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Autore: Ruby Efp    03/09/2014    2 recensioni
Il diploma è un grande rito di passaggio. Non per Renesmee Cullen, che è alle prese con il suo primo anno di università al Trinity College Istitute, a Dublino, Irlanda. Tutto sembra andare per il meglio. Il college è pieno di ragazzi carini, amori, gelosie e amicizie false. Ma non è questo che tormenta Renesmee. Cosa sono le voci che la tormentano? Le voci che stanno cercando di aiutarla. Un detto recita -Il diavolo non muore mai, e tu devi continuare ad ucciderlo- L'oscurità si aggira tra le mura del college, costringendo Renesmee a tornare a casa. Ma anche lì il pericolo incombe su di lei.
Vita,morte,passione,dolore: tutto questo in Everside.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'The Beginnings '
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RUBY EFP

1X03 - INIZIANO LE INDAGINI
 

Mi risvegliai in infermeria, dolorante e con un forte bruciore su entrambi i fianchi. Il gran mal di testa non mi rendeva del tutto cosciente, e avevo la schiena a pezzi. Ma cos’era successo? Ricordo solo che Tate mi aveva scaraventata contro la vetrata che dava sul cortile del campus. Poi i miei ricordi erano svaniti. Ricordo ancora quella sensazione. La sensazione di essere quasi vicina alla morte. La mia parte umana me lo permetteva. Sarei potuta morire quel giorno, ma non era successo. Kate era ai piedi del letto, mentre faceva uno dei suoi pisolino pomeridiani. Forse si era addormentata per la stanchezza.
-Ehi pel di carota! Come stai?-
La voce di Sean non era la stessa. Il suo tono era preoccupato. Il suo volto era sbiancato, come se qualcuno lo avesse infilzato con un coltello. Sembrava un fratello maggiore super protettivo. Per un attimo pensai a mio padre. Se ci fosse stato lui avrebbe spaccato la testa a Tate. Ma ora ero sola. Dovevo cavarmela da sola. Avrei dovuto proteggermi da sola. Non avrei avuto sempre la mia famiglia o Jacob a guardarmi le spalle.
-Sto bene idiota grazie.- risposi –quando tempo ho dormito?-
-Circa sette ore!-
Cosa? Sette ore? Avevo passato metà della giornata in infermeria? Non potevo crederci. In cosa mi aveva ridotto Tate? Provai un senso di vendetta. Mi sarei sicuramente vendicata.
-Cosa? Stai dicendo sul serio?- urlai per la sorpresa.
-Si sto dicendo sul serio- scoppiò in una sonora risata.
Poteva sembrare strano pensare certe cose in quel momento, ma il sorriso di Sean era bellissimo. E mi rilassava. In qualche modo mi sentivo protetta. Mi sentivo al sicuro con lui al mio fianco. Era come un fratello maggiore. Mi avrebbe protetta. Sempre.
-Renesmee, mi dici cosa è….successo?- sussurrò.
Ed ecco che il sottile filo invisibile che mi collegava a Sean in modo sovrumano si era spezzato. Cosa gli avrei detto? Non potevo assolutamente dirgli la verità. Non sapevo nemmeno io cos’era Tate.
-Nulla. Sono inciampata sul pavimento scivoloso del corridoio e sono finita sulla vetrata.-
Le bugie hanno le gambe corte. Ed era vero. Ero una pessima attrice. E non sapevo mentire. Perché non avevo il coraggio di mentire.
-Non dirmi queste stronzate. Tate stava scappando dal lato opposto del corridoio quando siamo venuti a soccorrerti. Cosa ti ha fatto, eh?- il suo tono era duro e freddo. Mi stava urlando contro.
-Non mi ha fatto nulla…sono sta….- m’interruppe prima che io finissi la frase.
-Oh certo Renesmee…ci credo certo….allora perché lui era lì esattamente quando tu eri caduta? E perché stava correndo. Se fosse passato per caso, sarebbe venuto a darti una mano.-
