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Autore: _Marlee_    03/09/2014    3 recensioni
Nonostante Arizona sia lontana da Callie in qualche modo riesce a manipolarle la vita.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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Uscì dall'ospedale e optò per un giro della città, insomma aveva lavorato per anni a Seattle e non aveva idea di com'era il centro, i negozi, niente e tutto questo le mancava. Le sembrava tutto cosi perfetto, il sole d'inverno, l'aria fresca, il cappotto e gli occhiali da sole, gente che sorride e altra che è impegnata in telefonate, era tutto bellissimo e per un po si dimenticò di essere costantemente in pericolo, ma quel pensiero non poteva venirgli in un momento peggiore, era da sola, in un grande centro, e l'idea di essere seguita la terrorizzò all'improvviso. Lei non pensa mai prima di agire, lei spesso segue l'istinto e le voglie. Non avrebbe dovuto allontanarsi cosi tanto dall'albergo e dall'ospedale. A passo svelto tornò da dove era venuta, le persone che prima sorridevano non c'erano piu. Camminava veloce, ogni tanto si guardava le spalle, e c'era sempre qualcuno dietro di lei, ma sicuramente non la stavano seguendo era solo gioco del suo cervello. Pochi secondi dopo si ritrovò a correre per arrivare il prima possibile in ospedale, Karev era in pronto soccorso e la vide subito “Dottoressa Robbins è successo qualcosa?” chiese preoccupato vedendola con il fiatone “Dai sintomi credo sia un attacco di panico” disse lei posandosi l'indice e il medio sul collo “Battito accelerato, si attacco di panico” continuò facendosi praticamente la diagnosi da sola, Alex rimase a bocca aperta, gli attacchi di panico non permettono lucidità eppure lei era lucida, questa parte di lei l'affascinava “Venga, si riposi un attimo qui” disse lui accompagnandola fino al primo lettino libero “Sto bene, adesso è passato” pochi secondi dopo Arizona notò Callie correre verso di lei facendo spostare tutti quelli che le erano d'intralcio “Arizona cos'è successo? C..come stai? Cos'ha?” chiese voltandosi prima verso Arizona poi verso Alex “Callie tranquilla, sto bene” disse Arizona tranquillizzandola poi si voltò verso Alex “L'hai chiamata tu?” gli chiese “Non signora” disse lui alzando le mani e sorridendo. Non era stato lui, eppure qualcuno aveva chiamato Callie “Sono stata io” da dietro alla tendina uscì lei, con il muso duro come sempre, ma appena vide Arizona sorrise “Miranda Bailey, quanto mi sei mancata” disse scendendo dal lettino e andando ad abbracciarla “Possibile che non riesci a non cacciarti nei guai tu?” disse lei puntandole il dito contro per poi lasciarsi andare in quell'abbraccio. Tutti sorrisero a quella scena, poi uno alla volta tornarono al loro lavoro, rimasero Callie e Arizona “Non posso portare Alex a prendere un gelato, mi dispiace, non posso” disse lei mettendosi le mani davanti agli occhi, Callie posò una mano sulla sua spalla “Non fa niente, capisco che non vuoi mettere Alex in pericolo, ma neanche tu dovresti esporti cosi tanto” disse lei guardandola negli occhi “Non posso chiudermi in casa, anche perche mi terrorizza forse di piu” disse Arizona “Hai bisogno di un bisturi, della tua cuffietta e di una bella operazione. Forza vieni” disse lei prendendola per mano e camminando in fretta per non farsi vedere da troppi occhi “Che fai Calliope?” chiese sorridendo, la mora non rispose a nessuna delle sue domande, arrivate a destinazione “Lavati, su” Arizona aprì quei rubinetti, l'acqua le scivolava tra le mani, Callie e infilò la mascherina e la cuffietta. Adesso si che si sentiva a casa. Aprì la porta di spalle per poi farsi mettere i guanti dall'infermiera “Cosa abbiamo?” disse Arizona, Callie la guardò stranita e sorrise “Scusa, mi sono fatta prendere dalla situazione”. Callie le permise di fare quell'operazione, era di routine, non era neanche un caso di ortopedia, ma era di turno nel pronto soccorso e quello era un suo paziente “Dovresti andare dal capo” disse Callie “Me l'ha detto chiaro e tondo, non c'è posto per me” disse lei continuando ad aspirare e suturare “Devi tornare da lui e pregarlo..” disse Callie ricordandosi quello che lei le disse quando fu Callie ad averne bisogno "Sono Arizona Robbins, non prego nessuno” disse lei “Quando andrai a pregarlo mettici un po di umiltà, so che è in te, da qualche parte” disse Callie scherzando “Andrò a parlare con lui, ma non lo pregherò affatto” concluse lei concludendo anche l'operazione “Impressionante, riparazione dell'intestino in meno di mezz'ora, il capo questo lo sa” disse Callie sorridendo. Entrambe uscirono dalla sala e Arizona si sentiva sicura, piena e felice. A passo veloce arrivò all'ufficio di Webber “Signore” disse lei attirando la sua attenzione, era di schiena a guardare il panorama di Seattle “Lo so che per me non c'è posto. Ma io sono meglio di chiunque chirurgo pediatrico che lei abbia mai assunto, sono la migliore dottor Webber, ho fatto un errore, l'ho pagata, lei non crede che abbia pagato abbastanza?” disse lei rimanendo sempre sulla porta “Dottoressa Robbins, vada giu all'ufficio del personale, dica che è un chirurgo del Seattle Grace e che ha bisogno di un tesserino nuovo, le dica che l'ho mandata io. Bentornata a casa Dottoressa Robbins” Quella sera tornò in albergo. La paura persisteva, lasciò tutte le luci accese e le ante degli armadi aperte, il telefono accanto a se e si stese sul letto. Bussarono alla porta, lei con cautela aprì anche quella volta “E voi?” chiese sorpresa vedendosi Callie e la piccola Alex davanti a se “Abbiamo portato la pizza e la cocacola, ti piace?” disse la bimba entrando nella stanza abbracciando la bottiglia di coca che per lei era gigantesca “Ha insistito parecchio per venire qui, forse avrei dovuto avvisarti” disse Callie scusandosi “Entra pure, lo sai che amo le sorprese. Se contengono pizza e bibite va benissimo. E se ci sei tu e Alex bhe, ancora meglio” divisero una pizza famiglia in tanti spicchi, Alex dopo il secondo era arrivata al limite e si buttò sul letto “Piccoletta, non sei a casa tua” la sgridò Callie senza essere troppo severa “Scusami mamma” disse la piccola alzandosi subito “Arizona posso sedermi sul tuo letto? E' cosi morbido” disse la piccola con il sorriso “Certo amore” la bambina si distese, quel letto era cosi pieno di cuscini, la trapunta però era morbidissima “Non so se sia per la pancia piena o per la magia di quel letto, ma si è addormentata” disse Arizona alzandosi e andando a coprire la bimba con una copertina “Ti prego posso portare a casa questa coperta? Cosi ogni volta che fa i capricci io glie la metto di sopra e lei si addormenta” entrambe risero, la piccola non era una bimba capricciosa ma quando si metteva nessuno la calmava “Domani vado a prendere il mio nuovo tesserino” disse Arizona con il sorriso “Sono felice per te, so quanto tu voglia lavorare” disse Callie iniziando a pulire tutto il disordine del tavolo “Mi serve molto, per distrarmi e pensare ad altro. Dentro ad una sala operatoria sono io che comando.” disse Arizona aiutando Callie con i piatti “Devi sentirti cosi anche fuori, devi riprenderti la tua sicurezza, la sicurezza della ragazza che entra in un bagno di un bar e bacia una sconosciuta, la sicurezza di una donna che parte per l'Africa, la sicurezza di una donna che le ha superate tutte con il sorriso, quella sei tu, riprenditi cio che è