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Autore: sku    23/09/2008    1 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17.
Dechtera era ad un giorno di cammino. Erano esausti per il lungo viaggio e decisero di accamparsi tra gli alberi, poco lontano dal luogo dello scontro.
Leian sentiva che era stata troppo brusca con Dreiden, in fin dei conti non gli aveva raccontato nulla dei ricordi che aveva risvegliato, lui non poteva capire il suo dolore per delle morti inutili come quelle che Dreiden aveva provocato in passato. Ma non riusciva a perdonarlo lo stesso. E non riusciva a perdonare se stessa per quello che stava facendo, per la sofferenza che stava causando all'uomo che le era stato così vicino.
Stavano preparandosi a cenare quando un ringhio alle loro spalle li fece voltare. Sour impugnò la spada e Dreiden il suo arco. Un enorme lupo li stava osservando con i lunghi canini in mostra e il pelo arruffato.
- Fermatevi! - urlò Leian mettendosi davanti a loro.
- Perché non dovremmo uccidere una bestia feroce? - le chiese Suor polemico come suo solito.
- Perché se tu aguzzassi la vista vedresti quello che il lupo sta difendendo. - disse Nur avvicinandosi ai tre e indicando gli alberi dietro l'animale. Da dietro un tronco sbucava il viso di una bambina. Era sporca, i capelli neri e lunghi erano arruffati e i vestiti che indossava laceri.
Leian estrasse dal suo zaino un po' di pane e del formaggio e si avvicinò alla bambina tenendosi a debita distanza dal lupo che la seguì con lo sguardo, incerto su chi considerare più pericoloso; li depose per terra e si sedette a poca distanza. La bambina la guardò insicura sul da farsi, ma la fame ebbe il sopravvento e si avvicinò a sua volta.
- Cosa sta facendo? - chiese Sour sottovoce senza perdere di vista il grosso animale.
- Non hai mai avvicinato dei cuccioli selvatici? Si prendono col cibo. - spiegò Brennar osservando la scena.
La bambina non aveva ancora toccato quello che le aveva offerto ma lo guardava con ingordigia.
- Puoi prenderlo, è per te. - le disse gentilmente. La piccola la osservò inclinando la testa. - Non vogliamo farti del male, puoi fidarti di me. - Raccolse il pezzo di pane e glielo porse. La bambina allungò la mano e velocemente lo prese e poi cominciò a mangiare senza toglierle gli occhi di dosso. Il lupo si avvicinò e lei lo accarezzò per tranquillizzarlo. Anche Leian cominciò a mangiare.
- Il mio nome è Leian. Come ti chiami? -
La bimba continuò a masticare. Gli uomini della compagnia si erano seduti più lontano per consumare la loro cena lanciando loro delle occhiate di tanto in tanto.
- Cosa hai sotto quelle bende? - le chiese all'improvviso indicandole i polsi e Leian per un momento non seppe cosa risponderle.
- Niente. - disse poi.
- Fammi vedere. - Leian era indecisa ma voleva conquistare la fiducia della bambina.
- Va bene, ma poi tu mi dici come ti chiami. - la piccola annuì. Leian si sfasciò i polsi e la bambina poté vedere le cicatrici causate dai bracciali che le avevano inciso la pelle e la carne.
- Ti fa male? -
- Solo qualche volta. -
- Anche io ho un segno. - Le mostrò il ginocchio dove si vedeva una piccola cicatrice causata probabilmente da una caduta. - Io mi chiamo Ori. -
- Come mai vivi con un lupo? - le chiese mentre si riavvolgeva le fasce intorno ai polsi.
- E' una lupa. - la corresse. - Sono scappata di casa. Tanto tempo fa. Me l'ha detto mia mamma. - Masticò per qualche tempo pensierosa e addolorata. Ori accarezzò il folto pelo della lupa che si era accucciata al suo fianco per trovare conforto.
Dreiden le osservava, timoroso di quello che l'animale avrebbe potuto fare a Leian e disturbato dalle cicatrici che aveva visto sui polsi della ragazza. Non capiva l'interessa dell'elfa per la bambina. "Sarà l'istinto materno..."
- Perché tua mamma ti ha detto di scappare? - domandò l'elfa continuando a cenare.
- Perché c'era un uomo nero e il mio papà ha detto che era pericoloso per noi rimanere lì, che veniva nel villaggio per ucciderci. Lui pensava che non lo sentissi ma io ero dietro la porta. -
- Quanti anni hai? -
- Quasi sei. Credo. Non so se è passato il mio compleanno. -
- E perché non sono scappati con te? -
Gli occhi della bambina si erano fatti lucidi e Leian pensò che non avrebbe dovuto chiederlo. Sapeva che faceva male raccontare certe cose, riviverle.