In risposta sbuffai. Sean non era così egoista come dicevano tutti. Anzi, lui era l’unico che aveva capito chi fosse il vero colpevole di tutta la storia. Ma non volevo lo stesso dirglielo. Avrei prima dovuto scoprire cosa fosse, e cosa era capace di fare.
-Scusate.- s’intromise una voce delicata e dolce –posso?-
Sean gli fece spazio volatizzandosi già con una velocità assurda, e con il volto abbassato. La ragazza dalla voce dolce e affettuosa era Red. Che era venuta a trovarmi in infermeria con una mazzo di tulipani. Non era i miei preferiti, ma gli ero molto grata.
-Come stai?- mi domandò sedendosi sulla sedia accanto al letto.
-Male. La schiena mi fa malissimo, ed entrambi i fianchi mi stanno andando a fuoco.- risposi
-Cos’è successo?- mi chiese.
Con Red avrei potuto confidarmi. Infondo solo lei sapevo com’era fatto Tate. Lei mi avrebbe capita, mi avrebbe aiutata.
-Dopo che tu sei andata via, Tate ha cominciato a minacciarmi. Io in risposta gli ho dato uno schiaffo facendolo sanguinare. Lui in risposta mi ha scaraventata con la vetrata più grande del corridoio. La vetrata che da proprio sul campus.-
Red si morse un labbro, abbasso il volto e intravidi una lacrima che gli scorreva lungo il viso.
-Ehi, cosa c’è?- gli risposi cercando di accarezzargli una spalla.
Per qualche minuto non rispose. Poi alzò il viso asciugandosi le lacrime. –E’ tutta colpa mia. E’ colpa mia se ora sei qui dentro. E’ colpa mia se stai mai.-
Red si sentiva in colpa. Singhiozzava e tremava. Forse per la paura, forse per il dispiacere. Quella lite con Tate era stata solo uno spiacevole incidente.
-Red sai che non potevi prevederlo. E’ stato solo un’incidente. E poi io sto bene, tranquilla- gli sorrissi cercando di dargli sicurezza.
-Non è vero non stai bene. Altrimenti non saresti qui. Mi dispiace così tanto Renesmee. Mi dispiace tanto. Perdonami.-
Fui colpita dalla grinta di quella ragazza. Avrebbe potuto avere a che fare con una ragazza viziata e meschina, che gli avrebbe sicuramente urlato contro. Invece non aveva avuto paura. Mi aveva fatto le sue scuse di persona. Quel giorno non mi aveva portato solo un mazzo di fiori. Mi aveva anche portato una grande dose della suo estremo coraggio.
-Red smettila. Io sto bene. Non essere così. Non essere debole. Lui ti ha appena minacciata di morte. Tira fuori il tuo coraggio. Sei una donna. Hai una vita, dei cari e dei valori. Hai dei sogni. Non puoi farti intimorire da….quella sottospecie di umanoide. Insomma….apri gli occhi.-
Presi un fazzoletto e gli porsi. Conoscevo Red da poche settimane, eppure non l’avevo mai vista così. Lei era sempre in cerca di gossip. Canticchiava tra i corridoio, ed era innamorata di tutto ciò che la circondava. Sembrava che il mondo fosse fatto apposta per lei.
-Tu devi aiutarmi.- sussurrò –Stasera, vieni al lago. Scopriamo cosa ha combinato Tate. Ti prego, credo che centri qualcosa con questa storia. So che vuoi sapere cos’è veramente.-
Il mio cervello andò in back up. Avrei dovuto accettare? Avrei dovuto rifiutare? Se avrei accettato, avevo una spiegazione plausibile a quello che era successo. Ma se avessi rifiutato, avrei dovuto mentire ai miei amici. A Kate…
-E va bene. Ci sto. Stasera. Mezzanotte. Lago.- gli feci l’occhiolino.
Red ricambiò con un sorriso a trentadue denti. Aveva uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto nei miei anni di vita. Ovviamente dopo quello di Sean.
Prese le sue cose, mi salutò e scappò via più veloce di un saetta.
