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Autore: _Giuls17_    03/09/2014    0 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Scontro finale

 

 

Clary si strinse un po’ di più al petto di Jace, ma lasciò gli occhi aperti, nelle settimane che aveva passato a casa del padre e col fratello non aveva mai visto il panorama di Idris, o i suoi boschi, o le Torri Antidemoni, tantomeno la città, l’avevano lasciata nel loro isolamento, così che lei non potesse sapere niente, così da rimanere fedele a loro.

Strinse i pugni, l’avevano manipolata a loro piacimento, l’avevano condizionata, ponendola davanti a una scelta di cui non era neanche resa conto, e si era odiata per la sua ingenuità, nonostante non conoscesse niente di quel mondo non credeva di poter fare la figura della polla.

-Clary devo dirti una cosa.-

Sentì la voce di Jace e in qualche modo si calmò il cuore, quel ragazzo era il suo angelo custode, nonostante non la conoscesse affondo aveva fatto di tutto per salvarla e solo adesso se ne rendeva conto, poteva contare su di lui.

-TI ricordi di Simon?- chiese voltandosi per guardarla, per poi osservare di nuovo la strada, vedendo le Torri farsi sempre più vicine.

-Simon? Il mio amico? Certo, ma cosa centra lui?-

Aspettò che il ragazzo parlasse nuovamente, ma notò che nel suo silenzio c’era ansia, c’era tensione.

-Cosa mi stai nascondendo Jace?!- urlò per farsi sentire sopra il vento.

-Lui… È diventato un vampiro…-

-COSA?!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

-Sì, ha deciso che era il modo più facile per entrare a far parte del tuo mondo.-

-E tu lo hai lasciato fare?!- strinse i suoi fianchi come se quella piccola morsa potesse farlo sentire ancora più in colpa.

-Noi non lo sapevamo, dopo che siamo venuti a casa tua lo abbiamo perso di vista, l’Istituto… Non potevamo uscire, e lui ha fatto quella cazzata madornale.-

-Ma adesso dov’è?- chiese preoccupata, abbassandosi per sentire la risposta.

-Qua.-

-Qua?- chiese incredula, alzando un sopracciglio.

-Lo abbiamo portato a Idris.-

-Perché?-

-Si stava abituando al suo nuovo mondo e Izzy ha deciso così e io non avevo la testa per controbattere a quella decisione.-

-Perché non avevi la testa?-

-Pensavo a te e a un modo per salvarti.- sussurrò senza voltarsi.

La ragazza dovette comunque sorridere, nonostante il suo cuore avesse ripreso a battere forte per l’ansia, sapere che Jace non aveva mollato neanche una volta la faceva stare bene, la rendeva felice, che finalmente qualcuno si stesse prendendo cura di lei.

-Possiamo vederlo quando arriviamo?-

-Penso che sia necessario.-

-Va bene.-

Clary alzò lo sguardo verso il cielo e finalmente riuscì a vedere da vicino le Torri Antidemoni, erano formati da adamas, e lei ne rimase affascinata, nonostante la velocità che avevano acquisito col cavallo riuscì a godersi tutto il panorama anche se una strana figura le fece corrugare la fronte, ma quando si sporse meglio per vederla non la trovò.

Scrollò le spalle e abbassò la testa, doveva pensare a Simon, doveva proteggerlo e doveva assicurarsi che Idris fosse in grado di combattere contro Valentine e poi lei sarebbe andata a cercarli, non avrebbe permesso a nessuno di uccidere suo padre, quello sarebbe stato solo compito suo.

 

-Ci siamo.- le urlò Jace, girando per un vicolo buio e per poi spuntare in una via dove le case erano bellissime, antiche e magnifiche.

-Scendi.-

Senza farselo ripetere due volte Clary scese da cavallo e appena si voltò per osservare una di quelle case, vide la porta di una aprirsi e Simon uscì piano, per guardarla, sotto i raggi dell’ultimo sole.

