Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    03/09/2014    7 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IV


Jane amava le vacanze natalizie, perché vedere le case e le strade illuminate da quelle piccole luci colorate le trasmetteva un senso di gioia e serenità. E soprattutto non doveva andare a scuola; si divertiva in classe con i suoi amici ma preferiva svegliarsi presto, mangiare al volo un toast con sopra marmellata di fragole e poi fare una passeggiata in centro. Anche se aveva solo tredici anni, non le dispiaceva uscire senza i suoi compagni di classe e i suoi genitori glielo permettevano perché lì si conoscevano tutti e il quartiere era tranquillo. In particolare, Jane adorava recarsi nel bar più bello della città e ordinare il suo “pasto” preferito: un muffin ai mirtilli e una tazza di cioccolata calda con panna. Trascorreva tutta la mattinata lì, visto che il proprietario era il suo vicino di casa, chiacchierando con lui o con i vari clienti che conosceva.

Quella mattina era appena uscita e si stava incamminando verso il centro, coperta dalla testa ai piedi a causa del freddo che, improvvisamente, aumentò. Si strinse ancora di più nel cappotto e accelerò il passo, sorpassando la schiera di case che si trovavano alla sua sinistra. Distrattamente, lanciò loro un'occhiata e aveva appena superato l'ultimo edificio quando vide qualcosa di strano: lì, nello spiazzo sul retro dell'abitazione, c'era qualcuno. Ma che ci fa lì? Jane, che era sempre stata una ragazzina curiosa, si avvicinò e si nascose dietro un albero, studiando la persona che si trovava a una cinquantina di metri da lei: era una donna, sembrava molto giovane, aveva dei lunghi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena e indossava una vestaglia di velluto blu scuro. Come diavolo le è saltato in mente di uscire con solo quella cosa addosso? Si accorse che la ragazza aveva le spalle incurvate, come se fosse sul punto di piangere, visto anche le sue mani erano strette a pugno. Jane stava per fare il primo passo quando la neve sotto i suoi piedi si trasformò improvvisamente in ghiaccio, il quale ricoprì anche i tronchi degli alberi circostanti; la temperatura sembrò abbassarsi ulteriormente e un vento gelido cominciò a soffiare, facendole lacrimare gli occhi. Si rese conto che tutto quel ghiaccio proveniva dalle mani della sconosciuta, i cui palmi ora erano rivolti verso il basso. Era come se il freddo si fosse materializzato e fuoriuscisse dalla pelle. Jane sbatté le palpebre più volte, credendo di essere nel bel mezzo di un'allucinazione, ma era tutto così reale da far quasi paura. Non riusciva a capire come una cosa del genere fosse possibile, eppure le scappò una risatina nervosa, nonostante l'assurdità di quello che aveva davanti. Mi sembra di vedere Frozen, magari adesso comparirà Olaf! Jane tornò a guardare la donna. Un momento... Aveva i capelli biondi, chiarissimi, la vestaglia sembrava effettivamente aveva un taglio piuttosto antiquato, per non parlare del fatto che stava congelando tutto.

Non è possibile, non è possibile, non è....

<< Oh mio Dio! >>

La ragazzina si coprì la bocca con entrambe le mani quando si rese conto di aver urlato ma ormai era troppo tardi. La donna strinse di nuovo i pugni e drizzò la schiena, girandosi poi lentamente verso Jane, che a mala pena riusciva a respirare. La vide camminare con grazia nella sua direzione, come se a terra non ci fosse quello strato di ghiaccio scivoloso, e si fermò davanti a lei, con un misto di apprensione e terrore sul volto pallido.

<< S-stai bene? >> le chiese con voce incerta, tesa come una corda di violino.

<< Ehm sì, non mi hai fatto male. >> rispose, continuando a fissarla incredula. Aveva notato un leggerissimo accento mentre l'altra parlava, un accento che somigliava molto a quello dei paesi scandinavi.

La ragazza annuì, sorridendo timidamente, ma nei suoi occhi c'era ancora paura. Sapeva che Jane l'aveva vista. La più giovane si fece coraggio e si schiarì la gola prima di parlare, sperando di non aver sognato tutto e di non risultare quindi un'idiota.

<< Non devi preoccuparti, il tuo segreto è al sicuro... E-Elsa. >>

La vide rimanere a bocca aperta e fare istintivamente un passo indietro, chiaramente sconvolta, e sentì distintamente il suo respiro farsi più agitato.

Allora è vero, non sto sognando!

<< Come fai a conoscere il mio nome? >> domandò la giovane. La sua voce era poco più di un sussurro.