tuo” disse Callie guardandola. Notava che la sua bellezza era diversa, meno controllata, piu naturale, e le piaceva da morire, ma forse il suo orgoglio la frenava. Dopo quella frase Arizona si avvicinò pericolosamente a lei e in pochissimi secondi, neanche il tempo che Callie si rendesse conto di cosa stava per succedere, posò le sue labbra sulle sue, la mora non si tirò indietro “Tu sei mia” disse Arizona staccandosi da cio che le mancava di piu al mondo, lei. Callie si allontanò in fretta, quando Arizona vide la sua reazione cercò di fermarla “Calliope ho rovinato tutto?” chiese mollandole all'improvviso la mano dopo che Callie l'aveva fulminata con lo sguardo “Si Arizona, come al solito”. A Callie era piaciuto ma doveva fare i conti con le sue paure, la sindrome dell'abbandono, tutte cose che le erano sorte dopo la fuga di Arizona, una volta non era spaventata dal rimanere scottata dalle relazioni, ma dopo Arizona si “Di cosa hai paura Callie?” disse Arizona conoscendo bene la donna che era difronte a lei, Callie si girò all'improvviso “Di cosa ho paura? Di fidarmi di nuovo di te ciecamente e poi che tu sparisca di nuovo, sono terrorizzata dal fatto che tu rompa il mio cuore di nuovo se lo rimettessi tra le tue mani. Mi spaventa addirittura la mia insicurezza, tu mi conosci, non sono mai stata insicura. Sai perche sono insicura? Perche credo di essere innamorata di te a tal punto che se ti perdessi di nuovo potrei non riprendermi piu. Ti amo ma allo stesso tempo ti odio.” al suono di quella voce la bimba si svegliò. Arizona piangeva, non di gioia, ma neanche di tristezza, Callie le aveva detto che l'amava, ma le aveva anche detto che aveva rovinato tutto “Mamma, voglio andare a casa, ho sonno” il viso di Callie all'improvviso cambiò, diventò dolce e sorridente “Si amore, andiamo” la bimba corse da Arizona “Torno presto” le schioccò un bacio sulla guancia e corse a prendere la mano di Callie, la mora ringraziò per la cena anche se era stata lei a portarla “Grazie a voi” appena fu certa che sia Callie che la piccola fossero in macchina sane e salve si mise a letto anche lei. Luci accese e armadi aperti, quella sera non c'era Alex, ma sperava di poter resistere anche senza di lui. Appena Callie tornò a casa e dopo aver messo a letto la piccola andò da Mark “Mark stai dormendo?” disse scrollandolo un po dato che era steso sul divano “Sono sveglio, è il cerca persone?” chiese lui mettendosi seduto in pochi secondi “Tranquillo, non è niente, sono stata a casa di Arizona, in albergo in realtà, lei mi ha baciato e io sono andata via” disse lei prendendo la bottiglia di vino dal frigo “Da quando scappi Torres?” chiese lui approfittandone per bere un po anche lui “Non lo so, una parte di me voleva stare li con lei, e l'altra parte voleva scappare, ed entrambi sappiamo quale parte ha vinto sull'altra” rispose lei riprendendosi la bottiglia “Volendo ho dei bicchieri anche se so che in questo momento non sono di certo loro la tua preoccupazione principale” disse lui guardandola mentre si tracannava il suo vino rosso “Se ha vinto la parte che voleva scappare ci sarà un perche” disse lei mettendo fine a quella scorpacciata di vino “Ha vinto perche sei orgogliosa Callie, perche non vuoi credere che dopo 5 anni lei sia tornata e che tu provi gli stessi ed identici sentimenti di quando lei è partita. Ti conosco Callie, ma per esperienza ti dico che con l'orgoglio si fa poca strada” disse lui buttando la bottiglia dato che era finita “Lei mi ferirà di nuovo, sono sicura. Mi ha ferito quando è partita per l'Africa senza di me e mi ha ferito quando è partita per l'ignoto” disse Callie lasciandosi abbracciare da Mark “Dall'Africa è tornata per te e anche adesso