-SIMON.- urlò correndogli incontro e abbracciandolo sentì di novo il profumo familiare dell’amico e tutti gli anni passati in sua compagnia, ma quando lo scostò per vederlo notò il cambiamento: la carnagione era più pallida e se lo ricardava decisamente più bruttino e invece dovette ammettere il contrario.

Simon era diventato bello, solo non nel modo giusto.

-Clary è così bello vederti.-

-Anche per me è lo stesso.-

-Allora è riuscito a trovarti.-

Si voltò e osservò le altre figure sulla porta, le riconobbe subito come i figli dei Lightwood che quella volta aveva immobilizzato con la sua runa.

-Sì, almeno stavolta ho avuto fortuna.-

-Simon… Ma il sole? Com’è che puoi stare fuori?- chiese, visibilmente sorpresa da tutto quello.

-Io…-

-Forza ormai dillo.-

-Quando mi hanno lasciato all’Istituto avevo bisogno di sangue… Raphael, il capo dei vampiri, non mi aveva nutrito a sufficienza e così Jace…-

-Gli ho dato un po’ di sangue, gli altri non sapevano che fare e mi sono tagliato una vena, è stato facile.- concluse semplicemente.

-E questo ti ha permesso di vivere il giorno?

-Sì, è stato strano, però non siamo riusciti a trovare una vera soluzione.-

-E´bello vederti, Simon.- disse sorridendo, nonostante il suo amico fossi diverso, nonostante non fosse rimasto più niente di lui vederlo là, le aveva riscaldato il cuore, dandole la possibilità di sperare.

-Ditemi com’è la situazione?-

-Gli Accordi si stanno svolgendo adesso, hanno richiamato i capi dei clan e i loro corrispettivi membri, ma non sono a Idris.-

-Allora dove?-

-Nella foresta. Di Brocelind -

-Dovete farli entrare, adesso, ci serviranno tutti i combattenti in grado di combattere.-

-Cosa?- Iz le prese la spalla per farla voltare, -Senti non siamo proprio dell’umore per scherzare, la città sembra in allarme.-

-Ed è così, mio padre ha intenzione di passare alla fase tre del piano e ciò vorrà dire purificare la razza, ma non so esattamente come ha intenzione di farlo, oltre a convocare Raziel.-

-Raziel?!- chiesero in coro gli Shadowhunters, guardandola negli occhi.

-Sì, io purtroppo ho partecipato, ma ci deve essere qualcos’altro, Jonathan ha una parte in tutto questo devo solo capire quale.-

-E nel frattempo?-

-Nel frattempo riunite i Nascosti e gli Shadowhunters, devono essere messi al corrente di questo.-

-Non ci crederanno mai.- commentò Alec secco, ma improvvisamente tutto divenne buio, e il ragazzo estrasse la spada.

 

Clary senza pensarci si precipitò alla finestra e scorse nuovamente una figura sulle Torri Antidemoni, adesso capiva, adesso sapeva che cosa doveva fare Jonathan, lui che era Mezzo Demone, doveva infrangere le barriere, doveva renderli vulnerabili.

-Le barriere.- sussurrò, -Cosa succede se cadono?-

-I demoni entrano.-

-Ecco… Diciamo che adesso il Conclave dovrà crederci.- disse indicando fuori e vide numerosi demoni apparire dal cielo come farfalle indemoniate.

 -Merda.-

-Non ti facevo così volgare Alexander.- commentò la sorella senza staccare gli occhi dal cielo.

-Anche io posso esserlo, se voglio.-

-Adesso?-

-Datemi carta e penna.- disse Clary voltandosi verso la ragazza, -Forza, Simon tu vieni qua.-

-Che devi fare?- chiese mentre lei gli alzava i capelli sulla fronte.