Mi avrebbero dimesso proprio nel pomeriggio, quindi avrei ottenuto la serata libera. Sperando che Kate non mi seguisse o mi spiasse di nascosto.
**
-Signorina Cullen, le ho già detto che da qui lei non esce. Non è ancora nello stato giusto per tornare a fare lezione normalmente.-
La dottoressa McDonald insisteva sul fatto che io dovessi rimanere in infermeria ancora qualche ora, dopo di che sarei potuta uscire il giorno seguente. Red aveva bisogno del mio aiuto, cosa le avrei detto?
-Ma le ho detto che sto bene. Sono sana come un pesce. Guardi-
Alzai la maglia fino a sopra i fianchi, facendo notare alla dottoressa che le ferite non c’erano. Il fianco era liscio come il viso di un bambino, ma era rimasta una lunga cicatrice. Il mio lato vampiresco avrà assorbito tutto? Pensai.
-Ma…come…- sussurrò –oggi l’ha fatta franca. Se ricapiterà, sarò costretta a chiamare il preside.-
Sorrisi soddisfatta. La dottoressa McDonald mi passò il cesto con i miei indumenti, che avevo indossato prima dell’incidente con Tate. Indossai i vestiti e corsi verso la porta super eccitata di tornare tra i corridoio del campus.
-Aspetti! La desiderano al telefono.- La dottoressa McWrite mi bloccò ancora prima che io aprissi la porta. Ero sicura che fossero i miei genitori. Solo zia Alice avrebbe potuto prevedere quello che era successo.
Mi avvicinai alla cornetta del telefono, portandola all’orecchio.
-Pronto?- esclamai.
-Renesmee cos’hai combinato?- era mia madre.
-Stavolta zia Alice non ha previsto nulla? Potevate anche avvisarmi.-
-Non ha previsto nulla stavolta. E stiamo cercando di capire il perché. Ultimamente non prevede più nulla. Sembra che i suoi poteri stiano sparendo.-
Cosa voleva dire? Perché zia Alice non riusciva ad usare i suoi poteri. Infondo Tate era solo un semplice umano. O almeno…credo….
-Un ragazzo, mi aveva minacciata e io in risposta gli ho dato uno schiaffo. E lui…beh…mi ha scaraventata con la vetrata del corridoio. Tutto qui. Sono solo stata un paio di ore in infermeria. Ah! E sono svenuta anche.-
Mia madre sospirò, come se fosse preoccupata.
-Renesmee?- ora era mio padre.
-Ciao papà- risposi.
Le due dottoresse tenevano gli occhi puntati su di me. Mi stavano tenendo d’occhio. Come per accertarsi che io non facessi qualcosa di stupido.
-Potresti stare più attenta la prossima volta per favore?-
Era la prima lamentela che ricevevo da mio padre. Ero sempre stata una ragazza apposto, intelligente secondo, secondo mio padre. Era il primo sbaglio che avevo commesso in vita mia. Oltre al fatto, di aver quasi ucciso mia madre durante la gravidanza.
-Si papà, scusami. Ti prometto che da oggi in poi andrà tutto bene. Lo giuro.-
Era molto più facile parlare con mio padre. Lui era più apprensivo e disponibile. Mia madre ultimamente sembrava un’isterica.
-Stai attenta tesoro. Ciao.- la linea cessò e posai la cornetta del telefono alla sua postazione.
Ora avevo un impegno importante da svolgere. E nessuno mi avrebbe fermata.

 
**

NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti cari lettori, bentornati con un nuovo capitolo di Everside.
Sono felice, che il secondo capitolo sia piaciuto a molti lettori. Ma sopratutto ha ricevuto molte più visite rispetto ai prime due capitoli.
Ringrazio tutte le ragazze, che mi seguono ogni giorno, e che mi aiutano ad andare avanti con questa storia.
Nulla, spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre. LEGGETE E RECENSITE!



 
   
 
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