Jane ci pensò su un attimo, ma decise di lasciar perdere. Troppo complicato. << Te lo spiego un'altra volta, ok? È una lunga storia. >>

Elsa annuì leggermente e abbassò lo sguardo, incrociando le braccia davanti a sé. << Dove siamo? >>

<< Contea di Monmouth, nel New Jersey >> spiegò la ragazzina con entusiasmo, << che a sua volta fa parte degli Stati Uniti d'America. >>

La più grande la guardò con diffidenza. << Capisco, ed è grande questo regno? >>

L'altra scoppiò a ridere ma si bloccò immediatamente appena si ricordò chi aveva di fronte. È pur sempre una regina, comportati come si deve almeno con lei! << Ehm no, è una repubblica federale. In realtà, volevo chiederti... >>

<< Sì? >>

<< Come hai fatto ad arrivare qui? Non che mi dispiaccia, anzi, è un sogno che si avvera! Tu, in carne e ossa, che parli con me! Ok basta, sto esagerando. >>

Elsa le sorrise, sempre con timidezza, ma subito il suo voltò diventò nuovamente triste. << Te lo spiegherò un'altra volta. Ma resterò qui per un po', anche se non so quanto di preciso, e... >>

<< E ti serve una mano, vero? >>

Jane sapeva che la regina non poteva farcela da sola, quanto meno all'inizio.

<< Ecco, io... Sì. >> ammise sospirando la bionda.

<< Bene, ti aiuterò io! La scuola è chiusa per due settimane, quindi ho parecchio tempo libero. Prima di tutto dobbiamo trovarti dei vestiti però, non puoi andare in giro in camicia da notte e vestaglia, no? >>

Elsa inarcò interrogativamente un sopracciglio, ma non protestò. << In effetti l'ultima cosa che mi serve è attirare l'attenzione. >>

<< Appunto. Conosco il negozio dove possiamo andare, sai, la proprietaria è la madre di una mia amica e non mi fa mai pagare nulla! Possiamo prendere tutto quello che vuoi. >>

La ragazza sorrise, divertita. << Andrà benissimo. >>

Jane la guardò soddisfatta ma subito assunse un'espressione riflessiva. << Ti serve un posto per dormire. Dietro casa ho un cottage che uso l'estate per dormire con le mie amiche, lo puoi usare. C'è tutto quello che serve, non dev- >>

Jane si bloccò appena sentì le mani dell'altra stringere le sue con gentilezza, e dopo un attimo di esitazione, osò alzare lo sguardo per vedere la regina sorriderle con gratitudine. << Non so davvero come ringraziarti. Perché sei così buona con me? >>

<< Diciamo che sono una tua, ehm, ammiratrice? E poi mi fa piacere aiutarti. Però andiamo adesso, prima che il negozio si riempa di clienti. >>

Elsa annuì e la seguì silenziosamente, ignara dei pensieri della più giovane.

Ok, stai calma Jane. È solo shopping... Con la regina Elsa. Non posso stare calma, no.





**


Elsa continuava a guardarsi allo specchio, corrugando le sopracciglia. Non aveva mai indossato dei pantaloni, neanche per andare a cavallo. L'indumento le calzava a pennello, come tutti gli altri del resto, ma non riusciva a smettere di rimuginare su quanto stesse comoda. Si trovava nel camerino del negozio suggerito da Jane, la quale stava aspettando seduta su una delle poltroncine imbottite, sommersa dai vestiti che aveva personalmente scelto per lei. Le aveva detto di prendere calzini, scarpe, pantaloni, maglioni e tante altre cose di cui non ricordava il nome. La regina indossò il cappotto e guardò ancora una volta il suo riflesso; era tutto così nuovo per lei, e non si trattava solo degli abiti. Da quel poco che aveva potuto vedere, lì tutti si parlavano o salutavano come se si conoscessero, anche se in realtà erano degli sconosciuti gli uni per gli altri. Ne aveva avuto una dimostrazione poco prima.


Erano appena entrate nel negozio, e con sollievo, notarono che non c'era nessuno, eccezion fatta per il commesso che si trovava dietro a un bancone, il quale sorrise subito a Jane.

<< Ma guarda chi si vede! Che ci fai qui così presto? >>

<< Ciao Colin! Ero in giro e ne ho approfittato per venire a comprare qualcosa. C'è la signora Nyland? >>

<< No, farà tardi stamattina. Allora, cosa ti serve? >>

Jane fece un sorrisetto e indicò Elsa. << Veramente i vestiti sono per la mia amica. >>

Il commesso evidentemente non si era accorto della ragazza, e appena spostò lo sguardo su di lei, spalancò la bocca senza troppe cerimonie. Elsa lo osservò mentre la fissava dalla testa ai piedi, impunemente, e sentì le guance diventare bollenti per l'imbarazzo e il fastidio. Decise di parlare per togliersi di dosso quegli occhi neri così sfacciati.

<< Ho bisogno di, ecco, rinnovare il mio guardaroba. >>

Colin si passò una mano tra i capelli castani e sfoderando un sorriso che, in teoria, avrebbe dovuto conquistarla. Ma la regina rimase impassibile.

<< Puoi prendere tutto quello che vuoi, tesoro. >>

A Elsa per poco non uscirono gli occhi dalle orbite. << Come prego?! >>

In quel momento Jane la prese per un braccio e la trascinò tra i vari stand di abiti, allontanandola da Colin il più possibile. << Sta' calma, non è successo niente. >> bisbigliò con calma la ragazzina.