-Se devi combattere, se proprio vuoi farlo, voglio assicurarmi che tu sia protetto, che tu non muoia.-

Prese il suo stile dalla tasca e respirando un paio di volte si protese verso di lui per iniziare a disegnare ciò che la sua mente aveva dato per scontato dal primo istante che lo aveva rivisto.

Il Primo Marchio.

 

-Non so quanto durerà e che effetti potrà avere.-

-Lo so, lo hai fatto per me.-

-Sei il mio migliore amico, Simon, non posso lasciarti morire senza fare qualcosa per evitarlo.-

-Grazie e penso che quel Jace abbia perso la testa per te.-

Senza volerlo Clary si voltò a guardarlo e i loro sguardi si incontrarono, ma lei distolse lo sguardo per tornare a guardare il suo migliore amico, sorrise e gli coprì il ciuffo.

-E´il simbolo di Caino, restituirà a chi ti colpirà sette volte il colpo.-

-Farà male.-

-Molto.-

-A cosa ti serviva la carta?- chiese Izzy rientrando in salone.

-Ecco.-

Prese la penna e s’immerse nuovamente nel foglio, Ithuriel le aveva mostrato quella runa non appena aveva varcato la soglia della cantina, solo che lei non ci aveva fatto caso, aveva evitato le sue visioni e non era sicura di averla riconosciuta, ma adesso sapeva cosa fare per aiutare il Conclave e i Nascosti e per fermare il padre.

-Tenete.- disse, porgendolo ad Alec e andando a prendere delle spade da mettere nella cintura.

-Cosa sarebbe?-

-L’arma per vincere, permetterà ai Nascosti e agli Shadowhunters di combattere assieme, diciamo che realizza il sogno di mio padre.-

-Ma è una runa?-

-Sì, scegliete un compagno Nascosto, tracciate la runa, e lei vi donerà i poteri dell’alto.-

-Un’arma perfetta contro i demoni.-

-Come si chiama?- chiese Jace, alzando il mento.

-Alleanza.- sussurrò, aprendo la porta per poi uscire.

-Ti mostro la strada per il Conclave.- disse Jace, stringendole la mano per trascinarla lungo la strada.

-Io non vengo.-

-Cosa?-

 

 

La loro conversazione venne interrotta da un orda di Demoni che si riversò sulla strada, Jace sfoderò la spada e invocò il nome di un angelo e tagliò la testa al primo che gli capitò davanti ma non appena si voltò per osservare Clary e vedere se si fosse messa in salvo, non la trovò.

Il suo sguardo vagò finché non la vide in groppa al cavallo, correre verso l’uscita di Idris, lontano da lui.

 

 

Si era voltata in tempo per evitare un Demone e solo allora si era ricordata del cavallo, ci era salita e senza guardarsi in dietro era partita per rintracciare il padre, sapeva dove andare o almeno aveva osservato le indicazioni al suo arrivo a Idris.

Spronò il cavallo e pregò con tutta se stessa che Valentine non avesse ancora convocato Raziel, o sarebbe stata la fine per tutti.

 

 

Jace si mise a correre il più velocemente possibile, aveva urlato ad Alec e a Izzy di recarsi alla sala degli Accordi per mostrare la runa, era la loro unica possibilità di vincere, di non morire, e sperò con tutto se stesso che gli dessero retta, almeno per una volta.

Abbatté un altro Demone e uscì da Idris, correndo il più velocemente possibile, non aveva idee di dove si trovasse Valentine, ma sperò che seguire le tracce di Waves fosse più semplice del previsto, ma poi, come un lampo, la sua mente si illuminò.

 

Hanno preso gli Strumenti Mortali, ma essi sono tre: la Coppa, la Spada e lo Specchio, ma nessuno ha mai sentito parlare di uno Specchio, si tramanda che fosse a Idris, ma…

“Non è uno Specchio in sé.”