Poi la bambina parlò, così piano che Leian se ne accorse perché vide le sue labbra muoversi.
- Perché quando l'uomo nero è arrivato non eravamo ancora pronti. E sono scappata solo io. Ero sola, non ho mangiato per un po'. Poi ho incontrato lei - disse riferendosi alla lupa - che mi ha aiutato. E adesso stiamo insieme e mi difende. Perché l'uomo nero è ancora in giro e vuole ancora uccidermi e la mia lupa mi porta dove l'uomo nero non c'è. -
La notizia preoccupò la ragazza che si alzò e si avvicinò al druido.
- La bambina dice che ci sono delle bestie nei paraggi. -
- Come sai che è attendibile? Avrà quattro, cinque anni. Potrebbe trattarsi di qualcuno con un mantello scuro. - disse Garvo.
- Non so se  la bambina è attendibile, ma la lupa lo è sicuramente. La bambina dice che l'ha protetta e l'ha aiutata ad evitarle. Come abbiamo visto gli uomini non li evita. -
- Li attacca per darli in pasto al suo cucciolo. - osservò Suor.
Allanon osservò l'elfa per qualche secondo, poi si alzò e si diresse tra gli alberi. Tutti lo guardarono poi rivolsero un'occhiata interrogativa all'elfa che si strinse nelle spalle e tornò dalla bambina.
- Quindi la tua lupa ti difende dall'uomo nero? - L'altra annuì. Proprio in quel momento l'animale sollevò il muso e fiutò l'aria. Si alzò e si diresse verso gli alberi poi si fermò impaurita, ringhiando, le orecchie abbassate, le zanne scoperte e pronta all'attacco. Tutti misero mani alle armi. Leian si parò di fronte ad Ori prendendo i pugnali. La lupa continuava a ringhiare.
Un'ombra si staccò dalle altre e avanzò di qualche passo nella direzione dell'animale che arretrò. Gli uomini saltarono in piedi. Il viandante era alto, la figura ingobbita ma massiccia. Il cappuccio nascondeva il volto. Ma a Leian quella figura era familiare, così come a Dreiden che incoccò una freccia nel suo arco. Ma l'ombra ignorò gli uomini, la lupa e si diresse verso Leian.
- Magia... -
L'elfa si sentì gelare il sangue nelle vene, la bestia sollevò il volto e lei poté vedere ancora una volta la bramosia negli occhi di una bestia.
"Allanon!"
La bestia fece ancora qualche passo nella sua direzione ignorando l'animale che si frapponeva tra loro. La freccia di Dreiden la colpì, ma parve non accorgersene e continuò ad avanzare. Leian era pietrificata, sentiva la nausea crescere insieme al terrore. Ori si era aggrappata alle sue gambe.
" Leian reagisci!"
Gli uomini si lanciarono verso il nemico ma la bestia riuscì ad evitarli. Era molto veloce. Colpì Adael e lo fece cadere lontano, poi prese per il collo Garvo e lo scagliò contro un albero ai piedi del quale si afflosciò. Brennar lo colpì alla spalla con la sua mazza ma non fu abbastanza rapido nel ritirarla e la bestia la afferrò e la gettò distante, disarmando il nano. Brennar fu salvato dall'intervento di Suor e Dreiden che lo colpirono con le loro spade, uno alla spalla destra e l'altro alla zampa posteriore sinistra. La bestia sembrò non risentirne, nonostante il liquido nero che sgorgava copioso dalle sue ferite. Si sbarazzò dei due uomini come avrebbe fatto con due mosche, colpendoli con le mani artigliate e facendoli cadere al suolo. La bestia si ritrovò a fronteggiare il troll e la sua ascia, ma in quel momento riapparve il druido che colpì la bestia con il fuoco azzurro che scaturiva dalla punta delle sue dita. La bestia urlò per il dolore e cercò di lanciarsi contro Allanon per ucciderlo ma gli fu impedito dall'ascia di Nur che calò su di lui colpendolo sul collo indebolendola, senza però fermare la sua corsa. Allanon arretrò continuando a colpirla col fuoco magico e Nur calò nuovamente la sua ascia ferendolo al fianco. La bestia si girò per liberarsi di lui, ma stava perdendo le forze; la magia del druido la sopraffece avvolgendola completamente e della bestia rimase solo della cenere che la brezza serale smosse.