<< Mi ha- >> cominciò a dire Elsa, ma abbassò di colpo la voce quando si accorse di aver quasi urlato, << Mi ha chiamato tesoro! Come osa? >>

Jane assunse un'espressione divertita, ma cercò di non ridere. << Ok, piccola informazione su questo mondo: qui è normale avere confidenza con gli sconosciuti, specialmente se si tratta di un ragazzo che si trova davanti una bella ragazza. Capito? >>

La sovrana corrugò le sopracciglia, sempre più dubbiosa, ma si limitò ad annuire.



<< Elsa? Tutto bene lì dentro? >>

La sovrana sobbalzò sentendo la voce di Jane che la chiamava, talmente era immersa nei suoi pensieri. << Sì, sto uscendo. >>

Sospirò. Che lo spettacolo abbia inizio.

Appena scostata la tendina, Elsa vide la sua giovane amica seduta lì di fronte e la sentì trattenere il respirò. Non poté fare a meno di ridacchiare alla vista dello sguardo meravigliato di Jane.

<< Sono presentabile? >>

<< Decisamente sì! Aiutami a portare queste cose, Colin le metterà nelle buste. >>

Portarono i vestiti sul bancone dove si trovava il commesso, e lui subito sistemò tutto in alcune sacche nere rettangolari con delle corde come manici. Queste si chiamano buste, d'accordo.

<< Ecco fatto. Ci vediamo Jane. >> disse il ragazzo, sorridendo.

<< Grazie, salutami la signora Nyland! >>

<< Ok! >>

Mentre uscivano dal negozio, Elsa si schiarì la gola per richiamare l'attenzione della più piccola, che si girò con il suo perenne sorriso stampato in faccia. Per un attimo, la domanda che voleva porle sparì dalla sua mente, rimpiazzata da una considerazione: si rese conto, e non era la prima volta, che Jane somigliava molto a sua sorella, sia fisicamente sia per il modo di comportarsi. Lei aveva i capelli scuri ma gli occhi erano verdi come quelli di Anna e aveva anche delle graziose lentiggini che le ricoprivano il naso e le guance; erano talmente simili che a volte era stata sul punto di chiamarla col nome di sua sorella, ma era sempre riuscita a bloccarsi in tempo. Aveva notato quella somiglianza appena si era avvicinata a lei, nel campo, e le era servita tutta la sua forza di volontà per non abbracciarla.

Elsa scosse leggermente la testa e continuò a fissare Jane, che dal canto suo la guardava come se aspettasse una risposta.

<< Scusami, hai detto qualcosa? >>

Lei rimase interdetta. << Ti ho chiesto perché mi hai chiamata. Stai bene? >>

La ragazza si toccò la fronte con una mano, lasciandosi sfuggire uno sbuffo divertito. << Sto bene. È da prima che volevo farti una domanda. Cosa significa “ok”? >>

Jane sorrise. << Un altro modo per dire che qualcosa va bene. >>

<< Oh. Devo imparare tutte queste co- Stai morendo di freddo, vero? >> chiese la regina, notando che l'altra tremava leggermente. << Dove possiamo andare? >>

La più giovane sorrise di nuovo e ammiccò. << Vieni, andiamo al bar del mio vicino di casa. Prepara la cioccolata calda più buona del mondo! >>

Elsa la seguì in silenzio, sentendo gli angoli della bocca curvarsi in su, nonostante il senso di malinconia che provava in quel momento. Anche a lei piace il cioccolato, proprio come ad Anna.







Buonasera gente!!!!

In questo capitolo troviamo un nuovo personaggio,Jane,che aiuterà Elsa in questa situazione del tutto fuori dall'ordinario. Come avete visto, Elsa si rende conto che questa ragazzina somiglia molto a sua sorella Anna e questo la rattrista :( Ovviamente,Jane è scioccata nel trovarsi davanti proprio la regina di ghiaccio e direi che ha reagito fin troppo bene, no? Io sarei rimasta lì, impalata per qualche secondo, e poi avrei cominciato a dare di matto XD Elsa deve imparare piano piano tutto quello che c'è da sapere sul nostro mondo, anche le più piccole cose, visto che lei è abituata a tutt'altro. La scena con il commesso? Mentre la immaginavo non facevo altro che ridere XD L'ho chiamato Colin in onore del mio amato Colin O'Donoghue, che interpreta Capitan Uncino in Once Upon A Time *-* e per quanto riguarda il suo modo di fare, mi sono ispirata al personaggio di Flynn Rider di Rapunzel ^-^ Anyway, adesso le nostre ragazze stanno andando in questo bar e Jane conosce il proprietario. Come sarà quest'uomo? Avrà un ruolo in questa storia? Se vorrete, lo scoprirete nel prossimo capitolo ;)

Grazie ancora una volta a tutti voi :)

Sara


  
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