No…

 

-Il Lago.- sussurrò, aumentò l’andatura e senza rendersene conto vide in lontananza il luogo, sorrise beffardo ma improvvisamente la sua corsa venne fermata da un ragazzo, i capelli biondi più dei suoi come se assomigliassero al bianco e gli occhi neri, teneva stretta una spada e sorrideva.

-Fammi passare.-

-Jace, è così deprimente tutto questo.-

-Come sai il mio nome?-

-Lo so per una serie di ragioni, mio padre ti ha cresciuto, mio padre ti ha istruito, mia sorella ti desidera.-

-Tu…-

-Jonathan Cristopher Morgenstern.-

 

 

Scese da cavallo ma prima che potesse fare un passo venne colpita alla testa probabilmente con l’elsa di una spada, cadde a terra e provò a rialzarsi, ma tutto intorno girava troppo velocemente per permettere a Clary di ragionare, sentì delle bruciature sulla pelle e un corpo che la teneva ferma.

Aprì gli occhi con forza e trovò suo padre chino su di lei, con uno stilo in mano, la guardava trionfante e poi la fece sollevare, ma si rese conto che le gambe non l’avrebbero retta e cadde nuovamente a terra.

-Hai corso un grande rischio a venire qua, Clarissa.-

Provò a rispondere ma non uscì nessun suono dalla sua bocca, provò a muovere le mani ma non ci riuscì.

-Ti ho appena resa innocua, mi sono bastate delle semplice rune: della quiete, quella vincolante sui polsi, e una runa invalidante sulle gambe. Così sarò sciuro di avere la tua attenzione.-

Le diede le spalle e si voltò verso l’altare, prese la spada che divampò di una luce scura, per poi tenerla stretta.

-Sapevo che saresti venuta, quando Jonathan non ti ha trovata avevo capito che te n’eri andata, che sapevi, ma lui non si era ancora reso conto del pericolo che rappresentavi per il nostro piano.

Lui ti ama troppo, non riesce a ragionare quando ci sei tu di mezzo, ma io speravo che venissi, perché tu assomigli a tua madre e lei era fatta così.- la guardò e si avvicinò di poco, Clary provò a scappare ma non riuscì a muovere neanche un muscolo.

-Non sapevo che tua madre fosse incinta quando mi lasciò, avevo intuito la sua depressione e per questo avevo preso il sangue di Ithuriel, lo seccai e lo polverizzai per introdurlo nei suoi alimenti, se lo avessi saputo lo avrei evitato: avevo deciso di smettere di fare esperimenti sui bambini, dopo Jonathan.

Quando fuggì la cercai per anni, senza mai trovarla, ma quando seppi che ebbe avuto una figlia mi arresi, credevo che tu fossi di Lucian ma poi tuo fratello mi ha esortato a cercarti, a vederti, e una volta fatto seppi che tu eri mia, che eri dei nostri ed eri l’unico modo per far tornare Jocelyn, ti ha amato più di me, dal primo momento.

Dovevi convincerti della causa, ma tu sei come lei, non cedi ai tranelli e corri più rischi del previsto, come adesso.- sorrise apertamente.

-Sei solo d’ostacolo e Jonathan mi perdonerà col tempo, pensavo di usare il mio sangue con Raziel, ma quando ti ho vista ho capito che l’angelo voleva che fossi tu.-

Clary provò a inghiottire il groppo che si era formato in gola e strisciò indietro, non voleva solo il suo sangue, voleva la sua morte.

Suo padre l’avrebbe uccisa.

 

 

Jace parò il colpo successivo, anche se la spada gli graffio il braccio e scansò per pura fortuna il pugnale che il ragazzo gli aveva puntato al petto.

Si allontanò e inspirò a fondo, era così vicino a Clary ma anche così lontano che avrebbe voluto urlare per la disperazione.

Jonathan era forte, troppo forte anche per lui, ma non si sarebbe lasciato battere, doveva salvarla o sarebbe stata la fine.