Allanon era esausto e si era appoggiato ad una quercia, gli uomini stavano rinserrando le armi e controllando le ferite quando una seconda bestia emerse dall'oscurità e aggredì il druido alle spalle colpendolo alla testa e poi serrando una mano artigliata attorno al suo collo.
- Le pietre... - mormorò con voce strozzata mentre perdeva i sensi.
Tutti erano immobili, paralizzati dalla sorpresa.
"Reagisci! Allanon conta su di te! Vuoi che la bestia lo uccida?"
Finalmente la ragazza si riscosse e frugò nella sua tunica finché non trovò il sacchetto delle pietre, le prese in mano e si concentrò su di esse.
"Aiutatemi, solo voi potete salvarci..."
Un lampo bianco esplose dalla sua mano chiusa attorno alla gemme e illuminò a giorno la radura. La bestie spalancò gli occhi stupita. La luce bianca si fece più intensa costringendo tutti a chiudere gli occhi poi si diresse verso la bestia e la avvolse. Leian poté sentire le grida di rabbia e il dolore della vittime della sua magia. Poi la luce si spense improvvisamente e tutto ripiombò nel buio. Quando i loro occhi si riabituarono all'oscurità videro Allanon accasciato a terra e alle sue spalle un secondo mucchietto di cenere.
Leian cadde sulle ginocchia esausta, le pietre ancora strette nel pugno. Ori si lanciò verso la lupa e affondò il viso nel suo pelo abbracciandola. La ragazza si alzò e si diresse verso Adael che la rassicurò alzandosi a sua volta, allora raggiunse Garvo che era steso a terra privo di sensi ma respirava normalmente. Leian tastò il suo corpo e non trovò ferite superficiali. Lo distese meglio e decise che avrebbe aspettato qualche minuto per vedere se si fosse svegliato da solo. Infine andò verso Allanon che si stava rialzando aiutato da Sour. Vide i lividi violacei sul suo collo magro, simili a quelli che aveva avuto lei.
- Sto bene, sono solo affaticato e lo sarai anche tu. - Leian annuì. Poi Allanon lanciò un'occhiata penetrante a Suor. - Chi doveva fare da balia a chi? - domandò ironico. L'uomo scrollò le spalle e si allontanò dai due. - Vado a controllare nei paraggi. -
- Questo viaggio si sta rivelando più pericoloso del previsto e le nostre magie non ci sono d'aiuto. - disse dura Leian.
- Ti sbagli. La nostra magia ci ha salvato la vita. -
- Ma non ci ha impedito di essere feriti e di finire in braccio ai nostri nemici. - Mentre parlavano Dreiden si era avvicinato e aveva posato una mano sulla spalla della mezzosangue per rassicurarla. "Come se ce ne fosse bisogno." pensò sconsolato per lo scarso aiuto che poteva darle.
- E' strano che fossero da queste parti. Solitamente questa zona è ritenuta sicura e non ci sono pattuglie. - si intromise.
- Ed è una coincidenza la presenza contemporanea delle bestie? - domandò Leian. Adael, Brennar e Nur li avevano raggiunti.
- Non credo. - rispose Allanon sottovoce, meditando sulla situazione. - Sta succedendo qualcosa di grosso. -
- La bambina dice che le bestie hanno attaccato il suo villaggio e probabilmente anche altri. - li mise al corrente.
- Quando c'ero io le bestie stavano nascoste, i soldati non erano neppure a conoscenza della loro esistenza. - disse Dreiden.
- Chi sta dietro a Rentro sta perdendo la pazienza. E Rentro deve agire di conseguenza, lasciando che le bestie assalgano la popolazione per tenerle buone. - sembrava che Allanon parlasse più per se stesso che per i suoi alleati raccolti attorno a lui.
Suor era tornato. - Abbiamo meno tempo del previsto a quanto pare. Un grosso esercito di Rentro sta marciando verso nord. Se non deviano li eviteremo. Ma mi chiedo il perché dei loro movimenti. -
- Stanno per scatenare l'offensiva. - esclamò Brennar - Dovremmo avvertire le città di Frontiera, i Nani e gli Elfi. Non li aspettano così a breve. -
Leian ebbe l'impressione che ogni cosa fuggisse loro di mano. "Tempo. Abbiamo bisogno di più tempo. E di alleati. E di più magia. Abbiamo bisogno di troppe cose." Si massaggiò le tempie per scacciare il mal di testa che si stava affacciando. Sentì la mano di Dreiden sulla spalla e sorrise. Nonostante tutto quello che era successo lui era ancora lì. Per lei. Sfiorò la mano dell'uomo con una carezza.