è tornata per te” disse lui “Non è tornata per me, è tornata perche l'hanno presa” disse lei alzando gli occhi “Ma tu sei sempre stata il suo pensiero fisso e lei il tuo” Callie si stancò di parlare con lui, Mark odiava Arizona come mai la difendeva? Tornò nel suo appartamento e dato che aveva lasciato Alex dormire nel lettone, Callie si accoccolò a lei e iniziò a pensare, forse Mark aveva ragione, forse no, forse Arizona è sempre stata nel suo cuore in disparte pronta per uscire nei momenti meno opportuni, forse Callie si era innamorata di Arizona proprio per i suoi mille difetti. Lei e la sua parlantina, le sue manie, le sue corse mattutine obbligatorie al parco, il suo gossip, Callie la criticava sempre per il suo gossip agonistico, ma le mancava, e in quel momento si rese conto che per cinque anni a lei erano mancate molte cose, spesso si chiedeva come mai ci fosse troppo silenzio, come mai gli abiti e le scarpe erano tutti in disordine, come mai ogni volta che passava per il parco sentiva qualcosa di strano, e come mai i corridoi dell'ospedale fossero cosi silenziosi e monotoni. Le mancava lei. Non fu felice di essersene resa conto cosi tardi, ma per lei era tutto chiaro. Quella mattina Callie si svegliò presto, avvisò Mark “Ma dove vai vestita cosi, sono le 6 del mattino” disse lui stropicciandosi gli occhi “Ti spiego piu tardi” disse lei e Mark pensò che quel sorriso non l'aveva visto per parecchi anni. Arizona guardò l'ora quando sentì dei rumori strani, si svegliò e capì che qualcuno bussava disperatamente alla sua porta, si trascinò fuori dal letto per vedere chi era, aprì la porta e vide Callie che correva sul posto, con quei leggins neri e la felpa verde, la coda di cavallo e il sorriso “Scusa se ci ho messo cosi tanto a capirlo, ma te l'avevo detto che sarei arrivata” Callie rise nel vedere Arizona sorridere con quei capelli scompigliati e il pigiama addosso “Che..che significa?” chiese lei sorridendo “Significa che puoi tornare a casa perche è tutto cio che voglio” disse Callie quasi con le lacrime agli occhi “Ma adesso cambiati che la nostra corsa al parco ci aspetta” disse Callie senza mai smettere di correre sul posto “A..aspetta tu vorresti dirmi che il tempo che mi dicevi di aspettare adesso è finito?” chiese lei riprendendosi un po “Si.. Arizo..” la bionda non la lasciò finire di parlare e saltò in braccio a Callie incrociando le gambe dietro alla sua schiena e baciandola fino a non avere piu fiato “Non ti spezzerò piu il cuore Callie, promesso” disse lei abbracciandola e baciandole il collo “Non ti spaventerà piu il buio, promesso” questa volta fu Callie a posare le sue labbra su quelle di Arizona. Giorni, mesi. Il tempo passava ed entrambe avevano mantenute le loro promesse, la piccola Alex aveva iniziato le scuole elementari, e raccontava a tutti di quanto fosse bello avere due mamme, diceva che c'erano piu scarpe da provare, piu trucchi, piu cioccolata, piu di tutto. Quel mattino come tutti, entrambe portarono a scuola Alex che come al solito le salutò dandogli un bacio con lo schiocco come lo chiamava lei. Arrivate in ospedale fissarono il tabellone, accerchiate dagli specializzandi che aspettavano, Arizona sorrise a cio che lesse “Karev, con me” disse la Robbins, lui sorrise e andò verso quell'operazione che lei le aveva promesso. **Questo è l'ultimo capitolo spero che la storia vi sia piaciuta, insomma il lieto fine è arrivato, l'amicizia di Alex e Arizona si è consolidata, e Callie ha capito tutto, un po tardi ma comunque l'ha capito. Mi farebbe molto piacere leggere le vostre recensioni, piu sono meglio è.. tornerò presto con una nuova storia, a presto:) M♥
  
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