-Sai è per questo che mio padre ha preferito me.-

-Cosa intendi?-

-Tu e la tua umanità eravate un peso, qualcosa che lui non sapeva gestire, aveva bisogno di un guerriero non di una femminuccia.

Tu che piangevi anche per la morte di un animale!-

-Sapevi di me?-

-Certo che sapevo di te.- concluse ricominciando ad attaccarlo.

Jace venne ferito all’addome ed urlò, si allontanò e posò la mano sulla ferità per trattenere il sangue, andando avanti così sarebbe morto.

-Sai che a nove anni mio padre mi regalò una lezione? Mi insegnò che dietro la schiena c’è un punto che se preso, può arrivare al cuore e spezzare la schiena dorsale, tu cosa hai ricevuto per i tuoi nove anni, Jace?-

Tossì sangue ma non ebbe la forza per rispondere, doveva inventarsi qualcosa per andare da Clary, o sarebbero morti entrambi, così decise di giocare d’astuzia.

-Non puoi lasciare Clary con tuo padre, la ucciderà.-

-Clarissa?- capì dal suo tono di voce di aver azzeccato, lui amava sua sorella, cercò di non soffermarsi su quel sentimento e continuò a giocare.

-Lo sai bene che se Valentine la prende la ucciderà, lei è scappata da Idris per cercarlo, vuole fermarlo.-

-No, non è così sciocca.-

-Peccato che quello che ci sta venendo in contro è il suo cavallo.- si spostò di poco e lasciò passare Waves, che aveva ripreso a correre veloce verso la città.

-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena.

Sentì il respiro del ragazzo rallentare e osservò gli occhi neri intensamente.

-Anche io ho ricevuto quella lezione.-

Estrasse la spada e lo vide agonizzare a terra, non ci badò, sapeva di aver colpito il cuore, prese la sua spada da e la inserì nel fodero vuoto, poi si voltò e tenendo la mano sulla ferita riprese a correre.

 

 

Lo aveva sentito, aveva sentito l’urlo di Jonathan e suo padre si era bloccato con la spada a mezz’aria, in attesa.

Dentro di sé qualcosa si spezzò e sentì il suo cuore battere troppo piano, come se stesse arrancando per tenerla in vita.

Inspirò a fondo e appoggiò la testa a terra, e solo allora una mera consolazione si fece largo in lei.

Jonathan era morto.

Quello era il dolore per la morte del suo parabatai, di suo fratello, del suo compagno di battaglie, e se il suo cuore stava piangendo per quella perdita la sua mente non fece lo stesso.

Sapeva che persona pericolosa fosse e saperlo morto avrebbe evitato i danni, così cercò di riprendersi, doveva agire prima che il padre se ne rendesse conto.

 

“Per quanto tu faccia l’indifferente una parte di te era legata a Jonathan e non per il vostro legame parabatai, ma perché in lui aveva trovato una famiglia.”

Piangerò dopo la sua morte, adesso devo impedire a quel folle di uccidere tutti.

“Spero che lo farai.”

 

Sapeva che doveva fare qualcosa ma l’unica cosa che fece fu indietreggiare finché non arrivò in prossimità del cerchio di rune, le lesse velocemente e qualcosa iniziò a muoversi nella sua mente, poteva fare qualcosa.

-Adesso… Penso che sia arrivato il momento.-

Clary non lo guardò ma osservò la collina dietro di lei e riuscì a riconoscere la figura che si stava avvicinando in silenzio, sorrise, nonostante la runa che la teneva prigioniera, e senza farsi notare prese lo stilo dalla tasca.

Il dolore che provò fu più forte di quello che aveva sentito poco fa, le faceva male tutto ma non si arrese e allungò una mano tremante per modificare il cerchio.

