERO PIACERE SE COMMENTASTE E VOTASTE, PER DARCI LA SPINTA DI CONTINUARE PERFAVOREEE SE LEGGETE COMMENTATE POTETE RENDERE FELICI DUE RAGAZZE E ANDRETE IN PARADISO PER AVER FATTO UNA BUONA AZIONE RENDENDO FELICI NOI DUE! CON QUESTO VI SALUTIAMO CIAO!!!!  

 

  
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