- Vedi, Leian, non puoi mai fidarti di Allanon. Lui sa, ma non mette nessuno a conoscenza del suo sapere. E non parlo solo delle conoscenze da druido. Lui evita di dirti qualsiasi cosa pensa possa distrarti dal compito che lui ti ha assegnato. - le stava spiegando Flick con pacatezza ma con l'ira che trapelava dai suoi occhi gentili.
Leian era tornata per qualche tempo dai suoi genitori adottivi mentre Allanon svolgeva qualche missione particolarmente pericolosa. La ragazza aveva raccontato loro tutto ciò che aveva appreso, la loro vita errante, le persone conosciute; con l'entusiasmo tipico degli adolescenti. Ma a Flick questo non era piaciuto.
- Non lo dico per gelosia o invidia nei confronti del druido. Io lo rispetto e trovo che quello che fa per proteggere le Quattro Terre sia encomiabile. Ma diffido di lui. E a ragion veduta, guarda come ha trattato Shea nascondendogli il potere della Spada di Shannara o la tua esistenza. -
La ragazza era turbata e Flick se ne accorse e si ammorbidì; era ancora giovane, quindici anni sono pochi per smettere di fidarsi degli altri. Soprattutto di Allanon. Le accarezzò la testa e le scompigliò i capelli.
- Però per quanto riguarda la tua sicurezza puoi stare tranquilla. Anche se la situazione è disperata lui ha un asso nella manica. O ce l'ha qualcuno di quelli che ha scelto per viaggiare con lui. -

Brennar continuò a guardarsi alle spalle, non gli piaceva quel posto. Erano stati assaliti due volte nello stesso giorno e il suo primo incontro con le bestie gli aveva fatto nascere il desiderio di non ripetere l'esperienza. Tutti erano dello stesso avviso, ma non potevano allontanarsi dalla protezione degli alberi. Inoltre Garvo era ancora incosciente e Allanon troppo debole per proseguire. L'elfa si avvicinò allo gnomo per controllare le sue condizioni. Non riprendeva conoscenza. Tastò con delicatezza la testa del ferito e sentì un bernoccolo appena sopra la tempia destra. Cercò nel suo zaino e estrasse la coperta per riparlo dal freddo poi fece un cuscino col suo mantello per farlo stare più comodo. Di più non poteva fare. Poteva solo aspettare. Tornò dagli altri che stavano discutendo animatamente.
- Brennar non puoi abbandonarci adesso! Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile! - stava inveendo Dreiden contro il nano che fremeva dalla rabbia.
- Parli facile. Tu sei un disertore, devi occuparti solo di te stesso. Ma io ho un popolo da cui tornare e da avvisare della minaccia che incombe su di lui! Non posso fare diversamente, devo andare ad avvisarli! - I due uomini si fronteggiavano, era stanchi e questo peggiorava la situazione, portando allo scoperto cose non dette e facendo pronunciare frasi che in un'altra situazione non sarebbero state neanche pensate. Si sarebbe presto arrivati allo scontro e Leian non avrebbe saputo predire chi avrebbe avuto la meglio. Ma prima che qualcosa di irreparabile potesse accadere, Nur si mise tra i due e li separò grazie alla sua mole.
- Brennar, hai ragione. - gli disse il druido con voce stanca. - Ma ha ragione anche Dreiden. Abbiamo bisogno di te. Dobbiamo penetrare nel palazzo di Rentro, il tuo aiuto sarà indispensabile, non possiamo privarci di te, soprattutto ora che Garvo e Adael sono feriti. - Brennar sbuffò rosso in viso per l'irritazione. Sapeva che avevano ragione ma non l'avrebbe mai ammesso. Leian si allontanò in direzione di Ori che si era addormentata accucciata di fianco alla sua lupa e invidiò la sua innocenza e il fatto che, nonostante la situazione difficile, riuscisse a dormire. Avrebbero dovuto farlo anche loro, la stanchezza non li aiutava di certo.
- Io un'idea l'avrei... - disse Sour alzando la voce per farsi sentire sopra gli altri. Tutti gli occhi si voltarono nella sua direzione e lui sorrise compiaciuto. Era sempre felice di essere al centro dell'attenzione.

***
Alaide: Ormai non so più come ringraziarti per tutti i complimenti che mi fai e che mi fanno arrossire, ogni volta che leggo una tua recensione saltello per casa dalla gioia per una buona mezz'ora.
Grazie anche a chi legge senza recensire.
Un bacio,
sku
  
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