-Clarissa, il rituale.- suo padre la prese per un piede e la trascinò via, -Adesso.- calò la spada così velocemente che neanche se ne rese conto e dovette trattenere l’urlo di dolore che era partito dal petto per sfociare in tutto il corpo, ma nonostante lei non avesse potuto urlare, sentì Jace farlo, provò a guardarlo un ultima volta ma sentì gli occhi improvvisamente pesanti e il fiato corto, avrebbe dormito, forse per un po’.

 

 

-Clary!!- si buttò a terra per raccogliere la sua testa ma il collo era troppo mollo, toccò la ferita e si macchiò col sangue, Valentine l’aveva colpita al cuore, avvicinò la faccia al suo naso, doveva sentire il suo respiro, doveva sapere che fosse viva ma una volta fatto non sentì niente.

Lei era morta.

Strinse i pugni e si voltò verso Valentine, gli dava le spalle, rivolto verso il Lago assieme agli strumenti mortali, pronunciava parole senza senso.

Posò il corpo di Clary ed estrasse la spada di Jonathan, l’avrebbe ucciso adesso.

-Non provarci ragazzo.- sussurrò quando ebbe finito il rituale, prese la Coppa e la scagliò nel lago che brillò di un accesa luce bianca e poco dopo lanciò anche la Spada.

Non riuscì a vederlo ma lo immaginò sorridere, improvvisamente l’acqua si alzò al cielo come un geyser e poi deflagò, accompagnato dal rumore di ghiaccio infranto e con la grandine l’Angelo sorse dalle acque del lago.

-Raziel.-

Vide emergere prima la testa con i capelli grondati, come catane d’argento e d’oro, poi fu la volta delle spalle e del torso nudo e solo allora Jace si rese conto che portava i Marchi come i Nephilim.

Poi l’Angelo parlò e la sua voce assomigliò a un grido e a un pianto nello stesso momento.

 

 

-Mille anni fa venni convocato su questa terra da Jonathan Shadowhunters, mi chiese di mischiare il mio sangue a quello dei mortali per creare i Nephilim, così feci e vi diedi la possibilità di combattere i Demoni, perché dunque mi hai chiamato?-

-Mille anni sono passati ma i Demoni sono ancora qui, poiché i Nephilim che tu hai creato nonostante avessero combattuto valorosamente per anni poi si sono lasciati andare alla debolezza e alla corruzione.

Il Conclave è corrotto, si sono alleati con i Nascosti, ed è mia intenzione purificare questo mondo, distruggere tutti i Nascosti assieme ai Demoni.-

-I Demoni non hanno anima, ma i Figli della Notte, di Lilith, della Luna e il Popolo Fatato, sì, a quanto pare le tue regole su cosa costituisca o no essere umano sono più severe delle nostre.

Intendi sfidare il cielo come la Stella del Mattino di cui porti il nome, Shadowhunters?-

-No, intendo allearmi con esso, noi chiediamo la tua guida.-

-Guida? Mi hai convocato per la tua gloria personale.- Jace pensò che l’Angelo fosse divertito da tutta quella situazione, si voltò e osservò il corpo di Clary immobile.

-Fama? Io ho sacrificato tutto per questa causa, mia moglie, i miei figli.-

-Dio chiese ad Abramo di sacrificare suo figlio, in un altare molto simile a questo, per vedere chi amasse di più: se Dio o Isacco. Ma nessuno ti ha chiesto di sacrificare i tuoi figli.

Quando Jonathan Shadowhunters mi convocò capì subito che il suo sogno era per un mondo migliore, ma tu sogni la gloria e non ami il cielo e mio fratello Ithuriel ne è una prova.-

-Ma…-

-Pensavi che non lo sapessi, è vero che il signore del cerchio può impormi un’unica azione, ma non sei tu quel signore.-

-Mio signore, Raziel, non c’è nessun altro.- disse stringendo le mani a pugno.

-Sì, c’è il ragazzo.- disse indicandolo con la testa.

 

 

Jace fece un passo indietro non capendo che cosa fosse successo, lui non aveva creato quel cerchio, tanto meno aveva messo quelle rune.

-Che cosa ha fatto?!- chiese Valentine, voltandosi di colpo, ma si rese conto che non stava osservando lui ma Clary, così anche lui si voltò.

E solo allora gli vennero in mente alcune parole che le aveva detto alla Tenuta: “Non hai idea di quello che so fare con questo stilo.”

Aveva modificato il cerchio, lo aveva visto sulla collina e lo aveva modificato così da salvare Idris, da salvare gli Shadowhunters.

Valentine si voltò nuovamente verso l’Angelo, bianco come cencio e piegò le mani in un gesto di supplica.

Raziel aprì la bocca e sputò fuoco, come se fosse stato un fulmine di fuoco bianco che volò dritto nel petto di Valentine, squarciandoglielo.

-Questa è la giustizia del cielo, puoi chiedermi qualsiasi cosa Jace Herondale.-

-Co…- ma dovette bloccarsi subito, non voleva chiedere quello all’Angelo, non voleva sprecare quell’unica possibilità che gli era stata concessa.

-La battagli sulla pianura di Brocelind sta volgendo al termine, il potere dei Morgenstern sui Demoni è diminuito e molti di essi stanno già sfuggendo e grazie alla runa di Clarissa Morgenstern il Conclave ha potuto evitare molti morti, adesso Jace scegli con saggezza.-

Jace esitò solo un momento, avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa, avere qualsiasi cosa al mondo se lo avesse aperto la bocca ma improvvisamente tutto gli apparve insignificante, inutile, senza lei.

Si voltò e la guardò.

-Clary.-

-Chiudi gli occhi.-

Improvvisamente il suo campo visivo venne attraversato da una luce e cadde a terra, sentì i muscoli molli come se stesse per svenire ma poi qualcosa lo obbligò ad aprire gli occhi.

-Jace.-

Quando lo ebbe fatto trovò gli occhi di Clary a scrutarlo, un verde che le ricordava la pianura di Idris più bella, si avvicinò e le fece alzare il viso, mettendolo sulle sue gambe.

-Avresti potuto chiedere qualsiasi cosa, avere qualunque cosa, ma hai chiesto me.-

-Lo rifarei.- sussurrò piano.

La vide sorridere e improvvisamente sentì qualcosa sciogliersi dentro di lui, il suo cuore. Credeva di non essere capace di amare, credeva che il suo addestramento lo avesse reso impossibilitato ma dopo che l’aveva vista, quella prima volta, qualcosa era cambiato e adesso si rese conto che il suo cuore funzionava.

Che amare non voleva dire distruggere e essere amati distruggersi, perché lei senza pensarci aveva riposto la sua fiducia in lui, e lui l’aveva salvata, non l’aveva distrutta.

Clary lentamente si alzò e lo strinse in un abbraccio, affondando la testa nel suo collo e sfiorandogli i capelli lunghi, anche Jace la strinse forte. Non aveva mai provato qualcosa del genere per nessuno e adesso che l’aveva trovata non voleva perdere.

 

“Amare significa avere speranza, amare è salvezza.”

Adesso lo so.

 

 

 

 

Sclero personale_ Ragazzi ho ancora troppi problemi con l'editor e non so sinceramente come verrà di presenza questo capitolo, perdonatemi, ma mi sto mettendo d'impegno per risolverlo!! Allora... Penso che il precedente capitolo non vi è molto piaciuto, come mai? Noioso, patetico? Vi prego fatemi sapere le vostre opinioni, per me è importante ^^

Adesso vi lascio allo scontro, solo che come avete visto non è come lo ricordavamo :D

 

Spoiler:  

-Ma penso che non debba essere io a raccontarvi questo.-

Clary si alzò in piedi automaticamente e s’incamminò al suo fianco, senza fiatare e con lo sguardo basso.

-No, prendi questa.-

 

   
 
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